Il «Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi» è nato per favorire lo sviluppo del contesto culturale poliglotta che fa riferimento all’arco alpino, promuovendo un concorso di merito tra opere di narrativa e di saggistica dedicate alle Alpi, al loro paesaggio e alle loro genti.
Le opere che si vorranno candidare all'edizione 2018 dovranno pervenire entro il 31 gennaio 2018 alla segreteria della giuria, presso il Museo degli usi e costumi della gente trentina, in via Mach 2 a San Michele all’Adige (TN). Al vincitore andranno un premio in denaro di diecimila euro e una medaglia, opera dello scultore Pino Guzzonato. La cerimonia di premiazione si terrà a Riva del Garda sabato 24 marzo 2018.
Informazioni e bando: www.premiorigonistern.it.
Il Premio, aperto a tutte le lingue dell’Arco Alpino, è promosso e sostenuto da Ars Venandi, dalla famiglia Rigoni Stern, dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Regione Veneto, dai Comuni di Asiago e di Riva del Garda, da Riva del Garda Fierecongressi, dal Museo degli usi a costumi della gente trentina, da Federcaccia, della Banca di Trento e Bolzano e dalla Cassa di Risparmio del Veneto, a voler sottolineare, nel nome di Mario Rigoni Stern, la fratellanza ideale tra le montagne e le popolazioni del Veneto e del Trentino, con un gemellaggio culturale imperniato ai valori del rispetto dell’ambiente e di chi lo abita.
Motivazioni del premio: le genti alpine hanno creato le proprie comunità in un ambiente naturale unico, all’interno di tradizioni culturali diverse legate alle specificità del loro territorio. Si tratta di un universo culturale affascinante e complesso, ispirato alla tolleranza e alla solidarietà, cerniera tra nord e sud, tra area mediterranea e area mitteleuropea: una vera e propria “civiltà alpina”, collocata nel cuore del Vecchio Continente, con i suoi valori, un suo bagaglio culturale e artistico, che rappresenta oggi, per la futura “Europa dei popoli”, uno straordinario modello di riferimento. Ruolo decisivo nell’incontro e nel confronto fra le diverse culture delle Alpi è certamente quello della Letteratura, nelle sue diverse espressioni: sia attraverso la ricerca e la divulgazione storico-scientifica, sia attraverso il racconto, che della cultura della montagna comunica emozioni e sentimenti, trasmettendo i valori in cui ancora oggi si riconoscono le comunità dei paesi alpini. Nella letteratura italiana del Novecento, Mario Rigoni Stern ha saputo descrivere in modo originale la cultura della gente di montagna, raccontando il legame fra i montanari e il loro ambiente, e proponendo le Alpi quale orizzonte significativo della letteratura e della storiografia contemporanea, del moderno sentimento ecologico e perfino dell’etica. In questo quadro, le Alpi diventano un vero e proprio scrigno di valori, non solo paesaggistici e ambientali, ma soprattutto umani: un universo etico che Mario Rigoni Stern, dal “ritorno a baita” vagheggiato nel gelo di una steppa macchiata dagli orrori della guerra, non ha mai cessato di perseguire, come narratore, ma anche come intellettuale impegnato in un progetto di riscatto e di progresso del proprio mondo.
I temi: il Premio, alternandosi fra Trentino e Veneto con cadenza annuale, cercherà di individuare gli elementi di eccellenza della narrativa e della saggistica di ambito alpino all’interno delle opere edite nei due anni precedenti, individuando, in maniera non esclusiva, nelle due rispettive modalità di scrittura, i seguenti specifici settori di interesse:
– il paesaggio alpino, nei suoi aspetti naturalistici e nella sua estetica;
– le attività produttive tradizionali, nelle loro specifiche valenze di ecocompatibilità;
– il contesto socioculturale delle comunità alpine, con le loro istituzioni storiche legate all’uso comunitario dei beni;
– la caccia, come attività legata a una particolare sensibilità ambientale;
– la guerra in montagna come scenario particolarissimo e doloroso della storia europea;
– il patrimonio narratologico dell’arco alpino, con le sue fiabe, le leggende, i suoi miti di ieri e di oggi.
... dalla Divina Commedia ad Harry Potter, passando per Gutenberg, gli e-books, i social-media, la grammatica italiana e le recensioni, la poesia e i classici, la letteratura per i bambini di ieri, oggi e domani, la fotografia e l'arte, le nuove forme di comunicazione... e giù giù fino all'editoria, alle biblioteche, agli incipit, agli appuntamenti letterari, alle mostre, alle novità, agli esordienti. Per i quali - non lo nego - ho un debole...
giovedì 21 dicembre 2017
"Premio Rigoni Stern" edizione 2018
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martedì 19 dicembre 2017
Libri a 2 euro in biblioteca
La biblioteca civica «Bruno Emmert» di Arco vende giovedì 21 e venerdì 22 dicembre i propri libri dismessi.
Il mercatino si svolge nello spazio di Casa Collini, nel cortile di Palazzo dei Panni (accanto alla biblioteca), dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. I libri sono venduti al prezzo di 2 euro.
Il mercatino si svolge nello spazio di Casa Collini, nel cortile di Palazzo dei Panni (accanto alla biblioteca), dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. I libri sono venduti al prezzo di 2 euro.
domenica 17 dicembre 2017
Libri: sotto l'albero di Natale di quest'anno, mettete Tempo e Qualità
Stavo pensando ad un nuovo post, in tema natalizio. Uno di quelli "cosa regalare e cosa regalarsi". Uno di quelli sulle strenne, per intenderci - perché anche in vista delle feste con un libro non si sbaglia mai (più o meno).
