sabato 24 novembre 2012

I "Tre punti di rosso" di Alfonsina Gonzaga Madruzzo

Tra storia e romanzo, ma più storia che romanzo: è la vita di Alfonsina Gonzaga, sposa di Gianangelo Gaudenzio Madruzzo, vissuta tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento (1580-1647), dei quali una cinquantina trascorsi a Riva del Garda, quasi sempre nella Rocca.

Il romanzo di Luisa Gretter Adamoli, «Tre punti di rosso-L’affascinante e misconosciuta vita di Alfonsina Gonzaga Madruzzo», inizia con la scopertura del sacello, davanti all'altar maggiore, dei committenti dell’Inviolata, il capitano Gianangelo Gaudenzio Madruzzo e la moglie Alfonsina, effigiata da Martino Teofilo Polacco all’interno della prima cappella Inviolata, dedicata a San Carlo. Tutto ruota intorno ai tre punti rossi del dipinto del Polacco, ovvero il cuscino di velluto su cui è inginocchiata Alfonsina; la mantellina cardinalizia del santo dell’effigie e la tenda sollevata dalla serva intrigante. Tre punti che rappresentano una complessa realtà, come tessere di un puzzle che il romanzo vuol ricostruire, per accostarli, metterli in comunicazione, dar loro un senso.

Chi è Alfonsina Gonzaga? E' la sposa (1602) di Gianangelo Gaudenzio Madruzzo, uno dei personaggi più in vista del Trentino, dei Gonzaga di Novellara, ramo cadetto dei Gonzaga. Ancora bambina è inviata al convento di Santa Marta di Milano, per ricevere un’educazione adatta al suo rango secondo i dettami di San Carlo Borromeo, suo lontano parente (effigiato nell’altare a sinistra nell'Inviolata). A 22 anni la promessa sposa lascia la sua Novellara per venire sul lago e incontrare un marito sconosciuto, pù anziano di lei di 20 anni, che ha già tre figlie, di cui una monaca. A Riva, presto vedova, conduce un’esistenza da protagonista: balzata in primo piano dalla dipartita dell'illustre marito, si trasforma da timida ragazza in signora del potere, riverita e temuta. Sua grande «creatura» è la chiesa dell’Inviolata, nella quale è ritratta da Martino Teofilo Polacco, unica donna committente nell'altare di sinistra, dedicato a San Carlo Borromeo.

Chi è Gianangelo Gaudenzio Madruzzo (1562-1618)? E' il Capitano della Rocca vescovile, colonnello delle milizie tirolesi in Rocca, nipote del cardinale Ludovico e parente dei vescovi Carlo Gaudenzio e Carlo Emanuele, capitano della Rocca di Riva, legato da amicizia con il Duca Mantova Gonzaga. Nella storia La storia del Seicento è quella della Controriforma dopo il Concilio di Trento, sia in politica che in arte, con lo scontro Papato-Impero e la grande arte barocca.

È un periodo post-conciliare che si caratterizza per la massima diffusione del culto della Madonna. A Riva, su un muro limitrofo alla fontana del Mosé, il pittore Mangiavano ha dipinto una Madonna fra San Rocco e Sebastiano, veneratissima dal popolo, poi spostata sull’altar maggiore della chiesa. La cui costruzione è compiuta tra il 1603 e il 1620, con completamento nel 1645. Benefattrice, Alfonsina Gonzaga è citata nella lapide al vecchio ospedale civico.

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