Non posso amarti
come vorrei.
Troppo forte
il desiderio
di abbracciare
la tua anima.
E di tenerla tra le mani,
come si fa
quando nel buio
anche un cerino
basta per guardare.
Non posso baciarti
perché ho l’alito
bruciato
da troppe sigarette
fumate
mentre ti aspettavo.
E tu non arrivavi.
Non c'eri.
Non posso
far l’amore con te,
perché vorrei
quel calore speciale
quella complicità
i tuoi occhi su di me
anche
dopo la morte.
Che è già qui,
dentro la mia anima.
by C.G.
... dalla Divina Commedia ad Harry Potter, passando per Gutenberg, gli e-books, i social-media, la grammatica italiana e le recensioni, la poesia e i classici, la letteratura per i bambini di ieri, oggi e domani, la fotografia e l'arte, le nuove forme di comunicazione... e giù giù fino all'editoria, alle biblioteche, agli incipit, agli appuntamenti letterari, alle mostre, alle novità, agli esordienti. Per i quali - non lo nego - ho un debole...
venerdì 20 dicembre 2013
martedì 17 dicembre 2013
Senza rancore...
Lacrime dalle palpebre,
dolori dei dolenti,
dolori che non contano
e lacrime incolori.
Non chiede nulla, lui, non è insensibile,
triste nella prigione e triste quand’è libero.
È un tempo tetro,
è una notte nera
da non mandare in giro neanche un cieco.
I forti siedono, il potere è in pugno ai deboli,
e in piedi è il re, vicino alla regina assisa.
Sorrisi e sospiri,
insulti imputridiscono nella bocca dei muti
e negli occhi dei vili.
Non toccare nulla!
Qui brucia, là arde;
codeste mani son per le tasche e le fronti.
Un’ombra…
Tutta la sciagura del mondo
e il mio amore addosso
come una bestia nuda.
(Paul Eluard)
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sabato 14 dicembre 2013
Lettera di Abramo Lincoln all'insegnante di suo figlio - 1830
“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola:
per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’
e desidero che sia trattato con delicatezza.
È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti,
un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore.
Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.
Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano
e di insegnargli le cose che dovrà conoscere.
Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può.
Gli insegni che, per ogni nemico c’è un amico.
Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti,
che non tutti gli uomini sono sinceri.
Gli faccia però anche comprendere che, per ogni farabutto c’è un eroe,
che per ogni politico disonesto, c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato;
a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare.
Gli faccia imparare a perdere con eleganza
e, quando vince, a godersi la vittoria.
Gli insegni a esser garbato con le persone garbate
e duro con le persone dure.
Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere.
Lo conduca lontano, se può, dall’invidia,
e gli insegni il segreto della pacifica risata.
Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste,
a comprendere che non c’è vergogna nel pianto,
e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo.
Gli insegni a farsi beffe dei cinici.
Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi,
ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo,
delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia.
Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno.
Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità
e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.
Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente,
ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima.
Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente
e la pazienza di essere coraggioso.
Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.
Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare.
È un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio.”
per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’
e desidero che sia trattato con delicatezza.
È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti,
un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore.
Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.
Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano
e di insegnargli le cose che dovrà conoscere.
Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può.
Gli insegni che, per ogni nemico c’è un amico.
Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti,
che non tutti gli uomini sono sinceri.
Gli faccia però anche comprendere che, per ogni farabutto c’è un eroe,
che per ogni politico disonesto, c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato;
a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare.
Gli faccia imparare a perdere con eleganza
e, quando vince, a godersi la vittoria.
Gli insegni a esser garbato con le persone garbate
e duro con le persone dure.
Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere.
Lo conduca lontano, se può, dall’invidia,
e gli insegni il segreto della pacifica risata.
Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste,
a comprendere che non c’è vergogna nel pianto,
e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo.
Gli insegni a farsi beffe dei cinici.
Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi,
ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo,
delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia.
Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno.
Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità
e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.
Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente,
ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima.
Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente
e la pazienza di essere coraggioso.
Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.
Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare.
È un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio.”
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lunedì 9 dicembre 2013
Curarsi con i libri
Dallo stress al mal d'amore, c'è un rimedio letterario per ogni problema. I
libri curano tutto? Pare proprio di sì. Si può curare il cuore spezzato con
Emily Brontë e il mal d’amore con Fenoglio, l’arroganza con Jane Austen e il mal
di testa con Hemingway, l’impotenza con Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati, i
reumatismi con il Marcovaldo di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un
massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la
solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito. Questo
suggeriscono le ricette di un libro di medicina molto speciale, un vero e
proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di
carta e inchiostro, ideato e scritto da due argute e coltissime autrici inglesi
e adattato per l’Italia da Fabio Stassi, autore de L’ultimo ballo di Charlot.
Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l’anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.
fonte: AdnKronos
Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l’anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.
fonte: AdnKronos
mercoledì 4 dicembre 2013
Libri: viaggi nel tempo e nello spazio
"... Quando ci mettiamo davanti a un libro con un po' di tempo di fronte viviamo qualcosa di diverso. Solo i romanzi ci possono regalare un sogno, la possibilità di metterci nelle scarpe dei protagonisti e vivere storie meravigliosamente diverse dalle nostre. Con i libri possiamo viaggiare nel tempo e nello spazio e vedere il mondo attraverso gli occhi di qualcun altro, vivere una vita diversa.
Le storie ci fanno comprendere il mondo, possono essere più potenti di qualsiasi tecnologia, le impastiamo con la nostra esperienza nella nostra mente e anche se le ha scritte un altro diventano nostre..."
di Stefano Mauri - GeMS
Le storie ci fanno comprendere il mondo, possono essere più potenti di qualsiasi tecnologia, le impastiamo con la nostra esperienza nella nostra mente e anche se le ha scritte un altro diventano nostre..."
di Stefano Mauri - GeMS
domenica 1 dicembre 2013
"A occhi aperti": un viaggio nelle fotografie della Storia di M. Calabresi
"Ci sono pezzi di storia, che esistono solo perché c'è una fotografia che li racconta".
Mario Calabresi, direttore de La Stampa, negli ultimi anni ha raccolto una serie di interviste ai più grandi fotografi della scena internazionale. Il risultato dei suoi incontri è "A occhi aperti", un tuffo nella storia attraverso le immagini e le parole di grandi testimoni che hanno immortalato e vissuto alcuni dei momenti più intensi e drammatici del nostro passato, un libro in grado di restituire le emozioni dei protagonisti. Paul Fusco, Josef Koudelka, Steve McCurry, Don McCullin, Elliott Erwitt, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado raccontano infatti i momenti in cui la Storia si è fermata in una foto. In una loro foto.
Nel suo libro Calabresi - in dialogo con Domenico Quirico - porta il lettore in un viaggio nel tempo, offrendogli contemporaneamente una prospettiva incredibilmente privilegiata, vista dagli occhi di fotoreporter che hanno creato la memoria comune.
"Questo non è un libro sulla fotografia ma sul giornalismo, sull’essenza del giornalismo: andare a vedere, capire e testimoniare".
Mario Calabresi, direttore de La Stampa, negli ultimi anni ha raccolto una serie di interviste ai più grandi fotografi della scena internazionale. Il risultato dei suoi incontri è "A occhi aperti", un tuffo nella storia attraverso le immagini e le parole di grandi testimoni che hanno immortalato e vissuto alcuni dei momenti più intensi e drammatici del nostro passato, un libro in grado di restituire le emozioni dei protagonisti. Paul Fusco, Josef Koudelka, Steve McCurry, Don McCullin, Elliott Erwitt, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado raccontano infatti i momenti in cui la Storia si è fermata in una foto. In una loro foto.
Nel suo libro Calabresi - in dialogo con Domenico Quirico - porta il lettore in un viaggio nel tempo, offrendogli contemporaneamente una prospettiva incredibilmente privilegiata, vista dagli occhi di fotoreporter che hanno creato la memoria comune.
"Questo non è un libro sulla fotografia ma sul giornalismo, sull’essenza del giornalismo: andare a vedere, capire e testimoniare".
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venerdì 29 novembre 2013
"Argento vivo" di M. Malvaldi
Dunque, iniziamo dalla terza di copertina.
C'è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino sparisce anche il computer in cui è salvato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editrice e incautamente non conservato in altro modo. Da questo momento il racconto comincia a scivolare come argento vivo sul piano accidentato della sua avventura, e si insinua, imprendibile e vivificante come il metallo liquido degli alchimisti, nel tran tran quotidiano dei tanti e diversi protagonisti. Ognuno dei quali sarebbe per sorte lontanissimo dagli altri, ma si trova suo malgrado coinvolto...
Grande varietà di personaggi che come gocce di mercurio liquido si incontrano-scontrano-separano-incrociano, con i loro pezzi di quotidianità: è questo che mette in campo Marco Malvaldi nel suo "Argento vivo", e che fa muovere intorno alle eventualità aperte dallo svolgersi dell'inchiesta di Polizia, su cui a loro volta gli individui incidono inconsapevoli con le scelte che fanno, creando una commedia dai toni gialli sugli incroci del destino.
E' ogni volta un piacere leggere Malvaldi, ironico e dissacrante come sempre con il suo linguaggio frizzante e fluido, anche se - devo ammettere - in "Argento vivo" c'è la sensazione che manchi qualcosa, forse un guizzo di originalità, o un finale (che in realtà sono più di uno) meno scontato.
Lo consiglio tuttavia a chi vuol godersi i frutti sorprendenti di azioni, reazioni e interazioni umane, a chi vuol bersi senza tante pretese un giallo brillante, dai dialoghi effervescenti e dalle limpide - anche se a volte un po' forzate - vicissitudini.
C'è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino sparisce anche il computer in cui è salvato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editrice e incautamente non conservato in altro modo. Da questo momento il racconto comincia a scivolare come argento vivo sul piano accidentato della sua avventura, e si insinua, imprendibile e vivificante come il metallo liquido degli alchimisti, nel tran tran quotidiano dei tanti e diversi protagonisti. Ognuno dei quali sarebbe per sorte lontanissimo dagli altri, ma si trova suo malgrado coinvolto...
Grande varietà di personaggi che come gocce di mercurio liquido si incontrano-scontrano-separano-incrociano, con i loro pezzi di quotidianità: è questo che mette in campo Marco Malvaldi nel suo "Argento vivo", e che fa muovere intorno alle eventualità aperte dallo svolgersi dell'inchiesta di Polizia, su cui a loro volta gli individui incidono inconsapevoli con le scelte che fanno, creando una commedia dai toni gialli sugli incroci del destino.
E' ogni volta un piacere leggere Malvaldi, ironico e dissacrante come sempre con il suo linguaggio frizzante e fluido, anche se - devo ammettere - in "Argento vivo" c'è la sensazione che manchi qualcosa, forse un guizzo di originalità, o un finale (che in realtà sono più di uno) meno scontato.
Lo consiglio tuttavia a chi vuol godersi i frutti sorprendenti di azioni, reazioni e interazioni umane, a chi vuol bersi senza tante pretese un giallo brillante, dai dialoghi effervescenti e dalle limpide - anche se a volte un po' forzate - vicissitudini.
mercoledì 27 novembre 2013
"Pagine del Garda" 2013: bilancio molto positivo
Si è svolta dal 7 al 24 novembre la 21ª edizione di «Pagine del Garda», la rassegna dell’editoria gardesana che nel salone delle feste del Casinò municipale di Arco (TN) ha proposto oltre duemila titoli per 120 editori trentini e delle vicine province di Brescia e Verona: un'opportunità unica per conoscere le pubblicazioni (anche di nicchia) dedicate al territorio che ha nel lago di Garda il proprio elemento d'identità, della quale hanno approfittato più di tremila visitatori.
Come sempre, la settimana di mostra al Casinò è stata preceduta da una settimana di presentazioni librarie, in vari luoghi di Arco e di Riva del Garda, e affiancata da un cartellone di appuntamenti di sicuro interesse. La mostra del libro nel salone delle feste del Casinò di Arco ha visto un incremento di presenze (considerato anche che mancava quest’anno la tradizionale mostra di approfondimento al piano superiore): rispetto agli anni precedenti, inoltre, si è notata una tendenza più spiccata dei visitatori a tornare in rassegna più volte, presumibilmente per consultare con il tempo necessario la corposa esposizione. Picco di presenze, come prassi, nelle due domeniche (il 17 e il 24 novembre), in cui il salone delle feste per gran parte della giornata si è presentato stracolmo di visitatori. Per quanto riguarda le vendite (a cura dell’associazione «Il Sommolago») si conferma più o meno il volume complessivo di attività dell'anno scorso, che è stato un anno soddisfacente. Da notare quindi che l'aumento di visitatori rispetto all'anno precedente non ha portato con sé anche un incremento delle vendite; d’altronde in una congiuntura economica come l'attuale, aver confermato il dato del 2012 è valutato come un risultato molto positivo.
