E' rimasto
ora
solo
un profumo
tra i nostri desideri
Si sente
come petali
di rosa
dispersi nel vento
Come
i tuoi occhi
che accarezzano
le mie voglie
Ma sarà un grido
di gioia
a portarci
di nuovo
tra le lenzuola
... dalla Divina Commedia ad Harry Potter, passando per Gutenberg, gli e-books, i social-media, la grammatica italiana e le recensioni, la poesia e i classici, la letteratura per i bambini di ieri, oggi e domani, la fotografia e l'arte, le nuove forme di comunicazione... e giù giù fino all'editoria, alle biblioteche, agli incipit, agli appuntamenti letterari, alle mostre, alle novità, agli esordienti. Per i quali - non lo nego - ho un debole...
mercoledì 31 ottobre 2012
C'era una volta la tavola degli elementi
Da bambino Sam Kean rompeva termometri e giocava con il mercurio. Lo faceva in South Dakota (Usa), dove è nato. Dal 2009 nell’Unione Europea i termometri a mercurio sono proibiti per legge. Quel metallo liquido è affascinante ma velenoso. Un bambino europeo oggi non potrebbe giocare con il mercurio. Quindi da grande difficilmente scriverà un best seller come "Il cucchiaino scomparso", tradotto ora per Adelphi da Luigi Civalleri.
Inalando mercurio Newton divenne calvo e a Minamata migliaia di giapponesi morirono pazzi o paralizzati. Sam Kean invece ha contratto solo una forte passione per la chimica e il desiderio di raccontare questa scienza di solito detestata e messa sotto accusa. Effetto collaterale: è diventato ricco e famoso.
Il cucchiaino scomparso non ha il fascino narrativo di Zio Tungsteno di Oliver Sacks né la sapienza letteraria e filosofica del Sistema periodico di Primo Levi. Però è un’astuta storia della chimica, all’apparenza aneddotica, in realtà molto ben costruita sia nei contenuti sia nella tecnica divulgativa.
Possono scomparire i cucchiaini? Uri Geller faceva credere di essere in grado di piegarli con i suoi poteri paranormali. Se avesse conosciuto un po’ di chimica sarebbe andato ben oltre. Il gallio è un metallo simile all’alluminio in vendita a 500 euro il kg. Prezzo a parte, nulla impedisce di ricavarne cucchiaini. Ma a 30 °C il gallio fonde. Messo nel tè bollente, il cucchiaino si liquefa e scompare. Di qui il titolo del libro di Kean.
Tuttavia il gallio è più interessante per un altro motivo...
fonte & read more @ La Stampa.it
Inalando mercurio Newton divenne calvo e a Minamata migliaia di giapponesi morirono pazzi o paralizzati. Sam Kean invece ha contratto solo una forte passione per la chimica e il desiderio di raccontare questa scienza di solito detestata e messa sotto accusa. Effetto collaterale: è diventato ricco e famoso.
Il cucchiaino scomparso non ha il fascino narrativo di Zio Tungsteno di Oliver Sacks né la sapienza letteraria e filosofica del Sistema periodico di Primo Levi. Però è un’astuta storia della chimica, all’apparenza aneddotica, in realtà molto ben costruita sia nei contenuti sia nella tecnica divulgativa.
Possono scomparire i cucchiaini? Uri Geller faceva credere di essere in grado di piegarli con i suoi poteri paranormali. Se avesse conosciuto un po’ di chimica sarebbe andato ben oltre. Il gallio è un metallo simile all’alluminio in vendita a 500 euro il kg. Prezzo a parte, nulla impedisce di ricavarne cucchiaini. Ma a 30 °C il gallio fonde. Messo nel tè bollente, il cucchiaino si liquefa e scompare. Di qui il titolo del libro di Kean.
Tuttavia il gallio è più interessante per un altro motivo...
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martedì 30 ottobre 2012
Fusione tra Penguin e Random House: nasce l'impero dei libri
È ufficiale. Il gruppo britannico Pearson ha annunciato un accordo con la società tedesca Bertelsmann per unire le rispettive case editrici Penguin e Random House, al fine di creare un gigante mondiale dell'editoria in lingua inglese. Il nuovo colosso, di cui Bertelsmann avrà il 53 per cento e Pearson il 47, si chiamerà Penguin-Random House e produrrà libri cartacei e in formato digitale. A capo del nuovo gruppo sarà l'attuale ad di Random House, Markus Dohle, mentre il ceo di Penguin, John Makinson, resterà come presidente del consiglio di amministrazione.
La fusione, che sarà completata nella seconda metà del 2013, previa approvazione delle autorità garanti della concorrenza, è stata decisa per avviare una politica dei prezzi in grado di far fronte ai rivenditori online quali Amazon, Apple e Google, ormai egemoni nel settore degli ebook. Oltre a riunire sotto lo stesso tetto autori commerciali come Dan Brown, John Grisham, E.L. James e «classici» quali George Orwell, Jack Kerouac e John Le Carré, - oltre al premio Nobel 2012 Mo Yan - il nuovo colosso controllerebbe il 26 per cento del mercato globale, superando il francese Lagardère, fermo al 17...
fonte & read more @ Il Corriere della Sera on line
La fusione, che sarà completata nella seconda metà del 2013, previa approvazione delle autorità garanti della concorrenza, è stata decisa per avviare una politica dei prezzi in grado di far fronte ai rivenditori online quali Amazon, Apple e Google, ormai egemoni nel settore degli ebook. Oltre a riunire sotto lo stesso tetto autori commerciali come Dan Brown, John Grisham, E.L. James e «classici» quali George Orwell, Jack Kerouac e John Le Carré, - oltre al premio Nobel 2012 Mo Yan - il nuovo colosso controllerebbe il 26 per cento del mercato globale, superando il francese Lagardère, fermo al 17...
fonte & read more @ Il Corriere della Sera on line
domenica 28 ottobre 2012
Mirandola: i servizi della biblioteca dopo il terremoto
In seguito al terremoto, ricostituire al più presto i servizi di biblioteca nelle sedi provvisorie è una priorità. Nel frattempo il prestito di libri è garantito da un bibliobus ripartito fra le Biblioteche dell’Area Nord di Modena. A illustrare la situazione della rete bibliotecaria di questa zona e in particolare della Biblioteca Eugenio Garin di Mirandola è la direttrice di quest’ultima, Cristina Arbizzani.
Quali danni ha riportato la biblioteca in seguito al terremoto?
I danni hanno riguardato soprattutto le strutture murarie ed alcuni scaffali ed armadi su rotaie. I locali sono attualmente inagibili e a breve saranno messi in sicurezza. Non so quando potrebbe iniziare la ristrutturazione, che si rivela molto costosa.
Cosa è stato fatto per salvaguardare il patrimonio librario?
Tutto il patrimonio è stato evacuato grazie al supporto e la collaborazione della Soprintendenza Regionale ai Beni Librari, tramite una ditta specializzata, ed ai Vigili del Fuoco del Comando di San Prospero. I fondi antichi e di conservazione sono stati portati vicino a Bologna, in appositi locali messi a disposizione dalla Soprintendenza, mentre i fondi moderni sono in una scuola di Mirandola.
Attualmente è garantito un servizio bibliotecario ai cittadini?
Il servizio attuale è quello di bibliobus, prestato prima dal Comune di Cervia e poi dalla Provincia di Genova, ed attualmente ripartito fra tutte le Biblioteche dell’Area Nord di Modena danneggiate dal sisma. In particolare il bibliobus è presente a Mirandola il venerdì ed il sabato mattina. Su di esso sono disponibili per il prestito libri per adulti e ragazzi, in particolare di narrativa.
fonte & read more @ Libreriamo.it
Quali danni ha riportato la biblioteca in seguito al terremoto?
I danni hanno riguardato soprattutto le strutture murarie ed alcuni scaffali ed armadi su rotaie. I locali sono attualmente inagibili e a breve saranno messi in sicurezza. Non so quando potrebbe iniziare la ristrutturazione, che si rivela molto costosa.
Cosa è stato fatto per salvaguardare il patrimonio librario?
Tutto il patrimonio è stato evacuato grazie al supporto e la collaborazione della Soprintendenza Regionale ai Beni Librari, tramite una ditta specializzata, ed ai Vigili del Fuoco del Comando di San Prospero. I fondi antichi e di conservazione sono stati portati vicino a Bologna, in appositi locali messi a disposizione dalla Soprintendenza, mentre i fondi moderni sono in una scuola di Mirandola.
Attualmente è garantito un servizio bibliotecario ai cittadini?
Il servizio attuale è quello di bibliobus, prestato prima dal Comune di Cervia e poi dalla Provincia di Genova, ed attualmente ripartito fra tutte le Biblioteche dell’Area Nord di Modena danneggiate dal sisma. In particolare il bibliobus è presente a Mirandola il venerdì ed il sabato mattina. Su di esso sono disponibili per il prestito libri per adulti e ragazzi, in particolare di narrativa.
fonte & read more @ Libreriamo.it
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giovedì 25 ottobre 2012
99 ritratti che hanno fatto la storia (fotografica)
Il 26 ottobre verrà inaugurata a Torino, negli spazi di LabLoft, la mostra fotografica che raccoglie alcuni dei lavori migliori del fotografo italiano Sandro Becchetti. La mostra si intitola PROTAGONISTI, 99 ritratti che hanno fatto la storia.
