«Il
tango conserva quel qualcosa di proibito che stimola il desiderio di
scoprirlo sempre un po’ di più - e quel qualcosa di misterioso che
ci ricorda quel che siamo stati o, forse, quel che avremmo voluto
essere...» - (Jorge
Louis Borges)
La passione e il tormento, il fuoco e
la sofferenza, il rincorrersi e il ritrovarsi. Ancora e ancora.
Sono
vere e proprie storie d'amore quelle che si rivelano con lo scandire
della prima nota, che si consumano rincorrendo il rigo, rimbalzando
di fraseggio in fraseggio, ma che terminano di pari passo con lo
sfumare della musica e delle luci. Racconti, di uomini e donne,
interpretati da dolcezza e trasporto, gioia e dolore, estasi ed
inquietudine, emozione
ed energia, respiro ed amplesso, narrati
attraverso le parole della musica, i sussurri degli sguardi, il
dialogo di movimenti, di occhi che si fondono, di anime che si
sfiorano, di corpi che si cercano, si incrociano, si amalgamano, si
incatenano, si allontanano e riavvicinano, per poi ricominciare,
ancora e ancora.
Quello del tango è dunque un dialogo,
naturale ma allo stesso tempo creativo, fatto di sensorialità,
percezione, istinto - un'espressione di vita, che riesce scendere in
profondità, a scovare l'essenza della fisiologia e dell'emozione
umana ed interpretarla attraverso le coreografie dei ballerini.
Nessuna
danza popolare è capace di raggiungere un simile livello di
comunicazione e di generare un circolo virtuoso che consente poi
l'improvvisazione. Una forma
espressiva quindi affascinante, che agisce innanzitutto sul sentire,
sulle dinamiche del desiderio, sul labile confine tra piacere lecito
e non-lecito, sull'attesa, l'azione e la reazione da cui deriva,
invariabilmente, la passionalità: non a caso, il tango viene
comunemente definito come un ballo passionale - e “passione”
deriva dal termine latino patior, che significa soffrire,
provare, sopportare o patire.
Non dimentichiamo però che prima ancora di essere un'esperienza sensuale e seducente di grande appeal, il tango argentino è danza-linguaggio fatta di
sequenze tecniche, ritmi, passi, movimenti, tempi - una danza densa, complessa
nella sua semplicità ma allo stesso tempo semplice nella sua
complessità. Ma prima di tutto, il tango è un'intera cultura. Ecco perché la
prima edizione di “Arco Tango Festival”, organizzata la settimana
scorsa da “Glam Association” sotto
il patrocinio del Comune di Arco e della Regione Trentino Alto Adige,
con il contributo della Cassa rurale dell'Alto Garda, ha registrato
il tutto esaurito fin dalla prima serata. Da lunedì a domenica, Arco
si è infatti trasformata nella capitale del tango e delle milonghe,
portando
nelle sale
del Casinò municipale, di Palazzo Panni e negli spazi di Cantiere 26
diversi eventi dedicati sia ai provetti ballerini, sia agli
appassionati del genere artistico che ai principianti. Serate
danzanti, workshop, appuntamenti cinematografici e stage di diverso
livello hanno aperto le porte ad un folto pubblico, raccogliendo
entusiasmo grazie ad un inusuale confronto diretto con la musica
d'autore, le coreografie, il cinema e l'arte, l'incontro con artisti
di elevato spessore e professionalità, e rappresentando un'occasione
di approfondimento e condivisione della cultura del tango nella
realtà territoriale.
Culmine
del festival, l'insolito concerto-spettacolo di domenica sera, che
sulle calde note dei testi di Astor Piazzolla e le coinvolgenti
colonne sonore di Ennio Morricone - eseguite dall’orchestra
sinfonica di Hannover diretta dal giovane Sonke Grohmann, oltre che
dalla coppia di solisti violino-pianoforte dell'arcense Massimo
Turrini e della bresciana Emanuela Facinoli - ha incantato il
pubblico con la superlativa esibizione di sei ballerini d'eccellenza,
maestri e campioni di tango argentino. «Nonostante
fosse la prima edizione abbiamo raccolto grande adesione, con
iscritti provenienti da tutta la regione ma anche dall'Austria - la
soddisfazione di Massimo Turrini, ideatore del festival - Le
potenzialità dell'evento si sono dunque espresse nel migliore dei
modi, richiamando a sé tanto i semplici appassionati quanto gli
specialisti del genere, cosa che ci fa inevitabilmente riflettere sul
suo futuro, ragionare sul fatto se sia possibile collocare il
festival in un periodo diverso dell'anno oltre che di un suo
possibile connubio con il mondo del turismo».
... dalla Divina Commedia ad Harry Potter, passando per Gutenberg, gli e-books, i social-media, la grammatica italiana e le recensioni, la poesia e i classici, la letteratura per i bambini di ieri, oggi e domani, la fotografia e l'arte, le nuove forme di comunicazione... e giù giù fino all'editoria, alle biblioteche, agli incipit, agli appuntamenti letterari, alle mostre, alle novità, agli esordienti. Per i quali - non lo nego - ho un debole...
mercoledì 5 ottobre 2016
Nel tango, quel che siamo stati o che avremmo voluto essere
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Una mia amica "tanguera" che gestisce una milonga a Milano scatta sempre delle foto ai ballerini catturando espressioni profonde dei volti. Ciao Paola
RispondiEliminaCredo che i ballerini più bravi siano quelli che riescono ad unire ad una impeccabile tecnica pure l'interpretazione delle emozioni. Catturare con l'obiettivo fotografico questa combinazione può portare a risultati altrettanto spettacolari!
EliminaCiao Monica!
Ha ballato la Facinoli ? Bellissime le tue foto, ci stava bene anche un corto...
RispondiEliminaCiao.
Brava anche con il pianoforte !
Ciao Lido,
Eliminano - Emanuela Facinoli non ha ballato: si è esibita come solista al pianoforte.
Per quanto riguarda le foto, grazie. Vediamo se ora riesco a produrre un video.
Un abbraccio!