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lunedì 25 gennaio 2021

In biblioteca ci sono le "Storie a merenda"

Nuovo appuntamento, mercoledì 27 gennaio alle ore 17, con le «Storie a merenda» della biblioteca civica «Bruno Emmert» di Arco, narrate da Ornela Marcon sul canale youtube del Comune di Arco e sulla pagina facebook della biblioteca.

La puntata si potrà poi rivedere fino alle 16.59 del giorno seguente. Per i dettagli dell’appuntamento online si può chiamare la biblioteca al numero 0464 516115.


Facebook biblioteca di Arco: https://it-it.facebook.com

Youtube Comune di Arco: https://www.youtube.com


venerdì 10 luglio 2020

In biblioteca libri da tutto il mondo

Novità alla biblioteca civica «Bruno Emmert» di Arco: il prestito nazionale e internazionale di testi e libri Sbt/Unitn, che consente l'accesso a libri e articoli di tutto il mondo. 

Questo è stato possibile grazie all'accordo stipulato all'inizio del 2020 tra il Sistema bibliotecario di ateneo e l'Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino per la delocalizzazione del servizio di prestito interbibliotecario nazionale e internazionale, che vuole favorire l'accesso al servizio dal parte degli utenti residenti lontano da Trento e dalle sedi universitarie, delocalizzandolo a favore di alcune delle biblioteche trentine, tra le più rappresentative per i rispettivi territori di riferimento. Tra queste, la «Bruno Emmert» di Arco. 

Oggetto del servizio sono volumi o articoli di riviste nazionali e internazionali, non possedute nel Catalogo bibliografico trentino; gli articoli vengono consegnati all'utente in formato cartaceo, indipendentemente dalla forma nativa. La richiesta va rivolta alla biblioteca, indicando i dati bibliografici (autore, titolo, edizione, luogo e data di stampa) e della propria tessera. È richiesto il pagamento di 4 euro in francobolli per ciascun documento richiesto. La biblioteca procederà quindi all'inoltro della richiesta del documento all'ufficio competente del Sistema bibliotecario di ateneo, che farà pervenire alla biblioteca richiedente il documento. Quest'ultima contatterà e consegnerà il documento all'utente. I libri sono concessi in prestito per un minimo di 15 giorni; le stampe di articoli restano in possesso dell'utente; il rinnovo del prestito, da richiedere prima della scadenza con email all’indirizzo arco@biblio.infotn.it, è ammesso salvo indicazione contraria della biblioteca proprietaria.

c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva

Per un giornale guadagnare con Internet è possibile. Cosa insegna ...

lunedì 14 gennaio 2019

Tutto il fascino dello sviluppo dei negativi in nuovi progetti dedicati alla fotografia analogica

A 19 anni dalla sua nascita il circolo "Il Fotogramma" di Nago Torbole (TN) propone un progetto rivolto sia ai nostalgici della fotografia analogica sia agli appassionati di nuova generazione che avvertono la necessità di approfondire la conoscenza delle tecniche di sviluppo della fotografia su pellicola e la cultura fotografica ad essa collegata. 

Nei mesi scorsi alcuni soci del gruppo altogardesano hanno dunque dato vita a "Il Fotogramma-Darkroom", una sezione che a breve prenderà forma con incontri - sia teorici che pratici - dedicati

Che significato ha una simile scelta, in controtendenza rispetto all'attualità fotografica affidata ormai quasi esclusivamente alla tecnica digitale? "Le motivazioni che hanno indotto alcuni soci a cimentarsi in questa avventura sono molteplici - ci spiega Paolo Benaglio, segretario del Fotogramma e promotore della bella iniziativa - In primo luogo per esigenze di tipo didattico: infatti una delle attività principali svolte dal Fotogramma sul territorio è quella della diffusione della cultura fotografica e per fare questo non è possibile ignorare la tecnica che è stata usata da tutti i fotografi nei primi cento anni di vita dell’arte fotografica. In particolare ci rivolgiamo alla generazione di fotografi più giovani, quelli nati con il digitale che non hanno mai conosciuto la “pellicola. Riteniamo infatti che rendersi conto di cosa si faceva con la pellicola in camera oscura-darkroom sia di fondamentale importanza per usare al meglio gli strumenti di postproduzione digitale. In secondo luogo abbiamo pensato di venire incontro ad alcune richieste di sperimentazione della tecnica "ibrida" che prevede l’utilizzo della pellicola di medio e grande formato in fase di scatto, dello sviluppo della stessa in camera oscura, di una successiva fase di digitalizzazione del negativo e quindi della stampa finale digitale fine-art su carta di alta qualità". 

