lunedì 16 aprile 2012

L'alba dei libri

Dov'è stato pubblicato il primo Corano in arabo? Il primo Talmud? Il primo libro in armeno, in greco o in cirillico bosniaco? Dove sono stati venduti il primo tascabile e i primi bestseller? La risposta è sempre e soltanto una: Venezia.

Ai primi del Cinquecento Venezia era una multinazionale del libro, con le più grandi tipografie del mondo, in grado di stampare in qualsiasi lingua la metà dei libri pubblicati nell'intera Europa. Committenti stranieri ordinavano volumi in inglese, tedesco, ceco, serbo. Appena pubblicati, venivano diffusi in tutto il mondo.

In "L'alba dei libri" Alessandro Marzo Magno racconta la straorinaria avventura imprenditoriale e culturale della prima industria moderna. La Serenissima resterà la capitale dei libri finché la Chiesa, che considerava la libertà di stampa un pericolo, non riuscirà a imporre la censura dell'inquisizione. Pietro Aretino, prima star dell'industria culturale e prototipo degli intellettuali italiani, da idolo delle folle diventerà un reietto.

E la libertà di stampa cercherà  nuovi rifugi nell'Europa del Nord.

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