Da segnalare che tutti e tredici gli appuntamenti proposti hanno avuto un notevole successo, compresi quelli infrasettimanali; tra tutti spiccano i veri e propri eventi popolari che sono stati la presentazione del volume «La fabbrica della Collegiata» (ed. Comune di Arco e Il Sommolago, 2013), giovedì 7 novembre all’oratorio San Gabriele ad Arco, con 200 presenze; del docufilm «Fra’ Silvio Bottes modellatore di fede», domenica 10 novembre a Palazzo dei Panni ad Arco, con 130 spettatori; e del volume «Storie di Velo» (ed. associazione Monte Velo, 2013), giovedì 21 novembre al Casinò municipale di Arco, con un centinaio di presenti. Buon riscontro anche alle presentazioni dei libri «Arco nel romanzo mai scritto di Vasco Pratolini» (ed. Il Sommolago, MAG, Grafica 5, 2013), sabato 16 novembre; «Gustav Klimt a Malcesine» (ed. Il Sommolago, 2013), domenica 17 novembre, e «I Canzonieri di Giacomo Floriani» (riedizione a cura della biblioteca civica di Riva del Garda), domenica 24 novembre, tutti e tre con circa un’ottantina di presenze. «Pagine del Garda» è organizzata dall'associazione culturale «Il Sommolago» con il sostegno di Alto Garda Cultura, il Servizio di Attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva
Come sempre, la settimana di mostra al Casinò è stata preceduta da una settimana di presentazioni librarie, in vari luoghi di Arco e di Riva del Garda, e affiancata da un cartellone di appuntamenti di sicuro interesse. La mostra del libro nel salone delle feste del Casinò di Arco ha visto un incremento di presenze (considerato anche che mancava quest’anno la tradizionale mostra di approfondimento al piano superiore): rispetto agli anni precedenti, inoltre, si è notata una tendenza più spiccata dei visitatori a tornare in rassegna più volte, presumibilmente per consultare con il tempo necessario la corposa esposizione. Picco di presenze, come prassi, nelle due domeniche (il 17 e il 24 novembre), in cui il salone delle feste per gran parte della giornata si è presentato stracolmo di visitatori. Per quanto riguarda le vendite (a cura dell’associazione «Il Sommolago») si conferma più o meno il volume complessivo di attività dell'anno scorso, che è stato un anno soddisfacente. Da notare quindi che l'aumento di visitatori rispetto all'anno precedente non ha portato con sé anche un incremento delle vendite; d’altronde in una congiuntura economica come l'attuale, aver confermato il dato del 2012 è valutato come un risultato molto positivo.
Da segnalare che tutti e tredici gli appuntamenti proposti hanno avuto un notevole successo, compresi quelli infrasettimanali; tra tutti spiccano i veri e propri eventi popolari che sono stati la presentazione del volume «La fabbrica della Collegiata» (ed. Comune di Arco e Il Sommolago, 2013), giovedì 7 novembre all’oratorio San Gabriele ad Arco, con 200 presenze; del docufilm «Fra’ Silvio Bottes modellatore di fede», domenica 10 novembre a Palazzo dei Panni ad Arco, con 130 spettatori; e del volume «Storie di Velo» (ed. associazione Monte Velo, 2013), giovedì 21 novembre al Casinò municipale di Arco, con un centinaio di presenti. Buon riscontro anche alle presentazioni dei libri «Arco nel romanzo mai scritto di Vasco Pratolini» (ed. Il Sommolago, MAG, Grafica 5, 2013), sabato 16 novembre; «Gustav Klimt a Malcesine» (ed. Il Sommolago, 2013), domenica 17 novembre, e «I Canzonieri di Giacomo Floriani» (riedizione a cura della biblioteca civica di Riva del Garda), domenica 24 novembre, tutti e tre con circa un’ottantina di presenze. «Pagine del Garda» è organizzata dall'associazione culturale «Il Sommolago» con il sostegno di Alto Garda Cultura, il Servizio di Attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva
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14 milioni di dollari per il libro più costoso al mondo
Il primo libro scritto e stampato sul territorio che sarebbe diventato gli Stati Uniti d'America è stato venduto all'asta per 14,2 milioni di dollari da Sotheby's a New York. La rara edizione del 'Bay Psalm Book', stampata nel 1640 nella colonia della baia del Massachusetts, è diventata così il libro più caro al mondo.
fonte: Ansa
lunedì 25 novembre 2013
"Esposizione" e "Composizione" di M. Freeman
Sviluppare il nostro occhio fotografico per riconoscere
e sfruttare al meglio le splendide scene che ci circondano. Dimentichiamoci la
modalità Auto e assumiamo il totale controllo creativo delle nostre immagini
grazie a "Esposizione", una guida completa ai principi dell'esposizione fotografica.
Mettendo a disposizione la sua pluriennale esperienza, Michael Freeman insegna tutte le tecniche professionali necessarie a ottenere un'esposizione ottimale già al momento dello scatto, in qualsiasi condizione. Si scopre così ogni dettaglio relativo a tempo di scatto, diaframma e ISO, si studia come questi parametri interagiscono in ogni esposizione e li si padroneggia per concretizzare la visione creativa, indipendentemente dalle condizioni di luce e dalle caratteristiche del soggetto. Si sbircia nel corpo macchina per capire come funzionano le modalità di lettura esposimetrica e per trovare le impostazioni più adatte a ogni scena. Infine, si studiano gli scenari più difficili, da una sposa su uno sfondo scuro alle insegne al neon di un notturno urbano, presentati con tecniche e metodi consolidati per ottenere risultati sorprendenti.
Concetto fondamentale per il quale non esiste alcuna modalità automatica, una composizione di qualità è invece quanto distingue un'istantanea da un capolavoro. In "Composizione" si impara a sviluppare l'occhio fotografico non solo cercando soggetti interessanti, ma soprattutto studiando punto di ripresa e illuminazione per ottenere il massimo impatto. Andando oltre le semplici regole base, Michael Freeman rivela perché determinate immagini abbiano successo, demistificando un'estetica astratta in favore di soluzioni pratiche. Presentati in modo semplice e immediato, i principi della composizione diventeranno quindi naturali e donano la libertà di andare in cerca di nuovi ed emozionanti scatti. Si sviluppano così nuove competenze che permettono di affrontare un'ampia varietà di soggetti (dai ritratti ai paesaggi, a tutto ciò che si trova nel mezzo), per presentarli in composizioni potenti e coinvolgenti.
Due volumi tecnici, ma molto semplici e di facile lettura ed intrepretazione, che assieme a "L'occhio del fotografo" e "Fotografare in bianco e nero" rappresentano i must per qualsiasi fotoamatore.
Mettendo a disposizione la sua pluriennale esperienza, Michael Freeman insegna tutte le tecniche professionali necessarie a ottenere un'esposizione ottimale già al momento dello scatto, in qualsiasi condizione. Si scopre così ogni dettaglio relativo a tempo di scatto, diaframma e ISO, si studia come questi parametri interagiscono in ogni esposizione e li si padroneggia per concretizzare la visione creativa, indipendentemente dalle condizioni di luce e dalle caratteristiche del soggetto. Si sbircia nel corpo macchina per capire come funzionano le modalità di lettura esposimetrica e per trovare le impostazioni più adatte a ogni scena. Infine, si studiano gli scenari più difficili, da una sposa su uno sfondo scuro alle insegne al neon di un notturno urbano, presentati con tecniche e metodi consolidati per ottenere risultati sorprendenti.
Concetto fondamentale per il quale non esiste alcuna modalità automatica, una composizione di qualità è invece quanto distingue un'istantanea da un capolavoro. In "Composizione" si impara a sviluppare l'occhio fotografico non solo cercando soggetti interessanti, ma soprattutto studiando punto di ripresa e illuminazione per ottenere il massimo impatto. Andando oltre le semplici regole base, Michael Freeman rivela perché determinate immagini abbiano successo, demistificando un'estetica astratta in favore di soluzioni pratiche. Presentati in modo semplice e immediato, i principi della composizione diventeranno quindi naturali e donano la libertà di andare in cerca di nuovi ed emozionanti scatti. Si sviluppano così nuove competenze che permettono di affrontare un'ampia varietà di soggetti (dai ritratti ai paesaggi, a tutto ciò che si trova nel mezzo), per presentarli in composizioni potenti e coinvolgenti.
Due volumi tecnici, ma molto semplici e di facile lettura ed intrepretazione, che assieme a "L'occhio del fotografo" e "Fotografare in bianco e nero" rappresentano i must per qualsiasi fotoamatore.
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giovedì 21 novembre 2013
"Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza" di L. Sepulveda
Il grande scrittore latino-americano esce in libreria con una nuova storia, che si preannuncia già essere un capolavoro. Negli anni
Luis Sepulveda ha saputo infatti creare storie che hanno la grazia delle fiabe e la forza delle parabole, storie apparentemente semplici che trattano temi importanti con un linguaggio e dei personaggi capaci di coinvolgere i lettori più piccoli e di parlare al cuore e alla mente anche di quelli più grandi.
Così è stato per "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", che ha raccontato l'amore per la natura, la generosità disinteressata e la solidarietà, anche fra "diversi" e per la sua seconda favola, "Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico", un'altra commovente e tenera storia di amicizia nella differenza.
Ora, con "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza", un nuovo "animale" entra nella galleria personale del grande scrittore cileno: si tratta di una lumaca viaggiatrice e ribelle che in una società dominata dall'ansia e dalla velocità ci fa riscoprire il valore della lentezza in un mondo che ha perso la dimensione del tempo, in una società dominata dalla velocità e dall'ansia, e che insegnerà a riscoprire il valore della lentezza, a ristabilire uno spazio per la riflessione, a creare la dimensione in cui apprezzare nuovamente le persone e le cose che ci stanno attorno.
Ideale compagno dei precedenti libri, "Storia di una lumaca" - racconta Sepulveda - è nato per dare una risposta a mio nipote Daniel che qualche anno fa, mentre era in giardino, si mise a osservare attentamente una lumaca. All'improvviso voltò lo sguardo verso di me e mi fece una domanda molto difficile: 'Perchè è così lenta la lumaca?'. Gli dissi che in quel momento non avevo una risposta, ma gli promisi che un giorno, non sapevo quando, gliel'avrei data. Siccome è un punto d'onore per me mantenere la parola, questa storia cerca di rispondere alla sua domanda. Il libro - conclude lo scrittore che vive in Spagna, nelle Asturie - naturalmente è dedicato ai miei nipoti Daniel e Gabriel, alle mie nipotine Camila, Aurora e Valentina, e alle lente lumache del giardino. Consapevoli di essere lente e silenziose..."
Così è stato per "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", che ha raccontato l'amore per la natura, la generosità disinteressata e la solidarietà, anche fra "diversi" e per la sua seconda favola, "Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico", un'altra commovente e tenera storia di amicizia nella differenza.
Ora, con "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza", un nuovo "animale" entra nella galleria personale del grande scrittore cileno: si tratta di una lumaca viaggiatrice e ribelle che in una società dominata dall'ansia e dalla velocità ci fa riscoprire il valore della lentezza in un mondo che ha perso la dimensione del tempo, in una società dominata dalla velocità e dall'ansia, e che insegnerà a riscoprire il valore della lentezza, a ristabilire uno spazio per la riflessione, a creare la dimensione in cui apprezzare nuovamente le persone e le cose che ci stanno attorno.
Ideale compagno dei precedenti libri, "Storia di una lumaca" - racconta Sepulveda - è nato per dare una risposta a mio nipote Daniel che qualche anno fa, mentre era in giardino, si mise a osservare attentamente una lumaca. All'improvviso voltò lo sguardo verso di me e mi fece una domanda molto difficile: 'Perchè è così lenta la lumaca?'. Gli dissi che in quel momento non avevo una risposta, ma gli promisi che un giorno, non sapevo quando, gliel'avrei data. Siccome è un punto d'onore per me mantenere la parola, questa storia cerca di rispondere alla sua domanda. Il libro - conclude lo scrittore che vive in Spagna, nelle Asturie - naturalmente è dedicato ai miei nipoti Daniel e Gabriel, alle mie nipotine Camila, Aurora e Valentina, e alle lente lumache del giardino. Consapevoli di essere lente e silenziose..."
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lunedì 18 novembre 2013
Anche la biblioteca digitale alla mostra del libro di "Pagine del Garda"
C'è anche lo stand della biblioteca digitale MLOL del Sistema Bibliotecario Trentino alla mostra del libro che si svolge al Casinò municipale di Arco (TN) fino al fino al 24 novembre, evento centrale della XXI edizione di «Pagine del Garda», la rassegna dell’editoria gardesana organizzata dall'associazione culturale «Il Sommolago» con il sostegno di Alto Garda Cultura, il Servizio di Attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda.