Sandro Becchetti è nato a Roma nel 1935. Ha iniziato l’attività di fotografo negli anni Sessanta, documentando fatti e personaggi dell’epoca. Ha esposto i suoi lavori in molti spazi italiani ed esteri e ha collaborato con diverse riviste e giornali tra cui L’Espresso, Il Mondo, Il Messaggero e L’Unità.
La sua ricerca, che dura da più di quarant’anni, ritrae intellettuali, scrittori, attori e artisti come Alfred Hitchcock, Pier Paolo Pasolini, Roman Polanski, Francois Truffaut, Billy Wilder, Franco Zeffirelli, Dustin Hoffman, Claudia Cardinale, Andy Warhol e molti altri. Fotografati con sapienza e immortalati in atteggiamenti quotidiani e in pose piuttosto naturali, diventano personaggi trasparenti, dove è facile vedere la personalità e i caratteri particolari di ciascuno, nonostante per il fotografo l’immagine sia sempre qualcosa a metà tra il vero e il falso:
Le fotografie resteranno in mostra fino al 29 novembre. Maggiori informazioni si possono trovare nel sito di LabLoft.
Sandro Becchetti è nato a Roma nel 1935. Ha iniziato l’attività di fotografo negli anni Sessanta, documentando fatti e personaggi dell’epoca. Ha esposto i suoi lavori in molti spazi italiani ed esteri e ha collaborato con diverse riviste e giornali tra cui L’Espresso, Il Mondo, Il Messaggero e L’Unità.
La sua ricerca, che dura da più di quarant’anni, ritrae intellettuali, scrittori, attori e artisti come Alfred Hitchcock, Pier Paolo Pasolini, Roman Polanski, Francois Truffaut, Billy Wilder, Franco Zeffirelli, Dustin Hoffman, Claudia Cardinale, Andy Warhol e molti altri. Fotografati con sapienza e immortalati in atteggiamenti quotidiani e in pose piuttosto naturali, diventano personaggi trasparenti, dove è facile vedere la personalità e i caratteri particolari di ciascuno, nonostante per il fotografo l’immagine sia sempre qualcosa a metà tra il vero e il falso:
«Questa per me è stata la fotografia: la menzogna, una componente essenziale della verità. Le mie macchine fotografiche contenevano – per me, intendo dire – tutte le immagini possibili, ma come le platoniche ombre contenevano anche il loro contrario.»I personaggi, aiutati da un bianco e nero piuttosto crudo, si trasformano in icone diventando i testimoni di un’epoca indimenticabile e di una memoria collettiva.
Le fotografie resteranno in mostra fino al 29 novembre. Maggiori informazioni si possono trovare nel sito di LabLoft.
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"La fattoria degli animali" presto in versione cinematografica
Il Vecchio Maggiore, Napoleon, Palla di Neve, Clarinetto e tutti gli altri protagonisti de "La fattoria degli animali" di George Orwell, saranno prossimamente sul grande schermo grazie alla neonata casa di produzione The Imaginarium.
La parte curiosa della faccenda è che dietro la macchina da presa ci sarà un altro personaggio della letteratura: nientemeno che Gollum, una delle creature del Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. O meglio, stiamo parlando di Andy Serkis, l’attore che ha interpretato la parte di Gollum nella versione cinematografica firmata da Peter Jackson.
Proprio come nel film dedicato a Frodo e compagni, anche ne La fattoria degli animali verrà utilizzata la tecnica digitale della perfomance capture, che permette di registrare i movimenti di un attore in carne e ossa e trasformarli in quelli di animali o creature immaginarie che sullo schermo si muovono e parlano con estrema naturalezza. Un metodo che Andy Serkis conosce molto bene.
Ma non è la prima volta che il libro di Orwell viene adottato dal mondo della celluloide. Già nel 1954 uscì un lungometraggio animato firmato da John Halas e Joy Batchelor, mentre nel 1999 un film tv diretto da John Stephenson.
Ancora non si conosce la data esatta dell’uscita del film. Si sa solamente che il regista avrebbe intenzione di alleggerire un po’ la storia, rispetto al libro, puntando sugli aspetti favolistici più che su quelli politici, adattando l’opera ad un pubblico più familiare.
fonte: Panorama.it
La parte curiosa della faccenda è che dietro la macchina da presa ci sarà un altro personaggio della letteratura: nientemeno che Gollum, una delle creature del Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. O meglio, stiamo parlando di Andy Serkis, l’attore che ha interpretato la parte di Gollum nella versione cinematografica firmata da Peter Jackson.
Proprio come nel film dedicato a Frodo e compagni, anche ne La fattoria degli animali verrà utilizzata la tecnica digitale della perfomance capture, che permette di registrare i movimenti di un attore in carne e ossa e trasformarli in quelli di animali o creature immaginarie che sullo schermo si muovono e parlano con estrema naturalezza. Un metodo che Andy Serkis conosce molto bene.
Ma non è la prima volta che il libro di Orwell viene adottato dal mondo della celluloide. Già nel 1954 uscì un lungometraggio animato firmato da John Halas e Joy Batchelor, mentre nel 1999 un film tv diretto da John Stephenson.
Ancora non si conosce la data esatta dell’uscita del film. Si sa solamente che il regista avrebbe intenzione di alleggerire un po’ la storia, rispetto al libro, puntando sugli aspetti favolistici più che su quelli politici, adattando l’opera ad un pubblico più familiare.
fonte: Panorama.it
mercoledì 24 ottobre 2012
Rinascita
Quando tutto è ormai a terra,
con mani operaie di parola,
notte dopo notte,
pazientemente raccolgo le macerie
e nuovamente costruisco.
tratto da "La valigia sarda" di M. Aritzeta
martedì 23 ottobre 2012
Il presupposto di una notizia
"In che cosa un giornalista
differisce da un romanziere o da un poeta? Si risponderà che il primo narra
fatti accaduti, mentre gli altri due scrivono liberamente, cose di fantasia o
che comunque con la realtà possono non avere forti legami. E' una parte della
verità. La differenza sostanziale fra le tre attività sta nell'obbligo di farsi
comprendere, che il giornalista ha e gli altri due no. Il giornalista scrive
affinché i lettori o gli ascoltatori conoscano i fatti. Se non si proprone
questo obiettivo non è un giornalista. Il letterato può adottare una tecnica di
scrittura più o meno piana, lineare, oppure ermetica, criptica; scrive per sé,
non ha alcun dovere di fare arrivare agli altri il proprio racconto. Invece, per
il giornalista questo è il fine essenziale, è il risultato da raggiungere.
Scrivere una notizia presuppone l'esistenza di un lettore e la volontà di
lavorare per lui..."
fonte: "La fabbrica delle notizie" di V. Roidi
fonte: "La fabbrica delle notizie" di V. Roidi
Torna "Il giovane Holden" in un nuovo romanzo
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di presentarlo: Holden Caulfield è il più famoso personaggio nato dalla penna di J.D Salinger, protagonista de "Il giovane Holden" (Einaudi), uno dei romanzi fondamentali della letteratura americana. A distanza di sessant'anni tornerà in scena in un nuovo lavoro, firmato dalla giovanissima scrittrice statunitense Mary O’Connell . Il libro si chiamerà "The Rye", in un chiaro rimando al titolo originale "The Catcher in the Rye", e sarà pubblicato dalla Amy Einhorn Books, casa editrice che fa capo alla Penguin.
Il ruolo assegnato al personaggio dalla O’Connell è comunque abbastanza singolare. Nel romanzo, infatti, si raccontano le vicende di una studentessa all’ultimo anno di liceo, che si avventura a Manhattan alla ricerca del suo vecchio insegnante di letteratura. E proprio dalle pagine di The Catcher in the Rye compare Holden Caulfield, come un moderno Virgilio che, dall’alto della sua esperienza (basta ricordare la trama dell’opera originale), va ad accompagnare la giovane nel suo viaggio.
Mary O’Connell sembra quindi dare a Holden un ruolo da mentore, che forse i più appassionati del romanzo di Salinger in qualche modo non faticano ad attribuirgli.La stessa autrice ha infatti affermato sul sito Random Buzzers : “Ho letto Il giovane Holden a 13 anni, e fu un’esperienza così intensa che mi convinse a diventare una scrittrice”.
Ma non è la prima volta che Holden Caulfield rivive sulle pagine di un’opera diversa dall’originale. Già nel 2009 lo scrittore svedese John David (alias Fredrik Colting) scrisse il sequel 60 Years Later: Coming Through the Rye (Nicotext), pubblicato però solo in Inghilterra. Il libro, infatti, venne bandito dal suolo americano per questioni legali riguardanti diritti d'autore e accuse di plagio, nelle quali ebbe parte importante lo stesso J.D. Salinger (morto nel gennaio 2010).
fonte: Andrea Bressa @ Panorama.it
Il ruolo assegnato al personaggio dalla O’Connell è comunque abbastanza singolare. Nel romanzo, infatti, si raccontano le vicende di una studentessa all’ultimo anno di liceo, che si avventura a Manhattan alla ricerca del suo vecchio insegnante di letteratura. E proprio dalle pagine di The Catcher in the Rye compare Holden Caulfield, come un moderno Virgilio che, dall’alto della sua esperienza (basta ricordare la trama dell’opera originale), va ad accompagnare la giovane nel suo viaggio.
