giovedì 1 agosto 2013

Fahrenheit 451

“Fahrenheit 451” è ambientato in un futuro indefinito, ed è la storia di Guy Montag, pompiere di professione. Nel futuro descritto da Ray Bradbury però, i pompieri non sono quelli che spengono gli incendi, ma coloro che li appiccano, incendiando i libri.
I pompieri di “Fahrenheit 451” hanno infatti il compito di incendiare tutti i libri rimasti negli Stati Uniti, perché questi sono stati dichiarati illegali. Uno strano autoritarismo silenzioso tiene sotto controllo le normali attività, e la televisione viene dichiarato l’unico mezzo di comunicazione attraverso il quale è possibile ricevere notizie.
Una sera, tornando a casa dal lavoro, Guy incontra Clarisse, una ragazzina che vive vicino casa sua. Clarisse è un personaggio un po’ bizzarro, una tipa strana, incline alla farneticazione. Ciò nonostante Guy ne rimane affascinato e prova istintivamente simpatia per i suoi discorsi stralunati.
Così come Clarisse sembra arrivata dal nulla, allo stesso modo svanisce dalla vita del pompiere, non prima però di aver insidiato in Guy lo strano desiderio di infrangere le regole, proprio come faceva la sua strampalata amica.
Da questo momento in poi Guy sarà assalito da una serie di dubbi e riflessioni, che gli offriranno una visione molto diversa della realtà che crede di vivere e che lo spingerà ad agire come mai avrebbe immaginato.

La fantascienza di “Fahrenheit 451” è estremamente visionaria, e se si considera che il libro fu pubblicato negli anni cinquanta, appare molto all’avanguardia per i suoi tempi.
La scrittura è serrata e coinvolgente, i fatti si svolgono nel giro di poche settimane e Bradbury riesce a tenere il lettore incollato alle pagine fino all’ultimo, nonostante in alcuni casi l’azione sia interrotta da lunghi discorsi che spiegano il funzionamento dell’immaginaria società in cui è ambientato il romanzo.

5 commenti:

  1. C'è una parte della storia che mi ha sempre colpito. Quando i "ribelli" si organizzano per imparare a memoria ognuno un libro e salvarlo dall'oblio rappresentato dal rogo. Un modo di tramandare la conoscenza così antico in antitesi con un futuro in cui una società evoluta è disposta a barattare il pensiero cosciente con il sonno della volontà...

    Iggy

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  2. Capita, alle volte, di imbattersi in immagini scattate in Paesi in guerra, dove ad esser presi di mira non è tanto la popolazione civile quanto piuttosto la cultura. Una, in particolare, m'è rimasta impressa. Risale credo a due o tre anni fa e ritraeva un rogo in una piazza medio-orientale ai danni di una catasta di libri. La loro unica colpa, quella di essere strumenti di conoscenza. Ebbene, quest'immagine fece (ma fa ancora, se ci penso) molto male al cuore, riportò alla mente i roghi del Medioevo, quando preziosissimi volumi furono dati alle fiamme per pura ignoranza.

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  3. Fa pensare quanto siano simili le società "perfette" e le dittature (di qualsiasi genere: politica, religiosa). Entrambe costruiscono architetture sociali non per servire l'uomo, ma funzionali a se stesse. Un traguardo per cui non saranno più necessarie modifiche, verso l'immutabilità. Non è un caso, inoltre, che tutte le utopie di questo tipo tendono, inevitabilmente, ad eliminare anche la natura dal proprio orizzonte. Si capisce, in tal senso, che la perdita della memoria è la strategia prevalente e qui i libri hanno il destino segnato.
    Mi sconvolge il fatto che queste utopie non ampiamente condivise.
    La libertà è una condizione così insopportabile?

    Iggy

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  4. Correzione:
    "Mi sconvolge il fatto che queste utopie SONO ampiamente condivise."

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  5. Lo è nel contesto di una sottocultura che - sopratutto oggi, in moltissimi giovani ma anche in moltissimi adulti - vede in qualsiasi forma di apprendimento personale, arricchimento interiore, ribellione all'ignoranza un'immensa fatica. Da delegare possibilmente agli altri. Ecco perché la televisione e la falsa "informazione" mordi-e-fuggi della Rete stanno avendo successo! Si fa meno fatica a pensare con la testa altrui piuttosto che con la propria!!!
    (... e sì: dittatura e società perfetta sono un sinonimo dello stesso concetto!)

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