sabato 11 febbraio 2017

Il fondo antico della biblioteca civica di Riva del Garda svela i suoi tesori e li espone al pubblico

Sono oltre 4.000, in buona parte pezzi unici o comunque molto rari, frutto di donazioni da parte di appassionati, estimatori, cultori della nobile arte della scrittura. È il patrimonio del fondo antico della Biblioteca civica di Riva, una collezione prestigiosa raccolta nel corso dei decenni, costituita da manoscritti e libri a stampa risalenti tra il XV ed il XIX secolo, che per la prima volta - da oggi al 27 maggio - verranno esposti al pubblico in quattro mostre a rotazione

«Libri per la città - Quattro sguardi sul fondo antico della Biblioteca civica di Riva» è il titolo dell'iniziativa ideata in collaborazione con l'Archivio storico e il Museo, per dare così la giusta visibilità ad un bene pubblico che oltre a custodire il sapere universale rappresenta lo scrigno - culturale, umano, tecnologico - in cui è custodita la nostra storia. «Siamo orgogliosi di questo progetto, che non rappresenta solo un'occasione per permettere alla comunità di avvicinarsi e conoscere meglio il patrimonio - ha detto l'assessora alla Cultura Renza Bollettin in occasione della conferenza stampa di presentazione di ieri mattina - ma anche per valorizzare il fondo antico e il libro in sé, naturale depositario di conoscenza e strumento di diffusione della cultura per antonomasia».

Tredici le teche allestite dalla curatrice Adriana Paolini - studiosa di libri antichi e manoscritti medievali e moderni, docente di codicologia all'Università di Trento - con la supervisione della Sovrintendenza per i beni culturali, che partendo dall'entrata e dagli atri salirà fino all'ultimo piano della biblioteca, proponendo una selezione di volumi corredati da oggetti d'epoca, pannelli illustrativi, didascalie, guide cartacee. La prima edizione della mostra si aprirà dunque oggi (inaugurazione alle ore 17.30): protagonisti saranno il manoscritto di Martino de Rossi, scritto a cavallo tra '400 e '500, forse il più celebre dei pezzi rivani, alcuni interessanti incunaboli (i primi libri a stampa) e preziose cinquecentine, come «Apologia della Gerusalemme liberata» di Torquato Tasso, «Orlando furioso» di Ariosto, «Genealogia degli dei» di Boccaccio, «Heroides» di Ovidio, fino ad uno dei pochissimi esemplari contemporanei alla nascita dell'Inviolata, un tomo illustrato di erboristeria di Valgrisi e un raro libro «proibito» scampato all'Inquisizione di Erasmo da Rotterdam


«Ai volumi verranno affiancati documenti che daranno prova delle prime presenze a Riva di cartiere, editori e tipografi - spiega Paolini - e che verranno utilizzati non solo per raccontare alcune vicende del territorio ma anche per mostrare materiali, tendenze e scritture, e soprattutto le vicende umane e le storie custodite nelle carte antiche. Nelle successive edizioni, man mano inaugurate da personalità sensibili verso il mondo della parola scritta, verranno poi svelati altri tesori della biblioteca, scritti o pubblicati nei secoli successivi: nella scelta sono stati privilegiati i prodotti tipici di un'epoca ma allo stesso tempo quelli più particolari, puntando a mostrare la varietà del patrimonio della Biblioteca oltre che della produzione libraria dei tempi passati». 

fonte: Paola Malcotti - l'Adige di oggi, sabato 11 febbraio 2017

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