“La forza dell'abbandono” è il titolo di un'antologia di poesie scritte tra il 2007 ed il 2011 che il ventottenne trentino Leonardo Pedrotti ha pubblicato nell'ottobre scorso con Curcu&Genovese.
«Questo pugno di neve, che stringo tra le mani, è l'assurdo tentativo di trattenere un'emozione, un'effimera illusione che presto m'abbandona, sciogliendosi». Quando si percepisce la reale forza di un'emozione? Solo quando ad essa ci si abbandona. E' necessario pertanto lasciarsi andare ad un turbamento per carpirne la reale forza. «Per fare questo è importante imparare ad ascoltare. Scrivere poesie è innanzitutto un esercizio d'ascolto».
Ed è proprio da questa riflessione, consegnata alla carta ed all'inchiostro, che nasce “La forza dell'abbandono”.
«Sono poesie senza la pretesa di insegnare qualcosa - spiega il giovane autore -, semplici fotografie scritte di scorci di paese, ritratti di persone, e delle emozioni che libera l'incontro con esse. Se i nostri occhi sono la macchina fotografica in grado di catturare quello che noi vediamo, queste poesie vogliono esserne la pellicola sulla quale queste immagini restano impresse. Prendendo spunto dalla quotidianità delle occasioni, posso dire che poesia è ricerca di forza nelle immagini e non ricerca di immagini forti. Ecco quindi che quello che ho cercato di fare è dare - a quanto scritto - dei colori, dei suoni, dei profumi comuni e familiari, al fine di stimolare facilmente la fantasia e la curiosità di chi legge».
Nato a Trento nel 1983 e residente nel sobborgo di Villamontagna, Leonardo Pedrotti contrappone agli studi tecnici una forte passione per la musica, la scrittura e la fotografia: il risultato del suo lavoro di stesura è questa raccolta di liriche, la cui intenzione è quella di approfondire tutte le sensazioni, emozioni, sogni e disincanti derivanti da situazioni ed incontri quotidiani.
fonte: Paola Malcotti - l'Adige di venerdì 6 gennaio 2012
«Questo pugno di neve, che stringo tra le mani, è l'assurdo tentativo di trattenere un'emozione, un'effimera illusione che presto m'abbandona, sciogliendosi». Quando si percepisce la reale forza di un'emozione? Solo quando ad essa ci si abbandona. E' necessario pertanto lasciarsi andare ad un turbamento per carpirne la reale forza. «Per fare questo è importante imparare ad ascoltare. Scrivere poesie è innanzitutto un esercizio d'ascolto».
Ed è proprio da questa riflessione, consegnata alla carta ed all'inchiostro, che nasce “La forza dell'abbandono”.
«Sono poesie senza la pretesa di insegnare qualcosa - spiega il giovane autore -, semplici fotografie scritte di scorci di paese, ritratti di persone, e delle emozioni che libera l'incontro con esse. Se i nostri occhi sono la macchina fotografica in grado di catturare quello che noi vediamo, queste poesie vogliono esserne la pellicola sulla quale queste immagini restano impresse. Prendendo spunto dalla quotidianità delle occasioni, posso dire che poesia è ricerca di forza nelle immagini e non ricerca di immagini forti. Ecco quindi che quello che ho cercato di fare è dare - a quanto scritto - dei colori, dei suoni, dei profumi comuni e familiari, al fine di stimolare facilmente la fantasia e la curiosità di chi legge».
Nato a Trento nel 1983 e residente nel sobborgo di Villamontagna, Leonardo Pedrotti contrappone agli studi tecnici una forte passione per la musica, la scrittura e la fotografia: il risultato del suo lavoro di stesura è questa raccolta di liriche, la cui intenzione è quella di approfondire tutte le sensazioni, emozioni, sogni e disincanti derivanti da situazioni ed incontri quotidiani.
fonte: Paola Malcotti - l'Adige di venerdì 6 gennaio 2012
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