Facendo zapping mi sono imbattuta in un vecchio film di Sofia Loren, "Lady L". La pellicola, del 1965, oltre all'attrice italiana, immortala anche personaggi del calibro di Paul Newman, David Niven, Marcel Dalio, Cecil Parker, Philippe Noiret...
Si tratta di una commedia, a mio avviso di livello mediocre, con una Loren non al massimo delle sue capacità interpretative. Nonostante questo, forse non a tutti è capitato di cogliere il refuso "temporale" che, nella storia, appare solo nel finale.
Per spiegare di cosa si tratta, devo prima svelarvi la trama.
Mentre festeggiata solennemente i suoi ottant'anni, la duchessa di Lendale narra all'amico Sir Percy gli episodi salienti della propria movimentata esistenza. Giovane lavandaia francese, Louise s'innamora, riamata, d'un abile ladro di buon cuore, Armand, vanamente braccato dalla polizia parigina. I due fuggono in Svizzera: Louise, che aspetta un bambino, desidererebbe una vita tranquilla mentre Armand s'affilia ad una società di terroristi politici. Per questo la donna pianta in asso Armand e, vestita di abiti vedovili, conquista il ricco duca di Lendale, Vicky, che s'adopera affinché Armand, autore d'un fallito attentato ad Otto di Baviera, riesca a mettersi in salvo. Per gratitudine Louise acconsentirà a diventare lady Lendale e, per il dispiacere, Armand si consegna ai gendarmi. Una volta amnistiato, tuttavia, Armand vivrà, con la compiacenza del duca, accanto a Louise (sia pur nell'ombra) e sarà il padre dei suoi otto figli. In realtà, così conclude Louise la propria biografia, Armand è stato sempre, fin dai primi tempi, il suo unico e legittimo consorte, con la rassegnata, magnanima connivenza del duca, deciso ad assicurare al proprio nome, in qualche modo, una successione numerosa e robusta.
Il film è riccamente corredato per quel che riguarda scenografie, costumi e ambientazione. Che appare essere riconducibile alla fine dell'Ottocento. Otto di Baviera, che sarebbe dovuto morire per mano di Armand, è infatti stato Re di Baviera dal 1886 al 1913. Le ambientazioni ed i costumi appartengono giustamente a quel periodo.
Fin qui nulla di strano. Il refuso, dicevo, appare nel finale quando la cinepresa immortala una lady Lendale, ormai ottantenne, mentre racconta la storia all'amico. E, mentre lo fa, dice espressamente "sono ormai trascorsi più di cinquant'anni... Vicky morì nel lontano 1924"... Il che ci fa capire che, mentre la donna racconta, la trama ha fatto un balzo temporale che porterebbe i personaggi a vivere in un periodo presumibilmente attorno al 1940: tutto nella norma, se non fosse che ambientazione, costumi e scenografie sono rimaste ferme alla fine del 1800, dimenticando (?) che nel frattempo gli abiti, la moda, gli oggetti in uso e la tecnologia fosse cambiata...
Un refuso che mi ha fatto sorridere: in fin dei conti, anche questo è il bello del cinema d'annata.
Si tratta di una commedia, a mio avviso di livello mediocre, con una Loren non al massimo delle sue capacità interpretative. Nonostante questo, forse non a tutti è capitato di cogliere il refuso "temporale" che, nella storia, appare solo nel finale.
Per spiegare di cosa si tratta, devo prima svelarvi la trama.
Mentre festeggiata solennemente i suoi ottant'anni, la duchessa di Lendale narra all'amico Sir Percy gli episodi salienti della propria movimentata esistenza. Giovane lavandaia francese, Louise s'innamora, riamata, d'un abile ladro di buon cuore, Armand, vanamente braccato dalla polizia parigina. I due fuggono in Svizzera: Louise, che aspetta un bambino, desidererebbe una vita tranquilla mentre Armand s'affilia ad una società di terroristi politici. Per questo la donna pianta in asso Armand e, vestita di abiti vedovili, conquista il ricco duca di Lendale, Vicky, che s'adopera affinché Armand, autore d'un fallito attentato ad Otto di Baviera, riesca a mettersi in salvo. Per gratitudine Louise acconsentirà a diventare lady Lendale e, per il dispiacere, Armand si consegna ai gendarmi. Una volta amnistiato, tuttavia, Armand vivrà, con la compiacenza del duca, accanto a Louise (sia pur nell'ombra) e sarà il padre dei suoi otto figli. In realtà, così conclude Louise la propria biografia, Armand è stato sempre, fin dai primi tempi, il suo unico e legittimo consorte, con la rassegnata, magnanima connivenza del duca, deciso ad assicurare al proprio nome, in qualche modo, una successione numerosa e robusta.
Il film è riccamente corredato per quel che riguarda scenografie, costumi e ambientazione. Che appare essere riconducibile alla fine dell'Ottocento. Otto di Baviera, che sarebbe dovuto morire per mano di Armand, è infatti stato Re di Baviera dal 1886 al 1913. Le ambientazioni ed i costumi appartengono giustamente a quel periodo.
Fin qui nulla di strano. Il refuso, dicevo, appare nel finale quando la cinepresa immortala una lady Lendale, ormai ottantenne, mentre racconta la storia all'amico. E, mentre lo fa, dice espressamente "sono ormai trascorsi più di cinquant'anni... Vicky morì nel lontano 1924"... Il che ci fa capire che, mentre la donna racconta, la trama ha fatto un balzo temporale che porterebbe i personaggi a vivere in un periodo presumibilmente attorno al 1940: tutto nella norma, se non fosse che ambientazione, costumi e scenografie sono rimaste ferme alla fine del 1800, dimenticando (?) che nel frattempo gli abiti, la moda, gli oggetti in uso e la tecnologia fosse cambiata...
Un refuso che mi ha fatto sorridere: in fin dei conti, anche questo è il bello del cinema d'annata.
:-) ...questi sono particolari che da sempre mi incuriosiscono e mi fanno sorridere!
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