giovedì 31 gennaio 2013

Dura la vita dei libri nel Paese delle Banane

Un italiano su quattro nell'ultimo anno non ha letto neanche un libro e quattro su cinque ignorano gli eBook. A confermare la poca affezione, nel nostro Paese, per la lettura è il Rapporto Italia 2012 che l'Eurispes ha diffuso oggi.

Il 22,9% degli intervistati, dunque, afferma di non aver letto nessun libro nel corso dell'ultimo anno e fra chi ha invece risposto positivamente, il 77,1% del campione, prevale chi ha letto da 1 a 3 libri (35,9%). Il 16,9% ne ha letti da 4 a 6. L'11,1% da 7 a 12, il 13,1% piu' di 12. La quota di donne che non leggono mai durante l'anno è decisamente più contenuta rispetto a quella maschile: 16,2% contro 29,9%.

A differenza poi di quanto avviene per i quotidiani, al cui scarso consumo supplisce parzialmente una crescente lettura della loro versione online, neanche le nuove tecnologie sembrano spingere gli italiani alla lettura: la larghissima maggioranza degli intervistati, l'80,3%, ignora infatti gli eBook.

fonte: AdnKronos

mercoledì 30 gennaio 2013

Il bibliotecario carcerario: una nuova professione?

Proporre modelli finalizzati all’introduzione della figura del bibliotecario nel sistema delle carceri italiane, analizzando quanto è già stato fatto e tracciando gli obiettivi che rimangono ancora da raggiungere, al fine di dotare di biblioteche iscrivibili un numero sempre maggiore di carceri italiane. Giovedì 31 gennaio, dalle ore 9.00 presso la Sala di Rappresentanza dell’Università degli Studi di Milano, si terrà il 4° Convegno Nazionale sulle biblioteche carcerarie dal titolo Il bibliotecario carcerario: una nuova professione?, promosso da AIB Associazione Italiana Biblioteche – Sezione Lombardia, Università degli Studi di Milano e Brianza Biblioteche, con il contributo di Fondazione Cariplo.
IL PERCORSO INTRAPRESO
– Quarta tappa di un importante percorso iniziato con il primo Convegno nazionale del 2001, cui sono seguiti i Congressi del 2003 e del 2005 che hanno consentito a quanti lavorano nelle biblioteche carcerarie di conoscersi ed elaborare comuni strategie e modelli operativi, l’appuntamento del 31 gennaio si propone il raggiungimento di un obiettivo di fondamentale rilevanza.

I SERVIZI BIBLIOTECARI NELLE CARCERI
– Nel 2008 l’Associazione Italiana Biblioteche ha istituito il Gruppo di studio sui servizi bibliotecari per le utenze speciali, con una sezione dedicata appositamente alle biblioteche carcerarie: ne è derivato un tavolo di lavoro formato da Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Unione delle Province d’Italia (UPI), Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), Conferenza delle Regioni e AIB per l'elaborazione di un protocollo d'intesa nazionale che regolamenti i rapporti tra carcere ed enti locali in relazione alla gestione dei servizi di biblioteca.

LA FIGURA DEL BIBLIOTECARIO CARCERARIO
– Il lavoro degli ultimi anni all’interno delle biblioteche carcerarie ha fatto emergere chiaramente la necessità di delineare in modo specifico la figura professionale del bibliotecario carcerario, individuandone precise competenze, ruolo e funzioni, così da proporre modelli organizzati finalizzati all’introduzione della sua figura nel sistema delle carceri italiane...

fonte & read more @ Libreriamo.it

martedì 29 gennaio 2013

Sul mio comodino ci sono...

 
... quei libri ormai introvabili, piccole grandi perle della letteratura mondiale dalle quali solo gli amici inossidabili riescono a staccarsene, per farne prezioso ed immenso dono...


lunedì 28 gennaio 2013

Leggere low cost a Firenze, tra bookcrossing e scaffali del libero scambio

L’idea che “la cultura è un ornamento nella buona sorte, ma resta un rifugio nell’avversa” (tesi suggerita a suo tempo da Aristotele) pare sia oggi perseguita da innumerevoli persone. Di fatto, a fronte di una crisi economica ormai diffusa ovunque, la lettura dei libri non pare arrestarsi. Anzi, le occasioni per leggere low cost in tutta la Toscana sono in costante aumento. A Firenze, le iniziative mirate ad incoraggiare il gusto di leggere fioriscono dappertutto, e se a livello metropolitano stanno già dilagando le buone pratiche del “bookcrossing”, in ogni zona della città si moltiplicano “scaffali del libero scambio” e tante nuove piccole biblioteche popolari stanno nascendo in luoghi pubblici, non tradizionalmente adibiti a spazi di lettura.

IL BOOKCROSSING - Ideata negli Stati Uniti d’America, la pratica del bookcrossing consiste nel regalare i propri libri a persone sconosciute, mettendoli generosamente a disposizione degli altri. Le pubblicazioni che si desidera donare possono essere abbandonate in qualsiasi luogo (stazioni ferroviarie, treni, autobus, panchine, impianti sportivi, ma anche lavanderie self service, studi medici, bar, uffici postali, ecc.). Accessibili gratuitamente a chiunque sia interessato, gli “scaffali del libero scambio” sono invece punti appositamente allestiti allo scopo di far circolare liberamente opere librarie, opuscoli, riviste, e-book, cd, dvd e materiale editoriale in genere, destinato a tutte le fasce d’età. Per avvicinare i cittadini alla lettura, varie pubbliche amministrazioni, (in primis il Comune di Firenze), hanno istituito numerosi spazi dedicati a questo servizio gratuito. La maggioranza di questi scaffali dove è possibile reperire o donare libri, è ubicata proprio all’interno delle principali biblioteche pubbliche che sono dislocate nei cinque quartieri della città; sedi assai frequentate dove l’aggiornamento e il ricambio dei volumi è quindi pressoché costante.

LUOGHI DI PROMOZIONE COLLETTIVA - Queste esperienze, dedicate ad una promozione collettiva, solidale e partecipata della lettura, sono attualmente promosse all’interno delle Biblioteche comunali Fabrizio de André (via delle Carra), Palagio di Parte Guelfa (p.za di Parte Guelfa); Oblate (via dell’Oriuolo); Mario Luzi (via Ugo Schiff), Pieraccioni (via Nicolodi); CaNova (via Chiusi), e Villa Bandini (via di Ripoli). Scaffali librari circolanti sono presenti anche in quasi tutte le Case del Popolo di Firenze e provincia: Circolo ricreativo Arci San Niccolò (via San Niccolò), Casa del popolo di Settignano (p.za di Settignano ), Circolo Andreoni (via A. D’Orso), ecc. Ulteriori biblioteche circolanti low cost si trovano inoltre alla sede regionale CGIL (via Pier Capponi, 7), al centro giovani “Gavinuppia” (via Gran Bretagna 48) e al centro sociale polivalente “Il Porto” (p.za Elia Dalla Costa). Nella stessa zona, mini biblioteche e scaffali dove è possibile reperire o scambiarsi libri in assoluta libertà e gratuitamente, risultano attivati anche al circolo per la terza età “Reims” (via Erbosa) e presso il Supermercato Coop (piazza Bartali).

fonte: Cristina Fontanelli @
Libreriamo.it

sabato 26 gennaio 2013

Tre segreti per trasformare i bambini in grandi lettori

Iniziare a leggere soli, quindi farlo insieme ai propri figli e poi lasciare col tempo che siano loro stessi a scegliere cosa prendere in mano per leggerlo. Secondo un articolo pubblicato sul Nashville Parent, sono queste le tre semplici azioni che un genitore deve seguire per invogliare a leggere i propri figli. La maggior parte dei genitori non riesce a spiegare ai più piccoli l’importanza della lettura per la loro crescita.

