mercoledì 10 ottobre 2012

Bibliodelirio

Affittare un libro in biblioteca è un po’ come chiedere un passaggio. È come su un bus, un sacco di gente, nel tempo, ha fatto un tratto di strada con quella storia. L’ha anche pagata, in fondo, con le sue tasse. Così un romanzo, un saggio, un pamphlet divengono beni pubblici. Se vi piace la lettura “privata” andate invece in libreria e il libro ve lo comprate, è vostro, un bene privato, come tirare fuori l’auto dal garage.
Ora, la situazione delle biblioteche italiane pare essere pessima. Si naviga a vista, mancano i fondi e, insomma, quella roba lì che tutti sappiamo - son tempi duri - tanto da spingere i bibliotecari a indire “La prima giornata nazionale delle biblioteche”, una sorta di BiblioPride.
Per ragioni sulle quali sorvolo, da qualche tempo passo parecchio tempo al telefono con vari istituti e biblioteche in giro per l’Italia. Il risultato di taluni colloqui è spesso frustrante per chi li anima ma divertente per l’ascoltatore disinteressato. Ho deciso di riportarne alcuni. Lo faccio senza alcun intento polemico; rifuggo quella che Christian Raimo in un recente articolo a commento della scadente scrittura comica italiana ha definito - manuale Cencelli delle varie calate regionali -.
 
Prendete quanto segue come semplice cronaca. Un piccolo manuale definibile, senza molta originalità, Bibliodelirio...
 
fonte & read more @ L'Indice dei libri.it
 

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