sabato 5 marzo 2016

Dolce come un ricordo "La custode del miele e delle api" di Cristina Carboni

E' bello, e allo stesso tempo piacevolmente disarmante, come alle volte le nostre mani passando sopra le copertine dei libri, sfiorandole appena, si soffermino su una di loro. Così, senza alcun motivo. E all'improvviso, come se il destino, la vita, il cammino avesse già da un po' fissato quel momento, ecco dal nulla materializzarsi ciò di cui avevamo bisogno, quel preciso bisogno, colto e restituito da un filo sottile ed invisibile, ma denso di significati.

Così, allo stesso modo, in un pomeriggio di fine inverno la mia mano ha avuto l'accortezza di sfiorare, di soffermarsi sul secondo romanzo di Cristina Caboni. E la sorpresa è stata bella, disarmante, piacevole, perché tra le pagine  di questo libro - a mia insaputa - si celava un'ancora, una mano che mi stava venendo tesa in un momento di fragilità, un aiuto silenzioso ed intenso che si stava palesando sotto i miei occhi, sotto le mie mani, dentro le mie emozioni, in forma di fascino per le antiche tradizioni, per le terre lontane, laddove la vita è ancora strettamente radicata alle origini dell'uomo e alle usanze tramandate da molte generazioni.

Sì, perché "La custode del miele e delle api" è una vera e propria sorpresa, un'immersione nella leggerezza della natura e nella sua bellezza, troppe volte sottovalutata, è il ritrovare il piacere di soffermarsi ad osservare, anche un'ape su un fiore o la danza delle lucciole in una sera d'estate, è il sentire l'aroma del pane appena sfornato e assaporare, anche se solo con l'immaginazione, i colori, i profumi, i sapori del miele, e l'aria calda, i paesaggi, i silenzi di quella terra meravigliosa e straordinariamente aspra e generosa qual è la Sardegna. Un romanzo che dunque, oltre ad appassionare, porta a riflettere sull'importanza del preservare luoghi ed equilibri naturali dalla contaminazione, a volte eccessiva, dell'uomo, che aiuta a guardarsi dentro e a guardarsi attorno, a fare tesoro delle cose più semplici, ma più sincere e vere.

Ne consiglio la lettura a chi sente il bisogno di una mano tesa, di un attimo di silenzio, perché proprio come il miele anche questo romanzo più contribuire a ritrovare la dolcezza della vita.

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