martedì 13 dicembre 2011

Mille libri, mille destini

Ce l'ha segnalato uno scout, un collega straniero, un amico, un giornalista, un nostro autore. L'abbiamo ricevuto per vie normali o con sotterfugi. L'abbiamo lasciato lì a lungo, l'abbiamo letto subito: a notte fonda, al mattino presto, di sera. Abbiamo disdetto una cena, un cinema, un impegno, un corso. L'abbiamo letto in inglese, in francese, in tedesco, in russo, in svedese, in cinese. Eravamo in treno, a casa, in ufficio, in aereo, in albergo. L'abbiamo letto in fogli sciolti, sul computer, su un e-reader. L'abbiamo trattato con l'autore, con un agente importante, con uno sconosciuto, con l'editore straniero. L'abbiamo preso a un'asta, con una best offer, con una opzione. L'abbiamo comprato dall'uf.cio, da casa, da Francoforte, da Londra o da New York. È costato meno della traduzione, è costato più di tutta la casa editrice. Ne abbiamo scartati cento prima di trovare questo. L'abbiamo trovato subito. Fa ridere, fa piangere, fa pensare, ci intrattiene, ci cambia la vita. Finisce come deve finire, ci spiazza, ci piace lo stile, ci piace il senso del libro, ci sembra il suo momento, ci sembra lontano dall'attualità. Ci ha colpito subito. Ci è tornato in mente dopo. Ci abbiamo lavorato molto, era fatto e finito.

Stefano Mauri

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