Altro motivo che ha portato i soci del Fotogramma a questa scelta, è una sempre più diffusa tendenza al “ritorno all’analogico”, che da qualche tempo si sta affermando in termini abbastanza importanti e tali da indurre alcuni produttori di materiale fotografico a riportare sul mercato prodotti ormai scomparsi. Cosa troveremo nelle prossime settimane al Fotogramma di Nago-Torbole? "Semplice - conclude Benaglio - una piccola camera oscura di tipo didattico dove poter apprendere e sperimentare la tecnica dello sviluppo, tra liquidi, pellicole e negativi, con la consulenza nonché aiuto ed entusiasmo di alcuni soci che voglio provare, o più precisamente riprovare, l’incredibile fascino della stampa della fotografia analogica".


giovedì 14 giugno 2018

Al Forte delle Benne di Levico, il Convegno Regionale dei Circoli Fotografici del Trentino Alto Adige con le mostre di FIAF, workshop e set fotografici

Sarà ospitato nella splendida cornice del Forte Colle delle Benne di Levico, domenica 17 giugno, il Convegno Regionale dei Circoli Fotografici presenti nelle province di Trento e Bolzano, organizzato quest'anno dal Gruppo Fotoamatori Pergine con la coordinazione del Delegato Regionale di FIAF (Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche) Fabrizio Giusti.

Un'intera giornata di attività culturali e di confronto, aperta a tutti, che a partire dalle ore 10 richiamerà al Forte i presidenti di circolo con i relativi associati, così come tanti fotoamatori - principianti e provetti - che qui avranno occasione di interagire fra loro, sbizzarrirsi con l'attrezzatura e dar sfogo a creatività e vena artistica.


«Scopo dei convegni, che ogni anno richiamano i fotoamatori di tutta Italia, è fare il punto della situazione delle attività che capillarmente vengono svolte in ogni regione - spiega Fabrizio Giusti - ma anche divulgare i programmi e i progetti promossi da FIAF (la Federazione nazionale raccoglie a sé più di 550 circoli e coinvolge oltre 45mila appassionati!), incentivare l'organizzazione di iniziative a favore della fotografia amatoriale, anche di tipo collettivo, verificare l'avanzamento dei lavori dei singoli sodalizi, promuovere la diffusione e la crescita della cultura fotografica su tutto il territorio».

In Trentino Alto Adige i Circoli Fotografici sono in tutto una quindicina, di cui sette quelli affiliati a FIAF; i soci sono oltre 500 mentre incalcolabile è il numero di coloro che, per passione, interesse, o semplice curiosità, si avvicinano ogni anno al mondo della fotografia amatoriale. Ecco dunque che il Convegno Regionale, aperto a tutti, iscritti FIAF e non, rappresenta un'opportunità per condividere una passione comune oltre che un coinvolgente momento di formazione-informazione culturale.

A dare il via al ricco programma di lavori, una conferenza con workshop dal titolo «Non solo sassi» a cura di Alberto Bregani - fotografo, scrittore, comunicatore, considerato tra i più puri e validi interpreti della fotografia di paesaggio e di montagna in bianco e nero. Quindi set fotografici in ambiente interno/esterno con modelle, con la partecipazione di Emily Eccel, già Miss Cotonella per il Trentino Alto Adige; un incontro con i fotoamatori 2.0; l'inaugurazione della mostra «La Famiglia In Italia» realizzata con le opere regionali partecipanti al progetto collettivo nazionale messo a punto da FIAF in collaborazione con FujiFilm in occasione del 70° anniversario di fondazione (esposizione che in contemporanea verrà inaugurata in altre 150 città italiane), e della mostra con i migliori scatti realizzati dai soci dei Circoli locali; la proclamazione della «Foto dell'Anno 2018 del Trentino Alto Adige».

Tutte le attività sono aperte e gratuite. Info sul sito www.fotoamatoripergine.it/convegno2018 .


giovedì 31 maggio 2018

"Feed the Change 2.0" - dagli studenti dell'Alberghiera una mostra fotografica sui disturbi alimentari

Un tema delicato, doloroso e più attuale di quel che si pensi, affrontato con un linguaggio semplice, diretto, immediato, mai invasivo né biasimevole, da chi, con quel tema, molto spesso è chiamato a confrontarsi - per via dell'età, la più bella e la più critica, per via di quegli sguardi cui una professione può alle volte portare ad avere un occhio di riguardo. 

E' l'ampia sfera dei disturbi alimentari quella trattata nel progetto "Feed the Change 2.0" elaborato dagli studenti delle classi quinte del Centro di formazione professionale-Alberghiero di Riva del Garda, che attraverso un percorso fotografico sviluppato durante l'attività didattica sulla piattaforma più amata e usata dai giovani, Instagram, hanno sapientemente costruito una mostra vera e propria, restituita in questi giorni sia ai compagni di scuola che alla comunità altogardesana e trentina. 

Mettendosi in gioco in prima persona, i ragazzi hanno prodotto un sapiente ed indovinato mix di contributi video, di didascalici spunti di riflessione, di immagini chiare e dirette, di figure simboliche, con l'intento di invitare il visitatore - adolescente o adulto che sia - a soffermarsi sia sugli aspetti sociali che su quelli sanitari di anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata, senza tuttavia dimenticare mai di focalizzare l'attenzione sulle fragilità, sulla solitudine, sulle insicurezze e su tutte quelle emozioni che costituiscono il bagaglio con cui i giovani di oggi devono con-vivere.


