lunedì 7 gennaio 2013

Il "Regalo di nozze" di Andrea Vitali

La saga lacuale di Andrea Vitali vira negli anni Sessanta, mettendo tra parentesi i prediletti anni Trenta. E' un'icona del boom ad accendere la felpata, sapida, "svitata" nuova storia del medico di Bellano, sul lago di Como. Una Seicento bianca.

A Ercole Correnti, ventinovenne promesso sposo, l'utilitaria rammenta un viaggio d'antan, di lui bambino, con mamma e papà e uno zio, infallibile seduttore. Indimenticabile, ma anche un po' misteriosa, quella gita, come lo zio Pinuccio, "nato gagà", come diceva sua sorella Assunta. Ma anche insuperabile cacciaballe: raccontava di essere mediatore d'affari per i grandi produttori di seta del comasco. Grazie ai suoi mirabolanti racconti, era in grado di affascinare qualunque femmina gli capitasse a tiro. Ercole, di quella gita, riuscirà a scoprirne i retroscena solo vent'anni dopo, in quell'afosa domenica di fine agosto.

In "Regalo di nozze" Vitali procede per dilatazione, indugiando su particolari domestici, minuti, e pantografandoli fino a far loro assumere il respiro di un’epica tranquilla, riconciliata con la sua dimensione di provincia.

La prosa è sublime, perché la fotografia che l'autore ne fa vira al seppia degli anni Sessanta, con gente semplice che poco a poco accede a un benessere nuovo, e ai suoi simboli. Proprio come quella Seicento, sotto il cui cofano batte il motore di un segreto, che sarà bello scoprire poco a poco, pagina dopo pagina.

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