Si dice che quando Archimede Pitagorico esclamò "Eureka!" fosse nudo nella vasca da bagno: l'idea ispiratrice del principio che avrebbe rivoluzionato la fisica dei fluidi gli venne infatti mentre si accingeva a lavarsi. Che le grandi intuizioni arrivino sempre nei momenti in cui non si è particolarmente concentrati su quel problema specifico è cosa risaputa. Ma il motivo all'origine di questo fatto non era ancora del tutto chiaro. Ora uno studio statunitense suggerisce che non siano tanto i momenti di pausa a favorire la creatività e l'ingegno, quanto i momenti in cui lasciamo che la nostra mente vaghi, mentre abbiamo la netta sensazione di perdere del tempo.
Per indagare questo fenomeno Benjamin Baird e Jonathan Schooler, due psicologi dell'Università della California, a Santa Barbara, hanno sottoposto a 145 studenti due esercizi che richiedevano di elencare in due minuti il numero maggiore possibile di utilizzi alternativi di oggetti d'uso comune come stuzzicadenti, appendiabiti e mattoncini. Allo scadere del tempo, ai partecipanti è stato concessa una pausa di 12 minuti, durante la quale alcuni hanno semplicemente riposato, altri hanno intrapreso un'attività che richiedeva l'uso della memoria e la piena concentrazione, altri sono stati coinvolti in un'attività poco impegnativa che favoriva la divagazione con la mente. Un ulteriore gruppetto di volontari non ha avuto alcun momento di pausa.
Alla fine del break gli studenti hanno dovuto compiere nuovamente il compito iniziale: coloro che avevano indugiato nell'attività che permetteva alla mente di divagare, questa volta hanno ottenuto nel 41% in più dei casi performance migliori rispetto ai compagni, mentre negli altri soggetti non è stato riscontrato alcun miglioramento...
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