In Trentino la biblioteca digitale, che ha debuttato nel 2011 proprio nell'Alto Garda e Ledro, è cresciuta e rappresenta una realtà consolidata grazie ad una rete di 50 biblioteche, coordinate dall'Ufficio per il Sistema bibliotecario Trentino, che offre ai propri utenti uno dei servizi più ricchi e completi d'Italia.
Ad oggi già 9.000 lettori trentini accedono gratuitamente, 24 ore su 24, a più di 100 mila documenti digitali: oltre 2.000 e-books, ma anche quotidiani, musica, audiolibri, video, films, immagini, corsi on-line (trentino.medialibrary.it). A «Pagine del Garda» le biblioteche trentine sono a disposizione con il loro stand per mostrare i nuovi servizi e per le iscrizioni. Lo stand della biblioteca digitale è aperto martedì 19 novembre dalle 16.30 alle 18.30, giovedì 21 novembre dalle 16.30 alle 18.30 e sabato 23 novembre dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 17.30. La mostra del libro propone in esposizione oltre duemila titoli per 120 editori trentini e delle vicine province di Brescia e Verona: un'opportunità unica per conoscere le pubblicazioni (anche di nicchia) dedicate al territorio che ha nel lago di Garda il proprio elemento d'identità. La mostra è aperta con ingresso libero da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30; sabato 23 novembre e le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 19.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva
In Trentino la biblioteca digitale, che ha debuttato nel 2011 proprio nell'Alto Garda e Ledro, è cresciuta e rappresenta una realtà consolidata grazie ad una rete di 50 biblioteche, coordinate dall'Ufficio per il Sistema bibliotecario Trentino, che offre ai propri utenti uno dei servizi più ricchi e completi d'Italia.
Ad oggi già 9.000 lettori trentini accedono gratuitamente, 24 ore su 24, a più di 100 mila documenti digitali: oltre 2.000 e-books, ma anche quotidiani, musica, audiolibri, video, films, immagini, corsi on-line (trentino.medialibrary.it). A «Pagine del Garda» le biblioteche trentine sono a disposizione con il loro stand per mostrare i nuovi servizi e per le iscrizioni. Lo stand della biblioteca digitale è aperto martedì 19 novembre dalle 16.30 alle 18.30, giovedì 21 novembre dalle 16.30 alle 18.30 e sabato 23 novembre dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 17.30. La mostra del libro propone in esposizione oltre duemila titoli per 120 editori trentini e delle vicine province di Brescia e Verona: un'opportunità unica per conoscere le pubblicazioni (anche di nicchia) dedicate al territorio che ha nel lago di Garda il proprio elemento d'identità. La mostra è aperta con ingresso libero da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30; sabato 23 novembre e le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 19.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva
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A Mattera e Pontoni il premio della 7a edizione di "Frontiere-Grenzen"
Frontiere - Grenzen, atto finale. Ieri, alla Sala Negrelli della Comunità di Primiero, a Tonadico di Primiero, la premiazione della 7a edizione del concorso letterario delle Alpi: 201 i partecipanti, 103 le donne. Due gli ospiti d'onore: il segretario generale della Convenzione delle Alpi, Markus Reiterer ("La Convenzione delle Alpi: attraversare i confini e superare i limiti”) e la scrittrice Kareen De Martin Pinter, autrice de"L'animo leggero", pubblicato da Mondadori.
Al termine dei loro interventi e del dialogo - sulla letteratura di confine ma anche sui temi, gli argomenti e le inquietudini che le centinaia di racconti hanno ancora una volta messo in luce - con il pubblico e con i membri della giuria (Pietro De Marchi, Joseph Zoderer, Lisa Ginzburg, Peter Oberdörfer e Carlo Martinelli) la premiazione delle due sezioni in cui dalla scorsa edizione è diviso il premio.
Nella sezione inediti il primo premio è andato a "Anna e i burattini" di Gianfranco Mattera, origini campane, da nove anni in Trentino dove lavora nel sociale. Un racconto che affronta un tema doloroso qual è quello della vita poco più che vegetativa di chi ha subito gravi lesioni cerebrali e lo fa con con delicatezza e stile asciutto e poetico. Al secondo posto Rocco Meloni, di Dro, con "Teneva gli occhi chiusi Armando" e al terzo Hanna Battisti, di Appiano, con il racconto in lingua tedesca "Ein Maulwurf bin ich" (Sono una talpa, sai). Nella sezione inediti sono poi stati segnalati tre racconti: "Rinascere" di Stefania Scartezzini, "Paletti bianchi" di Fabio Pasian e "Trasformazione notturna" di Elena Glorini.
Il vincitore della sezione editi è Marco Pontoni, giornalista e scrittore di origine bolzanina, che da anni vive a Trento. Si è imposto con "Sarajevo", un racconto ambientato nella città simbolo della guerra nell'ex Jugoslavia e percorso da attese, paure, ricordi, voglia di concedere ancora fiducia, malgrado tutto. "Sarajevo" è parte del volume di racconti "Vengo via con te" pubblicato - con lo pseudonimo di Henry J. Ginsberg - da Valentina Trentini editore e presenti anche nel blog Tempi & Modi. Significativa coincidenza: assieme al premio del concorso letterario delle Alpi per il libro di Pontoni è arrivata in questi giorni la proposta di una traduzione in inglese da parte di una casa editrice statunitense.
Il Premio speciale Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi è andato a Simone Cassol, di Feltre, con il racconto "San Lorenzo". A questa edizione del premio letterario delle Alpi hanno partecipato i residenti nelle province italiane di tutto l’arco alpino di frontiera (Imperia, Cuneo, Torino, Vercelli, Aosta, Verbania, Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bolzano, Trento, Belluno, Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste), dei Cantoni Svizzeri confinanti (Canton Ticino e Canton Grigioni) e dei Länder austriaci confinanti (Tirolo, Carinzia e Salisburghese).
"La qualità dei racconti e dei partecipanti, come testimoniano anche le biografie dei vincitori - è stato detto durante la premiazione - è la conferma del ruolo culturale di confronto e di incontro di Frontiere - Grenzen, voluto con passione e ostinazione da una piccola associazione davvero di frontiera quale è “La Bottega dell’Arte”, in collaborazione con le biblioteche del Primiero e di Canal San Bovo e dell'Associazione Scrittori Sudtirolesi". Peraltro, la presenza del segretario generale della Convenzione delle Alpi testimonia della volontà degli organizzatori del premio di tessere ancor più quella rete di relazioni necessaria per far sì che Frontiere - Grenzen - che in Trentino ed Alto Adige continua a confermare numeri di assoluto rilievo - possa attirare analogo consenso anche nelle altre zone alpine. A questo si lavorerà - anche con nuove "alleanze" e nuove modalità di comunicazione - in vista della prossima edizione. E l'applaudito intervento di Markus Reiterer, con l'orgogliosa rivendicazione di uno spazio alpino libero e comune, anche sul fronte della cultura, è sembrato indicare nuovi spazi anche per Frontiere Grenzen.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa della Provincia autonoma di Trento
Al termine dei loro interventi e del dialogo - sulla letteratura di confine ma anche sui temi, gli argomenti e le inquietudini che le centinaia di racconti hanno ancora una volta messo in luce - con il pubblico e con i membri della giuria (Pietro De Marchi, Joseph Zoderer, Lisa Ginzburg, Peter Oberdörfer e Carlo Martinelli) la premiazione delle due sezioni in cui dalla scorsa edizione è diviso il premio.
Nella sezione inediti il primo premio è andato a "Anna e i burattini" di Gianfranco Mattera, origini campane, da nove anni in Trentino dove lavora nel sociale. Un racconto che affronta un tema doloroso qual è quello della vita poco più che vegetativa di chi ha subito gravi lesioni cerebrali e lo fa con con delicatezza e stile asciutto e poetico. Al secondo posto Rocco Meloni, di Dro, con "Teneva gli occhi chiusi Armando" e al terzo Hanna Battisti, di Appiano, con il racconto in lingua tedesca "Ein Maulwurf bin ich" (Sono una talpa, sai). Nella sezione inediti sono poi stati segnalati tre racconti: "Rinascere" di Stefania Scartezzini, "Paletti bianchi" di Fabio Pasian e "Trasformazione notturna" di Elena Glorini.
Il vincitore della sezione editi è Marco Pontoni, giornalista e scrittore di origine bolzanina, che da anni vive a Trento. Si è imposto con "Sarajevo", un racconto ambientato nella città simbolo della guerra nell'ex Jugoslavia e percorso da attese, paure, ricordi, voglia di concedere ancora fiducia, malgrado tutto. "Sarajevo" è parte del volume di racconti "Vengo via con te" pubblicato - con lo pseudonimo di Henry J. Ginsberg - da Valentina Trentini editore e presenti anche nel blog Tempi & Modi. Significativa coincidenza: assieme al premio del concorso letterario delle Alpi per il libro di Pontoni è arrivata in questi giorni la proposta di una traduzione in inglese da parte di una casa editrice statunitense.
Il Premio speciale Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi è andato a Simone Cassol, di Feltre, con il racconto "San Lorenzo". A questa edizione del premio letterario delle Alpi hanno partecipato i residenti nelle province italiane di tutto l’arco alpino di frontiera (Imperia, Cuneo, Torino, Vercelli, Aosta, Verbania, Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bolzano, Trento, Belluno, Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste), dei Cantoni Svizzeri confinanti (Canton Ticino e Canton Grigioni) e dei Länder austriaci confinanti (Tirolo, Carinzia e Salisburghese).
"La qualità dei racconti e dei partecipanti, come testimoniano anche le biografie dei vincitori - è stato detto durante la premiazione - è la conferma del ruolo culturale di confronto e di incontro di Frontiere - Grenzen, voluto con passione e ostinazione da una piccola associazione davvero di frontiera quale è “La Bottega dell’Arte”, in collaborazione con le biblioteche del Primiero e di Canal San Bovo e dell'Associazione Scrittori Sudtirolesi". Peraltro, la presenza del segretario generale della Convenzione delle Alpi testimonia della volontà degli organizzatori del premio di tessere ancor più quella rete di relazioni necessaria per far sì che Frontiere - Grenzen - che in Trentino ed Alto Adige continua a confermare numeri di assoluto rilievo - possa attirare analogo consenso anche nelle altre zone alpine. A questo si lavorerà - anche con nuove "alleanze" e nuove modalità di comunicazione - in vista della prossima edizione. E l'applaudito intervento di Markus Reiterer, con l'orgogliosa rivendicazione di uno spazio alpino libero e comune, anche sul fronte della cultura, è sembrato indicare nuovi spazi anche per Frontiere Grenzen.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa della Provincia autonoma di Trento
venerdì 15 novembre 2013
"Pagine del Garda": al via la mostra del libro
Dopo la settimana d’anteprima di presentazioni librarie, entra nel vivo sabato 16 novembre la XXI edizione di «Pagine del Garda», la rassegna dell’editoria gardesana organizzata dall'associazione culturale «Il Sommolago» con il sostegno di Alto Garda Cultura, il Servizio di Attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda (TN): alle ore 16 si tiene la cerimonia d’inaugurazione della mostra del libro nel salone delle feste del Casinò municipale. L’ingresso a tutte le proposte è libero.
Esposti oltre duemila titoli per 120 editori trentini e delle vicine province di Brescia e Verona: un'opportunità unica per conoscere le pubblicazioni (anche di nicchia) dedicate al territorio che ha nel lago di Garda il proprio elemento d'identità. La mostra del libro è aperta dalle 14.30 alle 19 e prosegue poi fino al 24 novembre da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30; sabato 23 novembre e le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 19.
Dopo l’inaugurazione si presenta il libro di Marta Marri Tonelli «Arco nel romanzo non scritto di Vasco Pratolini» (ed. MAG, Il Sommolago, Grafica5, 2013), per la collana «Emersioni» del Museo Alto Garda, a cento anni dalla nascita di Pratolini. La presentazione, a cura dell'autrice, è accompagnata da alcune letture di Patrizia Perini. Presente alla mostra del libro anche la biblioteca digitale MLOL del Sistema Bibliotecario Trentino che coglie le trasformazioni della lettura e l’inarrestabile diffusione di e-books, e-readers, tablets, periodici digitali. In Trentino la biblioteca digitale, che ha debuttato nel 2011 proprio nell'Alto Garda e Ledro, è cresciuta e rappresenta una realtà consolidata grazie ad una rete di 50 biblioteche, coordinate dall'Ufficio per il Sistema bibliotecario Trentino, che offre ai propri utenti uno dei servizi più ricchi e completi d'Italia. Ad oggi già 9.000 lettori trentini accedono gratuitamente, 24 ore su 24, a più di 100 mila documenti digitali: oltre 2.000 e-books, ma anche quotidiani, musica, audiolibri, video, films, immagini, corsi on-line (trentino.medialibrary.it). A «Pagine del Garda» le biblioteche trentine sono a disposizione con il loro stand per mostrare i nuovi servizi.
