sabato 25 febbraio 2012

L'81% di noi ha scritto un libro (o pensa di avere un libro dentro di sé...)


Aiuto. Secondo il New York Times, l’81% di noi ha scritto un libro o pensa di avere un libro dentro di sé, da rivelare al mondo prima o poi. Ottantuno-per-cento. Una massa che ora può scegliere fra il calvario dell’editoria tradizionale (manda il dattiloscritto, sollecita una risposta, cerca un agente, accumula frustrazione) e la scorciatoia di quella elettronica (pubblica con un clic, pubblica gratis, nessuno ti legge, accumula frustrazione). Niente di strano quindi che qualcuno, Ewan Morrison sul Guardian, ipotizzi l’imminenza di una bolla dell’editoria fai-da-te, devastante come la bolla immobiliare, la bolla creditizia, e tante altre recenti disgrazie.

La differenza è che chi scrive e poi e-pubblica spende soltanto il proprio tempo. L’altra differenza è che, mentre la ricchezza finanziaria virtuale è infinita, non è gonfiabile all’infinito la disponibilità di tempo, ancora lui, da parte dei potenziali lettori. E ciò nonostante i prezzi calino (quasi metà degli e-book su Amazon inglese costa meno di tre sterline).

Ma che cosa e-leggono gratuitamente gli inglesi? In testa alla classifica del Kindle, cioè di Amazon, un suspence mistery di tale Paul Pilkington, un paranormal romance di Z.L.Arkadie, e via rabbrividendo. E che cosa leggono gratuitamente invece gli inglesi utenti di biblioteche? L’ultima classifica, che copre fino all’estate del 2011, vede in testa gialli, thriller e altri romanzi di genere.
Non c’è neppure un titolo di non fiction nei primi cento posti. Il libro più prestato è stato The Lost Symbol di Dan Brown, ma l’autore di gran lunga più popolare è quella fabbrica di bestseller che risponde al nome di James Patterson, con 17 titoli fra i top cento. Nelle librerie invece il più venduto è adesso Before I Go To Sleep di S J Watson, neurothriller su una donna che ogni mattina si sveglia senza memoria, e che deve ricostruire un passato misterioso. Ne parlammo in questa rubrica l’estate scorsa, ora Piemme lo traduce come Non ti addormentare.

fonte: Giovanna Zucconi - Tuttolibri de La Stampa di sabato 11 febbraio

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