Ho dato un'occhiata alla rete, alle proposte, ai suggerimenti, ai consigli, alle novità. Niente da fare, è più forte di me: non vi propinerò l'ultimo romanzo di Camilleri, di Dan Brown, di Jovanotti. E soprattutto, lungi da me l'idea di spingervi a comperare qualcosa - che sia il primo o l'ultimo libro - di Fabio Volo. Piuttosto, nessun regalo!
E allora, cosa consigliare per andare a colpo sicuro e non fare figuracce? Partirei da un paio di presupposti: non è detto che quel che piace a voi, genere letterario o autore che sia, piaccia anche agli altri, così come non è detto che i best-seller alla fin dei conti così "best" in fatto di qualità lo siano per davvero.
Certo, i classici sono un evergreen, ma tenete bene a mente che lo sono anche sotto l'albero. E se ad un classico non si può mai dire di no, è altrettanto vero che non sarete gli unici a ripiegare su questa scelta (con il rischio magari di trovarvi tra le mani un Piccolo principe che il nipotino ha già ricevuto tre volte negli ultimi tre Natali!).
Un evergreen lo sono pure i manuali, sia che si tratti di cucina, di bricolage, di giardinaggio, di fotografia. Ma attenzione: prima di lanciarvi nell'acquisto di un volume su come potare correttamente le rose o come realizzare immagini digitali da copertina, tastate il terreno, per capire se il destinatario del regalo non sia già qualche livello più avanti rispetto quanto contenuto nel volume da voi individuato.
Cosa regalare, dunque? Guardandomi in giro, leggendo molto (quest'anno ho superato la soglia dei 70 libri), navigando in rete, due cose mi son saltate all'occhio: la qualità dei libri proposti in libreria è sempre più scadente (sintomo non di scelte dovute ai singoli librai, o per lo meno non a quelli piccoli e indipendenti - cosa diversa invece per quanto riguarda le grandi catene, che puntano ovviamente ad un vasto pubblico omologato e al commercio fine a se stesso), il valore che diamo al tempo - per noi stessi e per gli altri - va sempre più riducendosi al lumicino.
Quest'anno, per Natale, regalate dunque Tempo e Qualità. Prendetevi Tempo, per parlare con chi vi sta di fronte, capire i gusti, gli interessi, condividere i sogni e i desideri: solo così, entrando in libreria, saprete esattamente cosa acquistare (ricordate, che quello del Tempo è e rimane sempre il regalo migliore). E donate Qualità, nei rapporti con gli altri e con voi stessi: non affidate i vostri auguri ad un banale, freddo, impersonale (e molto spesso, ahimè grammaticalmente scorretto) messaggio in chat - ma telefonate, presentatevi alla porta, stringete la mano: gli auguri saranno sinceri e il libro che donerete racconterà qualcosa di voi.
Auguri di cuore, allora - ma di Cuore davvero.
Ho dato un'occhiata alla rete, alle proposte, ai suggerimenti, ai consigli, alle novità. Niente da fare, è più forte di me: non vi propinerò l'ultimo romanzo di Camilleri, di Dan Brown, di Jovanotti. E soprattutto, lungi da me l'idea di spingervi a comperare qualcosa - che sia il primo o l'ultimo libro - di Fabio Volo. Piuttosto, nessun regalo!
E allora, cosa consigliare per andare a colpo sicuro e non fare figuracce? Partirei da un paio di presupposti: non è detto che quel che piace a voi, genere letterario o autore che sia, piaccia anche agli altri, così come non è detto che i best-seller alla fin dei conti così "best" in fatto di qualità lo siano per davvero.
Certo, i classici sono un evergreen, ma tenete bene a mente che lo sono anche sotto l'albero. E se ad un classico non si può mai dire di no, è altrettanto vero che non sarete gli unici a ripiegare su questa scelta (con il rischio magari di trovarvi tra le mani un Piccolo principe che il nipotino ha già ricevuto tre volte negli ultimi tre Natali!).
Un evergreen lo sono pure i manuali, sia che si tratti di cucina, di bricolage, di giardinaggio, di fotografia. Ma attenzione: prima di lanciarvi nell'acquisto di un volume su come potare correttamente le rose o come realizzare immagini digitali da copertina, tastate il terreno, per capire se il destinatario del regalo non sia già qualche livello più avanti rispetto quanto contenuto nel volume da voi individuato.
Cosa regalare, dunque? Guardandomi in giro, leggendo molto (quest'anno ho superato la soglia dei 70 libri), navigando in rete, due cose mi son saltate all'occhio: la qualità dei libri proposti in libreria è sempre più scadente (sintomo non di scelte dovute ai singoli librai, o per lo meno non a quelli piccoli e indipendenti - cosa diversa invece per quanto riguarda le grandi catene, che puntano ovviamente ad un vasto pubblico omologato e al commercio fine a se stesso), il valore che diamo al tempo - per noi stessi e per gli altri - va sempre più riducendosi al lumicino.
Quest'anno, per Natale, regalate dunque Tempo e Qualità. Prendetevi Tempo, per parlare con chi vi sta di fronte, capire i gusti, gli interessi, condividere i sogni e i desideri: solo così, entrando in libreria, saprete esattamente cosa acquistare (ricordate, che quello del Tempo è e rimane sempre il regalo migliore). E donate Qualità, nei rapporti con gli altri e con voi stessi: non affidate i vostri auguri ad un banale, freddo, impersonale (e molto spesso, ahimè grammaticalmente scorretto) messaggio in chat - ma telefonate, presentatevi alla porta, stringete la mano: gli auguri saranno sinceri e il libro che donerete racconterà qualcosa di voi.
Auguri di cuore, allora - ma di Cuore davvero.
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sabato 21 ottobre 2017
"Menù letterari" - una grafica che fa perder l'appetito
I Menù letterari di Céline Girard in due parole. Ovvero, come da prefazione dell'autrice.