Da una ricerca effettuata su un campione di 100 genitori dal National Literacy Trust, si evidenzia che quasi un terzo di loro non legge ai loro figli, con il 29% degli intervistati che pensa che sarebbe più consono che qualcun altro svolgesse questo compito (insegnanti o altri membri della famiglia). Gli esperti di alfabetizzazione concordano nell’affermare quanto sia importante che i bambini leggano da piccoli e che lo facciano con i propri genitori.

CONSIGLI AI GENITORI - Quando i bambini non iniziano a leggere sin dalla tenera età, possono essere meno portati a farlo quando crescono, vedendo la lettura come un’attività pesante e noiosa. Gli esperti indicano tre segreti per far amare la lettura ai propri figli, sorprendentemente semplici da eseguire da parte dei genitori: leggere soli, leggere con i propri bambini e lasciare che leggano qualcosa a loro piacere. Tutti conoscono lo spirito emulativo dei bambini, i quali soprattutto in tenera età sono abituati a fare quello che facciamo noi. Se si vuole che i propri figli diventano lettori, occorre esserlo.

GENITORI E FIGLI INSIEME
- La maggior parte pensa che un genitore possa leggere qualsiasi cosa, purché riesca a coinvolgere i figli e a far comprendere l’importanza della lettura, ma finché i genitori riterranno che ci siano cose più importanti rispetto alla lettura, anche i figli la penseranno allo stesso modo. Secondo gli esperti, occorre leggere non per forza libri alla loro portata, ma anche romanzi un po’ più impegnati, i quali possono sembrare più difficili, ma non è detto che siano meno stimolanti. Si consiglia ai genitori inoltre di leggere ad alta voce davanti a loro il più a lungo possibile e in qualsiasi momento della giornata, non solo quando vanno a letto. Tenere i libri sparsi per tutta la casa, inoltre, aiuta.

I VANTAGGI DELLA LETTURA - La capacità di ascolto dei bambini e la comprensione della lettura non convergono fino alla terza media. Pertanto, è importante leggere libri ai più piccoli che non sono ancora in grado di leggere da soli. Questo permette di arricchire il loro cervello di nuovi vocaboli, di aumentare la loro capacità di comprensione. La lettura ad alta voce sembra una cosa banale, ma in realtà, come afferma lo scrittore Marilyn Jager Adams "Leggere ad alta voce con i bambini è conosciuta per essere l'attività più importante per la costruzione delle conoscenze e delle competenze necessarie per imparare a leggere”.

LEGGERE CIO’ CHE SI VUOLE - La ricerca dimostra che per diventare lettori forti e appassionati, i bambini hanno bisogno di leggere molto. Uno studio condotto su alunni di terza media fa notare come siano lettori abili coloro che avevano letto almeno due ore e mezzo al giorno, mentre i più scarsi erano quelli che avevano letto soltanto per mezz’ora al giorno. Spesso si cercano per i propri figli soluzioni complicate per farli avvicinare alla lettura, mentre esperti e studiosi hanno dimostrato come la soluzione sia semplice: lasciare che leggano ciò che vogliono leggere pensando, in un primo momento, letteralmente in termini di quantità e non di qualità.

fonte: Nicla Cardellicchio @ Libreriamo.it

venerdì 25 gennaio 2013

"Vendetta di sangue" - il 31 gennaio torna Wilbur Smith

Azione, avventura e thrilling sono gli ingredienti che animano i libri di Wilbur Smith, lo scrittore zambiano che il 31 gennaio, alle 21, incontrerà il pubblico dell'Auditorium Parco della Musica di Roma. Durante la serata l'autore presenterà il suo ultimo libro "Vendetta di sangue", in uscita nelle librerie proprio il giorno dell'appuntamento. Con lui dialogheranno le giornaliste Maria Grazia Capulli e Loredana Lipperini.

Carico della suspence tipica dei thriller, "Vendetta di sangue" è l'ultimo tassello di una lunga serie di avventure. Tra i deserti dell'Africa nordorientale e la City di Londra si snodano i tentativi di vendetta da parte di Hector Cross, personaggio ben noto ai lettori di Smith. Durante l'incontro lo scrittore racconterà come si scrivono storie dal plot vertiginoso, in grado di affascinare milioni di lettori in tutto il mondo.

L'appuntamento fa parte della serie di anteprime che stanno accompagnando il pubblico verso la quarta edizione di "Libri come, Festa del Libro e della Lettura" in programma dal 14 al 17 marzo 2013 sempre all'Auditorium Parco della Musica.

fonte: AdnKronos




mercoledì 23 gennaio 2013

I Puffi, prima volta in versione eBook

I Puffi escono per la prima volta in versione eBook e in esclusiva per l'Italia. Si parte con sette titoli della serie dedicata ai simpatici ometti blu nati dalla penna del disegnatore belga Pierre Culliford, in arte Peyo, che Nord-Sud Edizioni (marchio di Adriano Salani editore) pubblica ciascuno a 4.99 euro in formato Fixed Layout per Ipad Apple e per Kindle.

Protagonisti di un successo planetario, i Puffi hanno appena compiuto 55 anni e torneranno quest'anno sul grande schermo in 3D.

fonte: Ansa

martedì 22 gennaio 2013

Dimmi che comodino hai e ti dirò chi sei

Se è vero che tutto ciò che ci circonda rispecchia il nostro modo di essere, il nostro quotidiano, il nostro umore, la stanza più intima della casa riflette la nostra anima, la parte più profonda del nostro "io".
Ed ecco che la camera da letto e - nello specifico - il comodino, rappresenta effettivamente ciò che noi siamo.

Ma com'è che siamo esattamente? Equilibrati, incasinati, pignoli, ordinati, perfezionisti, lineari, puliti, pigri, impazienti, smemorati, ritardatari?
Un'occhiata al nostro comodino (ma anche a quello del/la partner, del/la figlio/a) basterà per farcene un'idea.

Questo è il mio. A voi le conclusioni...

Mi piacerebbe ora sapere però come sono i comodini di chi segue questo blog.
Ogni vostra foto verrà ripubblicata, creando un post a sé e permettendo così a tutti - in un simpatico gioco - di "conoscerci".

Alla riscoperta delle vecchie librerie di New York

New York riscopre le librerie. Bar, hotel, ristoranti e negozi dove la letteratura è protagonista indiscussa tornano alla ribalta, insieme a quei bugigattoli dove si vendono pubblicazioni introvabili, vecchie magari solo di vent’anni, ma uscite di produzione, insieme a prime edizioni e volumi rari.