La bontà del progetto, cui va tutto il mio plauso per l'idea e la realizzazione, può essere riassunta in un intelligente messaggio di speranza e bellezza che dimostra quanto le nuove generazioni siano capaci di generare grazie agli strumenti 2.0, loro congeniali, e al fiducioso appoggio del mondo degli adulti - un messaggio che faccio mio e rilancio in rete a quanti vogliano condividere, riconoscendosi nelle parole: "Migliorare è sempre possibile ma è bene anche imparare ad amarsi e accettarsi!"

sabato 27 maggio 2017

"Il futuro? Sarà un agrodisastro"

«Un tempo la chiamavamo agricoltura. Oggi, quella che si beve il 70% dell’acqua dolce presente sulla Terra, che ha ormai sconvolto i cicli geochimici planetari, che sta portando il nostro pianeta all'agrodisastro, è un'industria vera e propria, riconosciuta come una delle cause del riscaldamento globale». 

Risultati immagini per ariditàÈ un quadro clinico serio quello che Mauro Balboni - bolzanino di origini altogardesane, per 30 anni dirigente di aziende internazionali del settore industriale - descrive nel suo «Il pianeta mangiato-La guerra dell'agricoltura contro la Terra» (ed. Dissensi, pp. 247, 18 euro), un chiaro, denso, profondo tentativo di sintesi sulle criticità insite nel modello di sviluppo alimentare contemporaneo, fonte di interessi di multinazionali più che riferimento alla promozione della sostenibilità, che anziché restituire un senso di sterile catastrofismo invoglia il lettore affinché si faccia carico della propria parte di responsabilità verso la salvaguardia della Terra, pianeta malandato e bellissimo insieme. «Siamo talmente ossessionati dagli effetti che il nostro cibo può aver su noi da aver dimenticato che al momento, più che nutrirlo, il pianeta ce lo stiamo mangiando - spiega l'autore con evidente cognizione di causa, forte della propria esperienza professionale nel campo della ricerca - L’umanità è a un punto di non-ritorno: sta prendendo congedo dall’Olocene (l’Era geologica in cui è nata l’agricoltura, che ci ha fatto proliferare e prosperare) per varcare le soglie di una nuova Era, l’Antropocene, caratterizzata dall’impatto negativo delle attività umane sulla Terra per mezzo di un’alterazione massiccia e sistematica dei processi naturali. Produzione insostenibile, esplosione demografica, uso sregolato di risorse limitate come acqua e terra fertile, deforestazione e degrado ambientale, incapacità di percepire il cambiamento climatico, estinzione delle specie viventi, superamento della metà dei limiti di sopravvivenza della biosfera classificati dagli scienziati, ci stanno conducendo ad uno scenario in cui la Terra appare ormai un pianeta “tossico”. Quello che abbiamo fatto per più di 10.000 anni non è più replicabile e prima di rimanere senz’acqua o terra fertile dobbiamo iniziare a pensare in modo diverso al cibo, a come procurarcelo». 

E Il pianeta mangiato ce lo spiega? «Va detto che il libro non dà ricette salva-umanità: è piuttosto un volume che analizza il nostro “pane quotidiano” e il suo costo in termini ambientali, che presenta dati, fa riflettere, capire, che lascia sgomenti, fa domande scomode ma stimolanti, ma che propone anche soluzioni». In poche parole, un’investigazione sui motivi che hanno condotto la Terra allo stato attuale nonché un invito a cercare alternative condivisibili per permettere all'uomo di fronteggiare l’enorme sforzo di adattamento al quale sarà chiamato per raggiungere la sicurezza alimentare nel mondo di domani. Stringendo il focus sul suo ambito d’elezione, Mauro Balboni osserva infatti come già oggi il mercato del cibo sia incompatibile con il pianeta e come a mangiare con regolarità siano già 6 miliardi e mezzo di persone, «... numero che entro 35 anni e in un contesto climatico cambiato salirà a quasi 10 miliardi, di cui buona parte in Paesi con economie emergenti (già oggi, ad esempio, in Cina il consumo di carne è triplicato rispetto al passato e il numero di pasti consumati in fast food sestuplicato). Appare quindi molto poco probabile che si possa continuare a produrre le stesse cose di ora e negli stessi posti: in un prossimo futuro il grano per la pasta potrebbe arrivare dalla Siberia, i pomodori dai tetti del nostro quartiere e le proteine dai batteri di un laboratorio. Dovremo parlare di agricoltura verticale o urbana».

