giovedì 16 ottobre 2014

I "Paesaggi" di Henri Cartier-Bresson



"Io possiedo solo un piccolo talento. Posso rappresentare le montagne e le colline".
Riportate dagli annali del Nihonshoki dell'anno 612, queste parole sono di un coreano che voleva restare in Giappone e che prometteva di rendere grandi servizi al Paese: la gente all'epoca l'ascoltò invece di cacciarlo via, dandogli più tardi il bel soprannome di "artigiano dei sentieri". Le poche frasi di questo coreano ebbero grandi conseguenze visto che sono all'origine dell'arte dei giardini...
Non basta però mettere insieme qualche pietra, anche con gusto, disegnare dei contorni di un'isola o il profilo di un fiume per ottenere un paesaggio di valore. I paesaggi sono vedute a tre dimensioni, ma prive di ciò che ingombra lo sguardo o le brutture che ci circondano.

Si pensa a questo di fronte ai paesaggi fotografati da Henri Cartier-Bresson. Prima di tutto, perché la fotografia è oggi il mezzo per riprodurre le montagne e le colline, le pianure e i fiumi; poi perché lui ha fatto entrare nello spazio ristretto dell'immagine un mondo immenso e riuscendo a contenerlo, all'interno di questo formato obbligato, grazie al rispetto di tre vecchi principi: la necessità di avere più piani, la giustezza delle proporzioni, la ricerca di un equilibrio; in una parola, la presenza di un'ossatura, come dicevano gli antichi maestri della pittura a inchiostro...


Gérard Macé


Personaggio divenuto mitico suo malgrado, Henri Cartier-Bresson ha segnato con un'impronta personale il mondo della fotografia con un rigore d'analisi e un rapporto tra forma e contenuto che non ammette quasi altro modo per esprimere un fatto, descrivere un paesaggio, realizzare un ritratto. Il patrimonio delle sue immagini rappresenta ormai una pietra miliare: non si può essere fotografi senza rapportarsi, per imitazione, contrapposizione o proselitismo, con la sua opera. Sinonimo egli stesso del termine "fotografia", che ha arricchito di teoria non meno che di folgoranti esempi pratici, ci offre in questo libro sui "Paesaggi", ben 105 delle sue migliori immagini, dalle quali imparare, imparare, imparare, introdotte da un profondo testo di Erik Orsenna e completate dalle parole di Macé.

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