Il tour comincia al Jimmy’s Corner di Manhattan, locale storico dei giornalisti della rivista dei libri del New York Times e meta di scrittori del calibro di Cormac McCarthy, e al Café Loup, nel West Village, dove si davano appuntamento Paul Auster e Susan Sontag, passando per il Library Hotel, vicino alla biblioteca pubblica, che offre stanze a tema con una collezione di volumi sull’argomento a disposizione degli ospiti. Tra i librai, il primo indirizzo è Barman Rare Books a Midtown: vanta la prima edizione del Paradiso perduto di John Milton. E poi c’è anche 192 Books a Chelsea: offre una scelta molto accurata di volumi, proprio di fronte a Printed Matter, specializzato in libri d’arte dallo spirito punk e underground.

La lista è lunga e non è nulla di polveroso: a frequentarli, notte inclusa, sono giovani e non, di un movimento spontaneo, fatto da chi vuole toccare le parole e maneggiare i pensieri, per non affidarli unicamente all’immateriale digitale. E al suo inevitabile carico ansiogeno, dovuto all’invecchiamento istantaneo dei suoi strumenti: pare che l’ansia da obsolescenza sia il segno distintivo del nuovo millennio. Allora i vecchi libri risultano immortali e rassicuranti. Così ne parla lo scrittore Robin Sloan in "Mr Penumbra’s 24 hours Bookstore", appena uscito negli Stati Uniti (Farrar, Strass & Giroux, 304 pagine, 25 dollari): una lettera d’amore ai libri, una riflessione sulla tecnologia, un thriller e un requiem insieme. Ovvero, un’istantanea sull’oggi, analogicamente digitale.

fonte: Panorama.it

lunedì 21 gennaio 2013

"Gli adulti sono bambini andati a male"

E' un saggio che analizza tutti quegli aspetti dell'istituzione scolastica che influiscono negativamente sugli studenti, uno strumento che fornisce tante proposte per approcciarsi con i ragazzi, imparare ad ascoltarli, capirli e creare il giusto legame con loro in modo da facilitarne l'apprendimento. Si tratta di "Gli adulti sono bambini andati a male" di Maurizio Parodi, autore di alcuni libri e numerosi articoli su temi pedagogici e didattici che con Sonda ha già pubblicato "Basta compiti! Non è così che si impara".

I bambini possono essere guastati in tanti modi: gli adulti, il sistema, gli apparati hanno escogitato e praticano, spesso senza averne consapevolezza, infinite forme di corruzione, precoci, sottili, insistite, alle quali la pur eroica capacità di resistenza della vitalità primitiva non riesce a opporsi. Si pretende dal bambino che faccia ciò che non è in grado di fare, esponendolo a un sicuro insuccesso che assume i connotati del fallimento. Oppure sono i modi di essere della scuola (metodi, valori, regole) a sconfiggere l'alunno, dal quale si pretende che sia ciò che non può essere.

Il risultato non cambia: lo studente meno adattato (meno "adatto"), il più bisognoso (di cure, attenzioni, gratificazioni, rassicurazioni) non regge il ritmo della classe, "rimane indietro" rispetto ai compagni che si allontanano e, come l'insegnante, lo allontanano. Seguono l'umiliazione della ripetenza e l'abbandono. Una denuncia degli aspetti più dannosi dell'istituzione scolastica, un grido di allarme per evitare che gli adulti di domani siano "bambini andati a male oggi".

fonte: AdnKronos

domenica 20 gennaio 2013

Ad ogni genere la sua copertina

I lettori hanno tutto il diritto di scegliere un libro per quello che gli piace di più: la storia, la rilegatura, la carta, la copertina, fosse anche solo il segnalibro. Perché mai dovrebbe essergli proibito? Senza contare che scegliere un libro è ben diverso dal giudicarne la qualità letteraria, operazione che, giocoforza, segue la scelta del libro. E allora come scegliere (e non giudicare) un libro dalla copertina?


Se cercate un thriller con elicotteri che precipitano e grandi esplosioni non dirigetevi verso colori pastello e carta da zucchero, ma puntate risolutamente verso i toni del nero, del rosso e del verde acido, meglio se lucidi (ma occhio al paranormal romance! I colori sono gli stessi, ma trovate sempre un po’ di sangue o di brillantini in copertina). Da quelli con un marine, un pilota, o un cecchino sappiate che probabilmente hanno tratto un videogioco (o viceversa), da quelli con i sottomarini un film, da quasi tutti qualcosa con Steven Seagal.

Allo stesso modo, se avete voglia di una bella storia d’amore puntate sui colori tenui. Se cercate una sfumatura più conviviale fidatevi delle tazze (da tè, da caffè espresso, da caffè americano…), per le storie più dinamiche le gambe sono quello che ci vuole (ripiegate, incrociate, danzanti, nervose), per quelle più intimiste puntate sui piedi (nudi, vestiti con ballerine, dritti sulle punte, incrociati, dalle unghie smaltate ecc…), per sognare servono invece occhi chiusi e capelli rossi.

Cercate un noir? Sappiate che in Italia il noir in copertina prevede una pistola. Non un coltello, una pistola, ci sono delle tradizioni molto precise. Ecco perché se vedete un noir con su un coltello dovete stare in guardia: potrebbe trattarsi di un capolavoro fuori da ogni canone, oppure no. Se invece avete voglia di leggere un classico senza tempo scegliete un libro con in copertina un quadro del romanticismo e andrete sempre sul sicuro. Cercate un saggio di tecnologia? Da qualche anno a questa parte ci sono buone probabilità che abbia una copertina bianca (Apple docet), quelli con i titoli più ingombranti di solito sono di indirizzo generale, ma se invece in copertina trovate dei volti siete già a cavallo dello scaffale “guru”.

Insomma, scegliere un libro dalla copertina è la cosa più normale del mondo, l’importante è assicurarsi che si tratti di una copertina bella: un editore serio, infatti, avrà sempre rispetto del proprio lettore (e dei propri autori) e di certo eviterà di mandare in libreria le proprie storie in maniche di camicia. Perciò state tranquilli: se la copertina tutto sommato si difende, proprio male non potete cadere.

fonte: Giulio Passerini @ Panorama.it

sabato 19 gennaio 2013

Libri a noleggio: le librerie rispondono così alla crisi

A Torino in via Onorato Vigliani, quartiere Mirafiori, la libreria Takuma ha deciso di fronteggiare la crisi noleggiando i libri. Un giorno, un euro; una settimana, quattro; due settimane, sette. A Milano invece la storica libreria Hoepli, sei piani nell’omonima via dietro il Duomo e quasi un secolo e mezzo di storia, ha appena messo in cassa integrazione a rotazione per tre mesi i circa sessanta dipendenti. E a Roma? La libreria Bibli a Trastevere, che nel 1995 fu tra le prime in Italia a dotarsi di una caffetteria e che a metà 2011 ha dovuto arrendersi causa sfratto, da quasi un anno ha ottenuto un nuovo spazio dal Comune. Tuttavia non ha ancora riaperto: ristrutturarlo costa quasi un milione. 

Stefania Monea della Takuma presidia un avamposto: «Mirafiori si sa è un quartiere di frontiera, da sempre accanto alle novità trattiamo scolastica e usato. Tenere aperto non è mai stato facile, ma la crisi sta picchiando duro. A Natale ho visto clienti affezionati rinunciare all’acquisto per via del prezzo di copertina. Così, quasi per gioco, ci è venuto in mente di noleggiare i libri». E cosa è successo? «Beh, sono venuti a trovarci in tanti. Il primo libro affittato è stato quello di Gramellini. Poi i romanzi della Oggero e di Wilbur Smith. Giusto ieri un ragazzo ci ha chiesto Se questo è un uomo: deve leggerlo per la scuola, conta di restituirlo in due giorni». E i diritti d’autore? Stefania mi rassicura: «Se il libro piace, poi lo comprano. Con Gramellini e la Oggero è successo». Smith se ne farà una ragione, gli eredi di Levi possono ancora sperare.

