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domenica 17 dicembre 2017

Libri: sotto l'albero di Natale di quest'anno, mettete Tempo e Qualità

Stavo pensando ad un nuovo post, in tema natalizio. Uno di quelli "cosa regalare e cosa regalarsi". Uno di quelli sulle strenne, per intenderci - perché anche in vista delle feste con un libro non si sbaglia mai (più o meno).

Ho dato un'occhiata alla rete, alle proposte, ai suggerimenti, ai consigli, alle novità. Niente da fare, è più forte di me: non vi propinerò l'ultimo romanzo di Camilleri, di Dan Brown, di Jovanotti. E soprattutto, lungi da me l'idea di spingervi a comperare qualcosa - che sia il primo o l'ultimo libro - di Fabio Volo. Piuttosto, nessun regalo!
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E allora, cosa consigliare per andare a colpo sicuro e non fare figuracce? Partirei da un paio di presupposti: non è detto che quel che piace a voi, genere letterario o autore che sia, piaccia anche agli altri, così come non è detto che i best-seller alla fin dei conti così "best" in fatto di qualità lo siano per davvero.

Certo, i classici sono un evergreen, ma tenete bene a mente che lo sono anche sotto l'albero. E se ad un classico non si può mai dire di no, è altrettanto vero che non sarete gli unici a ripiegare su questa scelta (con il rischio magari di trovarvi tra le mani un Piccolo principe che il nipotino ha già ricevuto tre volte negli ultimi tre Natali!).

Un evergreen lo sono pure i manuali, sia che si tratti di cucina, di bricolage, di giardinaggio, di fotografia. Ma attenzione: prima di lanciarvi nell'acquisto di un volume su come potare correttamente le rose o come realizzare immagini digitali da copertina, tastate il terreno, per capire se il destinatario del regalo non sia già qualche livello più avanti rispetto quanto contenuto nel volume da voi individuato.
Cosa regalare, dunque? Guardandomi in giro, leggendo molto (quest'anno ho superato la soglia dei 70 libri), navigando in rete, due cose mi son saltate all'occhio: la qualità dei libri proposti in libreria è sempre più scadente (sintomo non di scelte dovute ai singoli librai, o per lo meno non a quelli piccoli e indipendenti - cosa diversa invece per quanto riguarda le grandi catene, che puntano ovviamente ad un vasto pubblico omologato e al commercio fine a se stesso), il valore che diamo al tempo - per noi stessi e per gli altri - va sempre più riducendosi al lumicino.


Quest'anno, per Natale, regalate dunque Tempo e Qualità. Prendetevi Tempo, per parlare con chi vi sta di fronte, capire i gusti, gli interessi, condividere i sogni e i desideri: solo così, entrando in libreria, saprete esattamente cosa acquistare (ricordate, che quello del Tempo è e rimane sempre il regalo migliore). E donate Qualità, nei rapporti con gli altri e con voi stessi: non affidate i vostri auguri ad un banale, freddo, impersonale (e molto spesso, ahimè grammaticalmente scorretto) messaggio in chat - ma telefonate, presentatevi alla porta, stringete la mano: gli auguri saranno sinceri e il libro che donerete racconterà qualcosa di voi.

Auguri di cuore, allora - ma di Cuore davvero.

sabato 11 febbraio 2017

Il fondo antico della biblioteca civica di Riva del Garda svela i suoi tesori e li espone al pubblico

Sono oltre 4.000, in buona parte pezzi unici o comunque molto rari, frutto di donazioni da parte di appassionati, estimatori, cultori della nobile arte della scrittura. È il patrimonio del fondo antico della Biblioteca civica di Riva, una collezione prestigiosa raccolta nel corso dei decenni, costituita da manoscritti e libri a stampa risalenti tra il XV ed il XIX secolo, che per la prima volta - da oggi al 27 maggio - verranno esposti al pubblico in quattro mostre a rotazione

«Libri per la città - Quattro sguardi sul fondo antico della Biblioteca civica di Riva» è il titolo dell'iniziativa ideata in collaborazione con l'Archivio storico e il Museo, per dare così la giusta visibilità ad un bene pubblico che oltre a custodire il sapere universale rappresenta lo scrigno - culturale, umano, tecnologico - in cui è custodita la nostra storia. «Siamo orgogliosi di questo progetto, che non rappresenta solo un'occasione per permettere alla comunità di avvicinarsi e conoscere meglio il patrimonio - ha detto l'assessora alla Cultura Renza Bollettin in occasione della conferenza stampa di presentazione di ieri mattina - ma anche per valorizzare il fondo antico e il libro in sé, naturale depositario di conoscenza e strumento di diffusione della cultura per antonomasia».

Tredici le teche allestite dalla curatrice Adriana Paolini - studiosa di libri antichi e manoscritti medievali e moderni, docente di codicologia all'Università di Trento - con la supervisione della Sovrintendenza per i beni culturali, che partendo dall'entrata e dagli atri salirà fino all'ultimo piano della biblioteca, proponendo una selezione di volumi corredati da oggetti d'epoca, pannelli illustrativi, didascalie, guide cartacee. La prima edizione della mostra si aprirà dunque oggi (inaugurazione alle ore 17.30): protagonisti saranno il manoscritto di Martino de Rossi, scritto a cavallo tra '400 e '500, forse il più celebre dei pezzi rivani, alcuni interessanti incunaboli (i primi libri a stampa) e preziose cinquecentine, come «Apologia della Gerusalemme liberata» di Torquato Tasso, «Orlando furioso» di Ariosto, «Genealogia degli dei» di Boccaccio, «Heroides» di Ovidio, fino ad uno dei pochissimi esemplari contemporanei alla nascita dell'Inviolata, un tomo illustrato di erboristeria di Valgrisi e un raro libro «proibito» scampato all'Inquisizione di Erasmo da Rotterdam


«Ai volumi verranno affiancati documenti che daranno prova delle prime presenze a Riva di cartiere, editori e tipografi - spiega Paolini - e che verranno utilizzati non solo per raccontare alcune vicende del territorio ma anche per mostrare materiali, tendenze e scritture, e soprattutto le vicende umane e le storie custodite nelle carte antiche. Nelle successive edizioni, man mano inaugurate da personalità sensibili verso il mondo della parola scritta, verranno poi svelati altri tesori della biblioteca, scritti o pubblicati nei secoli successivi: nella scelta sono stati privilegiati i prodotti tipici di un'epoca ma allo stesso tempo quelli più particolari, puntando a mostrare la varietà del patrimonio della Biblioteca oltre che della produzione libraria dei tempi passati». 

fonte: Paola Malcotti - l'Adige di oggi, sabato 11 febbraio 2017

giovedì 26 gennaio 2017

Il mondo? E' racchiuso in libreria!

