''Se vuoi pagare di più, paga di più, mi hanno detto. Siamo stanchi di sentirtelo dire, mi hanno detto. Beh, peggio per voi, ragazzi, perchè io non sono stanco di parlarne''. E giù un durissimo attacco contro l'idolatria di cui i ricchi sono oggetto, sul fatto che si arroghino il diritto di investire dove vogliono (e cioè soprattutto fuori dall'America) i propri capitali, sulla concezione della beneficienza come valida alternativa all'equo contributo fiscale. Come molti dei rappresentanti dell'1% di popolazione ricca (la percentuale dei benestanti sul totale di abitanti), King ricorda che dona milioni di dollari l'anno a istituzioni come ''biblioteche, caserme dei pompieri, scuole e una serie di organizzazioni che sostengono le arti''. Ma il punto, asserisce il re del brivido, è che ''la carità dei ricchi non può risolvere il problema del riscaldamento globale, o abbassare di un solo centesimo il prezzo della benzina''. Un maggiore contributo fiscale dei ricchi - quelli veri - è, prosegue King, ''una necessità pratica e un imperativo morale''. Movimenti come quello di Occupy Wall Street non sono che la punta dell'iceberg, assicura l'autore; ma, se la risposta dell'establishment continua a essere in stile ''Maria Antonietta'', il rischio è che qualcuno, prima o poi, ci rimetta la testa.
fonte: AdnKronos
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