lunedì 9 aprile 2012

"Lo spazio bianco" di Valeria Parrella

Copertina bianca. Due occhi: chiusi.

Già il titolo, "Lo spazio bianco", lascia intendere il perché di quell'immagine.

Poi, se giri il libro, sul retro, trovi: "Il fatto che mia figlia Irene stava morendo, o stava nascendo, non ho capito bene..."

E si viene subito catapultati in un diario coinvolgente che tratta un tema delicato e difficile da narrare, tremendo da spiegare: quello dei sentimenti che travolgono come un fiume in piena, le emozioni indescrivibili di una madre.

Una gravidanza non desiderata, una vita dedicata interamente all'insegnamento in una scuola di 'confine' di quella Napoli che vorrebbe emergere ma che non ci riesce.

Una figlia nata prematura, una maternità sofferta. Toccante.

Speranza e voglia di vita. Chi ci è passato, in quelle stanze d'ospedale, asettiche, inviolabili, conosce, capisce e rivive ogni singola sfumatura di quelle emozioni assurde e belle.

Libro scorrevole, questo di Valeria Parrella, nonostante il linguaggio usato sia quello della 'Napoli di strada'.

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