venerdì 29 novembre 2013

"Argento vivo" di M. Malvaldi

Dunque, iniziamo dalla terza di copertina.

C'è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino sparisce anche il computer in cui è salvato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editrice e incautamente non conservato in altro modo. Da questo momento il racconto comincia a scivolare come argento vivo sul piano accidentato della sua avventura, e si insinua, imprendibile e vivificante come il metallo liquido degli alchimisti, nel tran tran quotidiano dei tanti e diversi protagonisti. Ognuno dei quali sarebbe per sorte lontanissimo dagli altri, ma si trova suo malgrado coinvolto...

Grande varietà di personaggi che come gocce di mercurio liquido si incontrano-scontrano-separano-incrociano, con i loro pezzi di quotidianità: è questo che mette in campo Marco Malvaldi nel suo "Argento vivo", e che fa muovere intorno alle eventualità aperte dallo svolgersi dell'inchiesta di Polizia, su cui a loro volta gli individui incidono inconsapevoli con le scelte che fanno, creando una commedia dai toni gialli sugli incroci del destino.

E' ogni volta un piacere leggere Malvaldi, ironico e dissacrante come sempre con il suo linguaggio frizzante e fluido, anche se - devo ammettere - in "Argento vivo" c'è la sensazione che manchi qualcosa, forse un guizzo di originalità, o un finale (che in realtà sono più di uno) meno scontato.

Lo consiglio tuttavia a chi vuol godersi i frutti sorprendenti di azioni, reazioni e interazioni umane, a chi vuol bersi senza tante pretese un giallo brillante, dai dialoghi effervescenti e dalle limpide - anche se a volte un po' forzate - vicissitudini.

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