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lunedì 12 novembre 2018

Kastellorizo, una mostra fotografica e i ringraziamenti di Salvatores per "L'Isola dell'Oblio" di Davide Pivetti

Sta destando curiosità la mostra fotografica "L'Isola dell'Oblio" ospitata in questi giorni alla galleria "Craffonara" di Riva del Garda (TN) dedicata alla piccola isola greca di Kastellorizo e al film Premio Oscar nel 1992 "Mediterraneo" (per la regia di Gabriele Salvatores; tra gli interpreti, Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Claudio Bigagli, Ugo Conti, Giuseppe Cederna, Antonio Catania, Gigio Alberti ecc.).

La rassegna realizzata dal giornalista rivano Davide Pivetti - 40 immagini inedite e altrettanti brani dal copione originale del film - è stata inaugurata sabato 3 novembre alla presenza di un buon pubblico fatto di cinefili, "grecofili" e soci del circolo culturale "La Firma" che ospita l'iniziativa. Tra i presenti anche appassionati da altre regioni, l'amore per la minuscola e quasi sconosciuta isola greca è più diffuso di quanto si pensi. 


Trecento le persone che hanno visitato la mostra nella prima settimana di apertura, nonostante maltempo e bassa stagione. Una curiosità, figlia del mondo social in cui anche gli eventi culturali sono ormai immersi: via Instagram è infatti arrivato un breve messaggio dal registra Gabriele Salvatores, autore del film, che ringrazia per l'iniziativa rivana anche "a nome dell'isola a importanza strategica zero", citando copione del film e sottotitolo della mostra. 

L'allestimento si è arricchito di un'installazione con tre opere di Franco Pivetti ("La Grecia in tre vasi") interpretazione moderna dell'arte classica greca. E' la prima volta che padre e figlio partecipano ad un evento assieme. 

"L'Isola dell'Oblio" resta visitabile fino al 28 novembre, tutti i giorni (10-12.30 e 14.30-17) ad ingresso libero.




mercoledì 31 gennaio 2018

"L'isola dell'oblio" - con Pivetti alla (ri)scoperta della Megisti di Salvatores

Nel 1992, a Los Angeles, una minuscola e dimenticata isola del Dodecaneso greco, divenne improvvisamente celebre in tutto il mondo. E' la forza della settima arte, il cinema. Gabriele Salvatores in quell’edizione degli Academy Awards vinse infatti il Premio Oscar come miglior film straniero con il suo "Mediterraneo", pellicola interamente ambientata sull'isola di Kastellorizo (o Megisti in greco, Meis in turco, Castelrosso in italiano) la più lontana e orientale dell'intero territorio greco, geograficamente già in Asia Minore. Merito di una grande squadra: dal regista ad uno straordinario cast di attori, dalla sceneggiatura di Enzo Monteleone alle musiche di Giancarlo Bigazzi e alla fotografia di Italo Petriccione.

Ma merito, certamente, anche della rara e singolare bellezza di questa isola remota che è davvero l’avamposto greco ed europeo nel mare nostrum orientale. Quel film è diventato un manifesto culturale per almeno un paio di generazioni di italiani (e non solo visto il successo internazionale che ebbe). I suoi dialoghi, brillanti, sono diventati patrimonio collettivo. Inoltre gli italiani hanno scoperto la Grecia e il piacere della "fuga" sui suoi lidi più remoti. Ma pochi in realtà sono coloro che si sono spinti fin là, che hanno veramente messo piede a Kastellorizo.

Davide Pivetti, giornalista e fotografo trentino, già autore di un libro dedicato alle isole del Mediterraneo (“Emersioni - Isole di giovani racconti”) e di una mostra omonima, pochi mesi fa ha realizzato un progetto cullato da molti anni. Visitare la Megisti di Salvatores, ritrovare le locations del film, incontrare la gente del posto che si prestò a fare da comparsa nei due mesi di riprese concluse nell’estate del 1990. Scoprendo che nonostante i quasi tre decenni trascorsi molti degli aspetti caratterizzanti l’isola si sono conservati. Con qualche mano di colore in più o in meno rispetto a come fu magistralmente raccontata in quel celebre lungometraggio dedicato "a tutti quelli che stanno scappando". Così è nata “L’Isola dell’oblio - Megisti. Importanza strategica zero”. In questa mostra - che ha ricevuto il Patrocinio del Consolato di Grecia per l’Emilia Romagna ed è arricchita da un’intervista in esclusiva con l’attore Giuseppe Cederna (l’attendente Antonio Farina del film) - c'è al tempo stesso un racconto di viaggio, la ricerca di un cinefilo, un reportage giornalistico e la realizzazione del piccolo ma vibrante sogno di un viandante isolano.