I romanzi raccontano di storie di vite, di amori, di guerra e di faide familiari, di denaro, di inquietudini, di abitudini ma anche di cibo. Pure i grandi protagonisti dei grandi classici della letteratura mangiano: per fame, per disperazione, per curiosità; poco, di gusto, raramente, avidamente. Ma cosa mangiano?
Menù letterari è un viaggio nella letteratura alla scoperta dei cibi, dei profumi di cucina, dei sapori, dei piatti, delle atmosfere che fanno da sfondo e da “contorno” ai libri più famosi di sempre, con qualche incursione in testi meno noti. All'interno, stralci di romanzi, aneddoti e curiosità sugli scrittori e sulle loro opere. Oltre alle ricette delle pietanze in esse contenute, citate, narrate.
Insomma, un libro insolito, curioso e interessante per quanti abbiano voglia di approfondire e mescolare insieme gli ingredienti principali: arte culinaria e letteratura.
Peccato però che la grafica pensata per questo volume renda il libro a dir poco inguardabile: testi sovrapposti, scritti con almeno una decina di font e dimensioni di carattere diversi fra loro, impaginazioni assurde, una miscellanea senza criterio di colori, fotografie, formattazioni che rende la lettura difficile ed arzigogolata, che stanca il lettore a cominciare già dalle prime pagine. In sostanza, una grafica che fa perder l'appetito, oltre che la voglia di mettersi ai fornelli o anche solo di sfogliare pagine, ricette, curiosità.
I romanzi raccontano di storie di vite, di amori, di guerra e di faide familiari, di denaro, di inquietudini, di abitudini ma anche di cibo. Pure i grandi protagonisti dei grandi classici della letteratura mangiano: per fame, per disperazione, per curiosità; poco, di gusto, raramente, avidamente. Ma cosa mangiano?
Menù letterari è un viaggio nella letteratura alla scoperta dei cibi, dei profumi di cucina, dei sapori, dei piatti, delle atmosfere che fanno da sfondo e da “contorno” ai libri più famosi di sempre, con qualche incursione in testi meno noti. All'interno, stralci di romanzi, aneddoti e curiosità sugli scrittori e sulle loro opere. Oltre alle ricette delle pietanze in esse contenute, citate, narrate.
Insomma, un libro insolito, curioso e interessante per quanti abbiano voglia di approfondire e mescolare insieme gli ingredienti principali: arte culinaria e letteratura.
Peccato però che la grafica pensata per questo volume renda il libro a dir poco inguardabile: testi sovrapposti, scritti con almeno una decina di font e dimensioni di carattere diversi fra loro, impaginazioni assurde, una miscellanea senza criterio di colori, fotografie, formattazioni che rende la lettura difficile ed arzigogolata, che stanca il lettore a cominciare già dalle prime pagine. In sostanza, una grafica che fa perder l'appetito, oltre che la voglia di mettersi ai fornelli o anche solo di sfogliare pagine, ricette, curiosità.
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domenica 24 settembre 2017
Considerazioni #pt.1
.sempre più libri
ma sempre meno Libri.
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lunedì 4 settembre 2017
Oltre 330 eventi per Festivaletteratura, dal 6 al 10 settembre a Mantova
Sarà la scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, icona della lotta al sessismo e al razzismo, citata da Beyoncè in una canzone, la star del giorno d'apertura del Festivaletteratura, dal 6 al 10 settembre a Mantova , che avrà circa 360 ospiti tra italiani e stranieri e oltre 330 eventi. A chiudere il festival sarà uno dei maggiori rappresentanti della letteratura cinese contemporanea, Yu Hua , l'autore di Cronache di un venditore di sangue (Einaudi) più volte candidato al Nobel, che si definisce «non istruito».
Tra gli ospiti internazionali più attesi della 21ª edizione del Festival - che superata la boa dei vent'anni continua nella ricerca di autori di valore poco noti al grande pubblico e punta sempre più su progetti di lettura e ricerca dei saperi - la regina del giallo Elizabeth George e lo statunitense George Saunders con il suo primo romanzo Lincoln nel Bardo (Feltrinelli). Tra i grandi ritorni quello di Arturo Perez-Reverte con il nuovo romanzo Il Codice dello scorpione (Rizzoli), di Elizabeth Strout con i racconti di Tutto è possibile (Einaudi), da cui è stata tratta una serie tv della Hbo e di Richard Mason, l'autore del bestseller Anime alla deriva, con il nuovo Il respiro della notte (Codice).
Al centro dell'attenzione anche l'editore trentino Keller con tre suoi autori importanti: Arno Camenisch, Clemens Meyer e Martin Pollack. Tra gli eventi più attesi, l'incontro con Francesco Guccini e Loriano Machiavelli che festeggiano vent'anni di sodalizio letterario fino all'ultimo giallo Tempo da elfi (Giunti) con protagonista un ispettore della Forestale detto Poiana. Molti degli autori stranieri che saranno a Mantova sono accomunati dalla condizione di profugo, come il libico Hisham Matar, premio Pulitzer 2017 per l'autobiografia Il ritorno (Einaudi). Arriva a compimento il Vocabolario Europeo con l'edizione di un volume, curato da Giuseppe Antonelli e Matteo Motolese , che sarà distribuito gratuitamente durante i giorni del Festival. Tra i lemmi di scena in questa edizione, quelli portati da Lars Mytting che sarà a Mantova con il romanzo Sedici alberi (Dea Planeta). Grande spazio alle donne con la riedizione, grazie a Nottetempo, dell'ormai introvabile Autobiografia di tutti di Gertrude Stein, tradotta da Fernanda Pivano. Si indaga anche sul rapporto tra letteratura e rivoluzioni per il centenario della Rivoluzione d'Ottobre.
Info e programma: http://www.festivaletteratura.it/it
lunedì 17 luglio 2017
Lo scontato, il potenziale e l'irriverente - "Distorted Fables" di Deborah Simeone
Per farla breve, "Distorted Fables" di Deborah Simeone: una sorta di "L'eleganza del riccio" in salsa milanese, dal finale all'italiana.