Mary O’Connell sembra quindi dare a Holden un ruolo da mentore, che forse i più appassionati del romanzo di Salinger in qualche modo non faticano ad attribuirgli.La stessa autrice ha infatti affermato sul sito Random Buzzers : “Ho letto Il giovane Holden a 13 anni, e fu un’esperienza così intensa che mi convinse a diventare una scrittrice”.
Ma non è la prima volta che Holden Caulfield rivive sulle pagine di un’opera diversa dall’originale. Già nel 2009 lo scrittore svedese John David (alias Fredrik Colting) scrisse il sequel 60 Years Later: Coming Through the Rye (Nicotext), pubblicato però solo in Inghilterra. Il libro, infatti, venne bandito dal suolo americano per questioni legali riguardanti diritti d'autore e accuse di plagio, nelle quali ebbe parte importante lo stesso J.D. Salinger (morto nel gennaio 2010).
fonte: Andrea Bressa @ Panorama.it
domenica 21 ottobre 2012
"Lo scrittore racconta" al Festival della famiglia
Il "Festival della famiglia" è anche editoria: tra venerdì
26 e sabato 27 ottobre, Eros Miari - responsabile del programma Bambini e
Ragazzi per il Salone internazionale del Libro di Torino - ci accompagna alla
scoperta di sei autori che parlano dei rapporti interpersonali in quell'universo
variegato rappresentato dalla famiglia. Ritratti di bambini, di genitori, di
zii, di nonni e nonne, di fratelli e sorelle, dedicati ai ragazzi e agli adulti,
nella cornice della Biblioteca civica, in piazza Garibaldi a Riva del Garda. Il
Festival, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è organizzato
dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le politiche
della famiglia e dalla Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione del
Comune di Riva del Garda, e si terrà al Palazzo dei Congressi dal 25 al 27
ottobre.
Venerdì 26 ottobre
Mino Milani, ore 10.30
L’ultimo lupo, il vecchio e il bambino
Ci sono voci anziane in famiglia, come quella dello zio Mario, un vecchio e testardo montanaro. E giovani voci, come quella annoiata di Enzo, nipote di città. Come potranno parlarsi? A raccontarcelo è Mino Milani, autore di "L’ultimo lupo", un libro ormai diventato un classico per ragazzi.
Incontro per ragazzi di età 11-13 anni.
Beatrice Masini, ore 17.30
Mia sorella è un quadrifoglio, quando in famiglia nasce un fiore… diverso
Quando nasce Mimosa, in casa di Viola non si riesce a far festa. Perché Mimosa è una bambina… diversa. Ma cosa significa “diversa”?, si domanda Viola. E prova a capirlo. E quello che capisce, grazie alle parole delicate di Beatrice Masini e alle illustrazioni bellissime di Svjetlan Junaković, ci fa sorridere. (Pubblicazione per bambini di età 9-10 anni).
Incontro per adulti e ragazzi.
Marie-Aude Murail, ore 20.30
da Oh, boy! e Nodi al pettine, tutte le famiglie di Marie-Aude
Le aspettative di un padre, una famiglia che si dissolve, genitori che abbandonano il campo, la forza della solidarietà tra fratelli: non c’è nodo famigliare che Marie-Aude Murail non sappia affrontare e raccontare ai giovani lettori con lucida, spietata, dilettevole leggerezza. Se la famiglia di oggi non appare certo rassicurante, Marie-Aude sa rassicurare i suoi lettori: vale la pena crescere!
Incontro per adulti.
Sabato 27 ottobre
Benedetta Bonfiglioli, ore 10.30
Pink Lady, scomparire, rinascere
Ci sono famiglie in cui puoi diventare invisibile. Accade ad Anna, diciassette anni, dopo la morte della sorella Laura. Può riempirsi di piercing, può colorarsi i capelli di rosa, ma rimane invisibile agli occhi dei genitori, accecati dal dolore. Benedetta Bonfigliolli, autrice alla sua opera prima, ci racconta come si ricomincia a vedere. E a farsi vedere.
Incontro ragazzi a partire dai 13 anni di età.
Guido Sgardoli, ore 17.30
Due per uno, la famiglia al quadrato
Alvise ha due case, due letti, due scrivanie per i compiti, e festeggia due volte il Natale e due volte il compleanno. Alvise ha anche due genitori, che vivono separati. Ma i genitori hanno un unico Alvise, che – come racconta Guido Sgardoli – vuole restare uno. E rimanere famiglia. (Pubblicazione per ragazzi di età 8-11 anni).
Incontro per adulti e ragazzi.
Gianluca Daffi, ore 20.30
Così impari, la famiglia senza l’esclamativo
Educare senza gridare, dare norme senza dettarle è la parte che ci spetta nel processo educativo. Perché la famiglia – come la scuola – è una comunità che ha bisogno di regole e di principi condivisi e di ruoli riconosciuti. Con Gianluca Daffi, psicologo e ricercatore, discutiamo della natura del ruolo di genitore, di come affrontare i piccoli e grandi contrasti di ogni giorno e di come conciliare affetto e fermezza nella pratica educativa quotidiana.
Incontro per adulti.
Per informazioni e per il programma completo: www.festivalfamiglia.it
In un romanzo, l'amore gay tra due adolescenti
Un professore di filosofia ormai novantenne racconta, sul filo della memoria, l'amore gay tra due suoi allievi adolescenti nella Roma all'alba degli anni '80. E' "Quando gli squali mangiano vento" (Edizioni Progetto Cultura, pp. 165, euro 15), il romanzo di Enrico Meloni, che coinvolge il lettore in un intreccio dove le confessioni, i desideri, le tensioni, l'amore tra Ale e Rob fanno da protagonisti, accompagnati da figure di forte impatto come il professore/confidente, il misterioso cantastorie vagabondo, gli amici gelosi e le ragazze di copertura, in un lungo percorso di crescita ed accettazione di sé.
Un romanzo di formazione che si sviluppa su diversi livelli narrativi, tra i quali il diario di Ale che fotografa in presa diretta ambiente circostante e vicende personali segnate dai pregiudizi e dall'esuberanza giovanile, che può rivelarsi scanzonata e altruista ma anche sleale e spietata. In un clima di fermento politico e sociale, in un'età in cui si è alla ricerca della propria identità, l'omosessualità, specie tra i giovani, è vissuta clandestinamente, tra paura e angoscia poiché non ci sono modelli di riferimento a cui ispirarsi, se non gli antichi classici greci studiati tra i banchi di scuola, fin troppo lontani dai nostri tempi.
fonte: AdnKronos
Un romanzo di formazione che si sviluppa su diversi livelli narrativi, tra i quali il diario di Ale che fotografa in presa diretta ambiente circostante e vicende personali segnate dai pregiudizi e dall'esuberanza giovanile, che può rivelarsi scanzonata e altruista ma anche sleale e spietata. In un clima di fermento politico e sociale, in un'età in cui si è alla ricerca della propria identità, l'omosessualità, specie tra i giovani, è vissuta clandestinamente, tra paura e angoscia poiché non ci sono modelli di riferimento a cui ispirarsi, se non gli antichi classici greci studiati tra i banchi di scuola, fin troppo lontani dai nostri tempi.
fonte: AdnKronos
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mercoledì 17 ottobre 2012
Una classifica anche per i libri più ostici
Ci sono mattine in cui ti svegli e la sola cosa a cui riesci a pensare, se riesci a pensare, è che non vedi l'ora che sia di nuovo sera per tornare a dormire. Oggi, invece, mentre facevo colazione, mi sono chiesta: “quali sono i libri più difficili di tutti i tempi?”. Avranno pur diritto anche loro di finire in una top ten. Al pari dei libri più letti ogni settimana. O ogni mese. O in un anno.
Subito dopo, ho scoperto che, evidentemente, questa domanda se la sono posti in molti a colazione, e in particolare se la sono posta Emily Colette Wilkinson e Garth Risk Hallberg di “Publisher’s Weekly”.
Ne è uscita questa lista che raccoglie i 10 libri più difficili da leggere per via della loro mole, o a causa di una sintassi particolarmente ostica; di uno stile illeggibile o eccessivamente sperimentale:
1. “Bosco di notte” (Djuna Barnes, 1936)
2. “Favola della botte” (Jonathan Swift, 1704)
3. “La fenomenologia dello spirito” (G.F. Hegel, 1807)
4. “Gita al faro” (Virginia Woolf, 1927)
5. “Clarissa” (Samuel Richardson, 1748)
6. “Finnegans Wake” (di James Joyce, 1939)
7. “Essere e tempo” (Martin Heidegger, 1927)
8. “La regina delle fate” (Edmund Spenser, 1590)
9. “The making of Americans” (Gertrude Stein, 1925)
10. “Women & men” (Joseph McElroy, 1987)
Questi che seguono, invece, sono i 10 libri più difficili secondo "The Millions":
1. “L'anatomia della malinconia” (Robert Burton, 1621)
2. “Paradiso perduto” (John Milton, 1667)
3. “Favola della botte”(Jonathan Swift, 1904)
4. “Clarissa” (Samuel Richardson, 1747-48)
5. “Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo” (Laurence Sterne, 1759-67)
6. “Moby Dick” (Herman Melville, 1851)
7. “I Cantos” (Ezra Pound, 1922-1962)
8. “Gita al faro” (Virginia Woolf, 1927)
9. “I Sonetti” (Ted Berrigan, 1964)
10. “The dream songs” (John Berryman, 1969 - Pubblicati in Italia da Einaudi come "Canti onirici e altre poesie")
Quali sono invece secondo voi i 10 libri più difficili in assoluto?
martedì 16 ottobre 2012
Requiem per il romanzo
2012, requiem per il romanzo. A consegnare alla storia il formato che ha dominato la letteratura negli ultimi due secoli è lo scrittore britannico Ian McEwan, autore di classici contemporanei come 'Espiazione' e 'Amsterdam'.
