Lo scrittore statunitense Stephen King, maestro dell'horror, stavolta spaventa i ricchi d'America con le sue affermazioni sulla politica fiscale degli Stati Uniti. "Tassatemi, per l'amor del cielo!'': questo il succo del messaggio, scritto in un linguaggio ben più colorito, che l'autore di ''Carrie'' e ''Shining'' ha rivolto al suo Paese attraverso un articolo apparso su ''The Daily Beast'' e rilanciato in Italia dal sito Tropico del Libro.
''Se vuoi pagare di più, paga di più, mi hanno detto. Siamo stanchi di sentirtelo dire, mi hanno detto. Beh, peggio per voi, ragazzi, perchè io non sono stanco di parlarne''. E giù un durissimo attacco contro l'idolatria di cui i ricchi sono oggetto, sul fatto che si arroghino il diritto di investire dove vogliono (e cioè soprattutto fuori dall'America) i propri capitali, sulla concezione della beneficienza come valida alternativa all'equo contributo fiscale.
Come molti dei rappresentanti dell'1% di popolazione ricca (la percentuale dei benestanti sul totale di abitanti), King ricorda che dona milioni di dollari l'anno a istituzioni come ''biblioteche, caserme dei pompieri, scuole e una serie di organizzazioni che sostengono le arti''. Ma il punto, asserisce il re del brivido, è che ''la carità dei ricchi non può risolvere il problema del riscaldamento globale, o abbassare di un solo centesimo il prezzo della benzina''. Un maggiore contributo fiscale dei ricchi - quelli veri - è, prosegue King, ''una necessità pratica e un imperativo morale''. Movimenti come quello di Occupy Wall Street non sono che la punta dell'iceberg, assicura l'autore; ma, se la risposta dell'establishment continua a essere in stile ''Maria Antonietta'', il rischio è che qualcuno, prima o poi, ci rimetta la testa.
fonte: AdnKronos
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mercoledì 2 maggio 2012
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