Domenica 17 novembre al Casinò municipale dalle ore 16 si presenta il libro di Paolo Boccafoglio «Gustav Klimt a Malcesine. La famiglia Zuckerkandl e il mistero di un quadro scomparso» (ed. Il Sommolago, 2013): la presentazione è a cura dell’autore e dello storico Mauro Grazioli. Arco nel romanzo non scritto di Vasco Pratolini Ed. Museo Alto Garda, in collaborazione con Il Sommolago e Grafica5, 2013 Autore: Marta Marri Tonelli Presentazione: sabato 16 novembre alle ore 16 al Casinò municipale di Arco Vasco Pratolini e Arco. La malattia al Villa delle Rose e al sanatorio Bellaria. Una vicenda puntualmente ricostruita da Marta Marri Tonelli seguendo le fasi di un percorso letterario che trova la sua importante maturazione proprio nella "città dei sanatori". È qui che il giovane scrittore toscano approda nel maggio del 1935, con un viaggio che lo separa dall'infanzia e dalle vagabonde notti giovanili. «Il treno avanza sul bordo della strada come una tranvia periferica... La locomotiva è di quelle antiche, piccola, a vapore col comignolo panciuto», scrive Pratolini. Poi la discesa e la vista del Garda scambiato per mare. La nebbia e la pioggia che sembrano evocare l'autunno, gli auguri della ragazza, ritrosa e fortuita compagna di viaggio, anch'essa malata, sono i prodromi di un anno romito. Nell'isola chiusa del sanatorio l'uomo fa i conti con se stesso, inizia a guardare all'esterno con occhi nuovi, per passare dall'«io al noi», dall'esperienza personale a quella collettiva (dall'introduzione al libro, a cura dello storico Mauro Grazioli, Il Sommolago).
Gustav Klimt a Malcesine. La famiglia Zuckerkandl e il mistero di un quadro scomparso Ed. Il Sommolago, 2013 Autore: Paolo Boccafoglio Presentazione: domenica 17 novembre alle ore 16 al Casinò municipale di Arco Tra il luglio ed il settembre del 1913 Gustav Klimt passò a Malcesine la sua sola, lunga vacanza estiva trascorsa all'estero. Frutto di questo soggiorno furono tre paesaggi, Malcesine am Gardasee, Kirche in Cassone e Italienische Gartenlandschaft, che sono gli unici da lui dipinti lontano dall'Attersee e da Vienna. Il testo ricostruisce quali profondi rapporti legassero l'artista ad alcuni membri della famiglia Zuckerkandl, tra cui Victor che acquistò i primi due quadri, e quale ruolo questa famiglia ebrea svolse all'interno degli ambienti culturali austriaci tra Ottocento e Novecento prima che con l'Anschluss e l'avvento del nazionalsocialismo venisse cacciata, deportata, espropriata. In particolare, seguendo il destino dei quadri, l'autore, sulla base di un'ampia documentazione, mette in dubbio che Malcesine am Gardasee, di cui attualmente sono disponibili soltanto delle riproduzioni a colori, sia effettivamente andato distrutto l'8 maggio 1945 nell'incendio del castello di Immendorf, come sostengono i più autorevoli storici dell'arte ed i più qualificati conoscitori delle opere di Klimt.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva del Garda
Esposti oltre duemila titoli per 120 editori trentini e delle vicine province di Brescia e Verona: un'opportunità unica per conoscere le pubblicazioni (anche di nicchia) dedicate al territorio che ha nel lago di Garda il proprio elemento d'identità. La mostra del libro è aperta dalle 14.30 alle 19 e prosegue poi fino al 24 novembre da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30; sabato 23 novembre e le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 19.
Dopo l’inaugurazione si presenta il libro di Marta Marri Tonelli «Arco nel romanzo non scritto di Vasco Pratolini» (ed. MAG, Il Sommolago, Grafica5, 2013), per la collana «Emersioni» del Museo Alto Garda, a cento anni dalla nascita di Pratolini. La presentazione, a cura dell'autrice, è accompagnata da alcune letture di Patrizia Perini. Presente alla mostra del libro anche la biblioteca digitale MLOL del Sistema Bibliotecario Trentino che coglie le trasformazioni della lettura e l’inarrestabile diffusione di e-books, e-readers, tablets, periodici digitali. In Trentino la biblioteca digitale, che ha debuttato nel 2011 proprio nell'Alto Garda e Ledro, è cresciuta e rappresenta una realtà consolidata grazie ad una rete di 50 biblioteche, coordinate dall'Ufficio per il Sistema bibliotecario Trentino, che offre ai propri utenti uno dei servizi più ricchi e completi d'Italia. Ad oggi già 9.000 lettori trentini accedono gratuitamente, 24 ore su 24, a più di 100 mila documenti digitali: oltre 2.000 e-books, ma anche quotidiani, musica, audiolibri, video, films, immagini, corsi on-line (trentino.medialibrary.it). A «Pagine del Garda» le biblioteche trentine sono a disposizione con il loro stand per mostrare i nuovi servizi.
Domenica 17 novembre al Casinò municipale dalle ore 16 si presenta il libro di Paolo Boccafoglio «Gustav Klimt a Malcesine. La famiglia Zuckerkandl e il mistero di un quadro scomparso» (ed. Il Sommolago, 2013): la presentazione è a cura dell’autore e dello storico Mauro Grazioli. Arco nel romanzo non scritto di Vasco Pratolini Ed. Museo Alto Garda, in collaborazione con Il Sommolago e Grafica5, 2013 Autore: Marta Marri Tonelli Presentazione: sabato 16 novembre alle ore 16 al Casinò municipale di Arco Vasco Pratolini e Arco. La malattia al Villa delle Rose e al sanatorio Bellaria. Una vicenda puntualmente ricostruita da Marta Marri Tonelli seguendo le fasi di un percorso letterario che trova la sua importante maturazione proprio nella "città dei sanatori". È qui che il giovane scrittore toscano approda nel maggio del 1935, con un viaggio che lo separa dall'infanzia e dalle vagabonde notti giovanili. «Il treno avanza sul bordo della strada come una tranvia periferica... La locomotiva è di quelle antiche, piccola, a vapore col comignolo panciuto», scrive Pratolini. Poi la discesa e la vista del Garda scambiato per mare. La nebbia e la pioggia che sembrano evocare l'autunno, gli auguri della ragazza, ritrosa e fortuita compagna di viaggio, anch'essa malata, sono i prodromi di un anno romito. Nell'isola chiusa del sanatorio l'uomo fa i conti con se stesso, inizia a guardare all'esterno con occhi nuovi, per passare dall'«io al noi», dall'esperienza personale a quella collettiva (dall'introduzione al libro, a cura dello storico Mauro Grazioli, Il Sommolago).
Gustav Klimt a Malcesine. La famiglia Zuckerkandl e il mistero di un quadro scomparso Ed. Il Sommolago, 2013 Autore: Paolo Boccafoglio Presentazione: domenica 17 novembre alle ore 16 al Casinò municipale di Arco Tra il luglio ed il settembre del 1913 Gustav Klimt passò a Malcesine la sua sola, lunga vacanza estiva trascorsa all'estero. Frutto di questo soggiorno furono tre paesaggi, Malcesine am Gardasee, Kirche in Cassone e Italienische Gartenlandschaft, che sono gli unici da lui dipinti lontano dall'Attersee e da Vienna. Il testo ricostruisce quali profondi rapporti legassero l'artista ad alcuni membri della famiglia Zuckerkandl, tra cui Victor che acquistò i primi due quadri, e quale ruolo questa famiglia ebrea svolse all'interno degli ambienti culturali austriaci tra Ottocento e Novecento prima che con l'Anschluss e l'avvento del nazionalsocialismo venisse cacciata, deportata, espropriata. In particolare, seguendo il destino dei quadri, l'autore, sulla base di un'ampia documentazione, mette in dubbio che Malcesine am Gardasee, di cui attualmente sono disponibili soltanto delle riproduzioni a colori, sia effettivamente andato distrutto l'8 maggio 1945 nell'incendio del castello di Immendorf, come sostengono i più autorevoli storici dell'arte ed i più qualificati conoscitori delle opere di Klimt.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva del Garda
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mercoledì 13 novembre 2013
A "Per mano mia" il Premio Francesco Gelmi di Caporiacco
Maurizio de Giovanni con il romanzo Per mano mia, edito da Einaudi, e Luca Occhi con l’opera inedita Tartare, sono i vincitori del Premio Francesco Gelmi di Caporiacco, dedicato, in questa ultima edizione, alle scritture noir.
Altri due lavori ritenuti degni di particolare segnalazione sono stati La notte alle mie spalle di Giampaolo Simi (Edizioni E/O, 2012) e il racconto inedito Giustizia sommaria di Gianroberto Viganò.
Giovedì 14 novembre ad ore 18, presso il Museo della Scienza a Trento, la contessa Marina Gelmi di Caporiacco accompagnata da alcuni componenti della Giuria, consegnerà i premi agli scrittori. La sesta edizione del Premio letterario dedicato alla memoria di Francesco Gelmi di Caporiacco (1937-1996), editore e figura centrale del processo di rinnovamento e sviluppo della testata giornalistica l’Adige negli anni Ottanta/Novanta del secolo scorso, è giunta alla sua conclusione. Come le precedenti anche quest’ultima edizione è stata promossa e sostenuta dall’Associazione culturale “Francesco Gelmi di Caporiacco”, dai giornali l’Adige, Corriere del Trentino, Corriere dell’Alto Adige e dalla rivista di studi storici Archivio trentino dell’Associazione Museo storico in Trento.
La giuria del Premio - presieduta dall’insigne filologo, storico e saggista Luciano Canfora e composta da Edoardo Barbieri, ordinario di Storia del libro e dell’editoria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Gianmario Baldi, direttore della Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto, Marzia Barbieri Berselli, animatrice del Comitato “Amici di Edmondo Berselli”, Franca Eller, bibliotecaria e critica letteraria, Paola Maria Filippi, docente di letteratura tedesca presso l’Università di Bologna, Enrico Franco, direttore del «Corriere del Trentino» e del «Corriere dell’Alto Adige» e Pierangelo Giovanetti, direttore dell’«Adige» - ha esaminato 86 opere di autori ed editori di rilievo nazionale, tutte dedicate al tema “Il noir racconta la società”.
Per la categoria “editi” il primo premio di 6.000 euro è stato assegnato allo scrittore napoletano Maurizio de Giovanni, con il romanzo Per mano mia: il Natale del commissario Ricciardi (Einaudi, 2011). Per la sezione “inediti” l’opera indicata vincitrice dalla Giuria è stata invece Tartare di Luca Occhi, che si è aggiudicata il premio di 3.000 euro. Gli altri due premi previsti nella categoria inediti non sono stati assegnati. La Giuria ha pertanto stabilito di ripartire equamente la somma così avanzata del montepremi complessivo di 12.000 euro fra altre due opere ritenute degne di particolare segnalazione.
La cerimonia di premiazione è aperta al pubblico, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
fonte: comunicato a cura dell'Ufficio stampa della Provincia autonoma di Trento
Altri due lavori ritenuti degni di particolare segnalazione sono stati La notte alle mie spalle di Giampaolo Simi (Edizioni E/O, 2012) e il racconto inedito Giustizia sommaria di Gianroberto Viganò.
Giovedì 14 novembre ad ore 18, presso il Museo della Scienza a Trento, la contessa Marina Gelmi di Caporiacco accompagnata da alcuni componenti della Giuria, consegnerà i premi agli scrittori. La sesta edizione del Premio letterario dedicato alla memoria di Francesco Gelmi di Caporiacco (1937-1996), editore e figura centrale del processo di rinnovamento e sviluppo della testata giornalistica l’Adige negli anni Ottanta/Novanta del secolo scorso, è giunta alla sua conclusione. Come le precedenti anche quest’ultima edizione è stata promossa e sostenuta dall’Associazione culturale “Francesco Gelmi di Caporiacco”, dai giornali l’Adige, Corriere del Trentino, Corriere dell’Alto Adige e dalla rivista di studi storici Archivio trentino dell’Associazione Museo storico in Trento.
La giuria del Premio - presieduta dall’insigne filologo, storico e saggista Luciano Canfora e composta da Edoardo Barbieri, ordinario di Storia del libro e dell’editoria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Gianmario Baldi, direttore della Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto, Marzia Barbieri Berselli, animatrice del Comitato “Amici di Edmondo Berselli”, Franca Eller, bibliotecaria e critica letteraria, Paola Maria Filippi, docente di letteratura tedesca presso l’Università di Bologna, Enrico Franco, direttore del «Corriere del Trentino» e del «Corriere dell’Alto Adige» e Pierangelo Giovanetti, direttore dell’«Adige» - ha esaminato 86 opere di autori ed editori di rilievo nazionale, tutte dedicate al tema “Il noir racconta la società”.