Che fare, dunque? McEwan una risposta ce l'ha: rispolverare la vecchia novella. "E' il formato letterario perfetto", ha sostenuto lo scrittore al festival di Cheltenham sponsorizzato dal Times. "Se riuscissi a scrivere la novella perfetta morirei felice".
fonte: Ansa
Che fare, dunque? McEwan una risposta ce l'ha: rispolverare la vecchia novella. "E' il formato letterario perfetto", ha sostenuto lo scrittore al festival di Cheltenham sponsorizzato dal Times. "Se riuscissi a scrivere la novella perfetta morirei felice".
fonte: Ansa
lunedì 15 ottobre 2012
domenica 14 ottobre 2012
Mo Yan, premio Nobel per la letteratura: "Mi piace raccontare storie, sono uno scrittore senza cultura"
"Di fatto io sono uno scrittore senza cultura, un contadino senza cultura. Quando non si ha cultura bisogna scrivere di ciò che si conosce. Mi piace raccontare storie. Chi ha più cultura scrive di argomenti più alti. Sorgo Rosso sicuramente negli anni Ottanta ha ricevuto una grande risposta da parte dei lettori. Scrivere della resistenza antigiapponese in Cina è stato sempre molto importante, è un argomento molto sensibile. Ma per affrontarlo sono stati utilizzati punti di vista canonizzati. Quasi tutti gli scrittori avevano parlato di quanto è successo storicamente e si erano dimenticati di raccontare la cosa più importate: cosa aveva provato la gente che quei fatti li aveva vissuti. Secondo me di una guerra è fondamentale descrivere la sua influenza sulle persone, i mutamenti che da essa derivano.
Nei libri che hanno preceduto Sorgo Rosso, i buoni sono buoni in tutto e per tutto e i cattivi sono cattivi in tutto e per tutto. Come succede nei film in cui anche un bambino di due anni può riconoscere il cattivo al suo apparire. E il buono non è solo eticamente ineccepibile, ma per giunta è anche bello. Il cattivo al contrario ha solo pensieri malvagi e in più è senza un occhio, ha il collo storto, o è comunque brutto.
Nella vita reale non è così. Da piccolo ho sentito molti racconti da parte dei miei nonni sulla guerra. Mio nonno era una persona molto coraggiosa. Molti quando arrivano i giapponesi scappavano, lui è sempre rimasto, fino a quando dai giapponesi ha ricevuto una coltellata sulla testa che ha lasciato una cicatrice evidente. Da quel giorno quando arrivavano i giapponesi gli altri scappavano a cinque chilometri di distanza, lui a quindici. La nonna ha assistito all’episodio del ferimento della testa di suo marito. Quando mi ha raccontato che il colpevole del fatto era “un bel giapponese”, ho avuto uno shock, perché avevo sempre pensato che un cattivo fosse brutto e la realtà non corrispondeva all’idea che mi ero fatto. Sono rimasto veramente stupito all’idea che quel giapponese avesse l’aria coraggiosa e fosse un bell’uomo. Ho capito che quanto veniva scritto molto spesso era ipocrita, falso.
Le guerre vissute sono sempre diverse da quelle raccontate da un film. Questa riflessione è stata il punto di partenza per scrivere Sorgo Rosso. Ho scritto la mia guerra, diversa da quella degli altri. E i dibattiti in Cina sono venuti di conseguenza, poiché il mio racconto era diametralmente opposto rispetto alla versione degli altri autori..."
intervista integrale a Mo Yan, Premio Nobel 2012 per la letteratura
Nei libri che hanno preceduto Sorgo Rosso, i buoni sono buoni in tutto e per tutto e i cattivi sono cattivi in tutto e per tutto. Come succede nei film in cui anche un bambino di due anni può riconoscere il cattivo al suo apparire. E il buono non è solo eticamente ineccepibile, ma per giunta è anche bello. Il cattivo al contrario ha solo pensieri malvagi e in più è senza un occhio, ha il collo storto, o è comunque brutto.
Nella vita reale non è così. Da piccolo ho sentito molti racconti da parte dei miei nonni sulla guerra. Mio nonno era una persona molto coraggiosa. Molti quando arrivano i giapponesi scappavano, lui è sempre rimasto, fino a quando dai giapponesi ha ricevuto una coltellata sulla testa che ha lasciato una cicatrice evidente. Da quel giorno quando arrivavano i giapponesi gli altri scappavano a cinque chilometri di distanza, lui a quindici. La nonna ha assistito all’episodio del ferimento della testa di suo marito. Quando mi ha raccontato che il colpevole del fatto era “un bel giapponese”, ho avuto uno shock, perché avevo sempre pensato che un cattivo fosse brutto e la realtà non corrispondeva all’idea che mi ero fatto. Sono rimasto veramente stupito all’idea che quel giapponese avesse l’aria coraggiosa e fosse un bell’uomo. Ho capito che quanto veniva scritto molto spesso era ipocrita, falso.
Le guerre vissute sono sempre diverse da quelle raccontate da un film. Questa riflessione è stata il punto di partenza per scrivere Sorgo Rosso. Ho scritto la mia guerra, diversa da quella degli altri. E i dibattiti in Cina sono venuti di conseguenza, poiché il mio racconto era diametralmente opposto rispetto alla versione degli altri autori..."
intervista integrale a Mo Yan, Premio Nobel 2012 per la letteratura
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In battaglia quando l'uva è matura
Uno sguardo da dentro nell'Afghanistan di oggi, crocevia di scontri internazionali e di guerre che durano da decenni. Lo sguardo di un giornalista e di un generale di Corpo d'Armata.
L'Ordine dei giornalisti del Trentino-Alto Adige organizza tre diversi incontri a Bolzano, Trento e Rovereto con Valerio Pellizzari, già inviato speciale del Messaggero su diversi fronti di guerra e oggi editorialista de La Stampa, in occasione della presentazione del suo ultimo libro, "In battaglia, quando l'uva è matura. Quarant'anni di Afghanistan", edito da Laterza.
Dialoga con l'autore il generale Franco Angioni, già comandante della "Folgore" e della missione militare italiana in Libano nella Beirut devastata dalla guerra tra il 1982 e il 1984. Presentazione a cura di Fabrizio Franchi, presidente dell'Ordine dei giornalisti del TAA. L'occasione è importante non solo per i colleghi giornalisti, ma per tutti i cittadini che vogliano ascoltare dalla viva voce di due testimoni il racconto di una guerra infinita e del ruolo nello scacchiere mondiale di un Paese strano e affascinante. Testimoni importanti, come Valerio Pellizzari, che ha un curriculum giornalistico di grande levatura: inviato per il Messaggero, è stato corrispondente dai fronti di guerra del Maghreb, in
Iraq, in Afghanistan, in Medioriente. Ha scritto e collaborato anche per "International Herald Tribune", "Libération", "El País", la BBC e Al Jazeera. L'altro personaggio è Franco Angioni, già generale di Corpo d'Armata, che si distinse nella guerra del Libano per un approccio completamente diverso da quello militare, interagendo con la popolazione di Beirut e guadagnandosi una meritata fama.
Gli incontri si terranno giovedì 18 ottobre alle 17.30 presso la Biblioteca comunale di Trento, venerdì 19 alle 17 presso la Libera Università di Bolzano e alle 21 alla Sala conferenze del Mart di Rovereto
L'Ordine dei giornalisti del Trentino-Alto Adige organizza tre diversi incontri a Bolzano, Trento e Rovereto con Valerio Pellizzari, già inviato speciale del Messaggero su diversi fronti di guerra e oggi editorialista de La Stampa, in occasione della presentazione del suo ultimo libro, "In battaglia, quando l'uva è matura. Quarant'anni di Afghanistan", edito da Laterza.
Dialoga con l'autore il generale Franco Angioni, già comandante della "Folgore" e della missione militare italiana in Libano nella Beirut devastata dalla guerra tra il 1982 e il 1984. Presentazione a cura di Fabrizio Franchi, presidente dell'Ordine dei giornalisti del TAA. L'occasione è importante non solo per i colleghi giornalisti, ma per tutti i cittadini che vogliano ascoltare dalla viva voce di due testimoni il racconto di una guerra infinita e del ruolo nello scacchiere mondiale di un Paese strano e affascinante. Testimoni importanti, come Valerio Pellizzari, che ha un curriculum giornalistico di grande levatura: inviato per il Messaggero, è stato corrispondente dai fronti di guerra del Maghreb, in
Iraq, in Afghanistan, in Medioriente. Ha scritto e collaborato anche per "International Herald Tribune", "Libération", "El País", la BBC e Al Jazeera. L'altro personaggio è Franco Angioni, già generale di Corpo d'Armata, che si distinse nella guerra del Libano per un approccio completamente diverso da quello militare, interagendo con la popolazione di Beirut e guadagnandosi una meritata fama.
