sabato 2 febbraio 2013

"Gli onori di casa" Giménez

Né Petra né Fermín sono entusiasti del caso di cui devono occuparsi, perché è un caso ‘freddo’, con un morto di cinque anni prima. L’imprenditore Adolfo Siguán era stato ucciso in circostanze su cui la famiglia aveva preferito glissare: era insieme ad una giovanissima prostituta che gli aveva teso una trappola, accordandosi con il suo protettore che avrebbe interrotto le effusioni e svaligiato la casa. Qualcosa era andato storto, Adolfo Siguán era morto. La ragazza aveva scontato una pena per favoreggiamento, l’assassino era fuggito ma era stato ucciso a sua volta due mesi dopo a Marbella. Caso chiuso. Anche se la ragazza aveva sempre difeso l’uomo, dicendo che quella sera, a sorpresa, si era presentato in casa un italiano che aveva commesso l’omicidio. Ora la vedova ha convinto il giudice a riaprire il caso. Poco dopo che Petra e Fermín hanno ripreso i contatti con le persone coinvolte, qualcuno spara alla ragazza che aveva intrattenuto Adolfo Siguán la sera della sua morte.

"Gli onori di casa" sprizza vivacità in ogni sua componente. Perché la trama porta gli investigatori in Italia, alla ricerca di tal Franco Catania, il misterioso uomo di cui il nuovo compagno della ragazza assassinata si è lasciato sfuggire il nome.

Il nuovo romanzo di Alicia Giménez Bartlett è qualcosa di più di un giallo, è una commedia tinteggiata di nero. E chi già conosce i due protagonisti può immaginare lo scambio di battute tra di loro su argomenti che spaziano dalla crisi economica all’armonia di coppia, dalla maternità al rapporto tra figli e genitori. Le allusioni a Shakespeare ricorrono poi come un gioco tra Petra e il suo vice, finché la commedia gialla si trasforma in una tragedia dalle tinte così fosche aleggianti intorno ad un dramma familiare che neppure il Bardo avrebbe osato affrontare.

L’ambientazione italiana, l’incontro con una coppia di «sbirri» inversamente proporzionale a Petra e Fermín, l’intreccio movimentato, fanno de "Gli onori di casa" un romanzo particolarmente felice. Come sempre l’ispettrice Delicado e il suo vice si muovono con intelligenza e ironia e giocare fuori casa dà alla coppia conquistata dalla vacanza romana, se possibile, una marcia in più.

Questo libro è la dimostrazione che anche un romanzo ‘di genere’ può essere un’ottima prova narrativa, offrendo spunti di riflessione e mettendo a nudo i mali della società. La trama è piacevole e coerente. Sempre presente la vena ironica.

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