lunedì 7 gennaio 2013

Editore più di prima

Quando è stato annunciato l'accordo di fusione tra due giganti dell'editoria anglo-sassone, Random House e Penguin, alcuni giornali italiani hanno titolato: "I grandi editori Usa si alleano contro l'ebook". Eppure gli ebook li fanno gli editori.

 
Due scrittrici italiane negli ultimi mesi hanno criticato gli editori: una perché ebook di diverse case editrici non avevano le lettere accentate giuste. L'altra perché il proprio ebook era disponibile su alcune piattaforme ma non su altre dove erano disponibili altri ebook del suo editore. Eppure sono disfunzioni tecniche più probabilmente causate dalle piattaforme di distribuzione o dall'hardware, non dagli editori. Dato che nessuno titolerebbe "Le grandi imprese automobilistiche si alleano contro l'automobile" o imputerebbe a chi ha fabbricato la sua automobile se una strada è chiusa o se il meccanico non gliela ripara in tempo, credo ci sia molta confusione anche ad alti livelli.

Con altri editori sono andato a Bruxelles due volte quest'anno. Una volta a confermare al direttore della digital information society, che deve disegnare le policy del futuro su questi temi, che sì, gli editori sono interessati alla diffusione delle opere sulle quali investono, perché qualcuno le aveva messo dei dubbi. Un'altra volta con Donato Carrisi, uno scrittore che pubblica con
Longanesi e che fa parte del gruppo Gems di cui sono presidente, e che doveva testimoniare che sì, campa di diritto d'autore, perché anche questo è un dato di fatto contìnuamente messo in dubbio.

Tutti questi lapsus meritano una psicanalisi del sapere che si genera dì solito sul Web.
In parte sono dovuti a un po' di quella leggerezza che gira in Rete, ambito di libertà ma anche di dubbia fonte a volte. In parte agli "Over the Top", cioè alle grandi multinazionali di Internet che hanno assunto un ruolo particolare in questo decennio e che hanno un interesse fortemente egocentrico. Da una parte predicano per omogeneizzare l'Europa perché sia un mercato culturalmente uniforme come gli Usa, dall'altra sono ben contente delie asimmetrie fiscali tra un Paese e l'altro: i loro avvocati si insinuano nelle contraddizioni per pagare tasse irrisone.


Acquisiscono così un vantaggio competitivo rispetto alle imprese nazionali. Da un lato accumulano grandi ricchezze e quotazioni in Borsa mentre dall'altro predicano come profeti quale deve essere il futuro dell'umanità. Per affermare nuovi ecosistemi di distribuzione del sapere che hanno l'ambizione di dominare il mondo manco fossimo in un film di James Bond ne hanno dette di tutti i colori sull'editoria libraria negli anni e sul suo futuro...


fonte Stefano Mauri - GeMS - read more @ Il Libraio.it

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