Per quanto il mondo la possa pensare diversamente, Ernest Hemingway aveva i suoi dubbi. Magari non sulle donne, magari non sulle dimensioni dei marlin che pescava, magari non sul senso dell'eroismo. Sul finale di Addio alle Armi, il suo capolavoro sulla Prima guerra mondiale, però sì. Lo riscrisse 39 volte prima di essere soddisfatto, confessò egli stesso in un'intervista nel 1958. In realtà quella volta non esagerò: i tentativi di finale poi appallottolati furono 47 e la settimana prossima verranno pubblicati dall'editore storico di Hemingway, Scribner (Simon & Schuster) in una nuova edizione del romanzo. Per la prima volta tutti 47 assieme, numerati e titolati e con le correzioni a mano dello scrittore.
Addio alle Armi, romanzo di passione, nell'edizione definitiva del 1929 termina freddamente, subito dopo la morte di Catherine: «Dopo un po' uscii e lasciai l'ospedale e tornai all'albergo nella pioggia». Non era però questo il finale più triste e pessimista pensato da Hemingway. Ieri, il «New York Times» ha pubblicato alcune delle 47 alternative: in qualche caso si tratta di una riga sola, in qualche altro di interi paragrafi.
E spesso si tratta di conclusioni che vorrebbero trarre una morale universale, in modo breve e secco com'era nello stile dello scrittore: il quale poi, forse per fortuna, scelse l'uscita di scena del protagonista, nella pioggia, che va nel profondo più di qualsiasi commento...
fonte Danilo Taino & read more @ il Corriere della Sera.it
... dalla Divina Commedia ad Harry Potter, passando per Gutenberg, gli e-books, i social-media, la grammatica italiana e le recensioni, la poesia e i classici, la letteratura per i bambini di ieri, oggi e domani, la fotografia e l'arte, le nuove forme di comunicazione... e giù giù fino all'editoria, alle biblioteche, agli incipit, agli appuntamenti letterari, alle mostre, alle novità, agli esordienti. Per i quali - non lo nego - ho un debole...
domenica 8 luglio 2012
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