Il popolo di Erri De Luca è morbido e sensuale ed emana un profumo appena messo, di cedro o di fico, a seconda della regione di provenienza. Perché Erri De Luca è il ragazzo con le vene degli avambracci pronunciate e la barba d’oro che suonava la chitarra in spiaggia guardando lontano, come se le donne fossero l’ultimo dei suoi pensieri.

Il popolo di Erri De Luca non va mai a una sua presentazione senza un dono da posare come una supplica sul senso della vita che solo lui sa emanare (solo con lo sguardo, un gesto, un serrarsi di mascella), con l’equilibrio, misura, verità, pregnanza che la condizione umana richiede. Perché, come una groupie digitale ha sintetizzato, lui è "la reticenza che innamora": "Assomiglia a un amante che non ti dice mai ti amo, e glielo devi estorcere, o immaginarlo scritto tra le righe. O drizzare le orecchie e cogliere la sfumatura. Lui non urla mai l’amore, ma te lo fa sentire attraverso la stoffa, se mi intendete: un tormento sottile".
Ergo, Erri De Luca si fa un baffo di Mr Grey di Cinquanta sfumature ecc. ecc.. E dei guru troppo espliciti come Paulo Coelho e Tiziano Terzani. Perché le lettrici di De Luca, che sono praticamente la totalità dei lettori di De Luca, amano lui attraverso quello che (non) scrive, lo amano perché è resiliente, filtra, non dà, non dice, esaspera. Ecco, diciamo che poi non tutti resistono all’esasperazione come proposta letteraria. Perché anche alla crasi c’è un limite, anche alla metonimia, alla sineddoche, alla sinestesia e a tutte le figure retoriche che distribuisce equamente in una per ciascuna delle frasi elenchiche che compongono i suoi romanzi brevi e le sue poesie lunghe. Come sintetizzano alcuni lettori: "Io odio Erri De Luca perché, oltre a non piacermi come scrittore, scrive libri da 12 pagine e li vende a 12 euro". È atteso entro l’autunno "La doppia vita dei numeri" (Feltrinelli), il suo nuovo libro. Più che la trama, questi lettori attendono di conoscere il numero di pagine e il prezzo.
di Stefania Vitulli @ Panorama.it
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