La mostra sarà allestita dal 3 al 25 febbraio 2018 presso il Circolo degli Artisti e Centro studi “Ludovico Muratori” in via Castel Maraldo, 21/A - Modena, con inaugurazione sabato 3 febbraio alle ore 16. Orari di apertura: 16.30 - 19 (chiuso lunedì e martedì). Ingresso: libero.


venerdì 7 aprile 2017

Il mondo dell'editoria tra i protagonisti del 65° Trento Film Festival

Il mondo dell'editoria sarà tra i protagonisti della 65. edizione del Trento Film Festival. Per gli autori e per gli aspiranti tali, il programma della manifestazione proporrà due interessanti incontri per conoscere ancora meglio in mondo dell’editoria, i suoi ingranaggi, il dietro le quinte dei libri, partendo dalla scintilla creativa fino all’arrivo in libreria. 

Il primo incontro, relativo alla saggistica e alla narrativa, della durate di un giorno, si svolgerà il 29 aprile, dalle 9.30, al Mondadori Bookstore di Trento (Via San Pietro, 19) e vedrà come ospiti Emanuele Basile, consulente editoriale Mondadori e Katia Bernardi, autrice e regista. Il secondo incontro, sull’editoria dei bambini, si svolgerà il 6 maggio, dalle 9.30, sempre al Mondadori Bookstore di Trento, con l'editore Valentina Trentini e l'autrice e l'illustratrice Erika Di Marino e Giulia Braga. 

Al termine dei rispettivi incontri, dalle 15.30 in poi, si svolgeranno dei face to face con gli autori, con l’obiettivo di aiutare a strutturare il modo migliore per proporre le proprie opere a una casa editrice. Tra tutte le proposte pervenute, ne saranno poi selezionate, rispettivamente, sei per la saggistica, sei per narrativa e sei per l’editoria per i bambini. Per partecipare alla selezione dei face to face, che avranno ciascuno la durata di circa quindici minuti, gli interessati dovranno inviare a laura.zumiani@trentofestival.it entro il 14 aprile 2017 la seguente documentazione: 
 •per opere di saggistica: sinossi dell’opera (max 2 cartelle); indice completo (max 1 cartella); un capitolo campione (max 10 cartelle); biografia dell’autore (max 2 cartelle); motivazioni di vendita (max 1 cartella); 
 •per opere di narrativa: sinossi dell’opera (max 2 cartelle); un capitolo campione (max 20 cartelle); biografia dell’autore (max 2 cartelle); 
•per le opere di Narrativa bambini: sinossi dell’opera (max 2 cartelle); un capitolo campione (max 20 cartelle); biografia dell’autore (max 2 cartelle), per gli illustratori alcune tavole a loro scelta. Gli autori che parteciperanno all’incontro saranno contattati via mail entro mercoledì 26 aprile 2017.


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lunedì 14 novembre 2016

Fantascienza, fumetti e letteratura: un convegno ad hoc a Rovereto

Il 18 e il 19 novembre presso la Sala delle Conferenze della Fondazione Museo Civico di Rovereto (Trento) si terrà il seminario "Sognare l’impossibile… La fantascienza in Italia (con sconfinamenti) tra letteratura e fumetti, tra scienza e utopia". Il seminario biennale dedicato alla letteratura disegnata e scritta e le loro reciproche relazioni, ha scelto per questa edizione il tema fantascientifico prendendo come spunto il lavoro condotto dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto che da sempre si interessa di astronomia e di robotica e che ospita i seminari fin dalla prima edizione del 2006. 

 Il seminario inizierà venerdì 18 alle 14.30 con i saluti di Giovanni Anichini, vicepresidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto, Franco Finotti, direttore del Museo Civico, e di Fabrizio Rasera, presidente dell’Accademia Roveretana degli Agiati, ente organizzatore e promotore del seminario curato da Nicola Spagnolli, Claudio Gallo e Antonio Serra. Si analizzeranno i rapporti tra scienza, fantasia letteraria, capacità utopica di immaginare il mondo futuro - senza dimenticare le influenze provenienti dall’estero, specie dagli Stati Uniti e dal Giappone - e la relazione sempre più intensa del fumetto con il cinema, con le serie televisive di genere e i linguaggi informatici e tecnici. Come nelle precedenti edizioni i lavori seminariali riguarderanno le fonti e i passaggi importanti seguendo un itinerario che dalla seconda parte dell’Ottocento giunge al Nuovo Millennio, nella convinzione di offrire un contributo originale alla ricerca e alla riflessione sulle inquietudini umane che percorrendo lo spazio infinito si interrogano sulle ragioni ultime dell’esistenza. 