Gli incontri si terranno giovedì 18 ottobre alle 17.30 presso la Biblioteca comunale di Trento, venerdì 19 alle 17 presso la Libera Università di Bolzano e alle 21 alla Sala conferenze del Mart di Rovereto
venerdì 12 ottobre 2012
Stilton a colori per iPad
Arrivano i primi libri di Geronimo Stilton in formato eBook a colori, in una versione appositamente studiata per iPad. Il primo titolo a uscire sarà "Dov'è sparito Falco Rosso?", tratto dalla collana "Storie da ridere", cuore della produzione libraria di Stilton.
L'uscita è prevista contemporaneamente ai titoli di altre due collane molto amate dai piccoli lettori: "Tenebrosa Tenebrax", con "Il risveglio del Brividosauro" e "I Preistotopi" con "Per mille ossicini, vai col brontosauro".
fonte: Ansa
L'uscita è prevista contemporaneamente ai titoli di altre due collane molto amate dai piccoli lettori: "Tenebrosa Tenebrax", con "Il risveglio del Brividosauro" e "I Preistotopi" con "Per mille ossicini, vai col brontosauro".
fonte: Ansa
giovedì 11 ottobre 2012
Scrive gialli da Venezia, la conosce tutto il mondo. Tranne l'Italia
A esser permalosi ci sarebbe qualche ragione di prendersela. E in effetti, al di là della suscettibilità personale, la mossa - furtiva - di Donna Leon ha un che di sleale, truffaldino, piratesco. Per non dire che assomiglia all’intrusione di un guardone o di una spia. Ma scopriamo il suo gioco. La signora, che è nata nel New Jersey nel 1942 e ha appena compiuto 70 anni lo scorso 28 settembre, vive a Venezia da una trentina d’anni, dal 1981, e da una ventina, dal 1992, scrive gialli.
A oggi sono venti titoli, uno all’anno. Tutti ambientati nella città lagunare, di cui la scrittrice conosce ogni angolo e ogni calle meglio di un gondoliere. Tutti ispirati alla bellezza mozzafiato della capitale sull’acqua, e alla fatale decadenza cui sembrano condannarla le sue fondamenta fradice, l’assalto dei turisti, l’incuria dei cittadini e l’inefficienza delle amministrazioni. Tutti immaginati per proiettare sulla superficie della laguna uno specchio dei costumi - o malcostumi - italiani: mafia, inquinamento, corruzione, parassitismo e malafede dei politici, cupidigia e mancanza di scrupoli dei potenti. Piaghe che sono talmente risapute e sotto gli occhi di tutti da fare l’effetto di luoghi comuni e stereotipi. Donna Leon pretende di mostrarle alla luce del sole mettendo a nudo la società italiana con i suoi noir. O, piuttosto, sbirciandola dal buco della serratura senza farsi notare. La giallista infatti si aggira in incognito, ignorata, mascherata da comune passante nella sua città di elezione.
A Venezia quasi nessuno sa chi sia. Forse giusto i vicini di casa nel palazzo quattrocentesco dove abita, il barista e gli habitué del caffè «Al Cavallo» di Cannaregio, dove si reca quotidianamente come fosse il suo ufficio, i melomani abbonati al teatro La Fenice che frequenta da appassionata di musica barocca. Di certo non la conoscono i librai, né tanto meno i lettori, perché Donna Leon - bestsellerista di fama mondiale, tradotta in una trentina di lingue tra cui il ceco, il finlandese, il cinese – ha imposto al suo editore il divieto categorico di pubblicare i suoi romanzi in italiano...
fonte Alessandra Iadicicco & read more @ La Stampa online
A oggi sono venti titoli, uno all’anno. Tutti ambientati nella città lagunare, di cui la scrittrice conosce ogni angolo e ogni calle meglio di un gondoliere. Tutti ispirati alla bellezza mozzafiato della capitale sull’acqua, e alla fatale decadenza cui sembrano condannarla le sue fondamenta fradice, l’assalto dei turisti, l’incuria dei cittadini e l’inefficienza delle amministrazioni. Tutti immaginati per proiettare sulla superficie della laguna uno specchio dei costumi - o malcostumi - italiani: mafia, inquinamento, corruzione, parassitismo e malafede dei politici, cupidigia e mancanza di scrupoli dei potenti. Piaghe che sono talmente risapute e sotto gli occhi di tutti da fare l’effetto di luoghi comuni e stereotipi. Donna Leon pretende di mostrarle alla luce del sole mettendo a nudo la società italiana con i suoi noir. O, piuttosto, sbirciandola dal buco della serratura senza farsi notare. La giallista infatti si aggira in incognito, ignorata, mascherata da comune passante nella sua città di elezione.
A Venezia quasi nessuno sa chi sia. Forse giusto i vicini di casa nel palazzo quattrocentesco dove abita, il barista e gli habitué del caffè «Al Cavallo» di Cannaregio, dove si reca quotidianamente come fosse il suo ufficio, i melomani abbonati al teatro La Fenice che frequenta da appassionata di musica barocca. Di certo non la conoscono i librai, né tanto meno i lettori, perché Donna Leon - bestsellerista di fama mondiale, tradotta in una trentina di lingue tra cui il ceco, il finlandese, il cinese – ha imposto al suo editore il divieto categorico di pubblicare i suoi romanzi in italiano...
fonte Alessandra Iadicicco & read more @ La Stampa online
Sapore di serenità
E di colpo le nuvole si erano alzate,
come fossero tende da sole
da tempo abbassate.
Si vedeva di nuovo il cielo
non più pozzanghera grigia
ma lago azzurro sospeso.
Lontani ma alla portata di sogni antichi
con finali imprevedibili...
di C.G.
come fossero tende da sole
da tempo abbassate.
Si vedeva di nuovo il cielo
non più pozzanghera grigia
ma lago azzurro sospeso.
Avevo di
nuovo voglia
di spogliarmi e correre
non vedevo l'ora di raggiungere
il limite dei miei polmoni.
di spogliarmi e correre
non vedevo l'ora di raggiungere
il limite dei miei polmoni.
Avevo di
nuovo paura di aver paura
ma per questo assaporavo
il coraggio degli eroi.
ma per questo assaporavo
il coraggio degli eroi.
Non dite
basta per favore,
non fissate traguardi:
saranno sempre più in là.non fissate traguardi:
Lontani ma alla portata di sogni antichi
con finali imprevedibili...
di C.G.
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mercoledì 10 ottobre 2012
Una biblio-pride per l'orgoglio bibliotecario
"Io sono orgoglioso del mio lavoro, sono orgoglioso di appartenere a una categoria di lavoratori che dedicano la loro vita professionale a far sì che tutti abbiano accesso alla conoscenza."
Era il 22 ottobre 2011 e l'AIB lanciava La notte delle biblioteche, un appello pubblico a difesa delle biblioteche italiane minacciate dai tagli ai bilanci e dal disinteresse delle istituzioni. Analoghe proteste erano state avviate in Gran Bretagna e in altri Paesi per le medesime ragioni. "Oggi come un anno fa bisogna riaffermare l’importanza delle biblioteche come servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese, come presìdi di democrazia fondati sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee".
Da mesi i bibliotecari italiani sono in fermento. La situazione generale del settore, come tutti sappiamo, è critica. Le carenze strutturali e organizzative sono evidenti e i bibliotecari non riescono più a far fronte alle necessità per mancanza di fondi e della volontà politica di sostenere questo come altri pilastri su cui si basa l'edificio cultura in Italia.
Ecco perché loro stessi stanno organizzando una giornata di "orgoglio" per una professione fondamentale per la cultura collettiva, che vuole essere anche un grido, un messaggio per tutti i cittadini affinché si ricordi l’importanza del sistema bibliotecario nazionale per la crescita culturale, economica e sociale del nostro Paese. Ma anche un'occasione di festa, per dare modo di scoprire le opportunità che le biblioteche possono offrire.
L'appuntamento con la Biblio-pride è per sabato 13 ottobre in tutte le piazze italiane aderenti all'iniziativa.
fonte: Wuz.it
Era il 22 ottobre 2011 e l'AIB lanciava La notte delle biblioteche, un appello pubblico a difesa delle biblioteche italiane minacciate dai tagli ai bilanci e dal disinteresse delle istituzioni. Analoghe proteste erano state avviate in Gran Bretagna e in altri Paesi per le medesime ragioni. "Oggi come un anno fa bisogna riaffermare l’importanza delle biblioteche come servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese, come presìdi di democrazia fondati sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee".
Da mesi i bibliotecari italiani sono in fermento. La situazione generale del settore, come tutti sappiamo, è critica. Le carenze strutturali e organizzative sono evidenti e i bibliotecari non riescono più a far fronte alle necessità per mancanza di fondi e della volontà politica di sostenere questo come altri pilastri su cui si basa l'edificio cultura in Italia.
Ecco perché loro stessi stanno organizzando una giornata di "orgoglio" per una professione fondamentale per la cultura collettiva, che vuole essere anche un grido, un messaggio per tutti i cittadini affinché si ricordi l’importanza del sistema bibliotecario nazionale per la crescita culturale, economica e sociale del nostro Paese. Ma anche un'occasione di festa, per dare modo di scoprire le opportunità che le biblioteche possono offrire.