A Milano Stefano Boeri, assessore alla Cultura, è fresco reduce dal brindisi di commiato della libreria Utopia di via Moscova, fondata nel ’77 dagli anarchici del circolo Ponte della Ghisolfa e frequentata tra gli altri da Consolo e De André: negli ultimi tre anni gli incassi erano scesi del 30%, la prospettiva è riaprire a febbraio a Città Studi. Intanto però hanno chiuso la Rovello, libreria antiquaria aperta nel 1893, e la Libreria di Brera. «Non è un fenomeno nuovo. Chi conosce Milano ricorda l’Einaudi in Galleria Manzoni e la Cortina, sparite diversi anni fa. Oggi fa riflettere il fatto che le librerie indipendenti chiudano nella città dove si producono e si vendono più libri in Italia, malgrado abbiano saputo specializzarsi e curare il rapporto con i clienti». Le ragioni? «A parte la crisi, gli affitti eccessivi. Quelli residenziali sono calati, i commerciali no. Milano al piano terra si sta svuotando». Che può fare l’amministrazione? «Cercare di calmierare il mercato con bandi pubblici, affittando spazi comunali con il 40% di sconto. Stiamo mappando la città, centro compreso, per individuare i luoghi più adatti. Ma vanno affrontati anche altri temi: gli incentivi alla lettura, la polifunzionalità delle librerie. Negli Usa si è pensato a spazi per bambini e circoli di lettura. Bisogna offrire altri servizi, oltre alla vendita». Farlo intendere ai teorici della redditività a metro quadro non sarà facile. Un tempo a Torino i librai si lamentavano del Salone del Libro, oggi i loro colleghi milanesi fanno lo stesso con Bookcity. «È stato un evento popolare, ed è questa la strada per recuperare lettori. Proprio a Bookcity con Umberto Eco abbiamo proposto agli editori di adottare le biblioteche civiche: per le librerie di quartiere dovrebbero diventare punti di riferimento nei quali organizzare incontri e coinvolgere i ragazzi delle scuole. Per superare la crisi, editori, librerie e biblioteche devono allearsi».

fonte & read more @ La Stampa online

mercoledì 16 gennaio 2013

Stephen King, nel 2014 un nuovo romanzo

Stephen King sta lavorando ad un nuovo romanzo, pronto probabilmente per il 2014: sarà un giallo, intitolato provvisoriamente ''Mr. Mercedes''.

Lo ha rivelato lui stesso nel corso di una conferenza a Lowell, nella sede dell'University of Massachusetts. Non sarà un libro con i tratti soprannaturali tipici del re dell'horror all'americana, ma un romanzo giallo che avrà come protagonista un uomo che guida un'auto di grossa cilindrata in mezzo alla folla e poi si diverte a sbeffeggiare un detective in pensione che si era occupato in precedenza di lui.

fonte: AdnKronos

martedì 15 gennaio 2013

Il 14 maggio appuntamento con l'Inferno di Dan Brown

Si intitola "Inferno" ed è ambientato in Italia il nuovo thriller di Dan Brown, l'atteso seguito de "Il simbolo perduto".

Il libro arriverà in Italia (Mondadori) il 14 maggio, in contemporanea con Stati Uniti e Inghilterra. Nel romanzo ritorna Robert Langdon, lo studioso dei simboli di Harvard, già protagonista de "Il codice Da Vinci". Con un colpo di scena degno di Brown, il titolo del libro è stato svelato oggi attraverso i social media con un mosaico creato da Hiperactivate.com

fonte: Ansa


lunedì 14 gennaio 2013

"La bottega del caffè" di Goldoni

La bottega del caffè è una delle più importanti commedie di Carlo Goldoni ed una di quelle che preferisco. Composta nel 1750, all'interno della stessa si sviluppa un intermezzo composto da Goldoni nel 1736, inizialmente diviso in tre parti; l'enorme successo del soggetto spinse il commediografo a tornarci sopra, ampliandolo fino a crearne una commedia in tre atti. È considerata uno dei suoi testi più fortunati. La commedia venne rappresentata per la prima volta a Mantova, il 2 maggio di quell'anno, con gran successo. Fu poi portata a Venezia dove venne replicata per dodici volte.

L'azione della commedia vera e propria si avvia alle prime luci dell'alba di un mattino d'inverno a Venezia, durante il Carnevale, per concludersi quando scende la notte. Il caffettiere Ridolfo si sta prendendo a cuore la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da qualche tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo. Lì Eugenio ha subìto perdite ingenti giocando a carte con Flaminio, un giovane torinese che si spaccia per nobile.

La moglie di Eugenio, Vittoria, cerca invano di far ravvedere il marito. Allo stesso scopo è giunta a Venezia da Torino la moglie di Flaminio che, travestita da pellegrina, ignora la nuova identità assunta dal marito, ed è esposta alle insidie tessute da don Marzio. Quest'ultimo è un nobile napoletano prepotente, ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle due mogli di ricondurre sulla retta via Eugenio e Flaminio; trova anzi modo di indurli a festeggiare la ritrovata libertà quando pensa di aver allontanato definitivamente le due donne, e unisce ai festeggiamenti la ballerina Lisaura che, ignara del fatto che Flaminio fosse già sposato, sperava di diventare sua moglie per poter così abbandonare il paese.

I tranelli di don Marzio trovano un fiero oppositore nel caffettiere Ridolfo e nel suo garzone Trappola, che aprono gli occhi a Eugenio e a Flaminio: pentiti, i due si ricongiungono alle mogli, mentre don Marzio lascia la città.

fonte: Wikipedia

Editoria: nasce l'e-paper book

Un punto di incontro tra editoria cartacea e digitale. Rikrea, società romana che opera nel settore della progettazione e del design eco-sostenibile, ha lanciato un e-paper book in grado di coniugare i vantaggi dell’editoria digitale con la fruibilità del testo cartaceo. Guido Lanci, proprietario dell’azienda, ci mostra il progetto e le principali conseguenze che comporterebbe la sua introduzione sul mercato.

Può spiegarci di cosa si tratta e come è nato l’e-paper book?
L’e-paper book nasce da un lavoro sulla rilegatura, sistema per mettere insieme fogli in formati ordinari. Il progetto è stato inserito nella piattaforma culturale cheFare, che premia l’impegno sociale e che ha indetto un bando per raccogliere 500 progetti di innovazione culturale ecosostenibili, unitamente alla nostra idea di diffusione dell’enorme mole dei testi digitalizzati, per e-book, ma non solo per e-book: i testi digitali sono infatti moltissimi, collegati a varie e diverse altre applicazioni. Abbiamo quindi pensato che fosse ideale avere una sorgente di testi che è la rete ma anche un possibile momento di catalizzazione, il libro vero e proprio. Ciò avviene attraverso una stampante e un kit di rilegatura, del quale è possibile avere maggiori e più tecniche informazioni visitando il nostro sito.