 Le varie sessioni "Le origini del fantascientifico", "Robot e immaginario fantascientifico", "Della scienza e dell’utopia", "Visioni del futuro", "Il nuovo romanzo popolare contemporaneo: serie televisive, cinema, fumetto", ospiteranno interventi di scrittori, autori di fumetti, giornalisti, docenti e giovani ricercatori universitari, studiosi di chiara fama come Quinto Antonelli, Paolo Bacilieri, Adriano Barone. Carlo Bordoni, Marco Ciardi, Gianfranco De Turris, Valerio Evangelisti, Pier Luigi Gaspa, Giulio Giorello, Renato Giovannoli, Giuseppe Lippi, Davide Martinucci, Renato Pallavicini, Guido Andrea Pautasso, Marco Pellitteri, Matteo Rima, Alessandro Scarsella, Antonio Serra, Giulio Giorello, Stefano Tani. 

 Il seminario è organizzato con la collaborazione della Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, della Biblioteca Civica di Verona, del Laboratorio per lo studio letterario del fumetto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, della rivista “Fumo di China”, della Sergio Bonelli Editore e del Premio “Emilio Salgari” di Letteratura Avventurosa. 

Il programma completo è consultabile sul sito e sulla pagina facebook dell’Accademia Roveretana degli Agiati. Per informazioni: Accademia Roveretana degli Agiati di Scienze, Lettere e Arti, tel. 0464.436663, e-mail: organizzazione@agiati.org.

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martedì 20 settembre 2016

Fumetto, scienza e fantascienza al Mart di Rovereto

"Dialogo tra Antonio Serra e Giulio Giorello" di venerdì 23 settembre, alle ore 17.00 presso la Sala Conferenze del MART di Rovereto, coordinato da Claudio Gallo e Nicola Spagnolli, prende spunto dalla mostra "Sognavamo di conquistare Marte. Fumetti, libri, illustrazioni e riviste di fantascienza in Italia nelle collezioni di Roberto Bonadimani, Claudio Gallo e Pino Torta", esposta sino al 30 settembre alla Biblioteca Civica di Rovereto.
L’incontro sarà preceduto ad ore 16.00 dalla visita guidata alla mostra.
Giulio Giorello è filosofo e matematico, docente di filosofia della scienza presso l’Università di Milano. Cresciuto a pane e fumetti, ha imparato a leggere con Topolino e il fumetto resta per lui un’abitudine di vita. È autore di numerose opere scientifiche e, in particolare, assieme a Pier Luigi Gaspa, de "La scienza tra le nuvole. Da Pippo Newton a Mr. Fantastic" (Raffaello Cortina, 2007) che ha ricevuto il Premio Giovanni Maria Pace per il miglior saggio italiano di divulgazione scientifica. Nel volume, gli autori spiegano come Paperino abbia inventato la “paperite”, un esplosivo migliore della dinamite, ipotizzando, venti anni prima della sua scoperta, l’esistenza del metilene, molecola instabile e reattiva. Si ricorda di Topolino nelle vesti di Dante che in un episodio del 1950 scende nel regno del buio e scopre, come Galileo, che il libro dell’universo è scritto in caratteri matematici. E poi di Tex Willer che ne "Il signore dellabisso" del ʼ69 propone una raffinata lezione di epistemologia e, novello Francis Bacon, teorizza la superiorità dell’esperimento controllato rispetto alla mera osservazione.
Antonio Serra, sceneggiatore e redattore della Sergio Bonelli Editore, è il creatore di serie fantascientifiche come "Nathan Never, Gregory Hunter e Greystorm".
La serie "Nathan Never", arrivata alla sua venticinquesima stagione, trova ispirazione nel film "Blade Runner", condividendo con esso una visione di futuro cinica e pessimista. Nella serie ritroviamo i generi più noti della science fiction: fantascienza hard, sociologica, new wave, cyberpunk, ma anche riferimenti alla scienza come la fisica quantistica e l’ipotesi di mondi paralleli.
In "Greystorm", il protagonista ricalca il personaggio di Robur del romanzo fantascientifico di Jules Verne "Robur il conquistatore" (1886).
Che rapporto c’è quindi tra scienza e fantascienza, in particolare quella a fumetti? Si può dire che l’una sia lo specchio dell’altra per cui, analizzando i due percorsi dal punto di vista storico e filosofico, sia pensabile una sorta di carta geografica fatta di itinerari che dal “reale” vanno verso la “speculazione fantascientifica”, e in senso contrario?
Di questo dialogheranno Giorello e Serra assieme ai moderatori, Claudio Gallo e Nicola Spagnolli.
Gli eventi sono organizzati con la collaborazione della Biblioteca Civica G. Tartarotti di Rovereto, dell’Accademia Roveretana degli Agiati, della Fondazione Museo Civico di Rovereto e del MART.

