giovedì 6 settembre 2012

Quando il portinaio fa il libro...

Ricordate il paradigma della portinaia in "L'eleganza del riccio"? «Sono vedova, bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi… Siccome, pur essendo sempre educata, raramente sono gentile, non mi amano».

Ebbene, la titolare della portineria del numero 7 di rue de Grenelle, la scorbutica ma letteratissima protagonista del fortunato romanzo di Muriel Barbery, rivelatosi un autentico caso letterario, sembra avere fatto scuola anche nella nostra narrativa. Non sarà un caso, infatti, che al mestiere apparentemente anonimo del portinaio siano ispirati due romanzi di recente pubblicazione
come "ll senso dell’elefante" di Marco Missiroli, e "Le parole perdute" di Amelia Lynd che Nicola Gardini ha pubblicato per la Feltrinelli.

Il romanzo di Missiroli ha per protagonista un ex sacerdote riminese, trasferitosi a Milano e diventato portinaio di un condominio, dove apparentemente svolge il suo mestiere con inappuntabile discrezione. Eppure, ogni giorno, s’introduce nell’abitazione di una famiglia d’inquilini, i Martini, e si mette a frugare nell’intimità altrui. Di qui prende le mosse una storia che scava in un complicato intreccio di rapporti affettivi e segreti custoditi nel passato.

Portinaia, o custode (come preferisce definirsi), è anche l’Elvira del romanzo condominiale scritto da Gardini e ambientato nello stabile d’una fantomatica via Icaro dove l’arrivo dell’anziana ed enigmatica Amelia Lynd, ostracizzata dagli altri inquilini, fa lievitare reazioni imprevedibili. Sarebbe facile, ma ingiusto, liquidare questa singolare concomitanza narrativa con un semplice effetto riccio, un modo per sfruttare la scia d’un titolo di successo. A ben guardare, infatti, la presenza del portinaio, questo guardiano della soglia, umile erede di Cerbero e dell’arcangelo Gabriele, è da sempre tutt’altro che irrilevante nel mondo del romanzo...

fonte Silvia Tomasi - read more @ Panorama.it

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