venerdì 24 febbraio 2012

Chi troppo vuole, nulla stringe... ed a rimetterci sono i lettori


Amazon ha rimosso oltre 4.000 libri digitali dalla sua lista: una mossa definita necessaria visto il tentativo fallito di vendere i titoli a un prezzo più basso, ma anche un'azione che potrebbe avere ripercussioni sul mercato degli eBook.
Amazon si trova sotto pressione da parte di Wall Street per migliorare i suoi punti deboli e si è impegnata a mettere i libri in catalogo al prezzo più basso possibile in modo da conservare il predominio dei suoi dispositivi Kindle.

Golia insomma sta soffrendo, ma "chi è causa del suo mal, pianga se stesso". La querelle che sta coinvolgendo, loro malgrado, il colosso di Seattle e la IPG, associazione che riunisce numerosi editori indipendenti, nasconde infatti un problema ben più grave che la sospensione della vendita di 4000 eBook.

Urge fare il punto della situazione: Amazon sta rinegoziando i contratti con i propri “fornitori” (leggasi, case editrici), in un'ottica di riduzione del prezzo medio e dell’incremento del margine di ricavo. IPG è un gruppo di editori indipendenti alleatisi per cercare di spuntare un prezzo migliore sulle opere dei propri autori.

Amazon ha cercato di imporre un’ulteriore erosione dei margini di ricavo degli editori, che hanno risposto con un rifiuto netto, per bocca del loro rappresentante e presidente, Mark Suchomel. Risultato: Amazon sospende la vendita di oltre 4000 eBook, sperando che deviando il corso del fiume di ricavi gli editori assetati tornino a più miti consigli.

Ma ciò non accade. Anzi, Suchomel e soci sono ben determinati a resistere, consci che se non lo facessero rimarrebbero comunque in braghe di tela.

E Golia intanto piange...

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