«Tutto è nato dalla mia passione per i Cavalieri dell'Ordine - spiega Hidalgo - iniziata sei anni fa. Ho letto molto, mi sono documentato, e durante un viaggio in Venezuela da parenti è nata l'idea di un libro mio. Ad accendere la miccia è stata però mia madre, raccontandomi di nonno Lucio (cui è dedicato il libro): in vita era stato un massone. Ho voluto approfondire ed ho scoperto un mondo affascinante. Ho iniziato a scrivere il libro nel 2010: per conciliare il tempo studio e quello per la nuova passione, scrivevo la sera, dalle tre alle sei ore, tutti i giorni. Dopo tre mesi avevo finito. All'inizio del 2011 ho inviato i dattiloscritti a cinque case editrici e la scorsa estate è arrivata la risposta di Keltia, con la proposta di un contratto. Che ho sottoscritto».
Ed oggi, al Lingotto di Torino, in occasione dell'evento editoriale più importante nel panorama nazionale, la presentazione ufficiale del libro di Hidalgo da parte dell'editore aostano specializzato nello studio e nella trasmissione dell'eredita lasciata dalla cultura celtica a quella europea contemporanea. «Quando ho saputo della proposta di pubblicazione ho provato tanta soddisfazione - continua il liceale -. Pur avendo pensato di farlo, per avere delle basi di scrittura creativa, non ho seguito nessun corso: sono andato d'istinto, seguendo un'idea. A leggerlo per primi sono stati i miei genitori, un amico di mio padre e Alessia Tita, la mia professoressa di italiano del biennio, che mi ha suggerito qualche correzione e mi ha incoraggiato, così come la mia famiglia». Ed i tuoi compagni cosa ne pensano? «Sono molto curiosi: il romanzo verrà letto in classe quale ultimo libro dell'anno d'antologia. Terrò presenti eventuali critiche, ne farò tesoro. Amo molto leggere, romanzi storici ovviamente, passione nata in seconda media dopo aver conosciuto Giovanni del Ponte, ma la mia materia preferita è Storia».
Parlando di storia, qual è la tua opinione sulla fine dei Templari? «La vedo come il naturale decorso dell'istituzione umana - conclude Hidalgo - anche se ritengo che la loro fine sia stata una delle più grandi ingiustizie di tutti i tempi».
fonte: Paola
Malcotti (me) - l'Adige di ieri, domenica 13 maggio 2012
Conosco l'autore di questo libro, e trovare una recensione su di lui fa uno strano effetto.
RispondiEliminabeh questa non è la recensione quanto piuttosto la mia presentazione del suo lavoro...
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