Quali i vantaggi dell’e-paper book?
Partiamo da due presupposti fondamentali: noi operiamo nel settore del design ecosostenibile e constatiamo che i libri esistono sia in forma cartacea tradizionale sia e-book. Il nostro progetto non è assolutamente in competizione ne con l’uno ne con l’altro sistema, anzi prende esattamente ciò che lasciano scoperte le due forme di editoria, tradizionale e cartacea. Esiste infatti un’enormità di testi fuori catalogo, un grande quantità di testi in lingua difficilmente raggiungibili, esistono molte problematiche, soprattutto sulle piccole librerie indipendenti e sugli editori, di magazzini, dei fornitori, di editing: per ragioni di minimo di stampa l’editoria cartacea in molti casi non riesce a raggiungere, a differenza della rete, quel rapporto 1:1, definibile come la possibilità per ogni lettore di trovare immediatamente ciò che gli interessa...

fonte & read more @ Libreriamo.it

sabato 12 gennaio 2013

Una schiappa e un gatto spodestano Gramellini e Camilleri

Sesto volume di "Diario di una schiappa": sino al quinto, 75 milioni di copie venduti in 40 Paesi, di cui un milione e duecentomila in Italia.

Greg è sempre se stesso: non cresce come Harry Potter e quindi rispecchia le emozioni di un ragazzino che frequenta la scuola dell'obbligo e inizia a raccontare le sue vicende scrivendo "Un giorno sarò famoso, ma adesso mi tocca fare le medie insieme a un mucchio di cretini".

Per il lettore scatta un processo di identificazione. "Io sono Greg! Inoltre ho il vantaggio di aver scelto il libro per conto mio e non avrò mai l'obbligo di presentare all'insegnante un riassunto lungo o breve, o indicare con la crocetta sulle "schede di lavoro" (alla fine di ogni capitolo), i miei giudizi".

Se non ci fossero libri come la Schiappa scelti direttametne dai giovani lettori senza ingerenze adultistiche come faremmo a proporre ai ragazzi libri di narrativa che riteniamo importanti? Greg, normale, sfigato, in un ambiente che non si accorge di lui, questa volta è accusato di aver sporcato i muri della scuola: dovrà superare fatiche terribili per dimostrare la sua quasi innocenza. Anche questo volume è facilmente leggibile e mantiene la caratteristica della parte scritta inframmezzata da ironici disegni di apparente semplicità. (fonte Roberto Denti, La Stampa di oggi)

E' una classifica, quella di oggi su TuttoLibri, che rallegra anche una come me, allergica alle liste dei più venduti, letti, scelti ecc. Sì, perché per una volta tanto, non uno, ma ben due (validissimi) libri per ragazzi hanno spodestato dal podio i tanto osannati Gramellini e Camilleri. E così il primato va alla Schiappa di Kinney, seguito dal gatto di Sepúlveda. Due libri che, sono orgogliosa di dirlo, mia figlia ha letteralmente "divorato" nel periodo natalizio!!!

"Cacciatori di frodo"

Dodici chilometri sono lo spazio che separa Augusto da sua moglie Elisa. Ogni giorno l’uomo cerca di colmare quella distanza, camminando lungo il binario morto che costeggia il corso del Piave. Il percorso dalla casa cantoniera alla curva, la visione di Elisa distesa sulle rotaie in attesa di un treno inesistente che la uccida, la sigaretta fumata accanto al suo corpo privo di coscienza, sono diventati per Augusto i gesti vuoti di un rituale ossessivo che si ripete da chissà quanto tempo.
 
Molto più di dodici chilometri separano in realtà l’uomo da sua moglie: a dividerli è un passato remoto doloroso e un passato prossimo inaccettabile nella sua insensatezza. Ma il punto di vista della narrazione, che assumiamo anche noi lettori, è quello di un uomo che ha rimosso ciò che è accaduto e vive il presente in un grottesco automatismo. Del dolore e delle colpe passate rimane una “nuvola di acerbe espiazioni” da portare con sé “al guinzaglio” lungo il cammino.
 
In un monologo denso e ininterrotto la coscienza dell’uomo è libera di scorrere, stimolata dall’azione del corpo in marcia sul binario. Noi lettori ci accostiamo con prudenza ad una scrittura complessa, che segue i percorsi contorti della mente del protagonista, ma non possiamo non rimanerne irretiti. Un flusso incandescente di parole, frasi giustapposte per associazione d’idee o ripetute ossessivamente, si intrecciano a formare un monologo-confessione che vibra di sentimenti mai detti.
“[…] adesso che la mia famiglia è un grumo di cenere e niente, ora che la mia famiglia è un grumo di cenere e niente, perché vengo a riprendermi ogni mattina mia moglie che aspetta che il treno le faccia rotolare la testa giù dall’argine e nel fiume, perché ogni mattina, perché, penso.” (p. 89)
 
Otto capitoli, corrispondenti a otto giorni di cammino e riflessione, conducono al progressivo disvelamento della verità. Come bolle d’aria tornano a galla i ricordi di un passato troppo a lungo dimenticato: il fratello gemello Cesare, figura complessa di vittima e carnefice; Daniele, figlio innocente morto in circostanze misteriose e poi Elisa, le sue crisi di panico e il definitivo annullamento di sé. Al centro si erge solitario Augusto, misero Orfeo che tenta di riportare in vita la sua Euridice. Ma la salvezza non c’è, Elisa dall’inferno non vuole tornare.
 
Grazie ad una scrittura icastica e ad un taglio narrativo quasi cinematografico Alessandro Cinquegrani raggiunge picchi di sconcertante visionarietà. In tal senso risulta di straordinaria potenza la scena apocalittica in cui Augusto scorge i corpi morti delle pecore nel fiume:
“[…] nella distesa d’acqua sporca e lenta, vedo una pecora morta portata dalla corrente, una pecora bianca portata morta dalla corrente, e un’altra sbatte sul muro e procede spinta dalla corrente e un’altra, poi, e altre dieci, e altre cento pecore morte portate dalla corrente e mille pecore morte portate dalla corrente, un’intera distesa di pecore morte galleggianti […]” (pag. 99).
 
"Cacciatori di frodo", finalista al premio Calvino, è un romanzo duro, capace di far risuonare in noi rabbia, impotenza, tenerezza, commozione. È una storia di colpa e di espiazione che, pur nella sua estrema modernità strutturale, ci richiama alla memoria gli archetipi della tragedia greca. E proprio come nella Medea o nell’Edipo re, giunti all’ultima suggestiva pagina del romanzo, siamo costretti a riconoscere con sgomento che il senso di tanto dolore, se esiste, è per l’uomo imperscrutabile.
 

giovedì 10 gennaio 2013

"Milioni di milioni" di Malvaldi

Nei gialli alla maniera di Marco Malvaldi, in cui si ride della cinica ironia dei personaggi, i luoghi sono fondamentali per l'equilibrio tra umorismo e suspense. Montesodi Marittimo è un paesino toscano di una certa altitudine, nonostante il nome, per di più molto scosceso. Una persona su due porta un doppio patronimico, il secondo dei quali è sempre Palla. Eredità di un marchese Filopanti Palla, gran gaudente, pentitosi in punto di morte di lasciare tanti bambini senza un nome legittimo.