venerdì 31 gennaio 2014

"Footlights", l'inedito di Charlie Chaplin

Nell'anno delle celebrazioni per il centenario della nascita del personaggio di Charlot, arriva in libreria un romanzo breve inedito scritto da Charlie Chaplin nel 1948 "Footlights", da cui lui ha poi tratto uno dei suoi capolavori, "Luci della ribalta" (1952).

A curare la pubblicazione, in lingua inglese, con l'approvazione della famiglia dell'attore e regista, è la Cineteca di Bologna, a cui è stato affidato l'intero archivio Chaplin e che ha ritrovato il dattiloscritto.
fonte: Ansa

martedì 2 aprile 2013

Il manoscritto "Colazione da Tiffany" va all'asta

Va all'asta il manoscritto di "Colazione da Tiffany", il libro di Truman Capote da cui è stato tratto il leggendario film con Audrey Hepburn. Per entrare in possesso del documento, che reca a margine le note dell'autore, uno degli appassionati dovrà però sborsare una cifra da capogiro: il manoscritto del 1958, che verrà battuto a fine aprile da una casa d'aste del New Hampshire, è infatti stimato almeno 250 mila dollari.

fonte: Ansa

giovedì 25 ottobre 2012

"La fattoria degli animali" presto in versione cinematografica

Il Vecchio Maggiore, Napoleon, Palla di Neve, Clarinetto e tutti gli altri protagonisti de "La fattoria degli animali" di George Orwell, saranno prossimamente sul grande schermo grazie alla neonata casa di produzione The Imaginarium.

La parte curiosa della faccenda è che dietro la macchina da presa ci sarà un altro personaggio della letteratura: nientemeno che Gollum, una delle creature del Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. O meglio, stiamo parlando di Andy Serkis, l’attore che ha interpretato la parte di Gollum nella versione cinematografica firmata da Peter Jackson.

Proprio come nel film dedicato a Frodo e compagni, anche ne La fattoria degli animali verrà utilizzata la tecnica digitale della perfomance capture, che permette di registrare i movimenti di un attore in carne e ossa e trasformarli in quelli di animali o creature immaginarie che sullo schermo si muovono e parlano con estrema naturalezza. Un metodo che Andy Serkis conosce molto bene.
Ma non è la prima volta che il libro di Orwell viene adottato dal mondo della celluloide. Già nel 1954 uscì un lungometraggio animato firmato da John Halas e Joy Batchelor, mentre nel 1999 un film tv diretto da John Stephenson.

Ancora non si conosce la data esatta dell’uscita del film. Si sa solamente che il regista avrebbe intenzione di alleggerire un po’ la storia, rispetto al libro, puntando sugli aspetti favolistici più che su quelli politici, adattando l’opera ad un pubblico più familiare.

fonte: Panorama.it

domenica 5 agosto 2012

Marilyn: il mito tra le righe

A 50 anni dalla morte di Norma Jane Baker, vero nome di Marilyn Monroe, è un'esplosione di libri per celebrare il mito. Alcuni fra i volumi più preziosi sono usciti con grande anticipo, e adesso sono diventati film e restano imperdibili insieme ad altre interessanti nuove pubblicazioni e ristampe.

