Non posso amarti
come vorrei.
Troppo forte
il desiderio
di abbracciare
la tua anima.
E di tenerla tra le mani,
come si fa
quando nel buio
anche un cerino
basta per guardare.
Non posso baciarti
perché ho l’alito
bruciato
da troppe sigarette
fumate
mentre ti aspettavo.
E tu non arrivavi.
Non c'eri.
Non posso
far l’amore con te,
perché vorrei
quel calore speciale
quella complicità
i tuoi occhi su di me
anche
dopo la morte.
Che è già qui,
dentro la mia anima.
by C.G.
... dalla Divina Commedia ad Harry Potter, passando per Gutenberg, gli e-books, i social-media, la grammatica italiana e le recensioni, la poesia e i classici, la letteratura per i bambini di ieri, oggi e domani, la fotografia e l'arte, le nuove forme di comunicazione... e giù giù fino all'editoria, alle biblioteche, agli incipit, agli appuntamenti letterari, alle mostre, alle novità, agli esordienti. Per i quali - non lo nego - ho un debole...
venerdì 20 dicembre 2013
martedì 17 dicembre 2013
Senza rancore...
Lacrime dalle palpebre,
dolori dei dolenti,
dolori che non contano
e lacrime incolori.
Non chiede nulla, lui, non è insensibile,
triste nella prigione e triste quand’è libero.
È un tempo tetro,
è una notte nera
da non mandare in giro neanche un cieco.
I forti siedono, il potere è in pugno ai deboli,
e in piedi è il re, vicino alla regina assisa.
Sorrisi e sospiri,
insulti imputridiscono nella bocca dei muti
e negli occhi dei vili.
Non toccare nulla!
Qui brucia, là arde;
codeste mani son per le tasche e le fronti.
Un’ombra…
Tutta la sciagura del mondo
e il mio amore addosso
come una bestia nuda.
(Paul Eluard)
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sabato 14 dicembre 2013
Lettera di Abramo Lincoln all'insegnante di suo figlio - 1830
“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola:
per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’
e desidero che sia trattato con delicatezza.
È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti,
un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore.
Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.
Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano
e di insegnargli le cose che dovrà conoscere.
Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può.
Gli insegni che, per ogni nemico c’è un amico.
Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti,
che non tutti gli uomini sono sinceri.
Gli faccia però anche comprendere che, per ogni farabutto c’è un eroe,
che per ogni politico disonesto, c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato;
a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare.
Gli faccia imparare a perdere con eleganza
e, quando vince, a godersi la vittoria.
Gli insegni a esser garbato con le persone garbate
e duro con le persone dure.
Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere.
Lo conduca lontano, se può, dall’invidia,
e gli insegni il segreto della pacifica risata.
Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste,
a comprendere che non c’è vergogna nel pianto,
e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo.
Gli insegni a farsi beffe dei cinici.
Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi,
ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo,
delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia.
Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno.
Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità
e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.
Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente,
ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima.
Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente
e la pazienza di essere coraggioso.
Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.
Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare.
È un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio.”
per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’
e desidero che sia trattato con delicatezza.
È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti,
un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore.
Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.
Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano
e di insegnargli le cose che dovrà conoscere.
Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può.
Gli insegni che, per ogni nemico c’è un amico.
Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti,
che non tutti gli uomini sono sinceri.
Gli faccia però anche comprendere che, per ogni farabutto c’è un eroe,
che per ogni politico disonesto, c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato;
a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare.
Gli faccia imparare a perdere con eleganza
e, quando vince, a godersi la vittoria.
Gli insegni a esser garbato con le persone garbate
e duro con le persone dure.
Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere.
Lo conduca lontano, se può, dall’invidia,
e gli insegni il segreto della pacifica risata.
Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste,
a comprendere che non c’è vergogna nel pianto,
e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo.
Gli insegni a farsi beffe dei cinici.
Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi,
ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo,
delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia.
Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno.
Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità
e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.
Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente,
ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima.
Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente
e la pazienza di essere coraggioso.
Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.
Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare.
È un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio.”