Irriverente ed ironica, fluida e coinvolgente, diretta ma inverosimile, a tratti la narrazione arriva a toccare il banale e lo scontato: un vero peccato, perché le potenzialità ci sarebbero state.
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venerdì 14 luglio 2017
Per i 150 anni dalla nascita, una mostra con le opere di Pirandello
"I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole." Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, 1904
Nacque il 28 giugno 1867 a Girgenti (Agrigento dal 1927) in un podere di campagna detto il Caos. Nome che l’intellettuale stesso avrebbe considerato simbolico negli anni a venire. Studiò lettere tra Palermo, Roma e Bonn. Apprezzato narratore, Luigi Pirandello divenne uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Ricevette il Nobel per la letteratura nel 1934 e morì a Roma due anni più tardi, nel 1936.
A 150 anni dalla nascita, si susseguono numerosi in tutta Italia gli omaggi a lui dedicati. Presso la Biblioteca civica "Tartarotti" di Rovereto saranno in mostra per l'occasione, fino al 24 luglio 2017, alcune preziose prime edizioni della raccolta Novelle per un anno e della raccolta Maschere nude, raffinato ossimoro che Pirandello scelse come titolo per l'edizione complessiva dei suoi testi teatrali.
Nacque il 28 giugno 1867 a Girgenti (Agrigento dal 1927) in un podere di campagna detto il Caos. Nome che l’intellettuale stesso avrebbe considerato simbolico negli anni a venire. Studiò lettere tra Palermo, Roma e Bonn. Apprezzato narratore, Luigi Pirandello divenne uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Ricevette il Nobel per la letteratura nel 1934 e morì a Roma due anni più tardi, nel 1936.
A 150 anni dalla nascita, si susseguono numerosi in tutta Italia gli omaggi a lui dedicati. Presso la Biblioteca civica "Tartarotti" di Rovereto saranno in mostra per l'occasione, fino al 24 luglio 2017, alcune preziose prime edizioni della raccolta Novelle per un anno e della raccolta Maschere nude, raffinato ossimoro che Pirandello scelse come titolo per l'edizione complessiva dei suoi testi teatrali.
mercoledì 28 giugno 2017
"Nuovi Sguardi Gardesani" - tre fotografi indagano il paesaggio contemporaneo
A dieci anni dall'ultima campagna fotografica di "Sguardi gardesani", il MAG propone un nuovo progetto pluriennale sulla fotografia d'autore volta a indagare il paesaggio contemporaneo nella zona del lago di Garda.
Con i lavori di Edoardo Delille, Gabriele Galimberti e Paolo Woods, il Museo dell'Alto Garda inaugura un nuovo percorso espositivo ed editoriale, chiamato per continuità con l'esperienza stessa del museo "Nuovi sguardi gardesani", curato dalla storica della fotografia e photo-editor Giovanna Calvenzi.
Le opere di Edoardo Delille, Gabriele Galimberti e Paolo Woods saranno esposte negli spazi del Museo di Riva del Garda dal 1° luglio al 5 novembre 2017. L'inaugurazione della mostra è prevista per venerdì 30 giugno alle ore 21.00. Seguirà festa con dj set a cura di Lorenzo Hugolini, in collaborazione con Consorzio RivainCentro.
Sguardi Gardesani è stato un progetto del Museo Civico di Riva del Garda (oggi MAG Museo Alto Garda) che ha prodotto nel corso del decennio a cavallo tra il Novecento e il Duemila cinque mostre e altrettante pubblicazioni. Dal 1997 al 2007 sono stati invitati, per le cinque edizioni realizzate, dieci fotografi di fama internazionale i quali, in un confronto a due, hanno documentato e indagato attraverso le loro visioni diversi aspetti del paesaggio gardesano. Nell'ordine, Gabriele Basilico e Massimo Vitali, John Davies e Martin Parr, Vincenzo Castella e Toni Thorimbert, Jordi Bernadó e Luca Campigotto, Mimmo Jodice e Bernard Plossu.
L'idea di riprendere, attualizzandolo in questo secondo decennio del nuovo millennio, il progetto Sguardi Gardesani (denominandolo non a caso Nuovi sguardi gardesani), si inserisce nel percorso di indagine mai interrotto del MAG sul paesaggio attraverso la produzione artistica di autori contemporanei, i quali ne sappiano cogliere e interpretare possibili declinazioni e visioni. La ricerca dei tre fotografi proposti da Giovanna Calvenzi per il primo ciclo dei Nuovi sguardi gardesani ha prodotto tre personali narrazioni del paesaggio dell'Alto Garda, frutto delle diverse suggestioni individuali e professionali di ognuno di loro. I lavori di Delille, Galimberti e Woods si traducono infatti in inattese iconografie dei paesaggi umani e naturali, indagati in profondità, che aprono a nuove prospettive sugli istanti fermati nelle immagini di cui riferisce nel seguente testo la curatrice stessa.
