lunedì 9 aprile 2012

Italiani, popolo di analfabeti (e le buone pratiche per la lotta all'ignoranza)

L'Unesco definisce l'analfabetismo come la condizione di "una persona che non sa né leggere né scrivere, capendolo, un brano semplice in rapporto con la sua vita giornaliera".

Analfabeta è in tale accezione un termine semplice, generico, non concernente il percorso scolare dell'individuo. Tuttavia, dividere il mondo in letterati e illetterati semplifica eccessivamente la natura dell'alfabetizzazione. Oggi la definizione di analfabetismo è diventata più complessa e si basa fondamentalmente sulla capacità dell'individuo di decifrare l'ambiente e partecipare alla vita della società in cui vive.

Statisticamente si tende a rilevare quell'insieme di abilità relative all'alfabetismo che può essere applicato in modo funzionale in attività tipiche della vita quotidiana, come per esempio leggere gli orari dell'autobus o usare un computer.

Anche in Italia l'analfabetismo è un problema: il 29% degli italiani non sarebbe in grado di padroneggiare la propria lingua mentre il 33% presenterebbe quello che viene chiamato "analfabetismo di ritorno", cioè sarebbe formato da soggetti che, dopo aver imparato a leggere e a scrivere, sono ridiventati analfabeti per scarsa o nulla dedizione alla lettura negli anni successivi a quelli della scuola.
E ancora: il 71% della popolazione si troverebbe a non possedere un sufficiente livello di comprensione di un testo di media difficoltà, sarebbe cioè sotto il livello minimo di capacità di lettura, mentre un 5%sarebbe del tutto incapace di capire lettere e cifre. Un altro 33% sarebbe, pur sapendo leggere, riuscirebbe a "decifrare" solo testi elementari, risultando esposto a forte rischio di regressione verso l'analfabetismo (fonte: Tullio De Mauro, linguista).


La narrazione e la lettura ad alta voce ai bambini già in tenera età sono tuttavia strumenti utilissimi e validi per la lotta contro l'analfabetismo, per favorire lo sviluppo comunicativo nei più piccoli ed alimentare e sostenere stabilmente in loro l'interesse e l'amore per la lettura.

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