martedì 27 novembre 2012

I primi 50 anni di Hulk

Appena nato, nel 1962, Hulk era grigio. Ma il colore non rendeva bene e così al secondo numero diventa verde. E' solo la prima di almeno venti trasformazioni che subirà in mezzo secolo di vita, per adattarsi ai tempi e non stancare i lettori.

Partorito dalla fantasia di Stan Lee, il papà di quasi tutti i supereroi Marvel, Hulk all'alba degli anni '60 era la metafora perfetta della guerra fredda e della rincorsa agli armamenti. Un abominio nato da un esperimento nucleare andato male. I suoi muscoli fornivano anche una rappresentazione efficace del body building in voga nelle palestre e sulle spiagge americane. Così come negli anni 80 le conquiste femministe e l'edonismo reaganiano sarebbero stati salutati dall'arrivo di She Hulk, la versione femminile e procace del gigante verde.

Nel 1987 Hulk torna grigio, ed è meno selvaggio e incontrollabile di Hulk verde. Nel 91 arriva il professor Hulk che ha forza bruta e grande intelligenza. Ma il trionfo della ragione dura poco. La Marvel ha nel cassetto tre Hulk duri e puri: Hulk senza mente (Mindless Hulk), Hulk Gigante e Devil Hulk. E arriva anche Skaar, il figlio primogenito (Hulk ne avrà altri due).

Ma il vero colpo di scena è del 2008, quando all'Hulk originale se ne affianca un altro di colore… rosso fuoco. E' cattivo e fortissimo come richiedono i tempi di crisi che vive l'America dopo l'11 settembre. Tempi che disvelano anche una società profondamente diversa da quella degli anni 60, soprattutto in tema di diritti civili. Non è un caso che uno degli ultimi epigoni del gigante verde che ha incantato tre generazioni di lettori di fumetti si chiama Hulkling ed è gay. E combatte dalla parte dei buoni. Assieme al suo compagno.

fonte: Eugenio Spagnuolo @ Panorama.it

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