lunedì 19 dicembre 2011

Grandi giornalisti e scrittori di casa nostra...

Oriana Fallaci è stata una scrittrice e giornalista italiana. Fu la prima donna in Italia ad andare al fronte in qualità di inviata speciale. Come scrittrice, con i suoi dodici libri ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo.

Fu la prima di quattro sorelle: Neera e Paola, anch'esse giornaliste e scrittrici, ed Elisabetta, figlia adottata dalla famiglia Fallaci. Il padre Edoardo fu un attivo antifascista che coinvolse la figlia, giovanissima, nella resistenza con compiti di vedetta.

Da giovane si unì al movimento clandestino della Resistenza Giustizia e Libertà, vivendo in prima persona i drammi della guerra. Dopo aver frequentato il liceo classico, la Fallaci si iscrisse alla facoltà di medicina che lasciò per dedicarsi al giornalismo esortata dallo zio Bruno Fallaci, egli stesso giornalista e direttore di settimanali.

Esordì al Mattino dell'Italia centrale, quotidiano di ispirazione cristiana, dove si occupò di svariati argomenti, dalla cronaca nera, alla cronaca giudiziaria al costume. Fu licenziata dal quotidiano perché si rifiutò di scrivere un articolo a favore di Palmiro Togliatti, come le aveva ingiunto il direttore. Successivamente si trasferì a Milano per lavorare al settimanale Epoca di Mondadori allora diretto da suo zio Bruno Fallaci che per non favorirla le affidava degli "incarichi infami".

Nel 1951 venne pubblicato il suo primo articolo per L'Europeo, per il quale si occupava di modernità, mondanità, ma anche di cronaca nera. Nel luglio 1956 Oriana Fallaci giunse a New York per scrivere di divi. Da quest'esperienza venne tratto il suo primo libro, I sette peccati di Hollywood, dove racconta i retroscena della vita mondana di Hollywood. La prefazione del libro è scritta da Orson Welles.
Nel 1961 realizzò un reportage sulla condizione della donna in Oriente che poi divenne il primo vero successo editoriale della Fallaci scrittrice, Il sesso inutile. Nel 1962 esce Penelope alla guerra, la prima opera narrativa.

Alla vigilia dello sbarco americano sulla Luna, la Fallaci partì per gli USA per andare ad intervistare astronauti e tecnici della NASA. Nel 1965 pubblicò il libro Se il sole muore, diario di quest'esperienza che la scrittrice dedica a suo padre. Per scrivere il libro incontrò il capo progetto della missione, lo scienziato tedesco Wernher von Braun.

Nel 1967 si recò in qualità di corrispondente di guerra per L'Europeo in Vietnam: vi ritornerà dodici volte in sette anni, raccontando la guerra, criticando sia i Vietcong e i comunisti, sia gli statunitensi e i sudvietnamiti, documentando menzogne e atrocità ma anche gli eroismi e l'umanità di un conflitto che definì "una sanguinosa follia". Le esperienze di un anno di guerra vissute in prima persona vennero raccolte nel libro Niente e così sia pubblicato nel 1969.

A metà del 1968 la giornalista lasciò provvisoriamente il fronte per tornare negli USA a seguito della morte di Martin Luther King e di Bob Kennedy e delle rivolte studentesche di quegli anni. In un passaggio di Niente e così sia irride «i vandalismi degli studenti borghesi che osano invocare Che Guevara e poi vivono in case con l'aria condizionata, che a scuola ci vanno col fuoristrada di papà e che al night club vanno con la camicia di seta».

Il 21 agosto 1973 la giornalista fiorentina conobbe Alekos Panagulis, un leader dell'opposizione greca al regime dei Colonnelli. Si incontrarono il giorno in cui lui uscì dal carcere: ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un misterioso incidente stradale il 1 maggio 1976. La storia di Panagulis verrà raccontata dalla scrittrice nel romanzo Un uomo, pubblicato nel 1979. La Fallaci ha sempre considerato l'incidente di Panagulis un vero e proprio omicidio politico. Nel 1975 la Fallaci e Panagulis collaborarono alle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini, amico della coppia. La Fallaci sarà la prima a denunciare il movente politico dell'omicidio del poeta.

Lo stesso anno uscì il primo libro di Oriana Fallaci diverso dall'inchiesta giornalistica, Lettera a un bambino mai nato. Fu un grande successo editoriale della scrittrice e vendette 4 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo.

Nel 1990 uscì il romanzo Insciallah in cui la scrittrice coniuga la ribalta internazionale con il racconto. Il libro è ambientato tra le truppe italiane inviate dall'ONU nel 1983 a Beirut. La Fallaci ottenne dall'allora ministro della Difesa Spadolini di essere accreditata presso il contingente italiano.

Dopo l'uscita di Insciallah la scrittrice si isolò andando a vivere a New York, in un villino a due piani nell'Upper East Side di Manhattan. Qui iniziò a scrivere un romanzo la cui lavorazione, durata per tutti gli anni Novanta, venne interrotta dai fatti dell'11 settembre 2001.

In questo periodo scoprì di avere un cancro ai polmoni che lei più tardi definirà «L'Alieno».

I suoi libri e articoli sulle tematiche dell'11 settembre hanno suscitato sia elogi sia contestazioni nel mondo politico e nell'opinione pubblica. Attraverso essi la scrittrice denuncia la decadenza della civiltà occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, ritiene incapace di difendersi. La Fallaci riteneva che la crescente pressione esercitata negli ultimi anni dall'immigrazione islamica verso l'Europa, e l'Italia in particolare, unita a scelte politiche, a suo parere discutibili, e all'aumentare di atteggiamenti di reciproca intolleranza, fosse la dimostrazione della veridicità delle sue tesi. Secondo la sua opinione, staremmo assistendo ad un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell'Occidente, basato su quelle che a suo parere erano le strutture portanti del Corano, e sarebbe testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani, tentativo che dovrebbe inevitabilmente portare ad uno scontro di civiltà.

La Fallaci è scomparsa a Firenze il 15 settembre 2006 a 77 anni.

fonte: Wikipedia

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