L'appuntamento con la Biblio-pride è per sabato 13 ottobre in tutte le piazze italiane aderenti all'iniziativa.
fonte: Wuz.it
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Bibliodelirio
Affittare un libro in
biblioteca è un po’ come chiedere un passaggio. È come su un bus, un sacco di
gente, nel tempo, ha fatto un tratto di strada con quella storia. L’ha anche
pagata, in fondo, con le sue tasse. Così un romanzo, un saggio, un
pamphlet divengono beni pubblici. Se vi piace la lettura “privata” andate invece in
libreria e il libro ve lo comprate, è vostro, un bene privato, come tirare fuori
l’auto dal garage.
Ora, la situazione delle
biblioteche italiane pare essere pessima. Si naviga a vista, mancano i fondi e,
insomma, quella roba lì che tutti sappiamo - son tempi duri - tanto da
spingere i bibliotecari a indire “La
prima giornata nazionale delle biblioteche”, una sorta di
BiblioPride.
Per ragioni sulle quali
sorvolo, da qualche tempo passo parecchio tempo al telefono con vari istituti e
biblioteche in giro per l’Italia. Il risultato di taluni
colloqui è spesso frustrante per chi li anima ma divertente per l’ascoltatore
disinteressato. Ho deciso di riportarne
alcuni. Lo faccio senza alcun
intento polemico; rifuggo quella che Christian Raimo in un recente articolo
a commento della scadente scrittura comica italiana ha definito - manuale
Cencelli delle varie calate regionali -.
Prendete quanto segue come
semplice cronaca. Un piccolo manuale definibile, senza molta originalità,
Bibliodelirio...
fonte & read more @ L'Indice dei libri.it
martedì 9 ottobre 2012
Fotoromanzi: esistono ancora?
In principio era «Grand Hotel», dell’editore Cino del Duca. Punto di riferimento imprescindibile per cominciare a parlare di fotoromanzi in Italia che vedono in questo Io e Calliope dell’artista Ileana Florescu, elliot edizioni, l’ultimo testimone di una gloriosa tradizione.
La figura stessa di Cino del Duca merita qualche riga di approfondimento. La sua carriera nella cultura popolare comincia dove più in basso non si può: piazzista di romanzi popolari. È poi la volta di una piccolissima casa editrice, la Moderna, a cui affiancherà dopo qualche anno una piccola tipografia. Seguiranno i romanzi sentimentali a dispense, i giornalini per ragazzi (come l’ «Intrepido») fino ai fotoromanzi che, con la testata «Grand Hotel», faranno la sua fortuna.
Storie sentimentali semplicissime, rivolte per lo più a un pubblico femminile, di estrazione popolare, costruite su due o tre varianti di una linea narrativa amatissima: lei bella virginale e ingenua, lui ricco potente e temibile; seduzione, ostacoli, redenzione, matrimonio e lieto fine.
Il successo è immediato. I romanzi prima illustrati e poi fotografici entrano in tutte le case degli italiani, alfabetizzano, costruiscono immaginario, accolgono i sogni della piccola borghesia del Belpaese dagli anni ’50 in poi, danno i natali a volti celebri dello spettacolo popolare, creano un’estetica e un costume, un preciso gusto per l’arredamento e per la scenografia. Cambiano persino la geografia dello spettacolo e dell’arte del nostro paese: a Roma, Milano e Torino, si affianca Cinisello Balsamo che a cavallo del boom diventerà la vera capitale del fotoromanzo in Italia...
fonte & read more @ Panorama.it
La figura stessa di Cino del Duca merita qualche riga di approfondimento. La sua carriera nella cultura popolare comincia dove più in basso non si può: piazzista di romanzi popolari. È poi la volta di una piccolissima casa editrice, la Moderna, a cui affiancherà dopo qualche anno una piccola tipografia. Seguiranno i romanzi sentimentali a dispense, i giornalini per ragazzi (come l’ «Intrepido») fino ai fotoromanzi che, con la testata «Grand Hotel», faranno la sua fortuna.
Storie sentimentali semplicissime, rivolte per lo più a un pubblico femminile, di estrazione popolare, costruite su due o tre varianti di una linea narrativa amatissima: lei bella virginale e ingenua, lui ricco potente e temibile; seduzione, ostacoli, redenzione, matrimonio e lieto fine.
Il successo è immediato. I romanzi prima illustrati e poi fotografici entrano in tutte le case degli italiani, alfabetizzano, costruiscono immaginario, accolgono i sogni della piccola borghesia del Belpaese dagli anni ’50 in poi, danno i natali a volti celebri dello spettacolo popolare, creano un’estetica e un costume, un preciso gusto per l’arredamento e per la scenografia. Cambiano persino la geografia dello spettacolo e dell’arte del nostro paese: a Roma, Milano e Torino, si affianca Cinisello Balsamo che a cavallo del boom diventerà la vera capitale del fotoromanzo in Italia...
fonte & read more @ Panorama.it
domenica 7 ottobre 2012
Sceglilibro premia i giovani lettori trentini
Sceglilibro è un progetto creato da un gruppo di 22 biblioteche del Trentino e finalizzato a promuovere la lettura tra i ragazzi delle classi quinte elementari e delle prime medie.
Sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e dalla Provincia autonoma di Trento, il concorso prevede la partecipazione attiva dei ragazzi trentini che, attraverso la lettura di cinque libri proposti dai bibliotecari e una serie di incontri nelle biblioteche, saranno stimolati a scoprire e sviluppare le loro doti di critici e attenti lettori.
Ai giovani partecipanti sarà chiesto di commentare sul sito i libri letti esprimendo per ognuno un voto. Alla fine del concorso si avrà una classifica che determinerà il libro vincitore.
La scelta dei libri per il concorso si basa sui seguenti criteri:
• opere di autori italiani alla prima edizione assoluta;
• libri non "seriali";
• opere stampate nel 2011 e nei primi mesi del 2012;
Info: Sceglilibro.it
Sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e dalla Provincia autonoma di Trento, il concorso prevede la partecipazione attiva dei ragazzi trentini che, attraverso la lettura di cinque libri proposti dai bibliotecari e una serie di incontri nelle biblioteche, saranno stimolati a scoprire e sviluppare le loro doti di critici e attenti lettori.
Ai giovani partecipanti sarà chiesto di commentare sul sito i libri letti esprimendo per ognuno un voto. Alla fine del concorso si avrà una classifica che determinerà il libro vincitore.
La scelta dei libri per il concorso si basa sui seguenti criteri:
• opere di autori italiani alla prima edizione assoluta;
• libri non "seriali";
• opere stampate nel 2011 e nei primi mesi del 2012;
Info: Sceglilibro.it
sabato 6 ottobre 2012
Eva KIotz pubblica il suo primo libro in italiano sul Tirolo
Per la prima volta Eva Klotz ha pubblicato un libro in italiano. In ''Georg Klotz. Una vita per l'unità del Tirolo'' la pasionaria dell'Alto Adige racconta la vita di suo padre, che fu uno dei protagonisti della stagione degli attentati separatisti degli anni Sessanta.
''Il mio intento è quello di raccontare agli italiani un pezzo della storia dell'Alto Adige'', spiega Klotz. ''Quanto viene insegnato ancora oggi in molte scuole italiane è una falsificazione della verità''.
fonte: Ansa
''Il mio intento è quello di raccontare agli italiani un pezzo della storia dell'Alto Adige'', spiega Klotz. ''Quanto viene insegnato ancora oggi in molte scuole italiane è una falsificazione della verità''.
fonte: Ansa
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venerdì 5 ottobre 2012
"E mo' te spiego Roma", esce il nuovo libro di Totti
Esce in questi giorni il libro di Francesco Totti, "E mo' te spiego Roma", pubblicato da Mondadori. Una guida della città vista con gli occhi del giocatore più amato dai tifosi della Roma.
''Niente da fare, quando vengono a Roma, i giocatori stranieri rosicano - scrive il giocatore nel libro - Fateci caso alla prossima partita della Roma contro una squadra europea se non picchiano giù duro: è per colpa della bellezza dei nostri monumenti". E allora ecco che va alla scoperta di angoli e vicoli della capitale per descriverne 'La Roma di oggi, la Roma di ieri, la Roma di Totti'.
"Allora mi sono detto - prosegue Totti - un po' per il famoso fair play della Champions League, un po' per il tifoso che viene in trasferta con la sua squadra, un po' per la voglia di parlare della mia città - che è un po' come se ci potessi passeggiare -, mo' la scrivo io una piccola guida di Roma. Una cosetta semplice, con i luoghi più rappresentativi, i personaggi famosi e qualche curiosità storica. Sperando, alla prossima partita, di avere un calcio negli stinchi in meno e un turista in più.''
fonte: Ansa
''Niente da fare, quando vengono a Roma, i giocatori stranieri rosicano - scrive il giocatore nel libro - Fateci caso alla prossima partita della Roma contro una squadra europea se non picchiano giù duro: è per colpa della bellezza dei nostri monumenti". E allora ecco che va alla scoperta di angoli e vicoli della capitale per descriverne 'La Roma di oggi, la Roma di ieri, la Roma di Totti'.