Ma siamo consapevoli della portata dell’agrodisastro? Quanti conoscono il ruolo esercitato su di esso dalla nostra alimentazione? E soprattutto: ci sono alternative? Per rispondere l'autore sfata miti ormai radicati, quali le virtù dell’agricoltura, l’intoccabilità della tradizione contadina e la retorica del buon tempo andato secondo cui il cibo deve essere naturale. «Dopo l’invenzione dell’agricoltura non c’è più stato nulla di “naturale” - conclude Balboni - Oggi, per produrre carni bianche in Europa e Cina, si usano mangimi di soia sudamericana, proveniente anche dalle aree deforestate del Mato Grosso. Così come, per una quantità indefinita di usi alimentari e non, si continua ad impiegare olio di palma, altra causa di deforestazione. Eppure né soia né palma da olio sono insostituibili. Bene la filiera corta, bene i gruppi di acquisto solidale, bene i no-Ogm: le singole azioni volontarie però non bastano. Ogni giorno un miliardo e mezzo di tonnellate di ghiaccio finiscono in mare e ogni anno vengono battuti record di alte temperature. La scala dei problemi è ormai tale che abbiamo solo una scelta: creare una massa critica impattante al punto da far sì che questi temi entrino a far parte delle agende politiche, dalle singole comunità fino all'UE e alle Nazioni unite, non solo sotto forma di accordi ma di governance globale del cibo in grado di limitare il disastro. Bisogna insomma tornare a riconoscere i limiti fisico-chimici e biologici dell’ecosistema terrestre. Il nostro pianeta l'abbiamo già spremuto abbastanza, ora dobbiamo inventare qualcosa di nuovo. Le risorse per farlo ci sarebbero: ogni giorno i Paesi dell'Ocse versano quasi un miliardo di dollari in sussidi ad agricoltori e allevatori. Dovremmo cominciare ad usare quel denaro per cambiare le filiere alimentari, renderle resilienti al cambiamento climatico, produrre il nostro “pane quotidiano” assieme alla biosfera, non più contro di essa come abbiamo fatto finora». 

L'autore: per oltre trent’anni, Mauro Balboni (bolzanino, laureato in Scienze Agrarie all’Università di Bologna) è stato dirigente nel settore dell’agroindustria internazionale. Si è occupato sia di ricerca e sviluppo che di politiche governative, muovendosi soprattutto tra Austria e Inghilterra. Oggi vive in Svizzera. «Il pianeta mangiato» è il suo secondo libro (dopo aver pubblicato nel 1996 «Il paese alto») e verrà presentato presso la Biblioteca di Bezzecca il 17 agosto prossimo.

fonte: Paola Malcotti - giornale l'Adige di venerdì 26 maggio 2017

mercoledì 4 gennaio 2017

"Dove il tempo si ferma. La nuova teoria sui buchi neri" di S. Hawking

Ovvero, "I buchi neri hanno peli soffici!". Nulla di osceno, nell'affermazione di Stephen W. Hawking, che in questo breve saggio tenta di spiegare il percorso effettuato e le teorie avanzate dalla comunità scientifica mondiale sull'affascinante questione dei buchi neri. Grande comunicatore, il fisico inglese più famoso della nostra epoca sale dunque ancora una volta in cattedra con una lezione a prova di "dummies", come nel suo stile. E dove non ci arriva lui, ci pensa David Shukman - responsabile scientifico di BBC News - a tradurre per i profani. In poche parole, al popolino (nel senso vezzeggiativo del termine) cui questo libro è rivolto.

Risultati immagini per dove il tempo si ferma hawkingSe vi aspettate risposte, scordatevele. Se pensate di avere tra le mani qualcosa di interessante, magari ad integrazione dell'evergreen e sempre illuminante "Dal Big Bang ai buchi neri" (1988), avete sbagliato libro. Se pensate invece a qualcosa che possa far sorridere, eccovi serviti. Come detto sopra, "Dove il tempo si ferma" è nulla di più, nulla di meno, di un volumetto a prova di "dummies", a mio avviso sprecato da parte di un autore di questo calibro. Unico punto a favore, è semmai la spiegazione - spiccia - dell’evoluzione delle scoperte sui buchi neri, dalle prime ipotesi alle ultime conferme.

Quarta di copertina:
Alla metà degli anni Settanta, Stephen Hawking fece una serie di scoperte inquietanti, secondo cui i buchi neri potrebbero evaporare, o anche esplodere, e distruggere tutta l'informazione della materia caduta al loro interno. I fisici hanno impiegato i successivi quarant'anni a mettere ordine alle conseguenze di questo risultato, finora indimostrato. In queste due lezioni, Hawking ritorna sul tema chiave della sua ricerca per raccontarci qual è il punto della situazione, e cosa rimane da capire sullo spazio, sul tempo, sulla nostra parte nell'universo. "I buchi neri rappresentano una sfida al principio più fondamentale che riguarda la prevedibilità dell'universo e la certezza della storia", scrive. E ci coinvolge nell'ultima puntata di un'appassionata disputa scientifica, iniziata parecchi anni fa, tra la fisica classica della relatività generale e la fisica quantistica.

mercoledì 24 agosto 2016

Milano la città che legge di più: la classifica Amazon

Per il quarto anno consecutivo Milano è la città italiana che legge di più, sia in formato cartaceo che digitale. Padova sale al secondo posto, Verona torna al terzo. Roma scende dall'ottavo posto al nono, mentre il Sud resta in ritardo.

E' la classifica che Amazon ha stilato in base al numero di titoli in formato cartaceo ed eBook acquistati dagli italiani su proprio sito nell'ultimo anno (da luglio 2015 a luglio 2016) su base pro capite, in città con più di 100 mila abitanti.

