Copertina bianca. Due occhi: chiusi.
Già il titolo, "Lo spazio bianco", lascia intendere il
perché di quell'immagine.
Poi, se giri il libro, sul retro,
trovi: "Il fatto che mia figlia Irene stava morendo, o stava nascendo, non ho
capito bene..."
E si viene subito catapultati in un diario coinvolgente che
tratta un tema delicato e difficile da narrare, tremendo da spiegare: quello dei
sentimenti che travolgono come un fiume in piena, le emozioni indescrivibili di una
madre.
Una gravidanza non desiderata, una vita dedicata interamente
all'insegnamento in una scuola di 'confine' di quella Napoli che vorrebbe
emergere ma che non ci riesce.
Una figlia nata prematura, una
maternità sofferta. Toccante.
Speranza e voglia di vita. Chi ci è
passato, in quelle stanze d'ospedale, asettiche, inviolabili, conosce, capisce e
rivive ogni singola sfumatura di quelle emozioni assurde e belle.
Libro
scorrevole, questo di Valeria Parrella, nonostante il linguaggio usato sia quello della 'Napoli di strada'.
... dalla Divina Commedia ad Harry Potter, passando per Gutenberg, gli e-books, i social-media, la grammatica italiana e le recensioni, la poesia e i classici, la letteratura per i bambini di ieri, oggi e domani, la fotografia e l'arte, le nuove forme di comunicazione... e giù giù fino all'editoria, alle biblioteche, agli incipit, agli appuntamenti letterari, alle mostre, alle novità, agli esordienti. Per i quali - non lo nego - ho un debole...
lunedì 9 aprile 2012
"Lo spazio bianco" di Valeria Parrella
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