"Allora mi sono detto - prosegue Totti - un po' per il famoso fair play della Champions League, un po' per il tifoso che viene in trasferta con la sua squadra, un po' per la voglia di parlare della mia città - che è un po' come se ci potessi passeggiare -, mo' la scrivo io una piccola guida di Roma. Una cosetta semplice, con i luoghi più rappresentativi, i personaggi famosi e qualche curiosità storica. Sperando, alla prossima partita, di avere un calcio negli stinchi in meno e un turista in più.''
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giovedì 4 ottobre 2012
Alla Buchmesse di Francoforte, 250 editori italiani
Saranno circa 250 gli editori italiani presenti alla 64/ma edizione della Fiera internazionale del Libro di Francoforte, dal 10 al 14 ottobre.
Nel giorno d'apertura il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Paolo Peluffo inaugurerà il Punto Italia.
Paese ospite d'onore è la Nuova Zelanda e il focus sarà sui media digitali e la letteratura per bambini. Dal rapporto Ufficio Studi Aie risulta che la vendita di diritti italiani all'estero cresce in media del 16% l'anno.
fonte: Ansa
mercoledì 3 ottobre 2012
La mia felice bocca...
La mia felice bocca incontrare vuole nuovamente
le tue labbra che baciandomi benedicono,
le tue dita care voglio tenere
e giocando congiungerle con le mie dita,
saziare il mio assetato sguardo col tuo,
avvolgere il mio capo nei tuoi capelli folti,
con le mie membra giovani e sempre sveglio voglio
rispondere a ogni movimento delle tue membra
e da sempre nuovi fuochi d'amore
mille volte rinnovare la tua bellezza,
finché entrambi appagati e grati
ci troviamo felici sopra ogni dolore,
senza desideri salutiamo il giorno e la notte,
oggi e ieri come fratelli amati
finché andiamo sopra ogni fare e ogni agire
come raggianti in una pace completa.
(H. Hesse)
le tue labbra che baciandomi benedicono,
le tue dita care voglio tenere
e giocando congiungerle con le mie dita,
saziare il mio assetato sguardo col tuo,
avvolgere il mio capo nei tuoi capelli folti,
con le mie membra giovani e sempre sveglio voglio
rispondere a ogni movimento delle tue membra
e da sempre nuovi fuochi d'amore
mille volte rinnovare la tua bellezza,
finché entrambi appagati e grati
ci troviamo felici sopra ogni dolore,
senza desideri salutiamo il giorno e la notte,
oggi e ieri come fratelli amati
finché andiamo sopra ogni fare e ogni agire
come raggianti in una pace completa.
(H. Hesse)
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Ma la matematica è necessaria?
Due settimane fa, l’inserto domenicale del New York Times ha
pubblicato un articolo intitolato "L’algebra è necessaria?" A porsi la
domanda non era ovviamente un matematico, o uno scienziato. Bensì, un
politologo, preoccupato del fatto che ormai nelle scuole statunitensi la
matematica sia diventata un ostacolo obbligatorio, che devono superare tutti
coloro che poi vorranno iscriversi a qualunque tipo di corso di laurea
all’università, scientifico o umanistico che sia.
“Pure i poeti o i filosofi devono studiare la matematica alle superiori”, si scandalizzava il povero politologo! E il suo argomento era che è giusto far sudare sulle equazioni o i polinomi gli studenti che se lo meritano, perché vogliono diventare ingegneri o fisici. Ma perché mai torturare gli altri, così sensibili, che vogliono invece scrivere versi o dedicarsi alla metafisica? Da noi, queste cose le dicevano Croce e Gentile un secolo fa, e il bel risultato che si ottiene a non far studiare la matematica agli umanisti lo si vede anzitutto dalle loro opere filosofiche, appunto.
Più in generale, non è certamente un caso che la filosofia analitica, che monopolizza il mondo anglosassone, sia così diversa da quella continentale, che domina nella vecchia Europa. Lo standard di rigore adottato dalla prima è infatti contrapposto allo stile letterario della seconda, e la matematica insegna anzitutto proprio quello standard. Questo è il primo motivo per studiarla: perché chi viene forgiato da una logica ferrea, nella quale un solo segno sbagliato può provocare disastri irreparabili, non si accontenterà più dei non sequitur di Heidegger o di Ratzinger, e rimarrà felicemente sordo alle sirene della metafisica filosofica o teologica.
Naturalmente, la ragione ha una sua bellezza. Dunque, il secondo motivo per studiare la matematica è educare l’occhio o l’orecchio della mente, per essere in grado di vederla o sentirla, questa bellezza. In fondo, nessuno si chiede perché si creano e si fruiscono l’arte o la musica: semplicemente, sono espressioni dello spirito umano, che soddisfano ed elevano chi le intende. Ma pochi sanno che c’è tanta bellezza nei progetti di Fidia, nelle fughe di Bach o nei quadri di Kandinsky, quanta ce n’è nei teoremi di Pitagora, di Newton e di Hilbert...
fonte & read more @ La Repubblica.it
“Pure i poeti o i filosofi devono studiare la matematica alle superiori”, si scandalizzava il povero politologo! E il suo argomento era che è giusto far sudare sulle equazioni o i polinomi gli studenti che se lo meritano, perché vogliono diventare ingegneri o fisici. Ma perché mai torturare gli altri, così sensibili, che vogliono invece scrivere versi o dedicarsi alla metafisica? Da noi, queste cose le dicevano Croce e Gentile un secolo fa, e il bel risultato che si ottiene a non far studiare la matematica agli umanisti lo si vede anzitutto dalle loro opere filosofiche, appunto.
Più in generale, non è certamente un caso che la filosofia analitica, che monopolizza il mondo anglosassone, sia così diversa da quella continentale, che domina nella vecchia Europa. Lo standard di rigore adottato dalla prima è infatti contrapposto allo stile letterario della seconda, e la matematica insegna anzitutto proprio quello standard. Questo è il primo motivo per studiarla: perché chi viene forgiato da una logica ferrea, nella quale un solo segno sbagliato può provocare disastri irreparabili, non si accontenterà più dei non sequitur di Heidegger o di Ratzinger, e rimarrà felicemente sordo alle sirene della metafisica filosofica o teologica.
Naturalmente, la ragione ha una sua bellezza. Dunque, il secondo motivo per studiare la matematica è educare l’occhio o l’orecchio della mente, per essere in grado di vederla o sentirla, questa bellezza. In fondo, nessuno si chiede perché si creano e si fruiscono l’arte o la musica: semplicemente, sono espressioni dello spirito umano, che soddisfano ed elevano chi le intende. Ma pochi sanno che c’è tanta bellezza nei progetti di Fidia, nelle fughe di Bach o nei quadri di Kandinsky, quanta ce n’è nei teoremi di Pitagora, di Newton e di Hilbert...
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Grazie a Dio ho le corna... ed è gay
I veri uomini esistono, e sono gay. Parola di Rosita
Celentano, che in questa seconda puntata della sua "educazione sentimentale" -
iniziata con "Grazie a Dio ho le corna" - racconta che non c'è storia: chi si
trova, per natura o per scelta, ad amare una persona del suo stesso sesso ha
capito tutto della vita, delle relazioni e specialmente del valore profondo
dell'amicizia.
Partendo come sempre dalla propria esperienza, in "Grazie a Dio è gay" Rosita Celentano parla prima di tutto di esseri umani, fatti di intelligenza e sentimenti; parla del rapporto che la lega ai suoi amici gay, della ricchezza e della sincerità che lo caratterizzano; e si scaglia contro l'omofobia e il pregiudizio, sostenendo il diritto di ciascuno di vivere liberamente la sessualità senza subire discriminazioni, repressioni e violenze di alcun tipo.
Il maschile e il femminile sono qualità intrinseche della personalità di ognuno di noi, e il rispetto di sé e degli altri comincia proprio nel riconoscere questa doppia natura. E allora, per essere davvero uomini, basta accogliere quel pizzico di femminile che ogni vero maschio si porta dentro: farà bene a loro e renderà felice qualunque donna eterosessuale.
Partendo come sempre dalla propria esperienza, in "Grazie a Dio è gay" Rosita Celentano parla prima di tutto di esseri umani, fatti di intelligenza e sentimenti; parla del rapporto che la lega ai suoi amici gay, della ricchezza e della sincerità che lo caratterizzano; e si scaglia contro l'omofobia e il pregiudizio, sostenendo il diritto di ciascuno di vivere liberamente la sessualità senza subire discriminazioni, repressioni e violenze di alcun tipo.
Il maschile e il femminile sono qualità intrinseche della personalità di ognuno di noi, e il rispetto di sé e degli altri comincia proprio nel riconoscere questa doppia natura. E allora, per essere davvero uomini, basta accogliere quel pizzico di femminile che ogni vero maschio si porta dentro: farà bene a loro e renderà felice qualunque donna eterosessuale.
martedì 2 ottobre 2012
"Tuttestorie": il festival sardo per lettori di ogni età
In Sardegna, in occasione della VII edizione del Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi, dal 4 al 10 ottobre si susseguiranno sette giorni di incontri, laboratori e spettacoli, mostre, giochi, narrazioni e progetti speciali. Sarà lo scrittore israeliano David Grossman a presiedere la manifestazione, che con il 2012 arricchisce la sua rete: dagli otto comuni sede di festival nel 2011, si passa a quattordici, distribuiti tra le province di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Oristano, Nuoro e Sassari.