In Fragments, pubblicato nel 2010 da Feltrinelli, con la prefazione di Antonio Tabucchi, ecco l'inedita Monroe autrice, fra il 1943 e il 1962, di poesie, lettere e appunti che mostrano il suo amore per la letteratura e la scrittura.
Anche i diari originali La mia settimana con Marilyn di Colin Clark - il giovane che rimase accanto alla Monroe durante i sette giorni di pausa dal set del film Il principe e la ballerina di e con Laurence Olivier - usciti recentemente per Mondadori, hanno ispirato un film; Clark riuscì a conquistare la fiducia dell'attrice che condivise con lui le più intime confidenze, e che ora ha scritto questo libro come un'intensa lettera d'amore.
E ancora: Marilyn racconta l'infanzia negata, le prime esperienze sessuali, il matrimonio con Joe DiMaggio, in una lunga confessione a Ben Hecht, uno dei più grandi sceneggiatori di Hollywood, in La mia storia, l'autobiografia uscita per la prima volta in italiano per Donzelli nel 2010, con 47 foto esclusive dall'archivio di Milton H.Greene e la prefazione del figlio del fotografo, Joshua Greene.
I segreti della psiche dell'attrice e il suo rapporto con gli uomini vengono esplorati anche da un grande scrittore come Norman Mailer nella biografia Marilyn (Dalai), corredata dalle foto della diva scattate in tempi diversi dai più grandi fotografi del mondo.
Nella fiction la Monroe entra con il noir Il diario segreto di Marilyn (Rizzoli) di J.I.Baker, dove troviamo il vice coroner Ben Fitzgerald indagare, con l'aiuto del diario della star, sulla sua misteriosa morte.
Gli ultimi giorni di Marilyn Monroe (Rizzoli) vengono ricostruiti anche dal giornalista Keith Badman in un libro che fa luce sulle relazioni pericolose con la famiglia Kennedy, con Frank Sinatra e Joe DiMaggio.
Fra i titoli sulla sua vita anche Marilyn. Vivere e morire d'amore (Oscar Mondadori) di Alfonso Signorini. Infine I film di Marilyn Monroe, che sono stati raccolti da Gremese in un libro a cura di Michael Conway, Mark Ricci ed Enrico Magrelli e tra i memoir fotografici ecco Marilyn & me (Castelvecchi) di Lawrence Schiller cui si aggiunge l'imperdibile Marilyn del fotografo Andre De Dienes nelle preziose edizioni Taschen.
fonte: Panorama.it

giovedì 28 giugno 2012

Scoperto manoscritto inedito di Chaplin

Un manoscritto inedito di Charlie Chaplin, con gli appunti del grande attore e regista del cinema muto, è stato scoperto dalla Cineteca di Bologna. Riguarda un soggetto mai realizzato, ispirato al danzatore Vaclav Nijinsky. La scoperta è frutto della ricerca per i 60 anni di 'Luci della ribalta', film-testamento di Chaplin.

"Il tema principale di questo soggetto è il fatto che la carriera non è il compimento dei desideri dell'uomo, ma solo una strada che lo conduce al suo destino", è l'incipit del soggetto ritrovato dalla Cineteca di Bologna tra i preziosissimi documenti di Charles Chaplin...


fonte & read more @ Ansa.it

lunedì 11 giugno 2012

La Vera Bellezza di una Donna


Per avere labbra attraenti,
pronuncia parole gentili
Per avere uno sguardo amore
vole,
cerca il lato buono delle persone
Per avere un aspetto magro,
condividi il tuo cibo con l’affamato
Per avere capelli bellissimi,
lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno.

Ricorda, se mai avrai bisogno di una mano,
le troverai alla fine di entrambe le tue braccia.
Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani,
una per aiutare te stessa, la seconda per aiutare gli altri.
La bellezza di una donna aumenta con il passare degli anni.
La vera bellezza di una donna non risiede nell’estetica,
ma è riflessa nell'anima:
è la preoccupazione di donare con amore, la passione che essa mostra.


Audrey Hepburn

domenica 6 maggio 2012

Che lentezza improvvisa. Che dolcezza

Chi sei?
Tu mi uccidi.
Tu mi fai del bene.
Come avrei potuto immaginare che questa città era fatta proprio per l'amore?
Come avrei potuto immaginare che il tuo corpo era fatto proprio per il mio?
Tu mi piaci.

Che avvenimento.
Tu mi piaci.
Che lentezza improvvisa.
Che dolcezza.
Non puoi sapere.


(Marguerite Duras - Hiroshima mon amour)

lunedì 5 marzo 2012

Oggi avrebbe centodue anni...

A Pescara, il 5 marzo 1910, nasceva Ennio Flaiano, sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico cinematografico e drammaturgo italiano. Specializzato in elzeviri, Flaiano scrisse per Oggi, Il Mondo, il Corriere della Sera e altre testate.