Questa la Top 10:
 
1) Milano;
2) Padova;
3) Verona;
4) Trieste;
5) Trento;
6) Bologna;
7) Bergamo;
8) Firenze;
9) Roma;
10) Vicenza.

E ancora. Milano, Trento e Verona restano le regine indiscusse del formato digitale, seguite da Trieste, Padova, Bologna, Udine, Bolzano, Vicenza e Bergamo. Milano in testa pure per quanto riguarda i generi non-fiction e salute. A Pescara si prediligono invece i libri di cucina, a Sassari la fantascienza, a Ferrara, Ravenna, Bologna e Modena i libri sui viaggi. Non sale il Sud: Salerno è al 36° posto, seguita da Napoli, Bari, Messina, Taranto e Siracusa.

fonte: Ansa

Macchine da scrivere: la storia dietro ad un tasto

Perché nel 1873 la macchina per scrivere adottò la tastiera QWERTY? Quando venne introdotta la "chiocciola" @? Quando il tasto shift e perché? Sono alcune delle domande che trovano risposta nel libro "Macchine per scrivere: uomini, storie e invenzioni dalle origini ai giorni nostri" scritto dal giornalista cesenate Cristiano Riciputi e da Domenico Scarzello, presidente nazionale dell'Associazione Collezionisti macchine per ufficio d'epoca. La stampa è stata eseguita presso la Stilgraf di Cesena, mentre la parte grafica è stata affidata alla Mark&Thing di Torino.

Caso unico e senza precedenti nell'editoria italiana e internazionale, questo percorso tematico prende avvio dalla mostra di macchine che nel 2013 Riciputi ha allestito a Sarsina, nel forlivese il cui successo di visite (800 in 5 giorni) ha stimolato la volontà di mettere per iscritto le curiosità che il pubblico chiedeva. Si tratta del primo libro in lingua italiana sulla storia delle macchine per scrivere, dai pionieri (viene svelato chi è il vero inventore della macchina per scrivere) fino alla Sholes&Glidden e ai principali costruttori compresa l'italianissima e rarissima Fontana Baby. Ampio spazio alla Olivetti, al primo computer desktop del mondo (che è italiano e non americano, il P101 Olivetti).

martedì 26 aprile 2016

Libri in ripresa grazie ai giovani

La vendita di libri in Italia si sta riprendendo, soprattutto tra i giovani che leggono di più e un maggior numero di e-book rispetto alla media della popolazione adulta. Lo afferma l'Aie che su questo tema terrà un convegno al Salone del Libro, il 13 maggio, dal titolo "Sarà tutta un'altra storia. Il nuovo inizio del XXI secolo".

"La tempesta perfetta che ha messo a dura prova il mercato del libro si è placata - spiega l'Aie - ma l'intero mondo del libro è cambiato, occorre imparare a leggerlo e affrontarlo". Il mercato in 5 anni ha perso 246 milioni di euro e 2,4 milioni di lettori. Ora sembra cominciare una lenta inversione, protagonisti soprattutto i giovani. Si sono spesi 320 milioni per dispositivi di lettura (e-reader), segno che l'attività del leggere libri (anche se e-book) resta centrale per una parte importante della popolazione. Buoni, in particolare, i dati dell'editoria infantile, nonostante il tasso di natalità vicino allo 0, che è arrivata a rappresentare il 17,4% del mercato.

fonte: Ansa

sabato 12 dicembre 2015

Il noema della Fotografia è semplice: E' stato!. "La camera chiara" di Roland Barthes

Il noema della Fotografia è semplice, banale: E' stato.

"La camera chiara-Nota sulla fotografia" (nota nel senso di riflessioni, considerazioni, anche digressione), è stata scritta da Roland Barthes pochi mesi prima della morte e risulta il suo testo piú penetrante. La fotografia, «medium bizzarro, nuova forma di allucinazione: falsa a livello della percezione, vera a livello del tempo», viene scrutata non in sé, ma attraverso un certo numero di casi, fotografie con le quali si stabilisce una speciale corrente determinata da «attrazione» e «avventura», in un raccordo con la cultura surrealista della foto-descrizione anni Trenta e con una riconsiderazione dell'immaginario sartriano anni Quaranta, e un oggi, un qui e ora, puntualmente vissuto e colto.

Passando poi a uno scavo autobiografico obiettivo - «dovevo penetrare maggiormente dentro di me per trovare l'evidenza della Fotografia» - in cui si ricrea, in una sorta di percorso proustiano, il sentire per affetti e sentimenti. Perché il discorso è interrogazione, è dialogo, ma è anche confessione; al «linguaggio espressivo» e al «linguaggio critico» se ne aggiunge un altro, piú ineffabile e rilevante, vera e propria premonizione: da qui scaturisce una considerazione della fotografia come «studium» e come «punctum» (i due termini usati da Barthes in un distinguo illuminante), ma soprattutto dello storico e dell'effimero in cui viviamo.