Inoltre su Montesodi aleggia un mistero: è considerato "il paese più forte d'Europa". Perché? Quale arcano mistero si nasconde fra le abitazioni del borghetto toscano? Soprattutto, qual è la causa della forza che rende i suoi abitanti simili a degli “ercoli” del nuovo millennio? Per scoprirne la causa, vengono mandati dall'Università un genetista, Piergiorgio Pazzi, e una esperta di archivi dal "fondoschiena interessante", Margherita Castelli. Trascorsi i primi giorni, nel panorama umano che si offre, i due non trovano nulla di cui meravigliarsi, tranne la forza. È un mondo abitudinario, dominato da due gruppi familiari: il sindaco, l'onesto e schietto Armando Benvenuti, con la moglie Viola, e la maestra Annamaria Zerbi Palla, anziana vedova, con un figlio poco amato.

La sorpresa arriva con una tremenda tempesta di neve che isola il paese per giorni. Piergiorgio, che alloggia nella casa della Zerbi, una  donna "da fuori", ex maestra senza peli sulla lingua, una mattina trova l'energica signora abbandonata in poltrona senza vita. Sembra, a prima vista, un attacco di cuore, ma Piergiorgio capisce che non si tratta di morte naturale e poiché il paese è isolato l'assassino non può essere andato via.

In ogni buon romanzo che si rispetti la caratterizzazione di luoghi e personaggi è fondamentale. Nel caso di "Milioni di milioni", si potrebbe addirittura dire centrale. Questo nuovo lavoro di Malvaldi è un romanzo che inizia con ironica freschezza, quasi si trattasse di una barzelletta, e che poi, gradualmente, come i milioni di milioni di fiocchi di neve che si posano al suolo, si trasforma in una storia articolata e complessa. Fino ad assumere i toni di un giallo avvincente. Il tutto è condito da una lingua sciolta, molto simile al parlato quotidiano, funzionale alla resa dei personaggi. Spassosissimi, veri e sinceri.

Un libro davvero molto piacevole, che alterna elementi comici a stralci narrativi più profondi e complessi, divertente e al tempo accattivante. L'autore non delude le aspettative del lettore neanche stavolta e anzi lo incoraggia a seguire le gesta del malcapitato personaggio che, chissà, potrebbero anche avere un seguito.

mercoledì 9 gennaio 2013

"Vengo via con te" - Amori e abbandoni a tutte le latitudini

Comincia “Da qualche parte, ad un matrimonio” e finisce “Ovunque, in città, una sera”. Nel mezzo, cinquanta racconti ambientati in altrettante città, di tutto il mondo, da Bath a Istanbul, da Colombo a Roma, da Cape Town a Tokyo, da Chicago a Sarajevo, Vienna, Zanzibar, Pechino, Dublino, Atene. E il lago di Garda.

In ogni luogo, una storia d'amore, ritratti di persone, sentimenti, situazioni che ogni volta ruotano attorno al tema letterario per eccellenza, in tutte le sue espressioni. “Vengo via con te - Storie d’amore e latitudini” (Valentina Trentini editore, 13,50 euro), è il titolo di un’avventura nata nel 2012 dalla mente e dalla penna di un giornalista di Trento, con origini bolzanine, già finalista al premio Calvino, che si cela dietro lo pseudonimo di Henry J. Ginsberg, pubblicata originariamente sul blog “Tempi&Modi - Coniugazioni di stile” (www.tempiemodi.com) curato dalla rendenese Donatella Simoni. Ogni domenica, alla stessa ora, da febbraio a maggio, lo spazio letterario ha ospitato un racconto: il successo è stato immediato e tale da “premiare” i fedeli lettori con la pubblicazione di una raccolta cartacea dei lavori di “Vengo via con te”, assieme a degli inediti.

Si tratta di racconti brevi, brevissimi, short cuts per dirla nel gergo editoriale. A volte un dialogo, altre un monologo o un aneddoto, così come avremmo potuto afferrarlo al volo in un bar o a un check in. Frammenti insomma, che si lasciano leggere tutto d'un fiato, in cui si trova ciò che serve: l'intensità delle relazioni che nascono, si sviluppano o muoiono, più o meno bene, più o meno male, cesellate nei tanti paesaggi in cui questi racconti sono ambientati. Un pub, una finestra affacciata su una piazza, la piscina di un albergo, una barca, una camera da letto: ad essere protagonisti delle pagine del misterioso autore sono luoghi così, resi meravigliosi o aspri, difficili, complicati, dalle vicende che si trovano ad ospitare anche solo per un istante.

«Per la varietà delle espressioni d'amore raccontate, è impossibile non ritrovarsi in almeno uno dei personaggi - spiega Donatella Simoni -: per questo, l'autore ed io abbiamo pensato di realizzare uno strumento che valorizzasse questo coinvolgimento. Così, da forma virtuale i racconti hanno preso corpo e si sono trasformati in libro. Di certo una sfida, visto che inizialmente erano stati pensati per essere veicolati attraverso la Rete. Ma con la pubblicazione abbiamo ora realizzato qualcosa che coinvolge ancora di più il lettore. Si tratta dell'operazione “abbandono”: il lettore che abita in una delle città protagoniste dei racconti, o che vi ha programmato un viaggio, acquistando una copia del volume ne riceverà un'altra in omaggio, da lasciare in uno dei luoghi più significativi. Il momento dell'abbandono viene fotografato, l’immagine inviata a tempiemodi@gmail.com e pubblicata in tempo reale sul blog. Oltre all'interesse e alla curiosità suscitati, sta nascendo grande entusiasmo attorno a questa “missione”, che è appena iniziata ma che ha già visto l'abbandono del libro in molte città, di ogni continente. In Trentino poi, l'abbandono (l'ultimo è stato fatto in piazza della Portella a Trento) assume quasi le sembianze di una caccia al tesoro: la fotografia viene condivisa e dopo qualche ora il libro scompare».

Coinvolgente e misterioso. Come l'autore, che non rivela la sua identità. «Quando ho iniziato a pubblicare i racconti sul blog di Donatella - racconta - ero interessato ad avere un risconto dai lettori che fosse il più sincero possibile. Ecco perché ho scelto di farlo con un nome d'arte, che è anche un omaggio a due autori che amo molto, Henry Miller e Allen Ginsberg, passando per la J di Henry James o di Jack Kerouac. C'è però anche una ragione “filosofica”. Quando si scrive, si parla di ciò che si conosce, in questo caso città e relazioni, rapporti umani, amori. Ma al tempo stesso si deve mettere un po' di distanza fra il proprio vissuto e la materia di cui si tratta. E' la magia della scrittura: se si inventa un po', se ci si cala nei panni dei propri personaggi, il risultato è più credibile e più efficace. “L'autore è un fingitore”, come diceva Pessoa. Scegliere uno pseudonimo è quindi un modo per fare questo tipo di operazione, è assumere una specie di identità segreta e dimenticare un po' se stessi. Ed è anche, in definitiva, una scelta di libertà».

fonte: Paola Malcotti - l'Adige di oggi, mercoledì 9 gennaio 2013

martedì 8 gennaio 2013

"Io non farò rumore": in libreria, torna Lara Cardella


Dopo il successo di "Volevo i pantaloni", Lara Cardella torna in libreria con "Io non farò rumore", in vendita a partire dal 7 febbraio. Il romanzo racconta la storia di Maria che si è lasciata con il marito ed è tornata ad abitare nella vecchia casa con i genitori. Una mattina, apre gli occhi e non ricorda più chi è: ha perso la memoria e non riconosce più nessuno.

