sabato 19 ottobre 2013

Nei libri la forza per ripartire

Quando ci si interroga, angosciosamente, da dove possa scaturire la scintilla che accenda lo scatto d'orgoglio che oggi manca al Paese, si immaginano le risposte più disparate; tante, tranne una, la più dimenticata, la più lontana dal pensiero dominante: studiare, leggere. Studiare tutti, a tutti i livelli. Leggere di più, tutti, vecchi e giovani, al Nord e al Sud. L'Associazione italiana editori calcolò qualche tempo fa che se gli indici di lettura del Mezzogiorno fossero stati in media con quelli del Centro Nord, nel periodo 1883-2006 la produttività del capitale umano sarebbe cresciuta di circa il 25%. Ma gli indici di lettura italiani sono bassi anche al Nord.

L'Italia ha gli indici di lettura più bassi d'Europa. Solo il 46,7% degli italiani legge almeno un libro l'anno, contro il 59% della Spagna in crisi, il 70% della Francia, l'83% della Germania. All'interno dell'Italia mentre il Nord registra un livello di lettura del 54%, il Sud precipita al 34%. Come fa un Paese che legge così pochi libri, che si informa così poco, che pone così poca centralità al valore sociale e di promozione individuale della lettura, a risalire la china di una crisi strutturale gravissima? All'81° congresso mondiale della Società Dante Alighieri, a Cagliari, il 20 e 21 settembre, ci siamo posti questo interrogativo e abbiamo immaginato qualche risposta concreta. Intanto i giovani leggono più degli adulti. Dal 1995 al 2012 la percentuale dei ragazzi (fino a 17 anni) lettori di almeno un libro non scolastico l'anno è salita dal 46 al 58%, mentre l'indice generale è cresciuto dal 39 al 46,7%. Tra i giovani, i lettori sono maggioranza, anche se leggono molto meno dei coetanei spagnoli e francesi. È quindi dai giovani che bisogna partire. Non esiste alternativa all'impiego della ecosfera digitale per coinvolgere i giovani in un movimento di massa a favore della lettura. L'azione che serve al Paese non può che essere comunitaria, partecipativa, e non artificiale quali risultano anche le migliori e pur meritorie campagne di comunicazione. Dobbiamo proporre qualcosa di diverso da una serie di spot.

Intanto tornare con coraggio a proporre i classici. La maratona su Twitter della Dante Alighieri «il Decameron in 100 tweet» (con lo hashtag #14000DB) ha suscitato interesse, talvolta entusiasmo, e qualche ironia. Ogni giorno la Dante ha twittato una sintesi in due twoosh giornalieri (tweet di 140 caratteri esatti) di ogni novella del Decameron, una in prosa, l'altra in rima, ottonari ed endecasillabi. Questa azione ha aperto una sfida alla rete dei seguaci che si sono scervellati per proporre dei tweet più brillanti e divertenti...

fonte & read more: Paolo Peluffo - Il Sole 24 Ore online

Nessun commento:

Posta un commento