L'opera contiene digressioni e riflessioni sull'arte della Fotografia (si noti, nel volume, come il termine "Fotografia" sia sempre riportato con la F maiuscola, a sottolineare l'importanza dell'opera artistica e non dell'immagine!). L'autore prende in considerazione varie fotografie, scattate da diversi artisti tra cui Richard Avedon, Robert Mapplethorpe, Nadar e Niépce, e commentandole trae spunti di riflessione. Barthes distingue tre elementi fondamentali dell'arte fotografica: l'operator ovvero l'operatore, colui che fa la foto; lo spectator ossia il fruitore, lo spettatore; lo spectrum vale a dire il soggetto immortalato.

L'autore distingue inoltre due modi che ha lo spectator di fruire una fotografia: lo studium è l'aspetto razionale e si manifesta quando il fruitore si pone delle domande sulle informazioni che la foto gli fornisce (costumi, usi, aspetti); il punctum, è invece l'aspetto emotivo, ove lo spettatore viene irrazionalmente colpito da un dettaglio particolare della foto. Il saggio La camera chiara è un testo fondamentale anche nell'indagine sul rapporto tra realtà e immagine, comunicazione e rappresentazione fotografica, che consiglio a chiunque desideri approcciarsi al meraviglioso mondo della Fotografia (con la F maiuscola!) in quanto arte e non mera rappresentazione digitale.



sabato 28 febbraio 2015

I nativi digitali preferiscono i libri di carta? A quanto pare sì...

Frank Schembari ama i libri: i libri stampati. Gli piace il loro odore. Gli piace scribacchiare ai margini, sottolineare le frasi interessanti, piegare un angolo della pagina per tenere il segno. Schembari non è un pensionato che sorseggia tè in una qualche polverosa libreria. Ha vent’anni, è al terzo anno all’American University di Washington DC, sta sfogliando un librone sulla storia di Israele tra una lezione e l’altra, ed è la testimonianza vivente di un fatto piuttosto ironico e peculiare dell’epoca di internet: i nativi digitali preferiscono leggere i libri sulla carta.

«Mi piace la sensazione», dice Schembari, mentre legge alla luce del sole nell’atrio del campus universitario, con lo smartphone a portata di mano. «Mi piace tenerlo in mano. Non si scarica. Non emette suoni». Chi lavora in una casa editrice, i proprietari delle librerie e i sondaggi sugli studenti universitari mostrano che tantissimi ventenni e trentenni preferiscono ancora la stampa per le letture di piacere e lo studio: un’inclinazione che sorprende chi fa ricerca sul modo in cui leggiamo, vista la tendenza dello stesso gruppo d’età a consumare gran parte dei contenuti su digitale.

Secondo uno studio pilota della University of Washington sui libri di testo digitali, un quarto degli studenti preferisce ancora la versione stampata. «Queste persone non dovrebbero nemmeno ricordarsi l’odore di un libro», ha detto Naomi S. Baron, linguista alla American University che studia la comunicazione digitale. «È piuttosto sbalorditivo». All’inizio di febbraio Baron ha pubblicato Parole sullo schermo: il destino della lettura in un mondo digitale (Words Onscreen: The Fate of Reading in a Digital World), un libro (cartaceo ed elettronico) che prende in considerazione la preferenza degli studenti per la carta stampata e che spiega in modo scientifico perché la versione cartacea di un libro è spesso migliore di quella digitale. Per esempio quando si legge su schermo si tende a scorrere rapidamente le parole e la distrazione è inevitabile, a spese della comprensione del testo...

fonte & continua a leggere: Il Post

sabato 6 dicembre 2014

La parola scritta cade in disuso. Dal 2016 in Finlandia non si scriverà più a mano

Dopo il 'punto e virgola', sempre più in disuso nell'italiano scritto, anche il corsivo sembra seguire analoga tendenza. Seppur non ancora scomparso, soprattutto fra gli adolescenti al corsivo nella scrittura a mano viene preferito lo stampatello.
Negli Stati Uniti è quasi scomparso e anche in Italia il suo uso si sta riducendo, forse - ne è convinto Yahis Martari, docente del Laboratorio di scrittura all'Università di Bologna - in conseguenza della diffusione dei social network. Il docente ne parlerà lunedì mattina in diretta a Radio3Scienza, ma il dibattito è aperto anche all'estero.

Agli studenti finlandesi, secondo quanto riportato di recente dall'edizione online della Bbc, non sarà addirittura più insegnato a scrivere a mano, ma le lezioni prevederanno la scrittura con la tastiera. Ciò avverrà dall'autunno 2016: gli alunni finlandesi della scuola primaria non dovranno più esercitarsi a 'disegnare' le lettere, né in corsivo né in stampatello.

Un cambio, ha spiegato Minna Harmanen del National Board of Education finlandese, che sarà un salto culturale notevole. Perché digitare per scivere, afferma, è più importante nella vita di ogni giorno. C'è chi si interroga se i due tipi di scrittura contribuiscano in modo diverso allo sviluppo delle abilità intellettive dell'individuo. Susanna Huhta, della Association of Native Language Teachers, afferma che la scrittura a mano tradizionale aiuti i bambini a sviluppare abilità motorie e funzioni intellettive migliori, quindi le lezioni di scrittura potrebbero essere rimpiazzate da ore di lavori a mano e di disegno.

fonte: Ansa

domenica 26 ottobre 2014

"I know what I like", la Genesis-App: Armando Gallo (si) racconta...