«L’indagine del territorio, nell’edizione 2017 dei Nuovi sguardi gardesani, è stata affidata a tre autori che fanno parte del collettivo Riverboom, non nuovi a raccontare e a mettere a confronto la vita e i paesaggi di Paesi diversi e lontani. Con sguardo allegro, disincantato, ironico, contemplativo, a seconda dei luoghi, delle intenzioni, delle finalità. Per questo progetto hanno deciso tuttavia di non lavorare insieme e hanno scelto tre diversi itinerari. Edoardo Delille ha messo al centro della sua esperienza fotografica il lago di Garda e i suoi frequentatori. Protagoniste del suo lavoro dal titolo Full Immersion sono l’esperienza fisica dell’immersione e l’attesa dell’impatto con l’acqua, affrontate con la collaborazione dei bagnanti che hanno condiviso le sue sperimentazioni visive. Con Vista lago, Gabriele Galimberti ha messo in scena una rappresentazione quasi teatrale nella quale reali agenti immobiliari lo hanno accompagnato a visitare gli appartamenti che vengono offerti ai turisti e che garantiscono la possibilità, appunto, di vedere almeno un pezzetto di lago. Paolo Woods, incuriosito dal luogo comune che vuole che gli abitanti di Riva, per la connotazione del territorio, non vedano né albe né tramonti, ha fotografato il paesaggio dall’alto, affascinato dalle “spade d’ombra” (titolo anche della sua ricerca) che sezionano la visione e disegnano sul paesaggio due campiture nette, di ombra e di luce. Se nei loro progetti precedenti il linguaggio utilizzato dai tre autori tendeva a essere simile, in un dialogo di visioni e di punti di vista, sul Garda ognuno ha scelto un diverso modo di raccontare. Le immagini di Edoardo Delille si concentrano sulla sospensione e sul ritratto, giocano sulla complicità con i suoi soggetti. Gabriele Galimberti utilizza il linguaggio della fotografia di interni per mettere in scena una rappresentazione nella quale il lago e gli agenti immobiliari si contendono il ruolo di protagonista. Paolo Woods realizza immagini secondo la lezione classica della fotografia di paesaggio in grande formato, nella quale i dettagli, nitidissimi, sono da scoprire nelle zone coperte dall’ombra che come una spada sembra sezionare le vallate. Il loro contributo ci regala modi nuovi e diversi di leggere il territorio, ci aiuta a vedere quello che quotidianamente non vediamo, ci insegna anche a sorridere di quello che osserviamo attorno a noi.» Giovanna Calvenzi, 2017
c.s. a cura dell'Ufficio stampa del Museo dell'Alto Garda
Sguardi Gardesani è stato un progetto del Museo Civico di Riva del Garda (oggi MAG Museo Alto Garda) che ha prodotto nel corso del decennio a cavallo tra il Novecento e il Duemila cinque mostre e altrettante pubblicazioni. Dal 1997 al 2007 sono stati invitati, per le cinque edizioni realizzate, dieci fotografi di fama internazionale i quali, in un confronto a due, hanno documentato e indagato attraverso le loro visioni diversi aspetti del paesaggio gardesano. Nell'ordine, Gabriele Basilico e Massimo Vitali, John Davies e Martin Parr, Vincenzo Castella e Toni Thorimbert, Jordi Bernadó e Luca Campigotto, Mimmo Jodice e Bernard Plossu.
L'idea di riprendere, attualizzandolo in questo secondo decennio del nuovo millennio, il progetto Sguardi Gardesani (denominandolo non a caso Nuovi sguardi gardesani), si inserisce nel percorso di indagine mai interrotto del MAG sul paesaggio attraverso la produzione artistica di autori contemporanei, i quali ne sappiano cogliere e interpretare possibili declinazioni e visioni. La ricerca dei tre fotografi proposti da Giovanna Calvenzi per il primo ciclo dei Nuovi sguardi gardesani ha prodotto tre personali narrazioni del paesaggio dell'Alto Garda, frutto delle diverse suggestioni individuali e professionali di ognuno di loro. I lavori di Delille, Galimberti e Woods si traducono infatti in inattese iconografie dei paesaggi umani e naturali, indagati in profondità, che aprono a nuove prospettive sugli istanti fermati nelle immagini di cui riferisce nel seguente testo la curatrice stessa.
«L’indagine del territorio, nell’edizione 2017 dei Nuovi sguardi gardesani, è stata affidata a tre autori che fanno parte del collettivo Riverboom, non nuovi a raccontare e a mettere a confronto la vita e i paesaggi di Paesi diversi e lontani. Con sguardo allegro, disincantato, ironico, contemplativo, a seconda dei luoghi, delle intenzioni, delle finalità. Per questo progetto hanno deciso tuttavia di non lavorare insieme e hanno scelto tre diversi itinerari. Edoardo Delille ha messo al centro della sua esperienza fotografica il lago di Garda e i suoi frequentatori. Protagoniste del suo lavoro dal titolo Full Immersion sono l’esperienza fisica dell’immersione e l’attesa dell’impatto con l’acqua, affrontate con la collaborazione dei bagnanti che hanno condiviso le sue sperimentazioni visive. Con Vista lago, Gabriele Galimberti ha messo in scena una rappresentazione quasi teatrale nella quale reali agenti immobiliari lo hanno accompagnato a visitare gli appartamenti che vengono offerti ai turisti e che garantiscono la possibilità, appunto, di vedere almeno un pezzetto di lago. Paolo Woods, incuriosito dal luogo comune che vuole che gli abitanti di Riva, per la connotazione del territorio, non vedano né albe né tramonti, ha fotografato il paesaggio dall’alto, affascinato dalle “spade d’ombra” (titolo anche della sua ricerca) che sezionano la visione e disegnano sul paesaggio due campiture nette, di ombra e di luce. Se nei loro progetti precedenti il linguaggio utilizzato dai tre autori tendeva a essere simile, in un dialogo di visioni e di punti di vista, sul Garda ognuno ha scelto un diverso modo di raccontare. Le immagini di Edoardo Delille si concentrano sulla sospensione e sul ritratto, giocano sulla complicità con i suoi soggetti. Gabriele Galimberti utilizza il linguaggio della fotografia di interni per mettere in scena una rappresentazione nella quale il lago e gli agenti immobiliari si contendono il ruolo di protagonista. Paolo Woods realizza immagini secondo la lezione classica della fotografia di paesaggio in grande formato, nella quale i dettagli, nitidissimi, sono da scoprire nelle zone coperte dall’ombra che come una spada sembra sezionare le vallate. Il loro contributo ci regala modi nuovi e diversi di leggere il territorio, ci aiuta a vedere quello che quotidianamente non vediamo, ci insegna anche a sorridere di quello che osserviamo attorno a noi.» Giovanna Calvenzi, 2017
c.s. a cura dell'Ufficio stampa del Museo dell'Alto Garda
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mercoledì 21 giugno 2017
Riva del Garda, «Città che legge»
Il Centro per il libro e la lettura del MiBACT e l'Associazione nazionale dei Comuni italiani hanno deciso di riconoscere al Comune di Riva del Garda la qualifica di «Città che legge», in virtù dell'impegno nello svolgere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione della lettura.
