venerdì 18 maggio 2012

Jack lo Squartatore secondo Genovesi

Verrebbe da dire, parafrasando Ken Loach, che “piovono thriller”. Dopo aver profanato biblioteche proibite e indagato su oscure formule dantesche, Newton Compton si spinge questa volta nei vicoli bui e poco raccomandabili della Londra vittoriana. Risultato: "La mano sinistra di Satana", ad opera dell’autore Roberto Genovesi.

Su Jack lo Squartatore si è letto e scritto tanto: basti pensare, giusto per rimanere alle pubblicazioni degli anni recenti, a Ritratto di un assassino di Patricia Cornwell, Jack lo squartatore di Robert Bloch o Jack lo squartatore: la vera storia di Paul Begg. Genovesi si inserisce in questo coro di voci optando per una linea narrativa in cui si mischiano poliziesco, romanzo storico e atmosfere gotiche.

La trama: siamo a Londra, 1888, un uomo ha il potere di “vedere” efferati delitti del passato; il suo nome è Wilfred Gayborg, e di professione fa lo psicometrista. Scotland Yard lo guarda con sospetto, almeno fino a quando nel quartiere di Whitechapel non inizia una sanguinosa mattanza di prostitute. Per scovare lo spietato killer, ribattezzato Jack lo Squartatore, servono infatti doti speciali e Gayborg sembra l’unico con i mezzi per poter compiere la missione.

Morale: racconto in prima persona, scrittura user-friendly, ritmo serrato e quel pizzico di paranormale che non guasta mai. "La mano sinistra di Satana" ha tutte le carte in regola per soddisfare chi ha bisogno della dose quotidiana di adrenalina.

fonte: Panorama.it

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