
Quali sono state le sue sensazioni nel vedersi assegnare il Premio Andersen 2012 come miglior autrice? Se l’aspettava o è stata un’emozione inattesa?
È stata davvero una sorpresa e un importante motivo di orgoglio: è un premio prestigioso, per la storia della rivista e delle persone che l'hanno creato. Ma devo dire che il Premio Andersen rappresenta per me anche un grande riconoscimento da condividere: non solo con gli editori e gli illustratori che mi hanno permesso di fare dei bei libri, ma anche con tutte le scuole e le biblioteche che in questi anni hanno ospitato i miei incontri con i bambini e la poesia.
Perché ha scelto di scrivere per l’infanzia?
L'attività di scrittura è nata dalla lettura. Quando ho cominciato a scrivere, già da alcuni anni conducevo laboratori di poesia nelle scuole e nelle biblioteche. Erano laboratori rivolti ai bambini, dove si giocava con la lettura ad alta voce di poesie di autori italiani e stranieri. Da questa familiarità con i bambini, da questa frequenza quotidiana e divertita, sono nate le prime poesie. Era ovvio che fossero rivolte a loro, perché erano in quel momento i miei interlocutori principali in terra di poesia. Ed erano interlocutori curiosi, interessati e interessanti...
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