Cosa spinge un editore a scegliere un libro? A rispondere a questa domanda, nella Sala Panoramica del Castello Sforzesco, sono state Emilia Lodigiani, Claudia Tarolo, Daniela Di Sora e Ginevra Bompiani. Quattro donne per quattro case editrici differenti, accomunate, però, da un preciso elemento: l’amore per le opere che pubblicano.
«Scegliamo solo libri che ci piacciono – spiega Claudia Tarolo, di Marcos y marcos – altrimenti non potremmo sostenerli». A distinguere il loro lavoro, invece, è soprattutto la specializzazione geografica, primo criterio di selezione. Iporberea, fondata venticinque anni fa da Emilia Lodigiani, è nata con l’obiettivo di esportare in Italia la letteratura nordica. Svezia, Danimarca, Norvegia, Islanda, Estonia, Finlandia, Olanda e Belgio: questi, e solo questi, gli otto paesi nei quali la casa editrice pesca i propri talenti. Un proposito simile ha accompagnato l’inizio dell’avventura di Daniela Di Sora, fondatrice di Voland: dare voce alla letteratura slava. Dopo poco, però, l’interesse si è allargato alle penne di tutto il mondo. Nottetempo, di Ginevra Bompiani, e Marcos y marcos non hanno, invece, una qualificazione territoriale così netta.
Sulle scrivanie delle case editrici, arrivano, ogni anno, più di un centinaio di dattiloscritti: sono di autori che si autopropongono, di traduttori appassionati o semplicemente libri stranieri, all’estero già pubblicati. Perché un’opera venga scelta, è fondamentale, per Emilia Lodigiani, il livello letterario: «Deve trattarsi di vera letteratura».
Altro ingrediente, ha sottolineato Daniela Di Sora, è la capacità del testo di fare presa sul pubblico: «Cerco di conciliare il fatto che il libro mi piaccia con le possibilità che lo stesso ha di raggiungere il pubblico. Se un libro mi piace, ma intuisco che non potrà avere successo sul mercato, sono costretta, con dolore, a rinunciarci». «La pubblicazione è il prodotto dell’incontro tra due soggetti imperfetti: l’opera e l’editore, che si completano a vicenda», ha spiegato Ginevra Bompiani, che ha chiuso l’incontro con un dolce invito: «Leggete, leggete, leggete!».
fonte: Giulia Carrarini @ Bookcity.it
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venerdì 16 novembre 2012
Letti per voi: @ Bookcity la parola agli editori
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