La libreria El Ateneo a Buenos Aires ha sede in un teatro abbandonato. Sotto gli affreschi, tra le luci basse e diffuse, sono impilate decine di libri. Il cliente inglese prende in mano un tascabile con le Ficciones di Jorge Luis Borges ma un tizio dall’aria competente gli suggerisce: «Provi a leggere Adolfo Bioy Casares, è molto più brillante di Borges». Qualcuno s’intromette: «Si ricordi che Casares è stato sposato con la poetessa Silvina Ocampo, i cui racconti sono come sogni». Una signora gli chiede se si è mai cimentato con Julio Cortázar e la commessa s’impiccia: «Stia lontano da Cortàzar, è difficile». Sconcertato, il possibile acquirente abbandona il campo senza aver comprato alcunché. 

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Una sconfitta? Per nulla: almeno secondo Henry Hitchings che ci racconta questa sua incursione tra i tomi argentini nel brillante "Andar per libri. Il mondo in quindici librerie". Il critico letterario ritiene la libreria, come diceva Borges, crocevia e confluenza di «innumerevoli relazioni». Il celebre collaboratore del Financial Times, del Wall Street Journal e del Times Literary Supplement ha riunito nel suo saggio le esperienze di un nutrito gruppo di scrittori famosi che del mondo dei libri sono stati non solo utenti ma anche venditori e impiegati. E si interroga se oggi «andar per libri» voglia dire avventurarsi nello spaccio virtuale e comprare su Amazon oppure muoversi ancora in maniera tradizionale. Anche perché l’acquisto in libreria non è tutto rose e fiori come lo immaginiamo. Ce lo fa capire il bisbetico commesso George Orwell che quando si arrampicava sulle strutture lignee per accontentare i suoi clienti li classificava come appartenenti «alla classe di persone che darebbero noia in qualsiasi negozio, e in una libreria trovano il luogo ideale per esibire questo loro talento». 

Il burbero Orwell non era purtroppo un’eccezione: i punti vendita di saggi, romanzi e guide turistiche non sono sempre i luoghi dell’idillio. In tempi più recenti, è un altro esempio, se n’è accorta anche la scrittrice scozzese Ali Smith quando, da ragazzina avida di letteratura, si infilava di soppiatto nel negozio d’Inverness per sbirciare tra le pagine dei volumi che le capitavano a portata di mano. Veniva brutalmente redarguita dai giovani che vi lavoravano: «Questa non è un biblioteca!». Non tutti i venditori, infatti, assomigliano alla deliziosa Meg Ryan di C’è posta per te, libraia in servizio permanente: comportamenti non proprio ortodossi li ricorda il romanziere Ian Sansom, impiegato da Foyles a Charing Cross Road, a Londra: «I miei colleghi inventavano dei fantasiosi stratagemmi per rubare i libri, alcuni li gettavano dalla finestra ad amici che li raccoglievano... Altri nascondevano i volumi nei bagni riservati al personale e poi li infilavano in una borsa o sotto il maglione... Un atto che io non solo ritenevo sbagliato... ma veramente indecoroso». In libreria si ruba ma pure si dorme, come nel caso, lo narra Hitchings, di una senzatetto londinese che all’imbrunire s’ infilava nel sottoscala di un megastore libresco per schiacciare un pisolino tra i cartoni...

fonte & read more: TuttoLibri La Stampa

lunedì 14 novembre 2016

"Pagine del Garda", ultima settimana di eventi per la 24a edizione della rassegna editoriale gardesana

Prosegue fino a domenica 20 novembre la 24ª edizione di «Pagine del Garda», la rassegna dell’editoria gardesana organizzata dall'associazione culturale Il Sommolago e dal Comune di Arco, che anche per quest'anno conferma i numeri, il gradimento e le attese delle ultime edizioni. 

Quattordici gli appuntamenti in programma, tra presentazioni librarie e cinematografiche, che dal 5 novembre scorso, ovvero a partire con la settimana di eventi d'anteprima, focalizzano l'attenzione su argomenti, ricerche, studi legati al territorio altogardesano. Un centinaio gli editori presenti al salone delle feste del Casinò municipale alla Mostra del libro (aperta tutti i giorni, ingresso libero dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30), per circa 1500 titoli esposti. Il pubblico atteso è invece di 3.000 visitatori. La formula rimane quella tradizionale: alla mostra del libro è abbinato un calendario di presentazioni librarie e di eventi collaterali, non solo ad Arco ma anche a Drena, Tenno e Nago-Torbole. Una rassegna dedicata all'attività editoriale dunque che ha come tema la valorizzazione del bacino gardesano, un appuntamento che ancora una volta costituisce una preziosa vetrina per le realtà editoriali delle tre province che si affacciano sul lago di Garda e dei territori limitrofi, e in cui è possibile trovare, tra le altre, proposte di nicchia, originali e accattivanti.

Questo il programma dei prossimi giorni: 

Martedì 15 novembre, alle ore 20.30 nella sala consiliare del Casinò di Arco, presentazione de “Le aree protette nel territorio della Comunità Alto Garda e Ledro” a cura di Luca Bronzini e Filippo Zibardi.

Giovedì 17 novembre, alle ore 15, verrà presentato “A piedi per i Santuari del lago di Garda” di Loredana Francinelli e Giovanna Coco.

Venerdì 18 novembre, alle ore 17 sempre presso la sala consiliare del Casinò municipale di Arco, Roberta Giovanna Arcaini (Soprintendenza ai Beni culturali), Alessandro Franceschini (Ordine provinciale degli Architetti), Pino Scaglione (Università di Trento) presentano “Camillo Zucchelli, architetto e urbanista. Arco, 1924-1998”, volume a cura di Ivana Franceschi e della Mnemoteca del Basso Sarca; lo stesso giorno, alle 20.30, sarà la volta delle interviste e del docufilm “Nuove migrazioni. Giovani trentini e mobilità trans-nazionale”.

Sabato 19 novembre, alle ore 16, appuntamento dedicato alle famiglie, ossia “Gianni Caproni - La storia a fumetti” di Fulvio Bernardini.

Chiuderanno la 24a edizione della rassegna, domenica 20 novembre, alle ore 16 al Casinò, “Terra di confine” di Paolo Boccafoglio, e alle ore 20.30, all'auditorium dell'oratorio San Gabriele il docufilm per la regia di Francesco Fei “Segantini, ritorno alla natura”.

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lunedì 12 ottobre 2015

In quattro anni, mercato del libro giù dell'11.5%

Secondo il Rapporto sullo Stato dell’editoria in Italia dell’Associazione Italiana Editori appena completato, il mercato italiano dei libri italiano nel 2014 è calato del 4,3 per cento. Molto più che nel 2013 quando era calato del 2,6, ma un po’ meno che nel 2012 quando era sceso del 5.