Per la categoria “editi” il primo premio di 6.000 euro è stato assegnato allo scrittore napoletano Maurizio de Giovanni, con il romanzo Per mano mia: il Natale del commissario Ricciardi (Einaudi, 2011). Per la sezione “inediti” l’opera indicata vincitrice dalla Giuria è stata invece Tartare di Luca Occhi, che si è aggiudicata il premio di 3.000 euro. Gli altri due premi previsti nella categoria inediti non sono stati assegnati. La Giuria ha pertanto stabilito di ripartire equamente la somma così avanzata del montepremi complessivo di 12.000 euro fra altre due opere ritenute degne di particolare segnalazione.
La cerimonia di premiazione è aperta al pubblico, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
fonte: comunicato a cura dell'Ufficio stampa della Provincia autonoma di Trento
sabato 9 novembre 2013
...
Ho perdonato errori quasi imperdonabili,
ho provato a sostituire persone insostituibili
e dimenticato persone indimenticabili.
Ho agito per impulso,
sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare,
ma anch’io ho deluso.
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo;
mi sono fatto amici per l’eternità.
Ho riso quando non era necessario,
ho amato e sono stato riamato,
ma sono stato anche respinto.
Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.
Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità,
ma mi sono bruciato il cuore tante volte!
Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto.
Ho telefonato solo per ascoltare una voce.
Mi sono di nuovo innamorato di un sorriso.
Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e…
ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)
… ma sono sopravvissuto!
E vivo ancora!
E la vita, non mi stanca…
E anche tu non dovrai stancartene.
Vivi!
È veramente buono battersi con persuasione,
abbracciare la vita e vivere con passione,
perdere con classe e vincere osando,
perché il mondo appartiene a chi osa!
La Vita è troppo bella per essere insignificante!
Charlie Chaplin
ho provato a sostituire persone insostituibili
e dimenticato persone indimenticabili.
Ho agito per impulso,
sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare,
ma anch’io ho deluso.
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo;
mi sono fatto amici per l’eternità.
Ho riso quando non era necessario,
ho amato e sono stato riamato,
ma sono stato anche respinto.
Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.
Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità,
ma mi sono bruciato il cuore tante volte!
Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto.
Ho telefonato solo per ascoltare una voce.
Mi sono di nuovo innamorato di un sorriso.
Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e…
ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)
… ma sono sopravvissuto!
E vivo ancora!
E la vita, non mi stanca…
E anche tu non dovrai stancartene.
Vivi!
È veramente buono battersi con persuasione,
abbracciare la vita e vivere con passione,
perdere con classe e vincere osando,
perché il mondo appartiene a chi osa!
La Vita è troppo bella per essere insignificante!
Charlie Chaplin
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venerdì 8 novembre 2013
"Emersioni - Isole di giovani racconti" di D. Pivetti
"Ad una persona che s'accinge a leggere un libro non si augura buona lettura, ma buon viaggio..."
E' con questa citazione che ho deciso - due sere fa, nel contesto della rassegna letteraria dedicata agli autori gardesani “Sillabe, sorsi, sapori” promossa da Livio Parisi nello spazio del “Pescatore” di Castelletto di Brenzone (VR) - di iniziare la mia presentazione dell'antologia del collega Davide Pivetti “Emersioni-Isole di giovani racconti” (Studio Eventi Edizioni, 128 pagine). Sì, perché i libri - lo sappiamo benissimo - hanno il potere di farci viaggiare, con la fantasia, pur rimanendo sprofondati comodamente nella nostra poltrona. E questa piccola preziosa raccolta di brevi racconti ha la capacità di interpretare perfettamente la metafora del viaggio. Non solo immaginario ma anche reale.
E' con questa citazione che ho deciso - due sere fa, nel contesto della rassegna letteraria dedicata agli autori gardesani “Sillabe, sorsi, sapori” promossa da Livio Parisi nello spazio del “Pescatore” di Castelletto di Brenzone (VR) - di iniziare la mia presentazione dell'antologia del collega Davide Pivetti “Emersioni-Isole di giovani racconti” (Studio Eventi Edizioni, 128 pagine). Sì, perché i libri - lo sappiamo benissimo - hanno il potere di farci viaggiare, con la fantasia, pur rimanendo sprofondati comodamente nella nostra poltrona. E questa piccola preziosa raccolta di brevi racconti ha la capacità di interpretare perfettamente la metafora del viaggio. Non solo immaginario ma anche reale.
Isole accoglienti e arcipelaghi
dimenticati, coste frastagliate e spiagge bruciate dal sole, fondali
bassi e ricchi di vita, porti irraggiungibili, paesi abbarbicati su
rocce antiche e fari ormai abbandonati, scogli levigati dalle onde
che emergono da un orizzonte infinito e case dall'intonaco bianco che
resistono al tempo e alle tempeste. E il mare. Tutt'attorno. Calmo o
in burrasca, invitante o pericoloso. Ma sempre e comunque mare.
Profondo e blu. Sono tredici le storie dal sapore
salmastro raccolte in questa antologia - data alle stampe recentemente, dopo un decennio di decantazione - ambientate sulle
più belle isole italiane, da Lampedusa a Linosa, da Stromboli a
Ustica, da Salina a Favignana, e su alcuni particolarissimi approdi
mediterranei, come la croata Cres e le Kerkennah, arcipelago
dimenticato tra Italia e Tunisia. E poi Portixeddu, in Sardegna, e
Palermo. Tutte mete di viaggi messi a punto nel corso degli anni -
soprattutto quelli spensierati e giovanili - in lungo e largo per il
Mediterraneo e che hanno ispirato il giornalista caposervizio (pure mio) della
redazione rivana de l'Adige in modo tale da spingerlo a
narrare di incontri con uomini e donne divisi dal mondo per via di
quelle isole, del loro mare, raccontandolo con gli occhi di chi - per
vacanza o per lavoro - giorno dopo giorno lo vive a bordo di una
barca, di un traghetto, di una motonave. O da chi invece su una
barca, un traghetto, una motonave non ha mai messo piede. Vorrebbe,
ma non lo fa. Oppure l'ha fatto, ma poi ci ha ripensato ed è tornato
indietro. Perché le isole non sono mai terre scontante. Il mare non
è mai identico a se stesso. E la gente di quei luoghi non è mai
banale.
Fotografo, appassionato di barca a vela
e viaggi, nel corso degli anni Pivetti ha firmato anche un centinaio
di reportages a testimonianza del suo amore per la scrittura
descrittiva, oltre che per quella giornalistica. Il passo per la
narrazione è stato breve, meno quello della pubblicazione dell'opera
prima, che arriva volutamente a distanza, quando agli slanci dei
vent'anni subentra la consapevolezza dei quaranta. E' così che, un po' per caso e un po'
per scelta, in “Emersioni” le isole visitate sono
diventate quindi teatro di dialoghi, figli di incontri reali e di ricami
fantasiosi, dove i protagonisti non vengono impersonati solo da donne
e uomini ospitali e orgogliosi, da vecchi solitari con i visi scavati
e da giovani con sogni da realizzare, dai carapaci e dagli uccelli,
dai profumi e dai colori, ma dal mare, sfondo infinito. E dalle
isole, fatte per pensare. E dalle onde, fatte per portare lontano,
soddisfare la voglia di andare via, dare un taglio con il passato,
racchiuso in un orizzonte di pochi centimetri, misurato in pochi
passi lenti. E dai tramonti, struggenti, che poi spingono a tornare.
Sì, perché se al mal d'Africa si può tentar di resistere, alla
lontananza dal mare e dalla terra che lo accarezza e accoglie, onda
dopo onda, è praticamente impossibile. Lui, l'infinito piatto e blu
dai confini indefiniti, è come la montagna: se ce l'hai nel sangue,
nel dna, non c'è nulla da fare. Non c'è rimedio. Se non quello di
lasciarsi sopraffare dalla nostalgia che accarezza l'anima finché il
desiderio del ritorno non vince. E il viaggio, il prossimo viaggio,
torna là. Ancora una volta.
«Sono
luoghi che mi sono rimasti nel cuore - racconta l'autore - dove sono
tornato più volte o dove volentieri tornerei. Luoghi che negli anni
giovanili mi hanno ispirato storie divenute racconti e immagini
divenute reportage. Era il tempo in cui scrivere era ancora una
necessità e una passione. Oggi, i tempi, i modi, la velocità della
cronaca, hanno assorbito gran parte di quella energia che ognuno di
noi tira fuori quando inizia a riempire un foglio bianco col
desiderio di ricordare.
Ho riaperto teche polverose, scovato files dispersi, forzato vecchi floppy quasi inservibili. Recuperando quegli scritti giovanili per farne una raccolta». Un'antologia tematica, limpida come l'acqua di Sardegna, calda come il sole africano, coinvolgente come il vento di Scirocco, graffiante come la sabbia, che fa sognare. O partire. La prefazione di Cornelio Galas e l'introduzione dell'autore fanno da preludio, ma poi è il mare a governare ogni capoverso, a tenere il timone della lettura, a spiegare le vele e le pagine per incitare il lettore a salpare, alla scoperta di tredici piccole perle, una diversa dall'altra, ognuna preziosa. A modo suo.
Ho riaperto teche polverose, scovato files dispersi, forzato vecchi floppy quasi inservibili. Recuperando quegli scritti giovanili per farne una raccolta». Un'antologia tematica, limpida come l'acqua di Sardegna, calda come il sole africano, coinvolgente come il vento di Scirocco, graffiante come la sabbia, che fa sognare. O partire. La prefazione di Cornelio Galas e l'introduzione dell'autore fanno da preludio, ma poi è il mare a governare ogni capoverso, a tenere il timone della lettura, a spiegare le vele e le pagine per incitare il lettore a salpare, alla scoperta di tredici piccole perle, una diversa dall'altra, ognuna preziosa. A modo suo.
E al lettore che s'appresta a leggere "Emersioni" non mi resta ovviamente che augurare: buon viaggio!
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Al via la XXI edizione della rassegna editoriale "Pagine del Garda"
Con
oltre 120 case editrici e più di 2.000 titoli apre i battenti sabato
16 novembre nel Salone delle feste del Casinò
municipale di Arco (TN) la XXI edizione della mostra del libro «Pagine del
Garda». Il
tradizionale appuntamento che ogni anno riesce a raggruppare in
un'unica località l'intero panorama dell'editoria gardesana, tanto
atteso dagli estimatori della carta stampata e della cultura,
promette essere ricco nei contenuti e si connota per gli eventi -
anche collaterali - particolarmente interessanti, inseriti nel
programma della settimana di rassegna.
Trentino Alto Adige ma anche
Veneto e Lombardia le regioni che porteranno ad Arco e Riva nomi più
o meno conosciuti di autori di ogni genere letterario nonché
editori, noti o di nicchia, legati tra loro dalle territorialità
coinvolte e dalle pubblicazioni presenti in mostra, che
ancora una volta ben testimoniano il grande fermento editoriale che
ruota attorno al lago di Garda. Storia,
natura, tradizioni, territorio, cucina, arte, gli argomenti trattati,
cui
si aggiungono tanti romanzi e libri per bambini: questi i generi più
ricercati dai visitatori della mostra,
per una rassegna trasversale ma soprattutto di pregio che ogni anno
richiama non solo i fautori del sapere ma anche tanti curiosi,
raggiunti grazie ad una grande opera di comunicazione e divulgazione.
Ma
«Pagine
del Garda»
non è solo mostra. «Una
settimana intera è dedicata all'anteprima - ha ricordato Romano
Turrini, patron della manifestazione - con cinque appuntamenti, tra
concerti, dibattiti, presentazioni di libri, per un evento culturale
completo e diversificato, che va incontro a interessi molteplici e
comunitari. Il via già questa sera, con la presentazione del volume
pubblicato in occasione dei 400 anni di vita della chiesa
parrocchiale di Arco “La fabbrica della Collegiata”. Domani sera
sarà la volta invece dell'impianto idroelettrico del Ponale e la
presentazione - presso il Museo di Riva - de “Le acque dei paesi
conquistati”. Domenica 10 a Palazzo Panni si terrà la proiezione
del documentario su fra' Silvio Bottes, un personaggio che ha dato
molto alla comunità dal punto di vista sia religioso che artistico,
mentre giovedì 14 novembre toccherà al filmato “Old cinema”,
ossia nostalgia e memoria delle sale cinematografiche perdute del
Trentino. Chiuderà l'anteprima “Echi dell'Ottocento”,
all'Auditorium di Riva venerdì 15, con la presentazione del libro ed
un concerto».