Il nome di Flaiano è legato indissolubilmente a Roma, città amata e odiata. Testimone delle evoluzioni e degli stravolgimenti urbanistici, dei vizi e delle virtù dei cittadini romani, Flaiano ha saputo vivere la capitale in tutti i suoi aspetti, tra cantieri, locali della "dolce vita", strade trafficate.

Fine ed ironico moralista – ma anche acre e tragico al tempo stesso – produsse opere narrative e varie prose tutte percorse da un'originale vena satirica ed un vivo senso del grottesco, attraverso cui vengono stigmatizzati gli aspetti paradossali della realtà contemporanea. Creava continuamente mottetti e aforismi, molti dei quali ancora in uso comune.

Fu il primo vincitore del Premio Strega, nel 1947, con il suo più famoso scritto, Tempo di uccidere.
Flaiano morì a Roma, il 20 novembre 1972

lunedì 27 febbraio 2012

Oscar per i libri volanti...

Cortometraggio da Oscar: "The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore"
ha vinto la statuetta come miglior cortometraggio di animazione...

sabato 18 febbraio 2012

Refusi d'annata...


Facendo zapping mi sono imbattuta in un vecchio film di Sofia Loren, "Lady L". La pellicola, del 1965, oltre all'attrice italiana, immortala anche personaggi del calibro di Paul Newman, David Niven, Marcel Dalio, Cecil Parker, Philippe Noiret...

Si tratta di una commedia, a mio avviso di livello mediocre, con una Loren non al massimo delle sue capacità interpretative. Nonostante questo, forse non a tutti è capitato di cogliere il refuso "temporale" che, nella storia, appare solo nel finale.

Per spiegare di cosa si tratta, devo prima svelarvi la trama.

Mentre festeggiata solennemente i suoi ottant'anni, la duchessa di Lendale narra all'amico Sir Percy gli episodi salienti della propria movimentata esistenza. Giovane lavandaia francese, Louise s'innamora, riamata, d'un abile ladro di buon cuore, Armand, vanamente braccato dalla polizia parigina. I due fuggono in Svizzera: Louise, che aspetta un bambino, desidererebbe una vita tranquilla mentre Armand s'affilia ad una società di terroristi politici. Per questo la donna pianta in asso Armand e, vestita di abiti vedovili, conquista il ricco duca di Lendale, Vicky, che s'adopera affinché Armand, autore d'un fallito attentato ad Otto di Baviera, riesca a mettersi in salvo. Per gratitudine Louise acconsentirà a diventare lady Lendale e, per il dispiacere, Armand si consegna ai gendarmi. Una volta amnistiato, tuttavia, Armand vivrà, con la compiacenza del duca, accanto a Louise (sia pur nell'ombra) e sarà il padre dei suoi otto figli. In realtà, così conclude Louise la propria biografia, Armand è stato sempre, fin dai primi tempi, il suo unico e legittimo consorte, con la rassegnata, magnanima connivenza del duca, deciso ad assicurare al proprio nome, in qualche modo, una successione numerosa e robusta.

Il film è riccamente corredato per quel che riguarda scenografie, costumi e ambientazione. Che appare essere riconducibile alla fine dell'Ottocento. Otto di Baviera, che sarebbe dovuto morire per mano di Armand, è infatti stato Re di Baviera dal 1886 al 1913. Le ambientazioni ed i costumi appartengono giustamente a quel periodo.

Fin qui nulla di strano. Il refuso, dicevo, appare nel finale quando la cinepresa immortala una lady Lendale, ormai ottantenne, mentre racconta la storia all'amico. E, mentre lo fa, dice espressamente "sono ormai trascorsi più di cinquant'anni... Vicky morì nel lontano 1924"... Il che ci fa capire che, mentre la donna racconta, la trama ha fatto un balzo temporale che porterebbe i personaggi a vivere in un periodo presumibilmente attorno al 1940: tutto nella norma, se non fosse che ambientazione, costumi e scenografie sono rimaste ferme alla fine del 1800, dimenticando (?) che nel frattempo gli abiti, la moda, gli oggetti in uso e la tecnologia fosse cambiata...

Un refuso che mi ha fatto sorridere: in fin dei conti, anche questo è il bello del cinema d'annata.

sabato 28 gennaio 2012

Accadde 40 anni fa...