Complessivamente, negli ultimi quattro anni – dal 2011 al 2014 –, il mercato ha perso quasi l’11,5 per cento del proprio valore, passando da 2,151.605 milioni di euro a 1,904.800. Il Rapporto sullo Stato dell’editoria in Italia è lo studio più completo sull’andamento dell’editoria di libri e di giornali in Italia.

Qui anticipiamo le stime sui libri: il Rapporto, infatti, non è ancora stato pubblicato – ma si potrà presto ordinare in formato ebook sul sito dell’AIE – perché per tradizione viene presentato ogni anno alla Buchmesse, la Fiera di Francoforte, la più antica e importante fiera del libro d’Europa e una delle maggiori del mondo, che quest’anno si terrà dal 14 al 18 ottobre. Le stime dell’Associazione Italiana Editori – che aderisce a Confindustria e rappresenta il 90 per cento degli editori di libri italiani – arrivano fino a tutto il 2014 (per il 2014 è una stima) e riguardano ogni nuovo libro, compresi quelli scolastici, uscito nel 2014 e venduto in libreria, cartolibreria o edicola, su Internet, nei bookshop dei musei, nelle fiere o nei festival. Cioè, ovunque.

La prima cosa notevole è una moderata attenuazione delle ricadute della crisi generale del libro sul fatturato delle librerie: rispetto al 2013 sono calate solo del 1,9 per cento, poco se si considera che, in totale, dal 2011 hanno perso ben il 16 per cento, passando da 1.087 milioni di euro a 916 milioni di oggi. Nelle librerie (e cartolibrerie) italiane si vende ancora il 69,6 per cento di tutti i libri venduti in Italia, mentre nel 2011 la quota era del 72,3 per cento. Il dato davvero negativo riguarda la Grande distribuzione, cioè la vendita di libri in supermercati e autogrill, che nel 2014 è crollata...

fonte & read more @ Il Post

giovedì 8 ottobre 2015

900 eventi per la quarta edizione di BookCity Milano

Dal 22 al 25 ottobre 2015, dopo la straordinaria partecipazione di pubblico registrata nelle passate edizioni, anticipata per accompagnare la conclusione dell'Expo, torna BookCity Milano, manifestazione dedicata al libro e alla lettura, dislocata in tutta la città, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dal Comitato promotore BookCity.

“BookCity Milano è ormai un modello di grande successo capace tuttavia di una continua rigenerazione grazie alle innovazioni che ogni anno porta al suo programma - ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno - Quest’anno sono stati coinvolti nuovi spazi, come il Laboratorio Formentini appena inaugurato e il Museo delle Culture, e ideate nuove iniziative, come Bookcity Young. Un programma ricchissimo pensato per avvicinare ancora più pubblico al piacere della lettura e per stimolare nuovi approcci alla conoscenza nei lettori già appassionati: un obiettivo coerente con l'investitura di Milano a ‘Città del Libro’ per l’anno 2015.”

BookCity Milano è una manifestazione che si articola in più giorni, durante i quali vengono promossi circa 900 eventi, incontri, presentazioni, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari sulle nuove pratiche di lettura, a partire da libri antichi, nuovi e nuovissimi, dalle raccolte di biblioteche storiche pubbliche e private, dalle pratiche della lettura come evento individuale, ma anche collettivo. La kermesse, grazie a decine di soggetti culturali ed economici, coinvolge l’intera filiera: editori grandi e piccoli, librai, bibliotecari, autori, agenti letterari, traduttori, grafici, illustratori, blogger, fino a lettori, scuole di scrittura, associazioni e gruppi di lettura, il mondo delle scuole e dell’università. Una promozione capillare della lettura e della scrittura attraverso diverse e originali modalità di avvicinamento e coinvolgimento di lettori di ogni età.

La quarta edizione sarà inaugurata giovedì 22 ottobre alle ore 20.30, all'Area ex Ansaldo: Isabel Allende riceverà il Sigillo della Città dalle mani del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dialogherà con Barbara Stefanelli. La manifestazione si chiuderà domenica 25 ottobre, alle ore 21, al Teatro Franco Parenti con Claudio Magris in dialogo con Ferruccio De Bortoli.

In un anno di straordinaria visibilità e apertura internazionale per Milano, arriveranno tra gli altri pure il Premio Nobel Herta Müller, Adrien Bosc, Irene Brežná, Edward Carey, Jeffery Deaver, Amitav Gosh, Hélène Grémillion, Kristin Harmel, Joanne Harris, Jonas Jonasson, Julie Kagawa, Judith Katzir, Hape Kerkeling, Mary Kubica, Maria Tatsos, Björn Larsson, Guillaume Long, Fiston Mwanza Mujila, Luis Sepúlveda, Nassim Taleb, Abraham Yehoshua, Kim Young Ha, Theodore Zeldin.

Il 9 ottobre, alle 18.30, al Castello Sforzesco/Tendostruttura dell’AcquaVillage ci sarà un’anteprima di BookCity con Beppe Severgnini.

Gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, salvo dove diversamente indicato.

Informazioni: BookCity Milano

venerdì 8 novembre 2013

Al via la XXI edizione della rassegna editoriale "Pagine del Garda"


Con oltre 120 case editrici e più di 2.000 titoli apre i battenti sabato 16 novembre nel Salone delle feste del Casinò municipale di Arco (TN) la XXI edizione della mostra del libro «Pagine del Garda». Il tradizionale appuntamento che ogni anno riesce a raggruppare in un'unica località l'intero panorama dell'editoria gardesana, tanto atteso dagli estimatori della carta stampata e della cultura, promette essere ricco nei contenuti e si connota per gli eventi - anche collaterali - particolarmente interessanti, inseriti nel programma della settimana di rassegna.
 
Trentino Alto Adige ma anche Veneto e Lombardia le regioni che porteranno ad Arco e Riva nomi più o meno conosciuti di autori di ogni genere letterario nonché editori, noti o di nicchia, legati tra loro dalle territorialità coinvolte e dalle pubblicazioni presenti in mostra, che ancora una volta ben testimoniano il grande fermento editoriale che ruota attorno al lago di Garda. Storia, natura, tradizioni, territorio, cucina, arte, gli argomenti trattati, cui si aggiungono tanti romanzi e libri per bambini: questi i generi più ricercati dai visitatori della mostra, per una rassegna trasversale ma soprattutto di pregio che ogni anno richiama non solo i fautori del sapere ma anche tanti curiosi, raggiunti grazie ad una grande opera di comunicazione e divulgazione.