“Arco nel romanzo mai scritto di Vasco Pratolini”, “Gustav Klimt a Malcesine e il mistero di un quadro scomparso”, “Storie del Monte Velo”, “Econarrazioni per raccontare la terra”, “Francesca Alberti Lutti”, “Le Dolomiti di Brenta” e “I canzonieri di Giacomo Floriani”: sono infine sette gli eventi a corollario della XXI edizione della mostra «Pagine del Garda», curata dai volontari dell'associazione culturale “IlSommolago”. Ciliegina sulla torta sarà tuttavia la presentazione -stasera alle 20.45 all'Oratorio S.Gabriele - del libro sulla nascita della Collegiata, il lavoro di ricerca condotto dagli storici grazie a fonti sia ceche che italiane, che negli ultimi tempi ha portato a galla informazioni nuove e interessanti su personaggi poco noti, protagonisti ad Arco e presso la corte imperiale.
fonte: Paola
Malcotti - l'Adige di ieri, giovedì 7 novembre 2013
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martedì 5 novembre 2013
"Sillabe, sorsi e sapori", torna la rassegna letteraria di Parisi a Brenzone
Puntuale come
l’autunno arriva la rassegna
letteraria organizzata da Livio
Parisi a Brenzone, nello
spazio del “Pescatore” di Castelletto (VR).
Ogni anno, a novembre, il
professore rivano cura nella
sua osteria «Sillabe, sorsi,
sapori», incontri dedicati
agli autori gardesani in tre
mercoledì del mese.
Si inizia domani sera alle 20 e protagonisti saranno due colleghi de l’Adige, il giornalista rivano Davide Pivetti, che presenta il suo volume «Emersioni - Isole di giovani racconti», e la corrispondente ledrense Paola Malcotti, cronista e blogger che presenterà il libro assieme all’autore. Si tratta di una raccolta di storie isolane ambientate in una decina di “terre emerse” mediterranee: da Lampedusa alle Kerkennah, dalla croata Cres agli arcipelaghi di Eolie ed Egadi, passando per Ustica, Linosa, la Portixeddu sarda. La serata sarà allietata dal pianoforte di Raffaele Zaninelli.
Secondo appuntamento mercoledì 13 con Stefano Lorenzetto che presenta «Hic sunt leones», venticinque storie di veneti notevoli, con l’introduzione di Stefano Filippi e le note di Lucio Bonometti. Terzo ed ultimo incontro il 20 novembre con Paola Olzer e «Il mio pezzettino di cielo», presentato da Diego Andreatta, con il flauto di Federico De Cassan.
La rassegna veronese accosta la letteratura alla musica ma anche alla buona cucina di lago, aspetto del quale si occupano Livio e Rosaria Parisi con la collaborazione, ogni volta, di una diversa cantina dell’area gardesana. Quest’anno si alterneranno la bresciana «Zamichele » e le veronesi «Tamburino sardo» e «Cà Rugate», con gli extravergine di «Cà Rainene ». Informazioni allo 045- 7430702.
fonte: l'Adige di oggi, martedì 5 novembre 2013
Si inizia domani sera alle 20 e protagonisti saranno due colleghi de l’Adige, il giornalista rivano Davide Pivetti, che presenta il suo volume «Emersioni - Isole di giovani racconti», e la corrispondente ledrense Paola Malcotti, cronista e blogger che presenterà il libro assieme all’autore. Si tratta di una raccolta di storie isolane ambientate in una decina di “terre emerse” mediterranee: da Lampedusa alle Kerkennah, dalla croata Cres agli arcipelaghi di Eolie ed Egadi, passando per Ustica, Linosa, la Portixeddu sarda. La serata sarà allietata dal pianoforte di Raffaele Zaninelli.
Secondo appuntamento mercoledì 13 con Stefano Lorenzetto che presenta «Hic sunt leones», venticinque storie di veneti notevoli, con l’introduzione di Stefano Filippi e le note di Lucio Bonometti. Terzo ed ultimo incontro il 20 novembre con Paola Olzer e «Il mio pezzettino di cielo», presentato da Diego Andreatta, con il flauto di Federico De Cassan.
La rassegna veronese accosta la letteratura alla musica ma anche alla buona cucina di lago, aspetto del quale si occupano Livio e Rosaria Parisi con la collaborazione, ogni volta, di una diversa cantina dell’area gardesana. Quest’anno si alterneranno la bresciana «Zamichele » e le veronesi «Tamburino sardo» e «Cà Rugate», con gli extravergine di «Cà Rainene ». Informazioni allo 045- 7430702.
fonte: l'Adige di oggi, martedì 5 novembre 2013
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domenica 3 novembre 2013
Il naufragio, raccontato da una giovane migrante
"Prof, sogno ogni notte la mamma che mi chiede aiuto e non riesco mai a tirala fuori dall'acqua, scompare sempre tra le onde...ma se imparo a nuotare, un giorno riuscirò a salvarla".
E' un passo del racconto di Kerene Fuamba, 17 anni, immigrata in Libia con la famiglia per sfuggire alla guerra civile e poi in Italia, nel 2011, su uno dei maledetti barconi della morte, per un viaggio da cui la mamma non tornerà.
Il racconto fa parte di "Lingua madre 2013. Racconti di donne straniere in Italia".
fonte: Ansa
E' un passo del racconto di Kerene Fuamba, 17 anni, immigrata in Libia con la famiglia per sfuggire alla guerra civile e poi in Italia, nel 2011, su uno dei maledetti barconi della morte, per un viaggio da cui la mamma non tornerà.
Il racconto fa parte di "Lingua madre 2013. Racconti di donne straniere in Italia".
fonte: Ansa
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sabato 2 novembre 2013
"La carta più alta" di M. Malvaldi
«Non è che tutti gli anni possono ammazzare qualcuno per farvi passare il tempo», sbotta disperato Massimo il barrista (sì, con la doppia erre, volutamente!). Ma è impossibile sottrarsi al nuovo intrigo in cui stanno per trascinarlo i quattro vecchietti del BarLume, adepti della pensione, una di quelle tradizioni italiche d'altri tempi, destinate a sparire".
E già con una spassosa premessa di questo tipo, "La carta più alta" - il giallo di Marco Malvaldi - non può che lasciare intendere un proseguo altrettanto irriverente.
Dalla vendita sottoprezzo di una villa lussuosa, i pensionati - investigatori per amor di paesana maldicenza, oltre che titolari di sano buontempo - sono arrivati a dedurre l’omicidio del vecchio proprietario, morto ufficialmente di un male rapido e inesorabile. Massimo il barrista (sì, rivolutamente con la doppia erre!), ormai in balìa dei vecchietti che stanno abbarbicati tutto il giorno al tavolino sotto l’olmo del suo bar nel paese immaginario e tipico di Pineta, trasforma controvoglia quel fiume di malignità e di battute in un'indagine. Il suo lavoro d’intelletto investigativo si risolve grazie a un’intuizione che permette di ristrutturare le informazioni durante un noioso ricovero ospedaliero, proprio come avviene nei classici del giallo deduttivo.
E a questo genere apparterrebbero, data la meccanica dell’intreccio, i romanzi del BarLume, se non fosse per le convincenti e fresche innovazioni che vi aggiunge di volta in volta Marco Malvaldi. La situazione comica dei quattro temibili vecchietti che sprecano allegramente le giornate tra battute diatribe e calunnie, diventa base informativa e controcanto farsesco di fondamentale importanza al mistero. La rappresentazione, umoristica e irriverente insieme, della realtà della provincia italiana nel suo localismo, nel suo vitalismo e nel suo eccentrico civismo, si ritrova così incarnata in un paesino balneare della costa toscana, da dove passano e ripassano i personaggi di un'italica commedia in forma di giallo.
Dopo la felice digressione ottocentesca - con tanto di Pellegrino Artusi tra i personaggi principali, alle prese con un delitto - di "Odore di chiuso", Malvaldi torna al languore balneare e un po’ indolente di Pineta. Questa volta gli investigatori - fautori della nobile arte del "farsi i fattacci altrui" - sono Ampelio, Aldo il ristoratore, Il Rimediotti e il Del Tacca del Comune. Questi quattro ineffabili gourmet di semolino stanno sulla pagina con la disinvolta allure di un A-Team di ottuagenari, pronti ad ogni piè sospinto a rivendicare il loro diritto a mangiare – ché mangiare gli garba parecchio – a “giocà” a carte o biliardo e fumare qualche sigaretta: arrivati al punto in cui sono arrivati, l’invulnerabilità è a un passo.
A fare da contrappunto al loro incessante borbottìo, che sparge fiele sulle cose del mondo facendo nel contempo piegare in due il lettore dalle risate, c’è Massimo, che ha da poco cambiato casa, divorziato, perso la sua banconista preferita, la "bona" e giovane Tiziana, e acquisito - oltre alla squadra paesan-investigativa più veritiera di questa parte id mondo - una vicina di casa che frigge dalla mattina alla sera alimenti non meglio precisati in oli non meglio precisati, impestando l’aria e guastando al nostro barrista l’umore. Massimo farebbe volentieri a meno di cacciare il naso in una storia vecchia di vent’anni, e della quale non è affatto convinto. Ma il caso ci mette lo zampino - oltre che una radice sporgente - e una catena di eventi scalda i motori per mettersi in moto come un diesel: lenta ma inesorabile.
"La carta più alta" riesce in una di quelle alchimie cui il chimico (ché chimico nella vita l'autore lo è per davvero!) Malvaldi ci ha abituati, imbastendo un intreccio spassosissimo (azz, sei esse!) e ben strutturato che viaggia in parallelo alla splendida caratterizzazione dei personaggi e ai loro esilaranti dialoghi.
Un giallo che va giù come té freddo al limone, tracannato alle due di pomeriggio, sotto la canicola di pieno luglio, che consiglio vivamente: perché con Malvaldi, ancora una volta si ride, ci si immedesima e si vuol bene a Massimo il barrista (sì, ri-rivolutamente con la doppia erre!) e ai suoi fantastici vecchietti: chi non vorrebbe avere personaggi del genere nel proprio paese?
E già con una spassosa premessa di questo tipo, "La carta più alta" - il giallo di Marco Malvaldi - non può che lasciare intendere un proseguo altrettanto irriverente.
Dalla vendita sottoprezzo di una villa lussuosa, i pensionati - investigatori per amor di paesana maldicenza, oltre che titolari di sano buontempo - sono arrivati a dedurre l’omicidio del vecchio proprietario, morto ufficialmente di un male rapido e inesorabile. Massimo il barrista (sì, rivolutamente con la doppia erre!), ormai in balìa dei vecchietti che stanno abbarbicati tutto il giorno al tavolino sotto l’olmo del suo bar nel paese immaginario e tipico di Pineta, trasforma controvoglia quel fiume di malignità e di battute in un'indagine. Il suo lavoro d’intelletto investigativo si risolve grazie a un’intuizione che permette di ristrutturare le informazioni durante un noioso ricovero ospedaliero, proprio come avviene nei classici del giallo deduttivo.
E a questo genere apparterrebbero, data la meccanica dell’intreccio, i romanzi del BarLume, se non fosse per le convincenti e fresche innovazioni che vi aggiunge di volta in volta Marco Malvaldi. La situazione comica dei quattro temibili vecchietti che sprecano allegramente le giornate tra battute diatribe e calunnie, diventa base informativa e controcanto farsesco di fondamentale importanza al mistero. La rappresentazione, umoristica e irriverente insieme, della realtà della provincia italiana nel suo localismo, nel suo vitalismo e nel suo eccentrico civismo, si ritrova così incarnata in un paesino balneare della costa toscana, da dove passano e ripassano i personaggi di un'italica commedia in forma di giallo.
Dopo la felice digressione ottocentesca - con tanto di Pellegrino Artusi tra i personaggi principali, alle prese con un delitto - di "Odore di chiuso", Malvaldi torna al languore balneare e un po’ indolente di Pineta. Questa volta gli investigatori - fautori della nobile arte del "farsi i fattacci altrui" - sono Ampelio, Aldo il ristoratore, Il Rimediotti e il Del Tacca del Comune. Questi quattro ineffabili gourmet di semolino stanno sulla pagina con la disinvolta allure di un A-Team di ottuagenari, pronti ad ogni piè sospinto a rivendicare il loro diritto a mangiare – ché mangiare gli garba parecchio – a “giocà” a carte o biliardo e fumare qualche sigaretta: arrivati al punto in cui sono arrivati, l’invulnerabilità è a un passo.