Dalla lettura dipendono lo sviluppo intellettuale, sociale ed economico delle comunità: è con questa consapevolezza che il Centro per il libro e la lettura, d’intesa con l’Anci, attraverso la qualifica di «Città che legge» ha deciso di promuovere e valorizzare le amministrazioni comunali impegnate a svolgere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione della lettura. L’intento è riconoscere e sostenere la crescita socio-culturale attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.
Una «Città che legge» garantisce ai suoi abitanti l’accesso ai libri e alla lettura – attraverso biblioteche e librerie – ospita festival, rassegne o fiere che mobilitano i lettori e incuriosiscono i non lettori, partecipa a iniziative congiunte di promozione della lettura tra biblioteche, scuole, librerie e associazioni e aderisce a uno o più dei progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura («Libriamoci», «Maggio dei libri», «In Vitro»). Il Centro per il libro e la lettura – istituito con Dpr n. 233/2007 e regolamentato dal Dpr n. 34/2010 – è un istituto autonomo del Ministero dei beni culturali e delle attività culturali e del turismo, che dipende dalla Direzione generale biblioteche e istituti culturali. Il Centro ha l’obiettivo di attuare politiche di diffusione del libro e della lettura in Italia, nonché di promuovere il libro e la cultura italiana all’estero, proponendosi come punto di riferimento per il mondo professionale in tutte le sue diverse e molteplici componenti, luogo di incontro, di dialogo e di scambio per gli operatori pubblici e privati che quotidianamente operano nei vari ambiti della produzione, della conoscenza e della diffusione del libro. Principale compito del Centro – coerentemente con le priorità politiche del Ministero – è quello di “promuovere politiche di diffusione del libro, della cultura e degli autori italiani” e di “realizzare iniziative e campagne informative per sensibilizzare e incentivare i giovani alla lettura”.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva
Dalla lettura dipendono lo sviluppo intellettuale, sociale ed economico delle comunità: è con questa consapevolezza che il Centro per il libro e la lettura, d’intesa con l’Anci, attraverso la qualifica di «Città che legge» ha deciso di promuovere e valorizzare le amministrazioni comunali impegnate a svolgere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione della lettura. L’intento è riconoscere e sostenere la crescita socio-culturale attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.
Una «Città che legge» garantisce ai suoi abitanti l’accesso ai libri e alla lettura – attraverso biblioteche e librerie – ospita festival, rassegne o fiere che mobilitano i lettori e incuriosiscono i non lettori, partecipa a iniziative congiunte di promozione della lettura tra biblioteche, scuole, librerie e associazioni e aderisce a uno o più dei progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura («Libriamoci», «Maggio dei libri», «In Vitro»). Il Centro per il libro e la lettura – istituito con Dpr n. 233/2007 e regolamentato dal Dpr n. 34/2010 – è un istituto autonomo del Ministero dei beni culturali e delle attività culturali e del turismo, che dipende dalla Direzione generale biblioteche e istituti culturali. Il Centro ha l’obiettivo di attuare politiche di diffusione del libro e della lettura in Italia, nonché di promuovere il libro e la cultura italiana all’estero, proponendosi come punto di riferimento per il mondo professionale in tutte le sue diverse e molteplici componenti, luogo di incontro, di dialogo e di scambio per gli operatori pubblici e privati che quotidianamente operano nei vari ambiti della produzione, della conoscenza e della diffusione del libro. Principale compito del Centro – coerentemente con le priorità politiche del Ministero – è quello di “promuovere politiche di diffusione del libro, della cultura e degli autori italiani” e di “realizzare iniziative e campagne informative per sensibilizzare e incentivare i giovani alla lettura”.
c.s. a cura dell'Ufficio stampa dei Comuni di Arco e Riva
venerdì 16 giugno 2017
"Premio Gran Giallo Città di Cattolica" - la finale della 44a edizione
Giunto alla 44ª edizione, torna puntuale il "Premio Gran Giallo Città di Cattolica", primo e più antico concorso rivolto al miglior racconto inedito del mondo del giallo e del mistero organizzato dal Comune di Cattolica Assessorato alla Cultura in collaborazione con Il Giallo Mondadori.
Nato nel 1973 dall'estro creativo di Enzo Tortora con Alberto Tedeschi e Oreste del Buono si fonda sulla passione per il giallo e il noir di tanti italiani e sul lavoro, l'analisi attenta, l'esperienza e il fiuto di una giuria d'eccezione formata da: Cristiana Astori, Annamaria Fassio, Franco Forte, Carlo Lucarelli, Valerio Massimo Manfredi, Marinella Manicardi, Andrea G. Pinketts e Simonetta Salvetti.
Da sempre per i partecipanti il Premio diventa una trampolino di lancio verso il mondo della narrativa italiana di genere: Secondo Signoroni, Loriano Macchiavelli, Carlo Lucarelli e Andrea G. Pinketts sono solo alcuni dei nomi dei grandi che annoverano la vittoria del Premio Cattolichino nel loro palmarès. La pregiuria formata da Michele Catozzi, Diego Di Dio, Antonino Fazio, Diego Lama e Ilaria Tuti, ha selezionato la rosa dei 10 finalisti. Tra questi si nasconde il vincitore, che verrà incoronato alla fine di una manifestazione interamente dedicata al Giallo e al noir, con un programma ricco e articolato.
