Da un blog che raccoglie storie di donne che hanno sperimentato la violenza sul posto di lavoro, la giornalista Olga Ricci ha scritto un libro: “Toglimi le mani di dosso”. Ma qual è il limite tra gentilezza e reato?
Quando un collega o un capo dice ad una donna che è carina, la invita a cena, manda fiori, tocca, ammicca, insiste, dov’è il limite tra gentilezza e reato? Dice la psicologa Alessandra Pauncz, esperta di maltrattamenti psicologici e violenza di genere che per orientarci bisogna seguire «la percezione del comportamento: se la destinataria dice no, qualunque esso sia, anche un galante complimento, vuol dire che bisogna farla finita. Punto. Negli uffici si sta insieme 8 e più ore, si ride e ci si stressa, a volte nascono storie d’amore: il punto del consenso è dirimente. Gli uomini devono assumerlo e rispettarlo, le aziende hanno il dovere di creare codici etici e fare corsi di formazione evolutivi in questa direzione».
La legge definisce molestia un comportamento indesiderato connesso al sesso che viola la dignità di chi lo riceve e crea un clima umiliante o intimidatorio. È sempre bene reagire in modo chiaro e diretto, possono seguire azioni ufficiali (in caso, rivolgersi al consigliere di parità territoriale, è gratuito) ma soprattutto: mai implodere, sempre raccontare. Lo sa bene Olga Ricci, giornalista free lance, creatrice del blog “Il porco al lavoro” dove ha raccontato la sua storia di molestie, violenze e ricatti in un giornale di provincia, l’affresco di un sistema di potere maschilista e paramafioso, ora diventato “Toglimi le mani di dosso”, libro pubblicato da Chiarelettere. Il suo spazio virtuale oggi è collettore di storie reali a base di prepotenza e sopraffazione.
Secondo l’Istat, l’8,9% delle violenze subite dalle donne fuori dalle coppie è compiuta da un collega di lavoro e l’ultima indagine sulle molestie del 2010 dice... (fonte & read more @ La Stampa online)