A fare da contrappunto al loro incessante borbottìo, che sparge fiele sulle cose del mondo facendo nel contempo piegare in due il lettore dalle risate, c’è Massimo, che ha da poco cambiato casa, divorziato, perso la sua banconista preferita, la "bona" e giovane Tiziana, e acquisito - oltre alla squadra paesan-investigativa più veritiera di questa parte id mondo - una vicina di casa che frigge dalla mattina alla sera alimenti non meglio precisati in oli non meglio precisati, impestando l’aria e guastando al nostro barrista l’umore. Massimo farebbe volentieri a meno di cacciare il naso in una storia vecchia di vent’anni, e della quale non è affatto convinto. Ma il caso ci mette lo zampino - oltre che una radice sporgente - e una catena di eventi scalda i motori per mettersi in moto come un diesel: lenta ma inesorabile.
"La carta più alta" riesce in una di quelle alchimie cui il chimico (ché chimico nella vita l'autore lo è per davvero!) Malvaldi ci ha abituati, imbastendo un intreccio spassosissimo (azz, sei esse!) e ben strutturato che viaggia in parallelo alla splendida caratterizzazione dei personaggi e ai loro esilaranti dialoghi.
Un giallo che va giù come té freddo al limone, tracannato alle due di pomeriggio, sotto la canicola di pieno luglio, che consiglio vivamente: perché con Malvaldi, ancora una volta si ride, ci si immedesima e si vuol bene a Massimo il barrista (sì, ri-rivolutamente con la doppia erre!) e ai suoi fantastici vecchietti: chi non vorrebbe avere personaggi del genere nel proprio paese?
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giovedì 24 ottobre 2013
Alice Munro torna sui suoi passi: "amo scrivere"
Fragile di salute, debole nelle ossa, sopravvissuta al cancro e al mal di cuore, ma ancora con una vita di storie dentro, tutte da raccontare.
Dopo l'annuncio di avere smesso di scrivere che di pochi mesi aveva preceduto il Nobel per la Letteratura, la "maestra del narrar breve" Alice Munro è tornata sui suoi passi: intervistata dal Wall Street Journal, la scrittrice ha rivelato che la decisione presa la scorsa estate di mettere per sempre la penna nel cassetto le ha provocato dubbi e lacerazioni interne...
fonte: Ansa
Dopo l'annuncio di avere smesso di scrivere che di pochi mesi aveva preceduto il Nobel per la Letteratura, la "maestra del narrar breve" Alice Munro è tornata sui suoi passi: intervistata dal Wall Street Journal, la scrittrice ha rivelato che la decisione presa la scorsa estate di mettere per sempre la penna nel cassetto le ha provocato dubbi e lacerazioni interne...
fonte: Ansa
martedì 22 ottobre 2013
"Storia di Irene": il nuovo libro di Erri De Luca
Salvata dai delfini, Irene appartiene al mare e solo nell'acqua riesce ad esprimersi, ad essere se stessa.
E' lei, ragazzina, orfana su un'isola greca, raccolta su una spiaggia dopo una burrasca, già incinta a 14 anni, la protagonista del racconto che apre il nuovo libro di Erri De Luca, "Storia di Irene" (Feltrinelli), che include altre due avventure di mare.
fonte: Ansa
E' lei, ragazzina, orfana su un'isola greca, raccolta su una spiaggia dopo una burrasca, già incinta a 14 anni, la protagonista del racconto che apre il nuovo libro di Erri De Luca, "Storia di Irene" (Feltrinelli), che include altre due avventure di mare.
fonte: Ansa
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sabato 19 ottobre 2013
Nei libri la forza per ripartire
Quando ci si interroga, angosciosamente, da dove possa scaturire la scintilla che accenda lo scatto d'orgoglio che oggi manca al Paese, si immaginano le risposte più disparate; tante, tranne una, la più dimenticata, la più lontana dal pensiero dominante: studiare, leggere. Studiare tutti, a tutti i livelli. Leggere di più, tutti, vecchi e giovani, al Nord e al Sud.
L'Associazione italiana editori calcolò qualche tempo fa che se gli indici di lettura del Mezzogiorno fossero stati in media con quelli del Centro Nord, nel periodo 1883-2006 la produttività del capitale umano sarebbe cresciuta di circa il 25%.
Ma gli indici di lettura italiani sono bassi anche al Nord.
L'Italia ha gli indici di lettura più bassi d'Europa. Solo il 46,7% degli italiani legge almeno un libro l'anno, contro il 59% della Spagna in crisi, il 70% della Francia, l'83% della Germania. All'interno dell'Italia mentre il Nord registra un livello di lettura del 54%, il Sud precipita al 34%. Come fa un Paese che legge così pochi libri, che si informa così poco, che pone così poca centralità al valore sociale e di promozione individuale della lettura, a risalire la china di una crisi strutturale gravissima? All'81° congresso mondiale della Società Dante Alighieri, a Cagliari, il 20 e 21 settembre, ci siamo posti questo interrogativo e abbiamo immaginato qualche risposta concreta. Intanto i giovani leggono più degli adulti. Dal 1995 al 2012 la percentuale dei ragazzi (fino a 17 anni) lettori di almeno un libro non scolastico l'anno è salita dal 46 al 58%, mentre l'indice generale è cresciuto dal 39 al 46,7%. Tra i giovani, i lettori sono maggioranza, anche se leggono molto meno dei coetanei spagnoli e francesi. È quindi dai giovani che bisogna partire. Non esiste alternativa all'impiego della ecosfera digitale per coinvolgere i giovani in un movimento di massa a favore della lettura. L'azione che serve al Paese non può che essere comunitaria, partecipativa, e non artificiale quali risultano anche le migliori e pur meritorie campagne di comunicazione. Dobbiamo proporre qualcosa di diverso da una serie di spot.
Intanto tornare con coraggio a proporre i classici. La maratona su Twitter della Dante Alighieri «il Decameron in 100 tweet» (con lo hashtag #14000DB) ha suscitato interesse, talvolta entusiasmo, e qualche ironia. Ogni giorno la Dante ha twittato una sintesi in due twoosh giornalieri (tweet di 140 caratteri esatti) di ogni novella del Decameron, una in prosa, l'altra in rima, ottonari ed endecasillabi. Questa azione ha aperto una sfida alla rete dei seguaci che si sono scervellati per proporre dei tweet più brillanti e divertenti...
fonte & read more: Paolo Peluffo - Il Sole 24 Ore online
L'Italia ha gli indici di lettura più bassi d'Europa. Solo il 46,7% degli italiani legge almeno un libro l'anno, contro il 59% della Spagna in crisi, il 70% della Francia, l'83% della Germania. All'interno dell'Italia mentre il Nord registra un livello di lettura del 54%, il Sud precipita al 34%. Come fa un Paese che legge così pochi libri, che si informa così poco, che pone così poca centralità al valore sociale e di promozione individuale della lettura, a risalire la china di una crisi strutturale gravissima? All'81° congresso mondiale della Società Dante Alighieri, a Cagliari, il 20 e 21 settembre, ci siamo posti questo interrogativo e abbiamo immaginato qualche risposta concreta. Intanto i giovani leggono più degli adulti. Dal 1995 al 2012 la percentuale dei ragazzi (fino a 17 anni) lettori di almeno un libro non scolastico l'anno è salita dal 46 al 58%, mentre l'indice generale è cresciuto dal 39 al 46,7%. Tra i giovani, i lettori sono maggioranza, anche se leggono molto meno dei coetanei spagnoli e francesi. È quindi dai giovani che bisogna partire. Non esiste alternativa all'impiego della ecosfera digitale per coinvolgere i giovani in un movimento di massa a favore della lettura. L'azione che serve al Paese non può che essere comunitaria, partecipativa, e non artificiale quali risultano anche le migliori e pur meritorie campagne di comunicazione. Dobbiamo proporre qualcosa di diverso da una serie di spot.
Intanto tornare con coraggio a proporre i classici. La maratona su Twitter della Dante Alighieri «il Decameron in 100 tweet» (con lo hashtag #14000DB) ha suscitato interesse, talvolta entusiasmo, e qualche ironia. Ogni giorno la Dante ha twittato una sintesi in due twoosh giornalieri (tweet di 140 caratteri esatti) di ogni novella del Decameron, una in prosa, l'altra in rima, ottonari ed endecasillabi. Questa azione ha aperto una sfida alla rete dei seguaci che si sono scervellati per proporre dei tweet più brillanti e divertenti...
fonte & read more: Paolo Peluffo - Il Sole 24 Ore online
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sabato 12 ottobre 2013
Food & Book, ovvero la cultura del buongusto
Il cibo incontra la letteratura: dall’8 al 10 novembre a Montecatini Terme, un festival celebra questa unione fatale. Si tratta di Food & Book, un momento di festa che vede protagonisti scrittori e chef stellati. Una manifestazione da non perdere per gli amanti del genere, ma anche per i curiosi e i golosi. A partire dal concetto che il cibo è cultura e che come tale va raccontato, il format di Food & Book prevede 3 giorni di attività a ritmo serrato, organizzate dalla casa editrice Agra e dal mensile Leggere:tutti, insieme alle istituzioni locali.
Ricette e romanzi, connubio da sempre vincente, sono gli ingredienti base degli oltre 100 eventi che si svilupperanno nella cittadina toscana, fra il centro, l'antico mercato e lo stabilimento termale. Cene a tema e reading, interviste e showcooking, incontri mangerecci con chef e autori, degustazioni di vini e grappe, assaggi di specialità alimentari dei produttori 'chilometri zero' di Slow Food, visite ai musei locali, mostre d’arte, lezioni di cucina, laboratori artistici per grandi e piccoli. E naturalmente vendita di libri, a tema e non. Molti eventi sono a pagamento e su prenotazione.
Tanti gli ospiti, che racconteranno dei loro libri e dei collegamenti fra letteratura e cucina. Ci saranno i giallisti Andrea Vitali, Marco Malvaldi e Valerio Varesi, ma anche Matteucci, Roberto Perrone, Mattia Torre, Bruno Gambacorta, Gaetano Cappelli, la giornalista culinaria Licia Granello, Mario Liberto, Daniele Tirelli. Nutrita anche la squadra degli chef: Fabio Campoli, Alessandro Cecere, Chicco Cerea, Pino Cuttaia, Igles Corelli, Fabrizio Girasoli, Velia De Angelis, Nino Di Costanzo, Marcello Leoni, Gianfranco Pascucci, Pierantonio Pirozzi, la giovane spagnola Alba Esteve Ruiz, e la star barcellonese Quim Marquez Duran.
Per l'occasione il giorno 9 il treno Italo porterà da Napoli a Firenze (seguirà collegamento regionale verso Montecatini) un gruppo di scrittori e chef (fra cui Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, il finalista allo Strega Franco Matteucci e l'attore-chef Andy Luotto) che animeranno il viaggio e i passeggeri con reading e anticipazioni sui libri in uscita.
fonte: Panorama.it
Ricette e romanzi, connubio da sempre vincente, sono gli ingredienti base degli oltre 100 eventi che si svilupperanno nella cittadina toscana, fra il centro, l'antico mercato e lo stabilimento termale. Cene a tema e reading, interviste e showcooking, incontri mangerecci con chef e autori, degustazioni di vini e grappe, assaggi di specialità alimentari dei produttori 'chilometri zero' di Slow Food, visite ai musei locali, mostre d’arte, lezioni di cucina, laboratori artistici per grandi e piccoli. E naturalmente vendita di libri, a tema e non. Molti eventi sono a pagamento e su prenotazione.
Tanti gli ospiti, che racconteranno dei loro libri e dei collegamenti fra letteratura e cucina. Ci saranno i giallisti Andrea Vitali, Marco Malvaldi e Valerio Varesi, ma anche Matteucci, Roberto Perrone, Mattia Torre, Bruno Gambacorta, Gaetano Cappelli, la giornalista culinaria Licia Granello, Mario Liberto, Daniele Tirelli. Nutrita anche la squadra degli chef: Fabio Campoli, Alessandro Cecere, Chicco Cerea, Pino Cuttaia, Igles Corelli, Fabrizio Girasoli, Velia De Angelis, Nino Di Costanzo, Marcello Leoni, Gianfranco Pascucci, Pierantonio Pirozzi, la giovane spagnola Alba Esteve Ruiz, e la star barcellonese Quim Marquez Duran.
Per l'occasione il giorno 9 il treno Italo porterà da Napoli a Firenze (seguirà collegamento regionale verso Montecatini) un gruppo di scrittori e chef (fra cui Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, il finalista allo Strega Franco Matteucci e l'attore-chef Andy Luotto) che animeranno il viaggio e i passeggeri con reading e anticipazioni sui libri in uscita.
fonte: Panorama.it
domenica 6 ottobre 2013
Portici di Carta: un successo
Grande successo a Torino per "Portici di Carta". La kermesse promossa dal Comune e organizzata dalla Fondazione per il Libro, col sostegno della Regione Piemonte, per due giorni ha visto sotto i portici del centro la più lunga libreria al mondo: due chilometri di bancarelle tematiche, di libri usati, storici, rari, di libri per tutti, che sono state prese d'assalto da migliaia di lettori e curiosi. Torino si conferma quindi ancora una volta "capitale del libro".
