Con altri editori sono andato a Bruxelles due volte quest'anno. Una volta a confermare al direttore della digital information society, che deve disegnare le policy del futuro su questi temi, che sì, gli editori sono interessati alla diffusione delle opere sulle quali investono, perché qualcuno le aveva messo dei dubbi. Un'altra volta con Donato Carrisi, uno scrittore che pubblica con Longanesi e che fa parte del gruppo Gems di cui sono presidente, e che doveva testimoniare che sì, campa di diritto d'autore, perché anche questo è un dato di fatto contìnuamente messo in dubbio.
Tutti questi lapsus meritano una psicanalisi del sapere che si genera dì solito sul Web.
In parte sono dovuti a un po' di quella leggerezza che gira in Rete, ambito di libertà ma anche di dubbia fonte a volte. In parte agli "Over the Top", cioè alle grandi multinazionali di Internet che hanno assunto un ruolo particolare in questo decennio e che hanno un interesse fortemente egocentrico. Da una parte predicano per omogeneizzare l'Europa perché sia un mercato culturalmente uniforme come gli Usa, dall'altra sono ben contente delie asimmetrie fiscali tra un Paese e l'altro: i loro avvocati si insinuano nelle contraddizioni per pagare tasse irrisone.
Acquisiscono così un vantaggio competitivo rispetto alle imprese nazionali. Da un lato accumulano grandi ricchezze e quotazioni in Borsa mentre dall'altro predicano come profeti quale deve essere il futuro dell'umanità. Per affermare nuovi ecosistemi di distribuzione del sapere che hanno l'ambizione di dominare il mondo manco fossimo in un film di James Bond ne hanno dette di tutti i colori sull'editoria libraria negli anni e sul suo futuro...
fonte Stefano Mauri - GeMS - read more @ Il Libraio.it
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