L'apertura del festival, mercoledì 21 giugno vedrà il Gran Giallo diventare “piccolo” ma solo per il target di riferimento del pubblico. Nasce infatti dalla collaborazione con la collana Piccoli Brividi Mondadori un giallo itinerante per bambini. Kids Corner e photocall saranno collocati nei principali luoghi della città con regali e sorprese per giallisti in erba. I piccoli detective troveranno i punti gialli al Parco della Pace il 21 giugno alle ore 17.00 e in Piazza Mercato alle ore 20.00 e in Piazza I Maggio il 22 e 23 Giugno alle ore 21.00. Al True Crime e al processo mediatico sarà invece dedicata la serata di giovedì 22 giugno. Dalla cronaca nera al giallo in TV e al cinema, protagoniste saranno le vicende criminali che hanno diviso l'opinione pubblica. Sul palco della principale piazza della Regina, alle ore 21, saliranno lo psichiatra Alessandro Meluzzi, il criminologo e investigatore Fabio Federici e il critico cinematografico Valerio Caprara che affronterà il tema della trasposizione televisiva e cinematografica del crimine. Il dibattito sarà moderato dalla giornalista Ilaria Mura, volto femminile della trasmissione Quarto Grado. Come nei miglior topos letterari anche gli scrittori tornano sempre sul luogo del delitto ovvero al Premio che per molti di loro ha rappresentato l'inizio della carriera letteraria. Venerdì 23 giugno alle ore 21, in Piazza I Maggio, Diego Di Dio, Diego Lama e Andrea Franco presenteranno i loro ultimi lavori e al dibattito, moderato da Franco Forte, direttore de I Gialli Mondadori parteciperanno anche Cristiana Astori e Gianfranco Marzano autori della nuova serie a fumetti The Professor e Andrea G. Pinketts, storico giurato del Premio che ci farà conoscere il suo nuovo romanzo Sangue di Yogurt. La serata proseguirà varcando idealmente La porta rossa. La fortunatissima serie tv firmata Carlo Lucarelli sarò lo spunto per parlare del poliziesco, del romance e del paranormale insieme allo scrittore e al protagonista della fiction, l'attore Lino Guanciale.
Le cerimonie di premiazione caratterizzeranno la prima parte della sera di sabato 24 giugno. Verranno infatti premiati il racconto vincitore del Premio Gran Giallo città di Cattolica. Ma come solo nei migliori thriller, noir e gialli, un colpo di scena caratterizzerà l'ultima serata del Premio. Il festival si chiuderà infatti con un' apertura. Il 24 giugno in collaborazione con il Circolo del Cinema Toby Dammit e Giometti Cinema verrà presentato il progetto della nuova arena cinematografica Snaporaz che verrà in seguito allestita in Piazzetta Pritelli e che trasformerà Cattolica in un cinema sotto le stelle per tutta l'estate. Per celebrare l'evento, in Piazza Mercato arriverà il cinema e i festeggiamenti di un compleanno cinematografico: Suspiria, celebre pellicola del maestro dell'horror italiano Dario Argento che compie 40 anni. Per l'occasione verrà proiettato il film in una veste inedita. In arrivo a Cattolica infatti un evento epico di quelli che capitano una volta ogni decade, i Goblin di Claudio Simonetti si esibiranno dal vivo eseguendo l'intera colonna sonora dal vivo. Il cinema tornerà anche domenica 25 giugno, alle 21 in Piazza Mercato con l'anteprima del film In a Lonely Place del regista riminese Davide Montecchi.
Non mancheranno enigmi e misteri, divertimento, approfondimento. Intanto, ecco i 10 racconti finalisti e i loro autori in ordine alfabetico: Puntaspilli - Alessio Barbieri; Il caso della mortale commedia - Elisa Bertini; Baionetta - Marco Bertoli; Mors tua vita mea - Gianluca d'Aquino; Metropolitana - Lidia Del Gaudio; La calda notte dell'ispettore Murtas - Luca di Gialleonardo, Liudmila Gospodinoff; La legge delle cose - Francesco Grimandi; Signorina Maestra - Antonella Mecenero; La croce nel cuore - Michele Scoppetta; Dentro al Mirino - Elena Vesnaver.
Per informazioni Simonetta Salvetti Ufficio Cinema-Teatro Comune di Cattolica 0541-966778 www.mystfest.com www.cattolica.net
Nato nel 1973 dall'estro creativo di Enzo Tortora con Alberto Tedeschi e Oreste del Buono si fonda sulla passione per il giallo e il noir di tanti italiani e sul lavoro, l'analisi attenta, l'esperienza e il fiuto di una giuria d'eccezione formata da: Cristiana Astori, Annamaria Fassio, Franco Forte, Carlo Lucarelli, Valerio Massimo Manfredi, Marinella Manicardi, Andrea G. Pinketts e Simonetta Salvetti.
Da sempre per i partecipanti il Premio diventa una trampolino di lancio verso il mondo della narrativa italiana di genere: Secondo Signoroni, Loriano Macchiavelli, Carlo Lucarelli e Andrea G. Pinketts sono solo alcuni dei nomi dei grandi che annoverano la vittoria del Premio Cattolichino nel loro palmarès. La pregiuria formata da Michele Catozzi, Diego Di Dio, Antonino Fazio, Diego Lama e Ilaria Tuti, ha selezionato la rosa dei 10 finalisti. Tra questi si nasconde il vincitore, che verrà incoronato alla fine di una manifestazione interamente dedicata al Giallo e al noir, con un programma ricco e articolato.