Ma «Pagine del Garda» non è solo mostra. «Una settimana intera è dedicata all'anteprima - ha ricordato Romano Turrini, patron della manifestazione - con cinque appuntamenti, tra concerti, dibattiti, presentazioni di libri, per un evento culturale completo e diversificato, che va incontro a interessi molteplici e comunitari. Il via già questa sera, con la presentazione del volume pubblicato in occasione dei 400 anni di vita della chiesa parrocchiale di Arco “La fabbrica della Collegiata”. Domani sera sarà la volta invece dell'impianto idroelettrico del Ponale e la presentazione - presso il Museo di Riva - de “Le acque dei paesi conquistati”. Domenica 10 a Palazzo Panni si terrà la proiezione del documentario su fra' Silvio Bottes, un personaggio che ha dato molto alla comunità dal punto di vista sia religioso che artistico, mentre giovedì 14 novembre toccherà al filmato “Old cinema”, ossia nostalgia e memoria delle sale cinematografiche perdute del Trentino. Chiuderà l'anteprima “Echi dell'Ottocento”, all'Auditorium di Riva venerdì 15, con la presentazione del libro ed un concerto».

Arco nel romanzo mai scritto di Vasco Pratolini”, “Gustav Klimt a Malcesine e il mistero di un quadro scomparso”, “Storie del Monte Velo”, “Econarrazioni per raccontare la terra”, “Francesca Alberti Lutti”, “Le Dolomiti di Brenta” e “I canzonieri di Giacomo Floriani”: sono infine sette gli eventi a corollario della XXI edizione della mostra «Pagine del Garda», curata dai volontari dell'associazione culturale “IlSommolago”. Ciliegina sulla torta sarà tuttavia la presentazione -stasera alle 20.45 all'Oratorio S.Gabriele - del libro sulla nascita della Collegiata, il lavoro di ricerca condotto dagli storici grazie a fonti sia ceche che italiane, che negli ultimi tempi ha portato a galla informazioni nuove e interessanti su personaggi poco noti, protagonisti ad Arco e presso la corte imperiale.
fonte: Paola Malcotti - l'Adige di ieri, giovedì 7 novembre 2013

domenica 11 agosto 2013

Strafalcioni, gaffe e strane domande dei clienti ai librai

Forse a qualcuno è capitato, girando tra gli scaffali di una libreria, di ascoltare qualche conversazione tra librai e clienti non proprio nel loro ambiente naturale. Più spesso di quanto si creda questo genere di dialoghi assumono risvolti davvero comici. Anzi, forse quasi tragicomici, se ci si mette nei panni del venditore di libri o se semplicemente si ha un po’ di familiarità con la letteratura.
Nel libro di Stefano Amato intitolato, in modo eloquente, "Avete il gabbiano Jonathan Listerine?" (Editrice Bibliografica), si trova un’esilarante raccolta di richieste assurde, equivoci linguistici e strafalcioni, come per esempio:
"Scusi c'è un errore. Mi hanno regalato il nuovo della Rowling, ma siccome non c'è Harry Potter vorrei cambiarlo."

Oppure scambi come i seguenti:

Cliente: “Avete libri sullo yogurt?”
Libraio: “Ha guardato fra i libri di cucina? Lì dovrebbe esserci qualcosa.”
Cliente: “Che c’entrano i libri di cucina, scusi?”
Libraio: “Intendeva ‘yoga’, giusto?”
Cliente: “Perché io che ho detto?”

Cliente: “Mi consiglia un libro per una ragazza bloccata in casa con la gamba ingessata? Dev’essere bello lungo, però.”
Libraio: “Ok. Ha in mente un genere?”
Cliente: “No, so solo che lo vuole molto lungo. Almeno novanta pagine, tipo”...


fonte & read more @ Andrea Bressa Panorama.it

domenica 4 agosto 2013

Giovani e disoccupati i volontari del Festivaletteratura di Mantova

Gli organizzatori del Festivaletteratura di Mantova, in programma dal 4 all’8 settembre, sono stati travolti da una valanga di richieste da parte di persone desiderose di entrare a far parte della squadra dei volontari, vera e propria spina dorsale su cui si regge la rassegna letteraria. 1200 in tutto, provenienti da tutta Italia e del resto d’Europa.

“Un record assoluto in diciassette anni di Festival – spiega Alessandro Della Casa, responsabile della gestione dei volontari –, credo anche a livello nazionale. Abbiamo ricontato più volte le schede per esserne certi. Purtroppo possiamo accettarme soltanto 650, massimo 700. Sarà doloroso dire no a tutti gli altri, ma non possiamo fare altrimenti”.

Negli anni scorsi il numero delle domande non ha mai varcato la soglia delle 900. Ma quest’anno cosa è successo? Una spiegazione prova a darla Luca Nicolini, presidente del comitato organizzatore del Festivaletteratura: “Crediamo che l’impennata di richieste sia legata all’aumento delle persone disoccupate. Soprattutto giovani tra i 25 e i 35 anni, molto presenti fra le magliette blu (così sono chiamati i volontari del Festival, dal colore della polo di riconoscimento che indossano, ndr)”. A questo si aggiunge un altro fattore: “Fare il volontario qui – prosegue Nicolini – fa curriculum e, in alcuni casi, è tenuto in considerazione perché visto dalle aziende come un percorso di formazione”. Le magliette blu, infatti, fanno proprio di tutto: biglietteria, logistica, trasporto di materiale, accompagnamento degli autori, gestione della mensa, giornalisti e fotografi per la estemporanea redazione che aggiorna on line la rassegna stampa. E le aziende vedono questa capacità di adattarsi a svolgere diverse mansioni come una dote positiva. I criteri con cui i volontari sono scelti non sono meritocratici, per cui un ‘no’ non equivale a una bocciatura definitiva, e l’anno prossimo si può ritentare.

“Ogni anno – spiega Della Casa – cerchiamo di garantire un 30% di nuovi ingressi, mentre per la provenienza territoriale facciamo in modo che due terzi siano mantovani. Del terzo rimanente...

fonte & read more @ Terza Pagina de il Fatto Quotidiano

giovedì 25 aprile 2013

A Torino il congresso mondiale degli editori

Torino si aggiudica il Congresso del Wan-Ifra, l'associazione mondiale degli editori. Dall'8 all'11 giugno 2014, nel capoluogo subalpino - che e' stato preferito ad Amsterdam e Oslo - si riuniranno 1.200 direttori di testate giornaliste ed editori di tutto il mondo. Un riconoscimento prestigioso per la Citta' della Mole: il Congresso manca dall'Italia dal 1988, quando fu organizzato a Roma. La prima edizione italiana risale al 1950, due anni dopo la fondazione della Wan.
fonte: Ansa

martedì 22 gennaio 2013

Alla riscoperta delle vecchie librerie di New York

New York riscopre le librerie. Bar, hotel, ristoranti e negozi dove la letteratura è protagonista indiscussa tornano alla ribalta, insieme a quei bugigattoli dove si vendono pubblicazioni introvabili, vecchie magari solo di vent’anni, ma uscite di produzione, insieme a prime edizioni e volumi rari.

