sabato 18 febbraio 2012

Fiera del libro in salsa curry...


Calcutta. Febbraio. Fiera del libro, di cui quest'anno l'Italia è ospite d'onore. Gran folla - la gente legge poco ma ama molto girare per padiglioni carichi di libri, in mezzo alla calca, mangiando gelati industriali e scattando fotografie.
A Calcutta come a Mantova o a Torino. Qui la folla è fatta soprattutto di giovanissimi. La fila davanti al padiglione italiano si allunga come un serpentone colorato per trecento metri dall'ingresso. Nessuno di loro probabilmente ha mai letto Baricco o Elisabetta Rasy, ma aspettano pazienti, curiosi, di entrare nel cortile dove si parla di letteratura e si beve un buon caffè Lavazza (che pare stia conquistando con i suoi ottimi prodotti il mercato indiano), portandosi dietro un cartoccio di croccanti ceci abbrustoliti e salati. La gente è accorsa, pigiandosi nel cortile del padiglione dove, fra nuvole di zanzare e i tagli verticali di potenti riflettori, ascoltavano silenziosi le parole degli scrittori. Per fortuna non ci sono state le lungaggini delle traduzioni. Tutto in inglese e direttamente, in dialogo anche col pubblico.

I grandi temi trattati? Quale il ruolo dello scrittore? L'impegno esiste ancora? E in che cosa consiste? Cosa guida il mercato dei libri? Si legge ancora in carta o dobbiamo trasferirci sui mezzi elettronici? Esiste una discriminazione di genere? Quale è da considerarsi la lingua madre in fenomeni di emigrazione? Come reagire di fronte alla censura che tappa la bocca o peggio aggredisce e minaccia uno scrittore vivente, come è successo a Salman Rushdie o a Taslima Nasrin, tutti e due in polemica con l'estremismo islamico e da questo minacciati di morte?

Le risposte sono state varie e contraddittorie...

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di Dacia Maraini - Il Corriere della Sera online

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