Il festival, organizzato dalle libraie di Tuttestorie Cristina Fiori, Manuela Fiori e Claudia Urgu, in collaborazione con Bruno Tognolini, Vittoria Negro e i bibliotecari delle città coinvolte, partirà con l’anteprima del 3 ottobre in compagnia di Paolo Fresu, che al Centro Culturale ExMà di Cagliari presenterà il libro “In Sardegna. Un viaggio musicale”. Seguiranno incontri ed eventi che vedranno coinvolti circa 70 ospiti italiani e stranieri, fra scrittori, illustratori, esperti di letteratura per l’infanzia, musicisti, teatranti, giornalisti, performer, per oltre 300 appuntamenti rivolti ad un pubblico di bambini e ragazzi dai 0 ai 18 anni e lettori di ogni età.
In linea con il tema di questa edizione, tutti i luoghi del festival custodiranno le rivelazioni di bambini e adulti su ciò che non si capisce del mondo, di se stessi e degli altri. Il pubblico è invitato a portare le proprie “tontologie” su striscioline di carta. L’Ufficio Poetico Comprensivo le sceglierà, raccoglierà ed esporrà come veridici responsi oracolari. In sintonia con i progetti “Nati per Leggere” e “Nati per la Musica” si arricchisce poi la proposta destinata alla prima infanzia, con presentazioni di libri, spettacoli e performances in compagnia di musicisti – come Paolo Fresu e Carlo Biglioli (Skizzo), autore delle canzoni raccolte nel libro “Pinocchio. Canzoni con il naso lungo”, presentate al festival – e scrittori – tra cui Bruno Tognolini e Stefano Bordiglioni. Si terranno inoltre laboratori artistici e letture destinati ai piccolissimi...
fonte & read more @ Libreriamo.it
Il festival, organizzato dalle libraie di Tuttestorie Cristina Fiori, Manuela Fiori e Claudia Urgu, in collaborazione con Bruno Tognolini, Vittoria Negro e i bibliotecari delle città coinvolte, partirà con l’anteprima del 3 ottobre in compagnia di Paolo Fresu, che al Centro Culturale ExMà di Cagliari presenterà il libro “In Sardegna. Un viaggio musicale”. Seguiranno incontri ed eventi che vedranno coinvolti circa 70 ospiti italiani e stranieri, fra scrittori, illustratori, esperti di letteratura per l’infanzia, musicisti, teatranti, giornalisti, performer, per oltre 300 appuntamenti rivolti ad un pubblico di bambini e ragazzi dai 0 ai 18 anni e lettori di ogni età.
In linea con il tema di questa edizione, tutti i luoghi del festival custodiranno le rivelazioni di bambini e adulti su ciò che non si capisce del mondo, di se stessi e degli altri. Il pubblico è invitato a portare le proprie “tontologie” su striscioline di carta. L’Ufficio Poetico Comprensivo le sceglierà, raccoglierà ed esporrà come veridici responsi oracolari. In sintonia con i progetti “Nati per Leggere” e “Nati per la Musica” si arricchisce poi la proposta destinata alla prima infanzia, con presentazioni di libri, spettacoli e performances in compagnia di musicisti – come Paolo Fresu e Carlo Biglioli (Skizzo), autore delle canzoni raccolte nel libro “Pinocchio. Canzoni con il naso lungo”, presentate al festival – e scrittori – tra cui Bruno Tognolini e Stefano Bordiglioni. Si terranno inoltre laboratori artistici e letture destinati ai piccolissimi...
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lunedì 1 ottobre 2012
La bellezza delle brutte
"Una donna brutta non ha a disposizione nessun punto di vista superiore da cui poter raccontare la propria storia. Non c'è prospettiva d'insieme. Non c'è oggettività. La si racconta dall'angolo in cui la vita ci ha strette, attraverso la fessura che la paura e la vergogna ci lasciano aperta giusto per respirare, giusto per non morire..."
"La vita accanto" è la storia di una donna abituata a esistere sempre in punta di piedi, sul ciglio estremo del mondo. Con la leggerezza e la ferocia di una favola, Mariapia Veladiano (Premio Calvino 2010) racconta la crudeltà della natura, la fragilità che può diventare odio, la potenza della passione e del talento.
Rebecca è nata irreparabilmente brutta. Sua madre l'ha rifiutata dopo il parto, suo padre è un inetto. A prendersi cura di lei, la zia Erminia, il cui affetto però nasconde qualcosa di terribile, e la tata Maddalena, affettuosa e piangente. Ma Rebecca ha mani bellissime e talento per il piano. Grazie all'anziana signora De Lellis, Rebecca recupera un rapporto con la complessa figura della madre, scoprendo i meccanismi perversi della sua famiglia. E nella musica trova un suo modo singolare di riscatto, una vita forse possibile. La Veladiano racconta senza sconti l'ipocrisia, l'intolleranza, la crudeltà della natura, la prevaricazione degli uomini sulle donne, l'incapacità di accettare e di accettarsi, la potenza delle passioni e del talento.
Lo si potrebbe definire il romanzo delle apparenze, in cui nulla è ciò che sembra; dietro le lacrime di una donna apparentemente fragile si nasconde una grande forza e generosità; dietro il silenzio ostile ed ostinato di una madre si cela un amore inespresso ed affidato alle pagine di un diario segreto; l'apparente affidabilità, premura e generosità di un uomo maschera un'incapacità ad amare la persona che più avrebbe bisogno di considerazione ed attenzione.
Un libro forte eppure aggraziato, colto eppure scorrevole. Si legge tutto d'un fiato e lo si ama sin dalla prima riga.
"La vita accanto" è la storia di una donna abituata a esistere sempre in punta di piedi, sul ciglio estremo del mondo. Con la leggerezza e la ferocia di una favola, Mariapia Veladiano (Premio Calvino 2010) racconta la crudeltà della natura, la fragilità che può diventare odio, la potenza della passione e del talento.
Rebecca è nata irreparabilmente brutta. Sua madre l'ha rifiutata dopo il parto, suo padre è un inetto. A prendersi cura di lei, la zia Erminia, il cui affetto però nasconde qualcosa di terribile, e la tata Maddalena, affettuosa e piangente. Ma Rebecca ha mani bellissime e talento per il piano. Grazie all'anziana signora De Lellis, Rebecca recupera un rapporto con la complessa figura della madre, scoprendo i meccanismi perversi della sua famiglia. E nella musica trova un suo modo singolare di riscatto, una vita forse possibile. La Veladiano racconta senza sconti l'ipocrisia, l'intolleranza, la crudeltà della natura, la prevaricazione degli uomini sulle donne, l'incapacità di accettare e di accettarsi, la potenza delle passioni e del talento.
Lo si potrebbe definire il romanzo delle apparenze, in cui nulla è ciò che sembra; dietro le lacrime di una donna apparentemente fragile si nasconde una grande forza e generosità; dietro il silenzio ostile ed ostinato di una madre si cela un amore inespresso ed affidato alle pagine di un diario segreto; l'apparente affidabilità, premura e generosità di un uomo maschera un'incapacità ad amare la persona che più avrebbe bisogno di considerazione ed attenzione.
Un libro forte eppure aggraziato, colto eppure scorrevole. Si legge tutto d'un fiato e lo si ama sin dalla prima riga.
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I numeri delle parole
Quante sono le parole della lingua italiana?
Il dizionario di Salvatore Battaglia registra, nei suoi ventuno volumi, un po'
più di 180mila parole. Il dizionario di Tullio De Mauro ne
attesta, in sette volumi, oltre 260mila. I dizionari in un solo volume ne
contengono circa 100mila.
Una persona di grandi conoscenze e di grande memoria riconosce 60mila parole, ma riconoscerle non significa usarle. Un giovane con istruzione medio-superiore riconosce circa 20mila parole, ma ne usa assai meno. Persone di istruzione al massimo medio-superiore (cioè due terzi della popolazione italiana) comprendono 10mila termini e quelle che hanno un livello medio-elementare arrivano soltanto a 7mila. Questo è ciò che viene chiamato il "vocabolario di base": un nucleo del quale, il "vocabolario fondamentale", di 2mila parole, è conosciuto ed usato da chiunque parli italiano.
Sono il 44% gli italiani che in famiglia parlano italiano o prevalentemente italiano: il 32% quelli che parlano alternativamente italiano e dialetto, il 19% quelli che usano prevalentemente il dialetto, il 5% quelli che parlano esclusivamente dialetto.
Una persona di grandi conoscenze e di grande memoria riconosce 60mila parole, ma riconoscerle non significa usarle. Un giovane con istruzione medio-superiore riconosce circa 20mila parole, ma ne usa assai meno. Persone di istruzione al massimo medio-superiore (cioè due terzi della popolazione italiana) comprendono 10mila termini e quelle che hanno un livello medio-elementare arrivano soltanto a 7mila. Questo è ciò che viene chiamato il "vocabolario di base": un nucleo del quale, il "vocabolario fondamentale", di 2mila parole, è conosciuto ed usato da chiunque parli italiano.
Sono il 44% gli italiani che in famiglia parlano italiano o prevalentemente italiano: il 32% quelli che parlano alternativamente italiano e dialetto, il 19% quelli che usano prevalentemente il dialetto, il 5% quelli che parlano esclusivamente dialetto.
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