In
cima c'è nonna Gemma. Poi gatto Diego. Quindi viene Alice, la quasi
amica, e la super compagna Cleo. Sonia e Lucio, ovvero mamma e papà,
sono finiti agli ultimi posti da quando si sono separati. Nella vita
di Mirta, undici anni, c'è sempre una graduatoria. Come quella che
spedisce la mamma a fare la supplente in una scuola sperduta fra i
monti. Nuovi prof, nuovi compagni. Come saranno? Più severi? Più
simpatici? E lei, Mirta, riuscirà finalmente a salire “La
graduatoria della felicità”?

Perché un libro per ragazzi? «Prediligo
la scrittura per ragazzi - continua l'insegnante-scrittrice -. Anzi,
le mie esercitazioni nella scrittura sono state soprattutto racconti
per bambini. Mi piace l’ambientazione e la narrazione fantastica.
Anche la mia tesi di laurea sulla fiaba andava in questa direzione.
Personaggi e trame di questo libro sono ovviamente inventati».
Da dove nasce allora la storia? «A
differenza di altri racconti o romanzi brevi che ho scritto e che
seguivano una pianificazione abbastanza strutturata, in “La
graduatoria della felicità”
ho sperimentato un’altra modalità: ho iniziato a scrivere secondo
quanto mi suggeriva l’ispirazione del momento. È chiaro che, mano
a mano che proseguiva la narrazione e si delineavano personaggi e
vicende, erano gli stessi personaggi e vicende a guidarmi. Non ho
però scritto il libro con l’intenzione di trasmettere un
messaggio. Anche se, a posteriori, un messaggio potrebbe essere il
diario stesso, quale modalità di espressione di sé: scrivere poco
alla volta ha il vantaggio di portare verso esiti che sorprendono ed
emozionano ogni volta. L'autore in primis».
fonte: Paola
Malcotti (me) - l'Adige di oggi, mercoledì 26 settembre 2012
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