giovedì 12 gennaio 2012

Note di mela...


Il loro amarsi era rimasto in equilibrio nell'aria per settimane, come su un filo di rara bellezza sospeso sopra la cupa città. A ben guardarlo, si sarebbe detto più un viaggio fuori dal tempo, fuori dal mondo in corsa. Un granello di vita, una goccia salmastra di quel mare argento-azzurro cui erano arrivati. Lo stesso colore, gli occhi di lui, in cui lei, pensiero lieve, desiderava perdersi.

Era stata sufficiente la fuga dalla calura di fine agosto e s’erano persi, in quel pomeriggio immobile, a lato di una distesa di trifoglio, delineata in lontananza da filari ordinati di viti su cui aleggiavano nuvole di un azzurro remoto e silenzioso.
Era stato bello, mentre l'auto scivolava lenta sull'asfalto, attingere all'intensità dei colori del paesaggio sconosciuto d'artista. Così, semplicemente, senza fretta, il destino aveva trattenuto il fiato, rimanendo a guardare...

Avevano trovato rifugio solo a sera in un paesino nascosto tra le morbide colline dal profumo di lavanda, in una pensione senza pretese, pulita e spartana. Accomodati sulle sedie impagliate dell’unica osteria, un'occhiata alla piazzetta illuminata nel crepuscolo ed avevano gustato la cena semplice che le abili mani della cuoca avevano preparato per pochi, fortunati, turisti.

La tenera notte era cresciuta lentamente ed il vino bianco, fresco al punto giusto, a brevi sorsi felici, deliziava il palato regalando - tra dorati riflessi - fragranti note di mela e profumo di fiori di campo.

Ed era stata allora, la magia. Il tempo si era fermato, per loro aveva trattenuto il respiro. Per loro un soffio di eternità. Gli sguardi si erano incrociati sopra i calici, sospesi nell’aria come pulviscolo, come l’eco di un ricordo immerso nell'incanto di quel momento.
Un velo di di pensieri piacevolmente travolgenti li aveva avvolti. Qualcosa dentro, fuori, tutt'attorno. Un cerchio invisibile, tracciato, a racchiuderli...

Gocce di freschezza dorata, posate su labbra dolci e frementi e poi avidi baci di passione. Sapore di pesche gialle la loro pelle. Fresco profumo di fiori di campo sospeso nell'aria, dolce e vibrante come l’eco di un ricordo. Lontano eppure così vivo.
Un brivido lungo la schiena, gli occhi chiusi a sorseggiare la vita, ad accarezzare i sensi, ad inebriarsi di piacere. Tutto il mondo, tutto il tempo passato e futuro, racchiuso in una manciata di presente, nel velluto di una sera di fine agosto tra le morbide colline dal profumo di lavanda.

Ed in un silenzioso sorriso, cullato da fragranti note di mela, rose e pesche gialle, il loro amarsi era incredibilmente divenuto realtà.


copyright di Paola Malcotti - vietata ogni forma di riproduzione

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