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lunedì 9 dicembre 2013
Curarsi con i libri
Dallo stress al mal d'amore, c'è un rimedio letterario per ogni problema. I
libri curano tutto? Pare proprio di sì. Si può curare il cuore spezzato con
Emily Brontë e il mal d’amore con Fenoglio, l’arroganza con Jane Austen e il mal
di testa con Hemingway, l’impotenza con Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati, i
reumatismi con il Marcovaldo di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un
massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la
solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito. Questo
suggeriscono le ricette di un libro di medicina molto speciale, un vero e
proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di
carta e inchiostro, ideato e scritto da due argute e coltissime autrici inglesi
e adattato per l’Italia da Fabio Stassi, autore de L’ultimo ballo di Charlot.
Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l’anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.
fonte: AdnKronos
Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l’anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.
fonte: AdnKronos
mercoledì 4 dicembre 2013
Libri: viaggi nel tempo e nello spazio
"... Quando ci mettiamo davanti a un libro con un po' di tempo di fronte viviamo qualcosa di diverso. Solo i romanzi ci possono regalare un sogno, la possibilità di metterci nelle scarpe dei protagonisti e vivere storie meravigliosamente diverse dalle nostre. Con i libri possiamo viaggiare nel tempo e nello spazio e vedere il mondo attraverso gli occhi di qualcun altro, vivere una vita diversa.
Le storie ci fanno comprendere il mondo, possono essere più potenti di qualsiasi tecnologia, le impastiamo con la nostra esperienza nella nostra mente e anche se le ha scritte un altro diventano nostre..."
di Stefano Mauri - GeMS
Le storie ci fanno comprendere il mondo, possono essere più potenti di qualsiasi tecnologia, le impastiamo con la nostra esperienza nella nostra mente e anche se le ha scritte un altro diventano nostre..."
di Stefano Mauri - GeMS
domenica 1 dicembre 2013
"A occhi aperti": un viaggio nelle fotografie della Storia di M. Calabresi
"Ci sono pezzi di storia, che esistono solo perché c'è una fotografia che li racconta".
Mario Calabresi, direttore de La Stampa, negli ultimi anni ha raccolto una serie di interviste ai più grandi fotografi della scena internazionale. Il risultato dei suoi incontri è "A occhi aperti", un tuffo nella storia attraverso le immagini e le parole di grandi testimoni che hanno immortalato e vissuto alcuni dei momenti più intensi e drammatici del nostro passato, un libro in grado di restituire le emozioni dei protagonisti. Paul Fusco, Josef Koudelka, Steve McCurry, Don McCullin, Elliott Erwitt, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado raccontano infatti i momenti in cui la Storia si è fermata in una foto. In una loro foto.
Nel suo libro Calabresi - in dialogo con Domenico Quirico - porta il lettore in un viaggio nel tempo, offrendogli contemporaneamente una prospettiva incredibilmente privilegiata, vista dagli occhi di fotoreporter che hanno creato la memoria comune.
"Questo non è un libro sulla fotografia ma sul giornalismo, sull’essenza del giornalismo: andare a vedere, capire e testimoniare".
Mario Calabresi, direttore de La Stampa, negli ultimi anni ha raccolto una serie di interviste ai più grandi fotografi della scena internazionale. Il risultato dei suoi incontri è "A occhi aperti", un tuffo nella storia attraverso le immagini e le parole di grandi testimoni che hanno immortalato e vissuto alcuni dei momenti più intensi e drammatici del nostro passato, un libro in grado di restituire le emozioni dei protagonisti. Paul Fusco, Josef Koudelka, Steve McCurry, Don McCullin, Elliott Erwitt, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado raccontano infatti i momenti in cui la Storia si è fermata in una foto. In una loro foto.
Nel suo libro Calabresi - in dialogo con Domenico Quirico - porta il lettore in un viaggio nel tempo, offrendogli contemporaneamente una prospettiva incredibilmente privilegiata, vista dagli occhi di fotoreporter che hanno creato la memoria comune.
"Questo non è un libro sulla fotografia ma sul giornalismo, sull’essenza del giornalismo: andare a vedere, capire e testimoniare".
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