domenica 11 agosto 2013

Strafalcioni, gaffe e strane domande dei clienti ai librai

Forse a qualcuno è capitato, girando tra gli scaffali di una libreria, di ascoltare qualche conversazione tra librai e clienti non proprio nel loro ambiente naturale. Più spesso di quanto si creda questo genere di dialoghi assumono risvolti davvero comici. Anzi, forse quasi tragicomici, se ci si mette nei panni del venditore di libri o se semplicemente si ha un po’ di familiarità con la letteratura.
Nel libro di Stefano Amato intitolato, in modo eloquente, "Avete il gabbiano Jonathan Listerine?" (Editrice Bibliografica), si trova un’esilarante raccolta di richieste assurde, equivoci linguistici e strafalcioni, come per esempio:
"Scusi c'è un errore. Mi hanno regalato il nuovo della Rowling, ma siccome non c'è Harry Potter vorrei cambiarlo."

Oppure scambi come i seguenti:

Cliente: “Avete libri sullo yogurt?”
Libraio: “Ha guardato fra i libri di cucina? Lì dovrebbe esserci qualcosa.”
Cliente: “Che c’entrano i libri di cucina, scusi?”
Libraio: “Intendeva ‘yoga’, giusto?”
Cliente: “Perché io che ho detto?”

Cliente: “Mi consiglia un libro per una ragazza bloccata in casa con la gamba ingessata? Dev’essere bello lungo, però.”
Libraio: “Ok. Ha in mente un genere?”
Cliente: “No, so solo che lo vuole molto lungo. Almeno novanta pagine, tipo”...


fonte & read more @ Andrea Bressa Panorama.it

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