Oltre alla memoria Maria perde anche il figlio, sottratto per vendetta dall'ex marito. In un mondo senza ricordi, Maria si sente per la prima volta leggera.


Fonte: Ansa

Se vuoi fare il figo usa lo scalogno: la seduzione passa dai fornelli

Non c’è molto da scegliere, di solito la grafica dei libri di cucina è di tre tipi: copertine che ritraggono cose che si mangiano, copertine che ritraggono persone che preparano cose che si mangiano, copertine che ritraggono cose che mangiavano le nostre nonne. Ma negli ultimi tempi abbiamo visto l’avvento di una nuova categoria: copertine che ritraggono persone che la mamma si mangerebbe volentieri in un sol boccone.

Prendiamo Jamie Oliver, per esempio, l’anello mancante fra un cowboy delle praterie e un giocatore di rugby. Il suo primo TV show si intitolava “The naked chef”, un successo senza precedenti che lo ha proiettato nell’Olimpo del fornello televisivo consegnandogli il mestolo d’oro dell’audience. Era il lontano 1999, ma fece storia. Con lo stile rilassato e disinvolto che lo contraddistingueva, Jamie era quello che ogni uomo avrebbe voluto essere in cucina e che ogni donna avrebbe voluto che fosse il proprio uomo: una ricetta per ogni situazione, nessuna esitazione, nessun formalismo da gran gourmet. A suo agio dietro i fornelli come sulla copertina dei suoi libri , Jamie Oliver è l’uomo che dopo quattro ore di allenamento su un campo da football, neanche sudato, si mette a spadellare quei due o tre chili di proteine da divorare con classe (non a caso, mangiando di gusto, è uno dei pochi chef che mostra pubblicamente di essere dotato di un metabolismo). Uomo da terzo tempo.

In vetta alle classifiche anche i libri di Gordon Ramsey, protagonista di Hell’s Kitchen e Masterchef, l’uomo impossibile dall’avambraccio d’acciaio. La sua copertina tipo è quella in cui posa con l’espressione dell’uomo maturo che sa bene quanto il mondo sia un posto orribile e che dalle sue mani dipendono le sorti degli intestini di mezzo mondo: da grandi calorie derivano grandi responsabilità.

Più aristocratico invece il nostro Carlo Cracco. Dalla vetta del miglior titolo del 2012 ("Se vuoi fare il figo usa lo scalogno") ci guarda con autorità quasi patrizia: è l’uomo che distingue il grano dal loglio e che andrà sempre fino in fondo perseguendo verità e bellezza. Con "Il giusto e il gusto" di Davide Oldani si prova a volare ancora più in alto: bianco e nero e voilà, è subito Cartier-Bresson, con tanto di studiata posa plastica. Ma il vero tocco di classe sta nel titolo: cucina, arte e filosofia morale in un colpo solo, per intellettuali della nutrizione.

Ci pensa Alessandro Borghese a stemperare la tensione col suo libro del 2009: "L’abito non fa il cuoco", assicura lo chef gentiluomo, quello che fra una battuta e l’altra s’insinuerà nella vostra cucina per rubare il frutto della vostra passione gastronomica. Dalla padella nella brace con "Il gusto di sedurre" di Simone Rugiati. Insomma, non sono più i tempi di Clerici e Parodi, figurarsi quelli di Suor Germana. Lo chef di domani deve essere virile e virtuoso: uno che torna a casa con in spalla il cinghiale che vi cucinerà in delicatissima sauce de pomme, riflettendo sulla moralità del suo gesto prima di divorarlo con classe.

fonte: Giulio Passerini @ Panorama.it

lunedì 7 gennaio 2013

Il "Regalo di nozze" di Andrea Vitali

La saga lacuale di Andrea Vitali vira negli anni Sessanta, mettendo tra parentesi i prediletti anni Trenta. E' un'icona del boom ad accendere la felpata, sapida, "svitata" nuova storia del medico di Bellano, sul lago di Como. Una Seicento bianca.

A Ercole Correnti, ventinovenne promesso sposo, l'utilitaria rammenta un viaggio d'antan, di lui bambino, con mamma e papà e uno zio, infallibile seduttore. Indimenticabile, ma anche un po' misteriosa, quella gita, come lo zio Pinuccio, "nato gagà", come diceva sua sorella Assunta. Ma anche insuperabile cacciaballe: raccontava di essere mediatore d'affari per i grandi produttori di seta del comasco. Grazie ai suoi mirabolanti racconti, era in grado di affascinare qualunque femmina gli capitasse a tiro. Ercole, di quella gita, riuscirà a scoprirne i retroscena solo vent'anni dopo, in quell'afosa domenica di fine agosto.

In "Regalo di nozze" Vitali procede per dilatazione, indugiando su particolari domestici, minuti, e pantografandoli fino a far loro assumere il respiro di un’epica tranquilla, riconciliata con la sua dimensione di provincia.

La prosa è sublime, perché la fotografia che l'autore ne fa vira al seppia degli anni Sessanta, con gente semplice che poco a poco accede a un benessere nuovo, e ai suoi simboli. Proprio come quella Seicento, sotto il cui cofano batte il motore di un segreto, che sarà bello scoprire poco a poco, pagina dopo pagina.

Editore più di prima

Quando è stato annunciato l'accordo di fusione tra due giganti dell'editoria anglo-sassone, Random House e Penguin, alcuni giornali italiani hanno titolato: "I grandi editori Usa si alleano contro l'ebook". Eppure gli ebook li fanno gli editori.

 
Due scrittrici italiane negli ultimi mesi hanno criticato gli editori: una perché ebook di diverse case editrici non avevano le lettere accentate giuste. L'altra perché il proprio ebook era disponibile su alcune piattaforme ma non su altre dove erano disponibili altri ebook del suo editore. Eppure sono disfunzioni tecniche più probabilmente causate dalle piattaforme di distribuzione o dall'hardware, non dagli editori. Dato che nessuno titolerebbe "Le grandi imprese automobilistiche si alleano contro l'automobile" o imputerebbe a chi ha fabbricato la sua automobile se una strada è chiusa o se il meccanico non gliela ripara in tempo, credo ci sia molta confusione anche ad alti livelli.

Con altri editori sono andato a Bruxelles due volte quest'anno. Una volta a confermare al direttore della digital information society, che deve disegnare le policy del futuro su questi temi, che sì, gli editori sono interessati alla diffusione delle opere sulle quali investono, perché qualcuno le aveva messo dei dubbi. Un'altra volta con Donato Carrisi, uno scrittore che pubblica con
Longanesi e che fa parte del gruppo Gems di cui sono presidente, e che doveva testimoniare che sì, campa di diritto d'autore, perché anche questo è un dato di fatto contìnuamente messo in dubbio.