Il tour comincia al Jimmy’s Corner di Manhattan, locale storico dei giornalisti della rivista dei libri del New York Times e meta di scrittori del calibro di Cormac McCarthy, e al Café Loup, nel West Village, dove si davano appuntamento Paul Auster e Susan Sontag, passando per il Library Hotel, vicino alla biblioteca pubblica, che offre stanze a tema con una collezione di volumi sull’argomento a disposizione degli ospiti. Tra i librai, il primo indirizzo è Barman Rare Books a Midtown: vanta la prima edizione del Paradiso perduto di John Milton. E poi c’è anche 192 Books a Chelsea: offre una scelta molto accurata di volumi, proprio di fronte a Printed Matter, specializzato in libri d’arte dallo spirito punk e underground.

La lista è lunga e non è nulla di polveroso: a frequentarli, notte inclusa, sono giovani e non, di un movimento spontaneo, fatto da chi vuole toccare le parole e maneggiare i pensieri, per non affidarli unicamente all’immateriale digitale. E al suo inevitabile carico ansiogeno, dovuto all’invecchiamento istantaneo dei suoi strumenti: pare che l’ansia da obsolescenza sia il segno distintivo del nuovo millennio. Allora i vecchi libri risultano immortali e rassicuranti. Così ne parla lo scrittore Robin Sloan in "Mr Penumbra’s 24 hours Bookstore", appena uscito negli Stati Uniti (Farrar, Strass & Giroux, 304 pagine, 25 dollari): una lettera d’amore ai libri, una riflessione sulla tecnologia, un thriller e un requiem insieme. Ovvero, un’istantanea sull’oggi, analogicamente digitale.

fonte: Panorama.it

sabato 19 gennaio 2013

Libri a noleggio: le librerie rispondono così alla crisi

A Torino in via Onorato Vigliani, quartiere Mirafiori, la libreria Takuma ha deciso di fronteggiare la crisi noleggiando i libri. Un giorno, un euro; una settimana, quattro; due settimane, sette. A Milano invece la storica libreria Hoepli, sei piani nell’omonima via dietro il Duomo e quasi un secolo e mezzo di storia, ha appena messo in cassa integrazione a rotazione per tre mesi i circa sessanta dipendenti. E a Roma? La libreria Bibli a Trastevere, che nel 1995 fu tra le prime in Italia a dotarsi di una caffetteria e che a metà 2011 ha dovuto arrendersi causa sfratto, da quasi un anno ha ottenuto un nuovo spazio dal Comune. Tuttavia non ha ancora riaperto: ristrutturarlo costa quasi un milione. 

Stefania Monea della Takuma presidia un avamposto: «Mirafiori si sa è un quartiere di frontiera, da sempre accanto alle novità trattiamo scolastica e usato. Tenere aperto non è mai stato facile, ma la crisi sta picchiando duro. A Natale ho visto clienti affezionati rinunciare all’acquisto per via del prezzo di copertina. Così, quasi per gioco, ci è venuto in mente di noleggiare i libri». E cosa è successo? «Beh, sono venuti a trovarci in tanti. Il primo libro affittato è stato quello di Gramellini. Poi i romanzi della Oggero e di Wilbur Smith. Giusto ieri un ragazzo ci ha chiesto Se questo è un uomo: deve leggerlo per la scuola, conta di restituirlo in due giorni». E i diritti d’autore? Stefania mi rassicura: «Se il libro piace, poi lo comprano. Con Gramellini e la Oggero è successo». Smith se ne farà una ragione, gli eredi di Levi possono ancora sperare.

A Milano Stefano Boeri, assessore alla Cultura, è fresco reduce dal brindisi di commiato della libreria Utopia di via Moscova, fondata nel ’77 dagli anarchici del circolo Ponte della Ghisolfa e frequentata tra gli altri da Consolo e De André: negli ultimi tre anni gli incassi erano scesi del 30%, la prospettiva è riaprire a febbraio a Città Studi. Intanto però hanno chiuso la Rovello, libreria antiquaria aperta nel 1893, e la Libreria di Brera. «Non è un fenomeno nuovo. Chi conosce Milano ricorda l’Einaudi in Galleria Manzoni e la Cortina, sparite diversi anni fa. Oggi fa riflettere il fatto che le librerie indipendenti chiudano nella città dove si producono e si vendono più libri in Italia, malgrado abbiano saputo specializzarsi e curare il rapporto con i clienti». Le ragioni? «A parte la crisi, gli affitti eccessivi. Quelli residenziali sono calati, i commerciali no. Milano al piano terra si sta svuotando». Che può fare l’amministrazione? «Cercare di calmierare il mercato con bandi pubblici, affittando spazi comunali con il 40% di sconto. Stiamo mappando la città, centro compreso, per individuare i luoghi più adatti. Ma vanno affrontati anche altri temi: gli incentivi alla lettura, la polifunzionalità delle librerie. Negli Usa si è pensato a spazi per bambini e circoli di lettura. Bisogna offrire altri servizi, oltre alla vendita». Farlo intendere ai teorici della redditività a metro quadro non sarà facile. Un tempo a Torino i librai si lamentavano del Salone del Libro, oggi i loro colleghi milanesi fanno lo stesso con Bookcity. «È stato un evento popolare, ed è questa la strada per recuperare lettori. Proprio a Bookcity con Umberto Eco abbiamo proposto agli editori di adottare le biblioteche civiche: per le librerie di quartiere dovrebbero diventare punti di riferimento nei quali organizzare incontri e coinvolgere i ragazzi delle scuole. Per superare la crisi, editori, librerie e biblioteche devono allearsi».

fonte & read more @ La Stampa online

domenica 30 dicembre 2012

Elogio delle piccole librerie

Ci si occupa dei panda, della foca monaca, del passero marsicano. E le piccole librerie , non sono specie a rischio? Hanno ancora un futuro? Sono accerchiate da ogni lato: Amazon e Ibs, gli e-book, le grandi catene di cui sono proprietari gli editori: Feltrinelli, Mel books, Mondadori etc.
Sembrerebbe il momento di scappare, di cercare un altro lavoro: ma c’è chi un altro lavoro ce l’aveva, e ha scelto di fare il libraio.
 
Vi racconto tre storie: Marina e Gianpiero hanno fatto i camionisti, poi, in cerca di un lavoro più stanziale, hanno preso in gestione un distributore di benzina. Giampiero riempiva le vetrine del gabbiotto di citazioni letterarie. Un cliente architetto, Pasquale Pinna, gli ha proposto di fare il libraio. E così è nato Il viaggiatore immaginario, una libreria che ad Arezzo è un’istituzione. La differenza la fa la competenza: Gianpiero consiglia e perfino sconsiglia, Marina ripara con la naturale gentilezza agli spigoli del marito: le vetrine sono un esempio di come si possa essere creativi, proponendo estrosi temi, tipo “ la mezzanotte”o “provviste per l’inverno”: chi è incuriosito può vederle nel loro sito. Una catena voleva rilevare tutto, comprare il magazzino e assumere i due librai. Ma non si vende un sogno, per di più ben realizzato.
 
