venerdì 24 febbraio 2012

La donna della domenica


Ricordate l’incipit della Donna della domenica? «Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone guardò l’ora molte volte». Non ve ne ricorda un altro? «La mattina del giorno in cui fu ucciso, Santiago Nasar si alzò alle cinque e mezzo...». È Cronaca di una morte annunciata di Gabriel García Márquez. Solo che il libro del Nobel colombiano arriva nel 1981, mentre la nostra donna è del 1972, ergo l’onda lunga di questo romanzo è arrivata lontano. Anche noi lettori della prima ora abbiamo diritto al nostro incipit: «Quel venerdì del mese di marzo di quaranta anni fa, i lettori dell’Espresso scoprirono il primo capitolo di un romanzo ambientato a Torino e ritrovarono il piacere della lettura che si credeva perduto per sempre». I talebani dell’avanguardia avevano predicato «il romanzo puramente informale, costruito cioè da un capo all’altro come mero tessuto di inezie, di attimi inutili di vita» (Renato Barilli, 1965). E invece eccoci qua, a rivivere le vicende di personaggi (Anna Carla, Massimo, Lello, la signora Tabusso, «una di quelle donne che dicono quello che pensano», l’americanista Bonetto, il commissario Santamaria, il geometra Bauchiero, il gallerista Vollero) diventati con gli anni proverbiali come i compagni di scuola di Enrico nel Cuore di De Amicis.

Il romanzo poggia su due intuizioni geniali. La prima: se gli italiani sono sessanta milioni di commissari della nazionale di calcio, i torinesi sono novecentomila commissari di polizia. Date in pasto ai torinesi un delitto indiziario e li farete felici: ognuno saprà spiegarvi chi è l’assassino e perché l’ha fatto. Pressoché tutti i personaggi della Donna della domenica sono investigatori dilettanti e si danno un gran daffare per aiutare un commissario che ha l’aria di essere trascinato sulla giostra degli indizi e delle supposizioni. Uno di questi dilettanti volenterosi finirà col giungere troppo vicino alla soluzione. La seconda intuizione geniale: il responsabile di tutto, il vero assassino è il Refuso, o meglio il Misunderstanding, il Fraintendimento. È Lui che scompiglia l’ordine sociale e che arma le forze del male, non ci fossero refusi noi vivremmo nell’eden. A cominciare dal primo, una bozza di lettera appallottolata e buttata nel cestino sulla quale si parla dell’architetto Garrone, la vittima, e si dice: «Omicidio rituale o no, facciamolo fuori sul serio una buona volta ». Per finire all’ultimo, un vecchio proverbio piemontese tradotto inmaniera errata.

La donna della domenica è anche molto altro...


fonte: Bruno Gamparotta - La Stampa online

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