martedì 6 novembre 2012

"Il mio nome è Nessuno", la storia di Odysseo dalla penna di Manfredi

Personaggio fascinoso, eroe che non si ferma mai, tanto mitico quanto umano. Ulisse è l'uomo dal multiforme ingegno le cui gesta tramite l'Iliade e soprattutto l'Odissea di Omero restano immortali. E ora dal passato e dalla mitologia greca ritorna, per parlarci in prima persona, nel nuovo libro di Valerio Massimo Manfredi.

L'archeologo scrittore, dopo essersi occupato di Alessandro Magno (bellissima la trilogia di Alexandros), ora si dedica al re di Italia di omerica memoria. Ulisse, tramite la penna di Manfredi, si racconta con tutta l'umanità e il coraggio che lo hanno reso più immortale di un dio. Dalla nascita nella piccola, rocciosa Itaca alla formazione di uomo e di guerriero al fianco del padre Laerte, dalle braccia materne della nutrice Euriclea al vasto mare da navigare sino a Sparta, dalla abbagliante e pericolosa bellezza di Elena all'amore per Penelope, dal solenne giuramento tra giovani principi leali al divampare della tremenda discordia.
Primo di due volumi, "Il mio nome è Nessuno" segue l'eroe acheo fino alla resa di Troia, grandiosa e terribile.

Tutti noi abbiamo la sensazione di ricordare da sempre le gesta di Odysseo, ma in questo romanzo, attingendo all'immensa messe di miti che lo vedono protagonista, Valerio Massimo Manfredi porta alla luce episodi e personaggi che non conoscevamo, ci regala la viva emozione di scoprire un intero universo brulicante di uomini, donne, imprese gloriose o sventurate. Ci mostra come accanto a quel personaggio fluisca gran parte dell'epos greco: Alcesti, le fatiche di Herakles, i sette contro Tebe, gli Argonauti, oltre ai due poemi di Omero. Odysseo non si erge solitario tra le ombre di dei e guerrieri, ma il suo intero percorso di formazione, le sue radici familiari, gli epici racconti di cui è nutrito dal nonno-lupo Autolykos e dal padre argonauta, i dialoghi con Herakles e Aias, gli incontri con la misteriosa Athena dagli occhi verdi, ogni dettaglio dà corpo a un racconto profondamente sorprendente. Con assoluto rigore ma anche con una vibrante adesione a questa materia in continuo movimento, Manfredi compie la scelta forte di affidare la narrazione proprio a colui che disse di chiamarsi Nessuno: una voce diretta, potente, scolpita nella sua semplicità, dal fascino assoluto. Una storia incalzante come i tamburi di guerra, tempestosa come il mare greco.

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