Nobel per la letteratura: Murakami favorito
Torna - e a questo punto si guadagna il titolo di "eterno" favorito - il nome dello scrittore giapponese Haruki Murakami come probabile vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2013, che sarà annunciato la prossima settimana.
L'autore di "Tokyo blues" e "Norwegian Wood" secondo la società di scommesse britannica Ladbrokes è quotato 3 a 1.
Fra gli italiani è candidato a sorpresa, Roberto Vecchioni. Il suo nome è accanto a Leonard Cohen e Bob Dylan, anche lui da anni favorito fra le polemiche.
fonte: Ansa
L'autore di "Tokyo blues" e "Norwegian Wood" secondo la società di scommesse britannica Ladbrokes è quotato 3 a 1.
Fra gli italiani è candidato a sorpresa, Roberto Vecchioni. Il suo nome è accanto a Leonard Cohen e Bob Dylan, anche lui da anni favorito fra le polemiche.
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giovedì 3 ottobre 2013
Hikikomori
Hikikomori (ひきこもり/引き篭り letteralmente “stare in disparte, isolarsi”, dalle parole hiku “tirare” e komoru “ritirarsi”) è un termine giapponese usato per riferirsi a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento. Tali scelte sono causate da fattori personali e sociali di varia natura. Tra questi, la particolarità del contesto familiare in Giappone, caratterizzato dalla mancanza di una figura paterna e da un'eccessiva protettività materna, la grande pressione della società giapponese verso autorealizzazione e successo personale, cui l'individuo viene sottoposto fin dall'adolescenza. Il termine hikikomori si riferisce sia al fenomeno sociale in generale, sia a coloro che appartengono a questo gruppo sociale.
Il percorso terapeutico, che può durare da pochi mesi a diversi anni, consiste nel trattare la condizione come un disturbo mentale (con sedute di psicoterapia e assunzione di psicofarmaci) oppure come problema di socializzazione, stabilendo un contatto con i soggetti colpiti e cercando di migliorarne la capacità di interagire. Il fenomeno, già presente in Giappone dalla seconda metà degli anni ottanta, ha incominciato a diffondersi negli anni duemila anche negli Stati Uniti e in Europa.
fonte: Wikipedia
Il percorso terapeutico, che può durare da pochi mesi a diversi anni, consiste nel trattare la condizione come un disturbo mentale (con sedute di psicoterapia e assunzione di psicofarmaci) oppure come problema di socializzazione, stabilendo un contatto con i soggetti colpiti e cercando di migliorarne la capacità di interagire. Il fenomeno, già presente in Giappone dalla seconda metà degli anni ottanta, ha incominciato a diffondersi negli anni duemila anche negli Stati Uniti e in Europa.
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lunedì 30 settembre 2013
Piove, dalle nuvole sparse...
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
"La pioggia nel pineto" (G. D'Annunzio)
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
"La pioggia nel pineto" (G. D'Annunzio)
giovedì 26 settembre 2013
Arriva il libro segreto della Rowling
La rivelazione dell’anno è senz’altro questa: dietro lo
pseudonimo di Robert Galbraith si nasconde l'autrice
più famosa al mondo, J.K. Rowling, la “mamma” di Harry Potter.
Salani, l’editore di Harry Potter, ha annunciato che sarà tra i primi al mondo a pubblicare anche il romanzo segreto, il 4 novembre. Si intitolerà "Il richiamo del cuculo", primo assoluto in classifica in Inghilterra e in USA, La Repubblica stima che abbia venduto 7 milioni e mezzo di copie in una mattinata! |
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martedì 24 settembre 2013
Diario di nonni e nipoti
Mercoledì 25 settembre alle 18.30 nella sala multimediale della Biblioteca civica "G. Tartarotti" di Rovereto di terrà la serata di presentazione del laboratorio "Diario di nonni e nipoti".
Un diario fatto di ricordi anche molto diversi, dedicato ad una delle coppie più affiatate che si conosca, quella tra nonno o nonna e nipote, una relazione in cui si chiude reciprocamente un occhio sulle difficoltà dovute all’età (troppo avanzata o troppo acerba) e ci si gode il piacere di stare insieme senza troppi obblighi e aspettative… divertendosi di solito moltissimo! In un’epoca in cui la rincorsa tecnologica ci ha abituati alla rapida obsolescenza di ogni cosa, dagli abiti al cellulare al libro di testo, che vengono sostituiti rapidamente dall’ultimo modello appena prodotto, si vuole proporre uno strumento che possa valorizzare sia le persone che hanno attraversato questi cambiamenti (insostituibili nella unicità della propria esperienza e memoria) che i loro giovanissimi eredi, attraverso le pagine di un diario in cui far scivolare qualche episodio autobiografico vissuto in un passato lontanissimo, o almeno così sembra a noi, e in un presente contemporaneo osservato da chi, per ora, non ne è il responsabile autore.
Nonni e nipoti creano quindi insieme le pagine di un diario multisensoriale, in cui si incontrano parole e immagini, suoni, sapori e odori e qualità della memoria, stimolati da parole chiave che da sole possono aprire mondi interi di ricordi, e in cui le parole Vecchio e Nuovo perdono il significato di attribuzione di valore, per riacquistare quello di indicatore temporale. Ricordi che potranno essere brevi e immediati, o complessi e lontani ma tutti ugualmente ricchi di valore autobiografico per chi li ha vissuti in prima persona e quindi degni di essere ammessi tra le pagine di un libro di famiglia, in cui dare dignità e valore anche a chi non è necessariamente “cool”… In ogni pagina sarà rievocato un tema o un episodio attraverso brevi testi, immagini raffigurate al momento e soprattutto i reperti autobiografici forniti dai partecipanti, evocativi attraverso molte modalità di sensazioni, emozioni e ricordi… Al termine del laboratorio le pagine, nei più svariati materiali, verranno assemblate in modo personalizzato per creare un diario poco tradizionale e che va più nella direzione del libro oggetto come proposto da Marinetti e del libro d’artista, originale nella sua ideazione oltre che nei contenuti e le cui pagine potranno essere tessute, cucite, arrotolate, inchiodate…a seconda del progetto di ciascuna coppia.
Materiali: colori ad acqua, colla e materiali di recupero, legno, latta, stoffa, ago e filo… oltre ai reperti autobiografici forniti dai partecipanti, come fotografie, biglietti, piccoli oggetti, odori suoni e sapori che verranno inclusi nelle pagine del diario. Gestisce il laboratorio: dott.ssa Patrizia Garberi (www.artimagery.it) MSc in Psicologia Neuroscienze e MA dell’Accademia di Belle Arti. Possiede una vasta esperienza di insegnamento e nella conduzione di gruppi. Promuove esperienze per il benessere personale e percorsi di formazione e sostegno a mediazione artistica nella salute e nella cura, diretti a gruppi e persone di ogni età. Con preghiera di pubblicazione. L'occasione è gradita per porgere cordiali saluti. Comune di Rovereto - Servizio Biblioteca corso A. Bettini, 43 I-38068 Rovereto TN P.IVA 00125390229 tel (+39)0464452500 fax (+39)0464452344 bibliotecacivica@comune.rovereto.tn.it
www.bibliotecacivica.comune.rovereto.tn.it
Il laboratorio è articolato in 8 incontri di 2 ore e culminerà nella mostra finale dei lavori (dicembre), che sarà allestita dai partecipanti stessi negli spazi rinnovati della Biblioteca civica. Partecipanti: massimo 12 coppie composte da 1 nonno/a e 1 nipote Incontro di presentazione del progetto mercoledì 25/09/2013 ore 18.30 nella sala multimediale della biblioteca. 8 incontri il mercoledì dalle 16,30 alle 18,30 presso il Laboratorio arte grafica della Biblioteca civica di Rovereto (corso Bettini 43) con inizio il 9 ottobre 2013 Incontro extra mercoledì 4 dicembre (nello stesso orario) per l’assemblaggio del libro e l’allestimento della mostra, che inaugurerà il sabato 7 dicembre. Dato che i posti sono limitati, si raccomanda a chi decide di iscriversi al laboratorio a partecipare a tutti gli incontri presso l a Biblioteca civica al numero 0464 452500 Memorie da condividere per raccontare insieme, e riconoscere il valore e la dignità della storia personale attraverso le trasformazioni sociali e culturali.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa della Biblioteca Tartarotti
Un diario fatto di ricordi anche molto diversi, dedicato ad una delle coppie più affiatate che si conosca, quella tra nonno o nonna e nipote, una relazione in cui si chiude reciprocamente un occhio sulle difficoltà dovute all’età (troppo avanzata o troppo acerba) e ci si gode il piacere di stare insieme senza troppi obblighi e aspettative… divertendosi di solito moltissimo! In un’epoca in cui la rincorsa tecnologica ci ha abituati alla rapida obsolescenza di ogni cosa, dagli abiti al cellulare al libro di testo, che vengono sostituiti rapidamente dall’ultimo modello appena prodotto, si vuole proporre uno strumento che possa valorizzare sia le persone che hanno attraversato questi cambiamenti (insostituibili nella unicità della propria esperienza e memoria) che i loro giovanissimi eredi, attraverso le pagine di un diario in cui far scivolare qualche episodio autobiografico vissuto in un passato lontanissimo, o almeno così sembra a noi, e in un presente contemporaneo osservato da chi, per ora, non ne è il responsabile autore.
Nonni e nipoti creano quindi insieme le pagine di un diario multisensoriale, in cui si incontrano parole e immagini, suoni, sapori e odori e qualità della memoria, stimolati da parole chiave che da sole possono aprire mondi interi di ricordi, e in cui le parole Vecchio e Nuovo perdono il significato di attribuzione di valore, per riacquistare quello di indicatore temporale. Ricordi che potranno essere brevi e immediati, o complessi e lontani ma tutti ugualmente ricchi di valore autobiografico per chi li ha vissuti in prima persona e quindi degni di essere ammessi tra le pagine di un libro di famiglia, in cui dare dignità e valore anche a chi non è necessariamente “cool”… In ogni pagina sarà rievocato un tema o un episodio attraverso brevi testi, immagini raffigurate al momento e soprattutto i reperti autobiografici forniti dai partecipanti, evocativi attraverso molte modalità di sensazioni, emozioni e ricordi… Al termine del laboratorio le pagine, nei più svariati materiali, verranno assemblate in modo personalizzato per creare un diario poco tradizionale e che va più nella direzione del libro oggetto come proposto da Marinetti e del libro d’artista, originale nella sua ideazione oltre che nei contenuti e le cui pagine potranno essere tessute, cucite, arrotolate, inchiodate…a seconda del progetto di ciascuna coppia.
Materiali: colori ad acqua, colla e materiali di recupero, legno, latta, stoffa, ago e filo… oltre ai reperti autobiografici forniti dai partecipanti, come fotografie, biglietti, piccoli oggetti, odori suoni e sapori che verranno inclusi nelle pagine del diario. Gestisce il laboratorio: dott.ssa Patrizia Garberi (www.artimagery.it) MSc in Psicologia Neuroscienze e MA dell’Accademia di Belle Arti. Possiede una vasta esperienza di insegnamento e nella conduzione di gruppi. Promuove esperienze per il benessere personale e percorsi di formazione e sostegno a mediazione artistica nella salute e nella cura, diretti a gruppi e persone di ogni età. Con preghiera di pubblicazione. L'occasione è gradita per porgere cordiali saluti. Comune di Rovereto - Servizio Biblioteca corso A. Bettini, 43 I-38068 Rovereto TN P.IVA 00125390229 tel (+39)0464452500 fax (+39)0464452344 bibliotecacivica@comune.rovereto.tn.it
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Il laboratorio è articolato in 8 incontri di 2 ore e culminerà nella mostra finale dei lavori (dicembre), che sarà allestita dai partecipanti stessi negli spazi rinnovati della Biblioteca civica. Partecipanti: massimo 12 coppie composte da 1 nonno/a e 1 nipote Incontro di presentazione del progetto mercoledì 25/09/2013 ore 18.30 nella sala multimediale della biblioteca. 8 incontri il mercoledì dalle 16,30 alle 18,30 presso il Laboratorio arte grafica della Biblioteca civica di Rovereto (corso Bettini 43) con inizio il 9 ottobre 2013 Incontro extra mercoledì 4 dicembre (nello stesso orario) per l’assemblaggio del libro e l’allestimento della mostra, che inaugurerà il sabato 7 dicembre. Dato che i posti sono limitati, si raccomanda a chi decide di iscriversi al laboratorio a partecipare a tutti gli incontri presso l a Biblioteca civica al numero 0464 452500 Memorie da condividere per raccontare insieme, e riconoscere il valore e la dignità della storia personale attraverso le trasformazioni sociali e culturali.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa della Biblioteca Tartarotti
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