Una lista di 18 domande, per un'intervista oltreoceano programmata via Skype, finita nel cestino dopo pochi minuti. Per dare - al contrario - ampio spazio ad una piacevole chiacchierata tra amici di lunga data, Armando Gallo (storico giornalista, scrittore, fotografo rock, leggenda vivente nel mondo della musica) e Marco Olivotto (musicista, tecnico del suono, produttore, esperto di post-produzione fotografica, leggenda vivente nel mondo della correzione del colore) entrambi di origini italiane, ma interamente registrata in lingua inglese.

... un'amicizia di lunga data, quella tra Armando Gallo e Marco Olivotto (1991)...

Il risultato di questa conversazione, che spazia dalla musica alla fotografia, dalla post-produzione alle coincidenze della vita (esistono davvero?), non è né un'intervista nel senso stretto della parola né una raccolta di domande e risposte. E' piuttosto un preziosissimo contributo che va a colmare una falla presente quasi da sempre nella storia della musica, quella che noi comuni mortali conosciamo (ovvero, quella che ci è data di conoscere), e che ci permette - attraverso una storia personale e professionale - di mettere il naso in un mondo per certi aspetti ancora oggi precluso ai profani, riservato solo agli "addetti ai lavori".

Cosa succede dietro le quinte? A dare il "La" a questa chiacchierata con Armando Gallo, la recentissima pubblicazione di una sua App per iPad sulla storia del gruppo musicale dei Genesis, chiamata “I Know What I Like”, e il coinvolgimento in essa di Marco Olivotto. Il messaggio finale va però molto al di là della musica, della fotografia, della post-produzione, perché tocca le corde invisibili che gesticono la nostra vita. Che - ben sapendo quel che (ci) piace - perfettamente si uniscono, si intrecciano, giocano, creando situazioni, incontri, coincidenze che (spesso a nostra insaputa) determinano il corso degli eventi, disegnano e colorano in modo inaspettato e imprevedibile lo sfondo sul quale poi noi costruiamo il nostro presente.

L'introduzione e l'intervista - suddivisa in più trance, a causa della sua lunghezza (non fermatevi al primo brano: leggete tutto, perché merita davvero) - sono disponibili sia in lingua originale sia nella sua traduzione in italiano . E' una chicca come pochissime altre, introvabile e unica nel suo genere, rivolta non solo agli appassionati di musica, di storia della musica, di fotografia, ma anche e soprattutto a chi ama ciò che fa. Qualsiasi cosa essa sia...

 
 

lunedì 21 luglio 2014

"Fotografia digitale" di Tom Ang

La fotografia digitale negli ultimi anni è stata protagonista di un successo senza precedenti, consentendo a chiunque di fotografare a livelli fino a qualche anno fa inimmaginabili. Questo diffusissimo mezzo richiede tuttavia competenze specifiche: la capacità di padroneggiare e di impostare correttamente la fotocamera prima di uno scatto sono elementi necessari per potere esprimere al meglio la propria creatività.

"Fotografia digitale", frutto dell'esperienza più che trentennale di Tom Ang, si pone come un utile strumento per ogni aspirante fotografo, desideroso di acquisire o di perfezionare i fondamenti necessari per fotografare in libertà. I capitoli affrontano nel dettaglio le nozioni di base - impostazioni, luce, colore, inquadratura, scelta del soggetto - per ottenere uno scatto soddisfacente, prendendo poi in esame le tecniche per valorizzare e correggere digitalmente l'immagine ottenuta. Il volume illustra inoltre l'acquisizione, la gestione e l'elaborazione delle fotografie nonché le opzioni software che consentono infinite possibilità espressive. Costruito come un vero e proprio corso di fotografia, il libro guida l'appassionato in ogni aspetto del processo creativo: si impara così ad affinare le proprie capacità, a sviluppare l'occhio da fotografo e a correggersi, per migliorarsi. Con spiegazioni esaurienti, esercitazioni pratiche, progetti illustrati passo passo ed esempi tratti dal lavoro di giovani professionisti, l'autore insegna infine a sfruttare al meglio la libertà creativa offerta dalla tecnologia.

giovedì 12 giugno 2014

Ascoltare i libri anziché leggerli: la nuova app Kindle

Leggere l'e-book sul proprio dispositivo finché si è seduti in poltrona a casa o sull'autobus e passare al volo alla modalità ''audio-libro'' senza perdere il segno se si è in movimento o in una posizione scomoda per leggere. E' la novità introdotta da Amazon nell'aggiornamento della sua applicazione Kindle per iOS e Android, quella per leggere i libri elettronici su smartphone e tablet di altri produttori.

L'aggiunta dell'opzione audio-libro è resa possibile con l'integrazione della piattaforma ad hoc Audible. 'Whispersync for Voice' è la funzione che consente di passare istantaneamente dalla lettura all'ascolto del libro senza perderne il filo con un solo tocco sullo schermo del dispositivo.