Luigi Licci era un broker di successo, che per il suo lavoro viaggiava in tutto il mondo. Alla passione dei viaggi si accompagnava quelli per i libri di viaggio: quando si è stufato del suo mestiere Luigi ha preso la libreria Gulliver, nel centro di Verona, e ne ha fatto un punto di incontro. Una volta mi ha invitato a presentare un libro in una villa nella campagna, in una serata infra settimanale: non ci sarà nessuno, pensai. Arrivarono cento persone: ci fidiamo delle proposte di Licci, mi dissero. Io pensai alle tante presentazione male organizzate e peggio pubblicizzate di grandi librerie di catena a Milano o a Roma.
 
Di Danilo mi hanno raccontato due lettori viaggiatori incontrati in India, Ruggero e Paola. La libreria Quo Vadis di Pordenone è un punto di incontro di veri viaggiatori che il libraio aiuta anche nella preparazione del viaggio. Come se, comprando un libro di cucina, il libraio ti accompagnasse anche a fare la spesa. Danilo lavorava in un’industria tessile, la crisi è stata la spinta a mollare gli ormeggi e partire. Ha sempre letto letteratura di viaggio, è la sua passione. “Ho viaggiato molto tra le righe”, dice. Appena mi capiterà di passare dalle sue parti non mancherò di visitare la sua libreria. Tutte le librerie sono luoghi di confine, ma la Quo Vadis di Pordenone di più.
 
Come sostenere queste vere librerie? Semplice, non ci facciamo allettare da un euro in più di sconto: un buon libraio tiene titoli che non troveremo mai nei supermercati, conosce i tuoi gusti, si impegna nella ricerca di un libro “scomparso”, ospita senza pressare all’acquisto persone affini, che magari diventano amiche.
Non è avido, altrimenti venderebbe merci dove si ricarica il trecento per cento e non quel magro trenta da cui levare spese, stipendi … e sconto.
Ho raccontato solo tre storie, trasmigrazioni da lavori diversi, per questa avventura coraggiosa che è aprire una piccola libreria in provincia. Non si offenda chi non ho citato. Spero che chi legge racconti altre librerie, altre storie. Pubblicità manifesta, per evitare che piccole luci di cultura si spengano.
 
fonte: Andrea Bocconi @ Il Fatto online

giovedì 27 settembre 2012

Sono i libri le prime vittime della crisi

Si comprano meno libri, si legge meno e con sempre maggior attenzione al portafoglio e al prezzo di copertina, preferendo nel 59% dei casi acquisti entro i 10 euro. Sono alcuni dei dati emersi oggi durante il convegno “Ad un anno dall'approvazione della legge sul prezzo dei libri. Gli operatori a confronto”, organizzato a Roma, presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio e promosso dalla Commissione Cultura della Camera, per fare il punto sul mercato del libro a dodici mesi dall'entrata in vigore della Legge 128 del 27 luglio 2011, che ha come primo firmatario Riccardo Levi.

Una discussione sull'efficacia della norma che si poneva come primo obiettivo di contribuire a salvaguardare un mercato dell'editoria aperto e pluralista mettendo dei limiti alla politica aggressiva degli sconti, fissati a un massimo del 15% per i librai e del 25% per gli editori durante le campagne promozionali (con l'esclusione del mese di dicembre). Una norma che però ha dovuto fare i conti con la difficile situazione economica del Paese.

Secondo i dati Nielsen presentati dal Centro per il libro e la lettura, tra ottobre e giugno gli acquirenti, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sono diminuiti del 10% negli ultimi tre mesi del 2011, del 5% nel primo trimestre 2012, mentre sono invariati nel secondo trimestre. I dati sono più pesanti se si considerano gli acquirenti di almeno 3 libri a trimestre, con rispettivamente un calo del 20%, 7% e 9%. Scende anche la spesa media per acquirente, passata da 34,46 a 30,69 euro per il quarto trimestre 2011 (-11%), da 29,41 a 27,55 euro per il primo trimestre 2012 (-6%), e da 25,88 a 23,64 euro per il secondo trimestre (-9%). Nei primi 9 mesi del 2012 il calo per valore di vendite è stato dell'8,7% (da 754,8 milioni a 689,5), per numero di copie del 7,3% (da 54,6 milioni a 50,6)... read more


fonte: Ansa

mercoledì 25 luglio 2012

Caro libraio, sopravvivi se togli dagli scaffali i best seller

Caro libraio, sono uno di quegli editori (grandi o piccoli) che crede ancora nei buoni libri, che crede più ai libri che ai numeri, alla diversità che al marketing. Ti conosco da quarant'anni, sia che lavori come direttore o commesso di una libreria di catena sia che tu difenda con le unghie e con i denti la tua piccola bottega. So che hai molto studiato ai corsi su assortimento e rotazione in libreria e che hai visto peggiorare giorno dopo giorno la qualità del lavoro, costretto ad aprire scatoloni di libri brutti e inutili, a perdere tempo prezioso a fare le rese, a pensare a come pagare affitti sempre più alti. So che in questo periodo di crisi ti chiedi ogni giorno se arriverai a fine mese.

Noi editori, che pure siamo strozzati da una brutta congiuntura, dobbiamo aiutarti. Io lo farò, soprattutto con le piccole librerie migliorando le condizioni economiche. Non sarà facile perché anche noi siamo a secco, ma lo faremo. Da sette anni ho aperto una casa editrice in America, Europa Editions, e ho visto che lì i librai indipendenti si sono organizzati, hanno accresciuto il loro legame con la comunità che li ospita e soprattutto hanno ottenuto migliori condizioni economiche. E ce la stanno facendo: i loro conti sono spesso buoni e ho visto tante belle librerie, una diversa dall'altra come scelta di libri e come proposta di attività culturali. Dobbiamo fare lo stesso anche da noi in Italia. In Francia, con la loro tradizione di uno Stato più funzionante, esiste un prezzo fisso del libro che non permette gli sconti selvaggi e che ha salvato centinaia di librerie ed editori indipendenti. Noi non abbiamo uno Stato così e dobbiamo aiutarci a vicenda.

Però… C'è un però. Non basta avere più organizzazione e più soldi. Bisogna avere una coscienza culturale chiara e una forte volontà di cambiare le cose.