L'apertura del festival, mercoledì 21 giugno vedrà il Gran Giallo diventare “piccolo” ma solo per il target di riferimento del pubblico. Nasce infatti dalla collaborazione con la collana Piccoli Brividi Mondadori un giallo itinerante per bambini. Kids Corner e photocall saranno collocati nei principali luoghi della città con regali e sorprese per giallisti in erba. I piccoli detective troveranno i punti gialli al Parco della Pace il 21 giugno alle ore 17.00 e in Piazza Mercato alle ore 20.00 e in Piazza I Maggio il 22 e 23 Giugno alle ore 21.00. Al True Crime e al processo mediatico sarà invece dedicata la serata di giovedì 22 giugno. Dalla cronaca nera al giallo in TV e al cinema, protagoniste saranno le vicende criminali che hanno diviso l'opinione pubblica. Sul palco della principale piazza della Regina, alle ore 21, saliranno lo psichiatra Alessandro Meluzzi, il criminologo e investigatore Fabio Federici e il critico cinematografico Valerio Caprara che affronterà il tema della trasposizione televisiva e cinematografica del crimine. Il dibattito sarà moderato dalla giornalista Ilaria Mura, volto femminile della trasmissione Quarto Grado. Come nei miglior topos letterari anche gli scrittori tornano sempre sul luogo del delitto ovvero al Premio che per molti di loro ha rappresentato l'inizio della carriera letteraria. Venerdì 23 giugno alle ore 21, in Piazza I Maggio, Diego Di Dio, Diego Lama e Andrea Franco presenteranno i loro ultimi lavori e al dibattito, moderato da Franco Forte, direttore de I Gialli Mondadori parteciperanno anche Cristiana Astori e Gianfranco Marzano autori della nuova serie a fumetti The Professor e Andrea G. Pinketts, storico giurato del Premio che ci farà conoscere il suo nuovo romanzo Sangue di Yogurt. La serata proseguirà varcando idealmente La porta rossa. La fortunatissima serie tv firmata Carlo Lucarelli sarò lo spunto per parlare del poliziesco, del romance e del paranormale insieme allo scrittore e al protagonista della fiction, l'attore Lino Guanciale.
Le cerimonie di premiazione caratterizzeranno la prima parte della sera di sabato 24 giugno. Verranno infatti premiati il racconto vincitore del Premio Gran Giallo città di Cattolica. Ma come solo nei migliori thriller, noir e gialli, un colpo di scena caratterizzerà l'ultima serata del Premio. Il festival si chiuderà infatti con un' apertura. Il 24 giugno in collaborazione con il Circolo del Cinema Toby Dammit e Giometti Cinema verrà presentato il progetto della nuova arena cinematografica Snaporaz che verrà in seguito allestita in Piazzetta Pritelli e che trasformerà Cattolica in un cinema sotto le stelle per tutta l'estate. Per celebrare l'evento, in Piazza Mercato arriverà il cinema e i festeggiamenti di un compleanno cinematografico: Suspiria, celebre pellicola del maestro dell'horror italiano Dario Argento che compie 40 anni. Per l'occasione verrà proiettato il film in una veste inedita. In arrivo a Cattolica infatti un evento epico di quelli che capitano una volta ogni decade, i Goblin di Claudio Simonetti si esibiranno dal vivo eseguendo l'intera colonna sonora dal vivo. Il cinema tornerà anche domenica 25 giugno, alle 21 in Piazza Mercato con l'anteprima del film In a Lonely Place del regista riminese Davide Montecchi.
Non mancheranno enigmi e misteri, divertimento, approfondimento. Intanto, ecco i 10 racconti finalisti e i loro autori in ordine alfabetico: Puntaspilli - Alessio Barbieri; Il caso della mortale commedia - Elisa Bertini; Baionetta - Marco Bertoli; Mors tua vita mea - Gianluca d'Aquino; Metropolitana - Lidia Del Gaudio; La calda notte dell'ispettore Murtas - Luca di Gialleonardo, Liudmila Gospodinoff; La legge delle cose - Francesco Grimandi; Signorina Maestra - Antonella Mecenero; La croce nel cuore - Michele Scoppetta; Dentro al Mirino - Elena Vesnaver.
Per informazioni Simonetta Salvetti Ufficio Cinema-Teatro Comune di Cattolica 0541-966778 www.mystfest.com www.cattolica.net
martedì 13 giugno 2017
A "Le otto montagne" di Paolo Cognetti il premio Strega Giovani 2017
È Paolo Cognetti, autore di 'Le otto montagne' (Einaudi), il vincitore del premio Strega Giovani 2017. Lo ha proclamato questa sera la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel corso della cerimonia che si svolge nella Sala della Lupa di Montecitorio.
Il libro di Cognetti ha ottenuto 58 preferenze su 374 risultando così il più votato dalla giuria composta da ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza di 50 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero (Berlino, Bruxelles, Bucarest, Parigi). Al vincitore va un riconoscimento di 3.000 euro.
Gli studenti hanno letto le dodici opere concorrenti al Premio Strega 2017 e inviato il loro voto individualmente.
La terna vincitrice del premio Strega Giovani, arrivato alla 4a edizione, è composta inoltre da 'Le cento vite di Nemesio' (E/O), scritto da Marco Rossari, che con 39 preferenze si è classificato secondo, e da 'Le notti blu' (Perrone) che ha raggiunto il terzo posto con 37 voti. I tre libri riceveranno, inoltre, un voto per la designazione dei finalisti al Premio Strega...
fonte & read more @ Adnkronos
La terna vincitrice del premio Strega Giovani, arrivato alla 4a edizione, è composta inoltre da 'Le cento vite di Nemesio' (E/O), scritto da Marco Rossari, che con 39 preferenze si è classificato secondo, e da 'Le notti blu' (Perrone) che ha raggiunto il terzo posto con 37 voti. I tre libri riceveranno, inoltre, un voto per la designazione dei finalisti al Premio Strega...
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