Entro in chiesa e trovo solo una persona, seduta nella fila di banchi a destra.
E' una giovane donna dai lunghi capelli scuri raccolti in una coda e piange in modo sommesso, a capo chino.
Accendo la candela per la quale sono passata, ma non riesco a pregare distratta dalla figura con le spalle infossate che sembra voler scomparire nel banco e dal mondo.
Non resisto: controllo se in borsa ho una penna, esco, apro il baule della mia auto e tolgo dallo scatolone un libro.
Nel modo più silenzioso possibile glielo faccio scivolare sul banco sussurrando: "C'è una dedica".
Mi sorride tra le lacrime mormorando grazie due volte.
Esco pensando a quello che le ho scritto: "Saper piangere è un dono".
di Vilma Cretti
E' una giovane donna dai lunghi capelli scuri raccolti in una coda e piange in modo sommesso, a capo chino.
Accendo la candela per la quale sono passata, ma non riesco a pregare distratta dalla figura con le spalle infossate che sembra voler scomparire nel banco e dal mondo.
Non resisto: controllo se in borsa ho una penna, esco, apro il baule della mia auto e tolgo dallo scatolone un libro.
Nel modo più silenzioso possibile glielo faccio scivolare sul banco sussurrando: "C'è una dedica".
Mi sorride tra le lacrime mormorando grazie due volte.
Esco pensando a quello che le ho scritto: "Saper piangere è un dono".
di Vilma Cretti
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