giovedì 16 agosto 2012

La fine migliore dei cari, vecchi libri...

Ci sono libri e libri. E su questo non piove. Ma ci sono anche quei libri che hanno decretato (o meno) la nostra crescita, che hanno segnato la nostra formazione e che, come ricompensa, nel migliore dei casi hanno ricevuto il benservito e sono stati lasciati a se stessi, abbandonati in qualche scatolone in soffitta. O, al limite, sono finiti su una bancarella dell'usato. La sorte peggiore è sicuramente toccata a quelli che - sigh - invece sono stati gettati nella spazzatura o che sono diventati combustibile per il camino. Ma non voglio nemmeno pensarci.

Sto parlando dei cari, vecchi, consumati libri di scuola, quelli che hanno sofferto assieme a noi durante i lunghi pomeriggi invernali, sfogliati frettolosamente poco prima di un'interrogazione, scribacchiati in ogni angolo, pieni di "orecchie" e - diciamocela tutta - tenuti poco bene, come se fossero stati il nostro personale woodoo contro quel professore che tanto ci faceva patire. Sì, sto parlando di quei libri che - volenti o nolenti - ci hanno accompagnato durante gli anni della scuola, soprattutto quella superiore, pesando sulle spalle (e sullo stomaco, nel caso di materie indigeste), fino all'ultimo giorno. Quello dell'esame.

Non so voi quale destino abbiate riservato ai vostri compagni di banco, di cartella e di interrogazioni; io - ai miei - credo d'aver donato la fine migliore. Se non a tutti, di sicuro ad alcuni in particolare. Sono finiti, certo, in soffitta, in uno scatolone che ogni anno si riempie sempre più di polvere; ma alcuni - quattro - li tengo ancora sulla libreria, assieme a tutti gli altri tomi di saggistica.

Si tratta di libri cui sono legata in modo particolare, per due motivi precisi e diversi: i primi due sono i miei vecchi testi di italiano - "Società, arte e letteratura dell'Ottocento e del Novecento", il titolo - che consulto volentieri anche oggi per cercare spunti di lettura, trame di libri, tracce di poesia classica. Gli altri due sono invece i più logori, quelli sui quali ci ho passato più ore in assoluto: "La storia dell'arte nel corso dei secoli", due volumi praticamente distrutti, tenuti assieme con chili di nastro adesivo, ma per me preziosissimi non solo per il contenuto - un viaggio nella storia dell'arte, appunto, nel corso dei secoli passati - ma anche e soprattutto per le annotazioni che, tanto io quanto le mie compagne di classe, facevamo in ogni angolo libero.

Anche solo sfogliare queste pagine per me equivale ad un tuffo negli anni dell'adolescenza, ad un ritorno sui banchi, tra le risate, le preoccupazioni, i timori, le rabbie di quel periodo. Un bel viaggio nel passato che, grazie a quei testi scolastici, posso tornare a fare ogni volta che voglio. E loro, i miei cari, vecchi libri di scuola, non mi deludono mai. Anzi, tornano ogni volta non solo a farmi sorridere, magari con una punta di nostalgia, ma sorpattutto a regalarmi informazioni, notizie, spunti di lettura, curiosità, cultura. Il sapere.

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