Moriva a Milano quarant'anni fa, il 28 gennaio 1972, Dino Buzzati Traverso, conosciuto come Dino Buzzati (nato a San Pellegrino di Belluno, il 16 ottobre 1906) scrittore, giornalista, drammaturgo, librettista e pittore italiano.

Nei primi anni della sua infanzia presentò una grande attenzione e sensibilità per le arti figurative e per la musica, imparando a suonare a 12 anni il pianoforte ed il violino, ma abbandonando però in seguito gli studi. A 14 anni, Buzzati si iscrisse al più rinomato liceo di Milano, il Parini, dove conoscerà Arturo Brambilla, che in seguito diventerà il suo migliore amico; i due si cimentarono anche in duelli di scrittura, da cui uscirà la prima produzione letteraria dell'autore bellunese.

Terminati gli studi superiori Buzzati mostrò le prime velleità letterarie iniziando a pensare di scrivere un romanzo, ma si iscriverà a Giurisprudenza per assecondare le volontà della famiglia e per proseguire la tradizione del padre (i suoi due fratelli avevano infatti intrapreso strade diverse iscrivendosi l'uno a ingegneria e l'altro a biologia).

Nel 1928, terminò gli studi universitari conseguendo la laurea ed entrò come praticante al Corriere della Sera, del quale diverrà successivamente redattore ed infine inviato speciale e critico di arte.

Nel 1933 uscirono i suoi primi racconti di Bàrnabo delle montagne, dove inzia a delinearsi la sua propensione per le atmosfere misteriose e complesse. Ma è del 1939 il suo più grande successo: Il deserto dei Tartari, che verrà edito l'anno seguente (il titolo originale doveva essere La fortezza, poi cambiato per evitare il richiamo al conflitto mondiale ormai alle porte).
In quegli anni Buzzati cominciò a dedicarsi ai suoi fortunati racconti brevi, talvolta pubblicati anche sulle pagine del Corriere.

Con un tono narrativo fiabesco, Buzzati affrontò temi e sentimenti quali l'angoscia, la paura della morte, la magia e il mistero, la ricerca dell'assoluto e del trascendente, la disperata attesa di un'occasione di riscatto da un'esistenza mediocre (Le mura di Anagoor, Il cantiniere dell'Aga Khan, Il deserto dei Tartari), l'ineluttabilità del destino (I sette messaggeri) spesso accompagnata dall'illusione (L'uomo che voleva guarire).
Il grande protagonista dell'opera buzzatiana è proprio il destino, onnipotente e imperscrutabile, spesso beffardo (come ne Il deserto dei Tartari).
Perfino i rapporti amorosi sono letti con quest'ottica di imperscrutabilità (Un amore).

Temi ricorrenti sono quindi l'angosiosa ricerca di un senso della vita e l'irrazionale ed incondizionato rispetto di una regola ignota e tirannica. Le ambientazioni, deserti o montagne, sono loro stessi immagini simbolo dello stato di solitudine e dell'impossibilità a sfuggire dal proprio destino.
Per quesi motivi Buzzati viene spesso paragonato a Kafka, il confronto, come più volte sottolineato dallo stesso Buzzati, è però impari e Buzzati si pone in realtà come attento divulgatore delle diffuse tematiche dell'angoscia e dell'alienazione.

Fra i suoi ultimi scritti rientra I miracoli di Val Morel, pubblicato nel 1971 e non più ristampato. Il libro è una raccolta di finti miracoli che nell'invenzione dell'autore sarebbero stati attribuiti a Santa Rita dalla tradizione popolare e ispirati alla località di Valmorel di Limana.

Accanto all'attività di scrittore e giornalista, Buzzati si dedicò alla pittura (terrà con successo anche alcune mostre) e al teatro, dando vita a un sodalizio con il musicista e direttore di orchestra Luciano Chailly, curando personalmente anche le scenografie delle sue rappresentazioni.
Interessanti le esperienze come sceneggiatore, che lo videro collaborare con Federico Fellini alla stesura de Il Viaggio di G. Mastorna, il progetto che il regista inseguì tutta la vita e che non ebbe mai luce.

Fu uno dei pochi in Italia a promuovere i canoni della letteratura fantastica, strizzando l'cchio anche al genere horror.

Morì di tumore al pancreas (male che già causò il decesso del padre nel 1920) alla clinica "La Madonnina" di Milano il 28 gennaio 1972.

