mercoledì 10 dicembre 2014

"Il telefono senza fili", ovvero il pettegolezzo quale italico sistema investigativo secondo Malvaldi

Il rustico pettegolezzo paesano - meglio conosciuto come "Il telefono senza fili" - quale sistema investigativo e divulgativo infallibile e senza eguali. Che, nel caso dei gialli di Marco Malvaldi, porta però sempre i promotori della pubblica attività all'identificazione di truffe, crimini, sparizioni, decessi, e relativi autori. Anche laddove pare non vi sia "nulla da dichiarare".

Basta infatti soggiornare cinque minuti al bancone del BarLume di Pineta (ridente - nel vero senso della parola - località balneare toscana), per capire che in quel posto non c’è bisogno di acquistare i giornali locali. Ci pensano i vecchietti, Aldo, Ampelio, Gino e Pilade, una tribù stanziale di giocatori di briscola, ad informare tutti su quello che succede in paese… e anche su quello che non succede. Il loro metodo di indagine e di diffusione delle informazioni, che si potrebbe definire ipotetico-deduttivo-inventivo, è infatti talmente insensato e controproducente che nella maggior parte dei casi riconduce i protagonisti ad una serie di eventi nefasti a catena. Il più delle volte riconducibili però a delle logiche criminose plausibili.

Gli ingredienti, tutti decisamente genuini, per imbastire il nuovo episodio della divertente serie del BarLume, sono tutti qui. Personaggi che incarnano con ironia pregi e difetti stereotipati, un linguaggio più che dialettale, colorito, irriverente, tratto dalla vita quotidiana e degno della migliore commedia all’italiana, una trama accattivante al punto giusto, in cui la ricerca dell’assassino sfuma nella descrizione di luoghi e personaggi, e infine una serie di caratteri che appaiono sempre più delineati e complessi mano a mano che si procede.

"Il telefono senza fili" è un altro piccolo e leggero capolavoro che Malvaldi regala ai suoi fedeli lettori, affezionati forse più alle vicende dei verosimili personaggi che abitano i suoi racconti che non ai gialli di derivazione anglosassone cui la letteratura ci ha abituati, genere del quale lo stesso autore pare non curarsi più di tanto. E a ben ragione, considerato che - in questo romanzo così come negli altri - lo scopo ultimo è quello non solo di scoprire il colpevole ma anche di far ridere e sorridere chi legge.

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sabato 6 dicembre 2014

La parola scritta cade in disuso. Dal 2016 in Finlandia non si scriverà più a mano

Dopo il 'punto e virgola', sempre più in disuso nell'italiano scritto, anche il corsivo sembra seguire analoga tendenza. Seppur non ancora scomparso, soprattutto fra gli adolescenti al corsivo nella scrittura a mano viene preferito lo stampatello.
Negli Stati Uniti è quasi scomparso e anche in Italia il suo uso si sta riducendo, forse - ne è convinto Yahis Martari, docente del Laboratorio di scrittura all'Università di Bologna - in conseguenza della diffusione dei social network. Il docente ne parlerà lunedì mattina in diretta a Radio3Scienza, ma il dibattito è aperto anche all'estero.

Agli studenti finlandesi, secondo quanto riportato di recente dall'edizione online della Bbc, non sarà addirittura più insegnato a scrivere a mano, ma le lezioni prevederanno la scrittura con la tastiera. Ciò avverrà dall'autunno 2016: gli alunni finlandesi della scuola primaria non dovranno più esercitarsi a 'disegnare' le lettere, né in corsivo né in stampatello.

Un cambio, ha spiegato Minna Harmanen del National Board of Education finlandese, che sarà un salto culturale notevole. Perché digitare per scivere, afferma, è più importante nella vita di ogni giorno. C'è chi si interroga se i due tipi di scrittura contribuiscano in modo diverso allo sviluppo delle abilità intellettive dell'individuo. Susanna Huhta, della Association of Native Language Teachers, afferma che la scrittura a mano tradizionale aiuti i bambini a sviluppare abilità motorie e funzioni intellettive migliori, quindi le lezioni di scrittura potrebbero essere rimpiazzate da ore di lavori a mano e di disegno.

fonte: Ansa