La narrazione audio, fa sapere Amazon in una nota, è al momento disponibile per oltre 45mila libri in formato Kindle, compresi alcuni degli ultimi bestseller. Inoltre collegandosi al 'Matchmaker' si potrà effettuare una scansione immediata della propria libreria Kindle per sapere se per qualcuno dei volumi scaricati esiste anche la versione audio, da acquistare a parte con un piccolo extra.

fonte: Ansa

mercoledì 8 gennaio 2014

Racconta le tue storie con #TwitterFiction

Sei un appassionato di letteratura e ti piace scrivere per far conoscere le tue storie? Twitter è lo strumento che fa per te: iscriviti entro il 5 febbraio al sito #TwitterFiction festival e sottoponi il tuo testo narrativo, sotto forma di in una serie di tweet, anche in italiano avendo cura di inserire l'hashtag #TwitterFiction. Una speciale giuria valuterà se potrai entrare a far parte del programma ufficiale del TwitterFiction festival, che si terrà dal 12 al 16 marzo prossimo.

Oggi, infatti, la Association of American Publishers (@AmericanPublish) insieme a Penguin Random House (@PenguinRH_News), in collaborazione con Twitter, ha annunciato la seconda edizione del #TwitterFiction festival, che si svolgerà dal 12 al 16 marzo. Straordinario evento di digital storytelling, il festival avrà una doppia valenza: da un lato darà la possibilità ad autori di ogni genere di dar vita alla propria storia attraverso Twitter, dall’altro, permetterà ai lettori di vivere la narrativa in una maniera del tutto nuova.
 
Il #TwitterFiction festival offrirà a chiunque l’opportunità di diventare un ‘featured storyteller’ attraverso la creazione di ‘raffiche’ di fiction da 140 caratteri a fianco di autori sia affermati che emergenti. Si potranno creare video su Vine, aprire più account utili al proprio testo narrativo, servirsi del crowd-sourcing o di qualsiasi altro strumento su Twitter utile a sviluppare la propria storia.
 
I partecipanti da tutto il mondo avranno tempo fino al 5 febbraio per iscriversi sul sito del festival (http://www.twitterfictionfestival.com/submit/) e potranno scrivere in qualsiasi lingua. Saranno successivamente valutati da una giuria di esperti provenienti dalle aziende appartenenti a @AmericanPublish che valuterà in base al talento narrativo o agli utilizzi più originai di Twitter chi potrà diventare ‘featured storyteller’ ed entrare a far parte del programma ufficiale.

Per maggiori informazioni, http://twitterfictionfestival.com e in italiano sul blog https://blog.twitter.com/it/italia

lunedì 25 novembre 2013

"Esposizione" e "Composizione" di M. Freeman

Sviluppare il nostro occhio fotografico per riconoscere e sfruttare al meglio le splendide scene che ci circondano. Dimentichiamoci la modalità Auto e assumiamo il totale controllo creativo delle nostre immagini grazie a "Esposizione", una guida completa ai principi dell'esposizione fotografica.

Mettendo a disposizione la sua pluriennale esperienza, Michael Freeman insegna tutte le tecniche professionali necessarie a ottenere un'esposizione ottimale già al momento dello scatto, in qualsiasi condizione. Si scopre così ogni dettaglio relativo a tempo di scatto, diaframma e ISO, si studia come questi parametri interagiscono in ogni esposizione e li si padroneggia per concretizzare la visione creativa, indipendentemente dalle condizioni di luce e dalle caratteristiche del soggetto. Si sbircia nel corpo macchina per capire come funzionano le modalità di lettura esposimetrica e per trovare le impostazioni più adatte a ogni scena. Infine, si studiano gli scenari più difficili, da una sposa su uno sfondo scuro alle insegne al neon di un notturno urbano, presentati con tecniche e metodi consolidati per ottenere risultati sorprendenti.

Concetto fondamentale per il quale non esiste alcuna modalità automatica, una composizione di qualità è invece quanto distingue un'istantanea da un capolavoro. In "Composizione" si impara a sviluppare l'occhio fotografico non solo cercando soggetti interessanti, ma soprattutto studiando punto di ripresa e illuminazione per ottenere il massimo impatto. Andando oltre le semplici regole base, Michael Freeman rivela perché determinate immagini abbiano successo, demistificando un'estetica astratta in favore di soluzioni pratiche. Presentati in modo semplice e immediato, i principi della composizione diventeranno quindi naturali e donano la libertà di andare in cerca di nuovi ed emozionanti scatti. Si sviluppano così nuove competenze che permettono di affrontare un'ampia varietà di soggetti (dai ritratti ai paesaggi, a tutto ciò che si trova nel mezzo), per presentarli in composizioni potenti e coinvolgenti.

Due volumi tecnici, ma molto semplici e di facile lettura ed intrepretazione, che assieme a "L'occhio del fotografo" e "Fotografare in bianco e nero" rappresentano i must per qualsiasi fotoamatore.