Le librerie (qui devo generalizzare) sono diventate sempre più simili agli autogrill. Appena si entra si è assaliti da un messaggio soverchiante: sconti di ogni tipo. I primi banconi sono occupati da romanzi di basso contenuto culturale, addirittura ridicoli con i loro titoli ammiccanti e le loro copertine volgari. Nella parte "colta" delle librerie dominano pochissimi grandi editori, spesso con offerte a prezzi scontatissimi. In tutto ciò ben poco spazio resta non solo per i libri dei piccoli editori ma per tutti quelli di autori un po' meno noti anche se pubblicati da editori più grandi.

In una frase: sta sparendo la diversità.

Dopo quarant'anni di lavoro non sono più un ingenuo idealista. Capisco quanto sia difficile sbarcare il lunario e selezionare con criteri di qualità i libri buoni da proporre ai propri clienti. Capisco che questo richiede uno sforzo di personalità. Non essendo possibile ospitare con la stessa visibilità tutta l'enorme produzione libraria, si tratta di scegliere e di scegliere senza subire il pesante condizionamento economico del marketing dei grandi gruppi. Scegliere vuol dire essere soggettivi, sbagliare, prendere posizione. Per farlo bisogna informarsi, leggere, farsi delle opinioni e rischiare.

Si sa che dalle crisi nasce il nuovo. In Italia il nuovo potranno essere tanti supermercati omologati dalla stessa offerta di pochi bestseller, oppure tante librerie, grandi e piccole, ognuna con libri diversi, ognuna una scoperta per i lettori che vi entreranno. Potrà succedere che questi ultimi non trovino il bestseller di turno. Potranno rimediare presto al primo supermercato, ma intanto avranno scoperto nuovi libri, un nuovo gusto, una personalità con cui confrontarsi. Che cos'è la cultura se non questo confronto fra idee e sensibilità diverse?

Sandro Ferri

Lettera al quotidiano La Repubblica, pubblicata nell'edizione del 25 luglio 2012.

martedì 24 luglio 2012

A "Il mercante di libri maledetti" il Bancarella 2012

Pontremoli - Con uno scarto di 17 voti, è stato “Il mercante di libri maledetti” di Marcello Simoni (Newton Compton editori), con 97 voti, ad aggiudicarsi il 60° Premio Bancarella. Un libro importante, ambientato nel Medioevo, che parla di riti magici ed alchimie. Il mercante di libri maledetti è la storia di un libro esoterico, i cui segreti sono nascosti da enigmatici codici. Tre viaggiatori dal passato pieno di ombre in cammino lungo un'Europa medioevale attraversata da eresie, guerre, miserie e monaci scomparsi.

Successo che per Marcello Simoni è arrivato precedendo di 17 voti Marco Buticchi che con "Le voci del destino" (Longanesi & C.) si è fermato a 80. Questi gli altri punteggi: 10 le preferenze per Biõrn Larsson con "I poeti non scrivono libri gialli" (Iperborea); Luca Mercalli con "Prepariamoci" (Chiarelettere) ha conquistato 5 voti; Davide Enia con "Così in terra" (Baldini Castoldi Dalai editore) 1 voto; 1 solo voto anche per Alessandro Perissinotto con "Semina il vento" (Piemme).

"Il mercante di libri maledetti" rappresenta l'esordio narrativo di un archeologo-bibliotecario che ha saputo raccogliere queste sue competenze e creare una vicenda avventurosa, credibile ed enigmatica, oltre che storicamente ben determinata, che ruota proprio attorno a un misterioso e potente libro. Siamo all'inizio del XIII secolo in una fredda sera di fine inverno in uno dei luoghi più misteriosi e leggendari d'Italia, l'abbazia di San Michele della Chiusa, la Sacra di san Michele, all'ingresso della Valle di Susa.
Un monaco, Vivïen de Narbonne, trova conficcato sull'uscio della sua cella un pugnale che regge un chiaro messaggio: una sentenza di morte, anzi, peggio, la certezza di una lunga tortura per fargli confessare il segreto che solo lui e Ignazio da Toledo conoscono. Meglio la morte. Sellato velocemente un cavallo, il monaco tenta di fuggire lungo il pendio del monastero, ma precipita nel vuoto e non c'è un angelo a salvarlo come era accaduto alla bell'Alda.
Non molto lontano da lì - sulla costa adriatica nei pressi di Venezia - e pochi anni dopo Ignazio da Toledo, un mercante converso di cui si dice che "durante il sacco di Costantinopoli abbia messo le mani su alcune reliquie, ma anche su libri preziosi, certi addirittura di magia", riceve l'incarico da un appassionato aristocratico di cercare "un libro in grado di sciogliere misteri inimmaginabili, al di là delle cognizioni di qualsiasi filosofo o alchimista".
È l'Uter Ventorum, Otre dei Venti, "un libro copiato da certi manoscritti persiani che conterrebbe il metodo per evocare gli angeli. Le creature soprannaturali, una volta evocate, saranno disposte a rivelare i segreti dei poteri celesti".
Per concludere l'affare con il conte, il proprietario del libro ha richiesto la mediazione di Ignazio da Toledo. Vuole incontrarsi unicamente con lui. Solo a lui cederà l'Uter Ventorum. Sostiene di conoscere molto bene Ignazio e da lungo tempo. È Vivïen de Narbonne.
Ma allora, non è morto precipitando dalla montagna? Gli uomini mascherati del tribunale segreto non l'hanno raggiunto? E chi sta seguendo Ignazio e il suo giovane aiutante tra Italia, Spagna e Francia sulle tracce del libro abilmente nascosto? (by Wuz)

lunedì 23 luglio 2012

Premi letterari: qualità o gusti personali? Dubbi

Ieri sera, attorno alle 21, i librai italiani hanno assegnato il premio Bancarella. Il regolamento prevede che al concorso possano partecipare tutte le opere pubblicate fra il 1 marzo 2011 e il 29 febbraio 2012, a prescindere dal genere (oltre alla narrativa è ammessa anche la saggistica) e dalla nazionalità dell’autore, cui è richiesto un solo requisito: deve essere vivo.
I finalisti quest'anno erano sei ed ai librai italiani è spettato il compito di decretare qual sia stato il miglior libro dell'anno.
E i librai, in genere, se ne intendono. In genere. Mica sempre. Almeno per quel che mi riguarda in qualità di lettrice...
Se andiamo infatti a curiosare tra i libri premiati nelle passate edizioni possiamo sì trovare titoli che rappresentano uno spunto per scoprire o riscoprire ottimi libri da leggere a casa, in viaggio o in vacanza ma, nel contempo, trovare consigli dispensati da una giuria che forse di letteratura non ne capisce granché. O perlomeno, che dimostra di seguire più il filone del trend della richiesta del grande pubblico che quello della qualità.
Ne è un esempio "Amiche di salvataggio" di Alessandra Appiano, vincitrice del Bancarella nel 2003 con questo suo romanzo in cui tentava di descrivere - a mio avviso con dubbio umorismo e finta complicità - le trentenni e le quarantenni italiane. A suo tempo il libro fece il botto. Piacque poco alla critica ma molto alle lettrici e ai giurati del Bancarella, che la premiarono...