Curiosità: lo scrittore sudafricano J. M. Coetzee, premio Nobel nel 2003, si è ispirato alla trama de Il deserto dei Tartari per scrivere uno dei suoi capolavori, Aspettando i barbari, pubblicato nel 1980. Ancora oggi, grazie a un numero elevatissimo di traduzioni Buzzati è forse più famoso all'estero che in Italia.

mercoledì 25 gennaio 2012

"La chiave di Sarah"


"La chiave di Sarah" è un film drammatico di Gilles Parquet-Brenner prodotto in Francia nel 2010, con Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy (durata 111 minuti). E narra l'odissea della Shoah, affinché la storia insegni.

Julia Jarmond è una giornalista americana, moglie di un architetto francese e madre di una figlia adolescente. Da vent'anni vive a Parigi e scrive articoli impegnati e saggi partecipi. Indagando su uno degli episodi più ignobili della storia francese, il rastrellamento di tredicimila ebrei, arrestati e poi concentrati dalla polizia francese nel Vélodrome d'Hiver nel luglio del 1942, "incrocia" Sarah e apprende la sua storia, quella di una bambina di pochi anni e ostinata resistenza che sopravvivrà alla sua famiglia e agli orrori della guerra. Impressionata e coinvolta, Julia approfondirà la sua inchiesta scoprendo di essere coinvolta suo malgrado e da vicino nella tragedia di Sarah. Con pazienza e determinazione ricostruirà l'odissea di una bambina, colmando i debiti morali, rifondendo il passato e provando a immaginare un futuro migliore.

lunedì 23 gennaio 2012

«Chiunque salvi una vita, salva il mondo intero...»



Oskar Schindler (Svitavy, 28 aprile 1908 – Hildesheim, 9 ottobre 1974) è stato un imprenditore tedesco, famoso per aver salvato, durante la Seconda guerra mondiale, circa 1.100 (secondo altri, come riportato sulla sua lapide, 1.200) ebrei dallo sterminio, con il pretesto di impiegarli come personale necessario allo sforzo bellico presso la sua fabbrica di oggetti smaltati, la D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-Fabrik), situata in via Lipowa n. 4, nel distretto industriale di Zablocie, a Cracovia.

L'eroica vicenda è pervenuta a noi grazie a un evento casuale: l'incontro tra lo scrittore australiano Thomas Keneally e Leopold Pfefferberg (Poldek), grande amico di Oskar. Keneally entrò nel negozio di Pfefferberg e così i due si conobbero. Raccontò la sua storia a Keneally che ne rimase colpito e, stabiliti contatti con gli altri Schindlerjuden (gli «ebrei di Schindler»), scrisse il romanzo La lista di Schindler da cui, successivamente, venne tratto il film "Schindler's List" (1993), diretto da Steven Spielberg.

venerdì 20 gennaio 2012

92 anni fa...


92 anni fa, da una famiglia borghese di Rimini, nasceva Federico Fellini, grande regista e sceneggiatore italiano.

Considerato universalmente come uno dei più grandi ed influenti cineasti della storia del cinema mondiale, Fellini fu anche vincitore di quattro premi Oscar al miglior film straniero e, per la sua attività da cineasta, gli venne conferito nel 1993 l'Oscar alla carriera.

Nell'arco di quasi quarant'anni - da Lo sceicco bianco del 1952 a La voce della luna del 1990 - Fellini ha "ritratto" in decine di lungometraggi una piccola folla di personaggi memorabili. Definiva se stesso "un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo".
Ha lasciato opere indimenticabili, ricche di satira ma anche velate di una sottile malinconia, caratterizzate da uno stile onirico e visionario.
I titoli dei suoi più celebri film, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8½ e Amarcord - sono diventati dei topoi citati, in lingua originale, in tutto il mondo.
Il grande regista è scomparso il 31 ottobre 1993 a Roma.

martedì 10 gennaio 2012

Le gambe che attirano...


Che il corpo delle donne venga sfruttato, al cinema in tv o in pubblicità, lo sanno tutti: fa vendere, e bene, il prodotto a cui è associato. Un fenomeno evidente a chiunque, e come tale stra-analizzato e stra-commentato.

Ma c'è un dato ricorrente che riguarda le locandine dei film, e che sembra sfuggire ai radar: l'enfasi enorme data a una singola parte anatomica femminile. Le gambe. Meglio se aperte, anzi spalancate; immortalate dal lato posteriore; spesso raffigurate sotto gli occhi di un uomo che le guarda.
Per richiamare esplicitamente il voyeurismo dell'operazione.

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di Claudia Morgoglione - La Repubblica online