Tutti questi lapsus meritano una psicanalisi del sapere che si genera dì solito sul Web.
In parte sono dovuti a un po' di quella leggerezza che gira in Rete, ambito di libertà ma anche di dubbia fonte a volte. In parte agli "Over the Top", cioè alle grandi multinazionali di Internet che hanno assunto un ruolo particolare in questo decennio e che hanno un interesse fortemente egocentrico. Da una parte predicano per omogeneizzare l'Europa perché sia un mercato culturalmente uniforme come gli Usa, dall'altra sono ben contente delie asimmetrie fiscali tra un Paese e l'altro: i loro avvocati si insinuano nelle contraddizioni per pagare tasse irrisone.


Acquisiscono così un vantaggio competitivo rispetto alle imprese nazionali. Da un lato accumulano grandi ricchezze e quotazioni in Borsa mentre dall'altro predicano come profeti quale deve essere il futuro dell'umanità. Per affermare nuovi ecosistemi di distribuzione del sapere che hanno l'ambizione di dominare il mondo manco fossimo in un film di James Bond ne hanno dette di tutti i colori sull'editoria libraria negli anni e sul suo futuro...


fonte Stefano Mauri - GeMS - read more @ Il Libraio.it

"L'Atlante delle mafie" analizza il successo di un modello criminale

A cosa è dovuto il successo plurisecolare delle mafie italiane? E come mai viene definita "mafia" ogni violenza privata che ha successo nel mondo? A provare a rispondere a queste due domende è "L'Atlante delle mafie - Storia, economia, società, cultura", a cura di Enzo Ciconte, Francesco Forgione, Isaia Sales, edito da Rubbettino.

Il volume sarà presentato mercoledì 16 gennaio alla Camera, alle 17,30 nella Sala delle Colonne di Palazzo Marino, dai curatori insieme a Pier Luigi Stefanini, presidente Fondazione Unipolis, Raffaele Cantone, Piergiorgio Morosini e Giuseppe Pignatone.

Il libro parte dalla messa in discussione dal paradigma interpretativo dell'esclusività della Sicilia nella produzione di ciò che comunemente si intende per mafia. Se un fenomeno, nato in Sicilia nell'Ottocento, ha avuto una così lunga durata, affrancandosi dalle condizioni storiche e territoriali che ne resero possibile la sua originaria espansione e proiettandosi agevolmente nella contemporaneità (divenendo addirittura un modello vincente per tutte le violenze private del globo) non è utile continuare a descriverlo solo come un originale prodotto siciliano.

fonte: AdnKronos

domenica 6 gennaio 2013

Tesori ebraici dalle grotte dei talebani

La Biblioteca nazionale di Gerusalemme espone documenti ebraici, vecchi di mille anni, scoperti casualmente in grotte dell'Afghanistan orientale in aree controllate dai Talebani. Sono stati venduti di recente all'Istituto da commercianti di nazionalità imprecisata.

Lo scritto più importante è attribuito al rabbino di origine egiziana Saadia Gaon, passato alla storia per aver tradotto in arabo i principali testi ebraici e per aver diretto una importante scuola rabbinica di Babilonia.

fonte: Ansa

venerdì 4 gennaio 2013

I "Consigli a un aspirante scrittore" di Virginia Woolf

Una scrittrice straordinariamente prolifica, uno dei circoli letterari più esclusivi del Novecento, un diario che annota fedelmente opinioni, sensazioni, pensieri sui propri libri e su quelli degli altri, sugli autori classici e sugli amici più cari. Da questa miscela, che non ha avuto uguali nella storia letteraria, sgorga un flusso inarrestabile di domande e risposte, preziose e sorprendenti.

Virginia Woolf si muove, con il suo stile inimitabile, tra conferenze, saggi e illuminanti pagine di diario, spiegando con limpida chiarezza un classico, stroncando James Joyce e forse Ernest Hemingway, riflettendo sulle strategie migliori per costruire un personaggio o per descrivere un paesaggio, annotando osservazioni e aneddoti sulle fatiche e i piaceri della scrittura: consigli preziosi per chiunque voglia fare letteratura o semplicemente riflettere sul "mestiere delle parole". Una selezione agile e vivace permette di inserire queste pagine nella tradizione dei "consigli a un giovane scrittore" di Baudelaire, Rilke e Gide.

Divise in tre sezioni – Leggere, Scrivere, Pubblicare – le pagine del suo diario con i "Consigli per un aspirante scrittore" ci consentono di entrare nell’officina di una narratrice prodigiosa e, al contempo, ci restituiscono il ritratto di una donna innanzitutto libera.

mercoledì 2 gennaio 2013

Haiku di neve

 
C'ero soltanto.
 
C'ero. Intorno
 
cadeva la neve.
 

haiku di Kobayashi Issa (1763-1828)

martedì 1 gennaio 2013

Aiuto, sbarcano i cannibali che ci mangiano la lingua

Non sprechiamo passione civile, di cittadini, per l'Italia che muore per abdicazione alla lingua, al suo corretto uso. Non per politica scellerata, non per diritto imbrattato di crimine, non per sventure e colpe economiche: quella che viviamo è morte di una nazione che arriva con sanguinosi sforzi all'unità linguistica, in cui tutto esiste e consiste, l'ha buttata, la sta buttando ogni giorno, nelle pattumiere, nelle discariche, nelle latrine...
Poiché ne porto, per mia sventura, il lutto, e lo grido dalle colonne di un giornale, vuol dire che di passione civile non mi sono ancora sbarazzzato del tutto. Ma lo vorrei: perché la passione civile, in Italia, è un malvivere e un mal-di-vivere di troppo...
Lode su tutti gli altari alla lingua di Shakespeare e della Bibbia di Re Giacomo, di Lewis Carroll e di Herberte Geroge Wells, di Malthus e di Keynes, ma dev'essergli contrastata e in tutti i modi ostacolata la penetrazione irresistibile, la pervasività insolente qui dove gloves vorrebbero essere guanti, shoes scarpe, entrance spiccante sulle porte di tutti gli autobus offende l'intelligenza comune...

L'anglomania teleguidata lavora a macchia d'olio su quasi tutto il linguaggio bancario e finanziario. Inglese è già tutta l'espressione informatica, a partire dalla parola stessa. Come un'ideologia totalitaria morbida, l'inglese a poco a poco va imponendo il suo dominio sull'insegnamento scolastico, dalle elementari, dov'è un aggravamento inutile per menti verdi, ai corsi universitari politecnici, le lezioni più importanti impartite direttamente in inglese sono per la lingua patria come una marcatura veterinaria su un animale da macello. Autorizzarli è un gesto di dispregio che ci disonora...

Se si debba o no studiare l'inglese, ovvia è la risposta: va studiato bene e non con corsi celeri più una settimana di turismo. Bisogna impararlo bene per patrimonio mentale e per dargli la caccia meglio dove insidia lingua europee che non ne sono da meno...

fonte: Guido Ceronetti @ La Stampa di ieri - lunedì 31 dicembre 2012

Vuoi la promozione? Esercitati nel tuo lavoro

Con l'arrivo del nuovo anno - e con esso l'onda inevitabile di progetti di auto-miglioramento - abbiamo individuato 10 strategie per far crescere la vostra carriera nel 2013.

Da come attivarsi per rimediare ad un errore fatto in ufficio a come imparare per guadagnare come il signor (o la signora) Bellezza, questa lista di dieci spunti (elaborata dal Wall Street Journal) offre consigli da mettere in pratica ogni giorno, su cosa fare e come farlo. E ottenere così la tanto desiderata promozione...

read more @ Wall Street Journal