giovedì 21 novembre 2013

"Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza" di L. Sepulveda

Il grande scrittore latino-americano esce in libreria con una nuova storia, che si preannuncia già essere un capolavoro. Negli anni Luis Sepulveda ha saputo infatti creare storie che hanno la grazia delle fiabe e la forza delle parabole, storie apparentemente semplici che trattano temi importanti con un linguaggio e dei personaggi capaci di coinvolgere i lettori più piccoli e di parlare al cuore e alla mente anche di quelli più grandi.
Così è stato per "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", che ha raccontato l'amore per la natura, la generosità disinteressata e la solidarietà, anche fra "diversi" e per la sua seconda favola, "Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico", un'altra commovente e tenera storia di amicizia nella differenza.

Ora, con "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza", un nuovo "animale" entra nella galleria personale del grande scrittore cileno: si tratta di una lumaca viaggiatrice e ribelle che in una società dominata dall'ansia e dalla velocità ci fa riscoprire il valore della lentezza in un mondo che ha perso la dimensione del tempo, in una società dominata dalla velocità e dall'ansia, e che insegnerà a riscoprire il valore della lentezza, a ristabilire uno spazio per la riflessione, a creare la dimensione in cui apprezzare nuovamente le persone e le cose che ci stanno attorno.

Ideale compagno dei precedenti libri, "Storia di una lumaca" - racconta Sepulveda - è nato per dare una risposta a mio nipote Daniel che qualche anno fa, mentre era in giardino, si mise a osservare attentamente una lumaca. All'improvviso voltò lo sguardo verso di me e mi fece una domanda molto difficile: 'Perchè è così lenta la lumaca?'. Gli dissi che in quel momento non avevo una risposta, ma gli promisi che un giorno, non sapevo quando, gliel'avrei data. Siccome è un punto d'onore per me mantenere la parola, questa storia cerca di rispondere alla sua domanda. Il libro - conclude lo scrittore che vive in Spagna, nelle Asturie - naturalmente è dedicato ai miei nipoti Daniel e Gabriel, alle mie nipotine Camila, Aurora e Valentina, e alle lente lumache del giardino. Consapevoli di essere lente e silenziose..."

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