Detto questo, detto tutto.

Il digitale secondo il libraio

Anche se poi leggeremo soprattutto angloamericano, e comunque leggeremo sempre meno, è la rentrée francese a occupare con la solita grandiosità le previsioni autunnali. Un rituale è un rituale, va rispettato anche quando racconta di un mondo in declino o in feroce cambiamento, e le paginate sui giornali e le chiacchiere editoriali registrano giusto qualche scricchiolio, o fingono che sia soltanto uno scricchiolio.
«Nulla sarà come prima» è la frase sottofondo di questi anni, nei libri e nel mondo tutto: eppure continuiamo, finché si può, a fare come prima, come se nulla cambiasse, per esempio come se l'ancien régime dei diritti d'autore non stesse per essere ghigliottinato dal digitale.

Con la solita intelligenza, Pierre Assouline gran blogger di le Monde dice invece: d'accordo, come ogni anno all'inizio dell'estate sappiamo chi e che cosa pubblicherà fra settembre e ottobre, ma la vera cifra della nuova stagione non è 656 (i romanzi in uscita, meno 1,2%) e neppure 69 (gli esordienti), bensì ???. A indicare l'incerta data in cui il sindacato degli editori e quello degli autori troveranno un accordo sul tema cruciale dei diritti digitali: dovranno durare 70 anni al pari degli altri, come dicono gli editori, oppure tre anni come chiedono gli autori? Del futur non v'è certezza …

Del futuro imminente però sì. Il romanzo più atteso e già più discusso non è Le bonheur conjugal di Tahar Ben Jelloun, e neppure la rilettura di Barbablù ad opera di Amélie Nothomb, e forse neanche Rien ne se passe comme prévu di Laurent Binet, l'autore del mirabile Hhhh, che ha seguito e narrato la campagna elettorale di Hollande. È, semmai, La théorie de l'information di Aurélien Bellanger, 32 anni. Faceva il libraio, ora racconta in cinquecento pagine l'epopea immaginaria di un mogul del digitale, provando a leggere e a far leggere come è cambiata la società delle nuove tecnologie. Perché nulla sarà più lo stesso, tranne che sul mondo che cambia qualcuno scrive romanzi.

fonte: Giovanna Zucconi @Tuttolibri de La Stampa online

mercoledì 6 giugno 2012

Letti di notte

L’iniziativa Letti di Notte del 21 giugno nasce da un’iniziativa di Piazza Repubblica Libri di Cagliari che ha deciso di mettere in rete per una notte il maggior numero possibile di librerie indipendenti e i loro clienti-lettori in un evento che vedrà la prima grande condivisione nazionale dei fruitori del libro.
Il progetto prevede, attraverso un collegamento skype, che chiunque entri in una delle librerie partecipanti possa trovarsi nello stesso istante in qualsiasi parte d’Italia e possa essere servito dal libraio che vuole. Lo scopo principale è quello di mostrare ai lettori di tutta Italia la bibliodiversità garantita dalle librerie indipendenti, iniziare a far conoscer loro anche dei punti in cui fare le proprie scelte girando per lo Stivale, punti che grazie alla professionalità dei librai daranno garanzia di suggerimenti adeguati e fuori dagli schemi di proposta bestseller.
A far da contorno all’apertura notturna che coincide con il solstizio d'estate, ci saranno tantissime iniziative, alcune dedicate da ogni libraio alla propria clientela, altre condivise da tutti i partecipanti.
Diversi editori hanno poi dato la loro adesione al progetto “I libri da chi li fa a chi li legge”, che vedrà gli stessi presentare direttamente ai clienti delle librerie due titoli, fra catalogo e novità, sempre in collegamento skype. Marcos y Marcos, Minimumfax, Sur, Nottetempo, Nuovafrontiera, Il Maestrale, Aisara, Arkadia, Dalai Editore, InstarLibri, Neo edizioni Iperborea e tanti altri che si stanno unendo, troveranno 5 minuti per dialogare direttamente con chi i libri li compra, e li legge. E con gli editori anche molti autori che daranno le anticipazioni delle prossime pubblicazioni o leggeranno piccoli brani dei loro libri migliori.

Sarà forse questo contatto diretto a riavvicinare i lettori alle librerie?

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lunedì 21 maggio 2012

Italiani: sì al doppio cellulare, no ai libri...

Passano sempre meno libri tra le mani degli italiani. I lettori, di tutte le età, sono diminuiti. Secondo l'Istat, nel 2011 sono poco meno di 26 milioni quelli che hanno letto almeno un libro, il 45,3% della popolazione. L'1,5% in meno rispetto al 2010. Di questi 26 milioni quasi la metà non ha letto più di tre libri che non fossero legati a motivi scolastici o professionali. Solo il 13,8% appartiene alla categoria dei lettori "forti", quelli che cioè hanno letto almeno un libro al mese. Il primato resta alle donne, il 51,6% legge almeno un libro all'anno, contro il 38,5% degli uomini. Una differenza marcatissima tra i 15 e i 44 anni, ma che tende a stabilizzarsi oltre i 60 anni.

I lettori più assidui sono i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni (60,5%). L'ambiente familiare è importantissimo: legge il 72% dei ragazzi tra sei e 14 anni, figli di lettori, mentre la percentuale cala al 39% se i genitori non leggono. Anche il titolo di studio influisce fortemente sui livelli di lettura, specialmente a parità di età: si va da un massimo dell'81,1% tra i laureati a un minimo del 27,9% tra chi ha la licenza elementare o nessun titolo di studio. Rispetto al 2010 la quota di lettori tra le persone in possesso di un diploma di scuola secondaria inferiore o superiore è diminuita di circa due punti percentuali. Con riferimento alle persone di 15 anni e più, se si tiene conto della condizione professionale, si evidenziano livelli di lettura superiori alla media tra dirigenti, imprenditori e liberi
professionisti (69%), direttivi, quadri e impiegati (66,3%) e studenti (65,3%). I più bassi livelli di lettura si registrano tra gli operai (32%), i ritirati dal lavoro (33,6%) e le casalinghe (34,4%).

Al Centro-Nord si legge di più. La percentuale di lettori è superiore al 48% della popolazione, mentre al Sud e nelle Isole si scende sotto il 35%. Un'eccezione tra le regioni del Mezzogiorno è la Sardegna, dove la quota dei lettori è superiore alla media nazionale (46,7%)...

fonte: la Repubblica.it - read more at la Repubblica online